sabato 27 marzo 2021

Scrivere a una casa editrice

Come scritto in un mio post Cosa fare di un romanzo ho deciso di tentare la fortuna (è proprio il caso di dirlo) con una grande casa editrice, ora non è che mi sia montata la testa ma ho pensato che, rispetto ad alcuni anni fa, quando ero del tutto ignara del mondo della scrittura oggi ne so un po' di più e forse posso propormi a una casa editrice presentandomi meglio di quanto sapessi fare anni fa.

Insomma questi anni di esperienza saranno pur serviti a qualcosa? 

Avevo individuato una casa editrice media, ma abbastanza importante che, tuttavia, mi ha risposto di no, perchè il mio romanzo rientra più nel genere thriller mentre loro trattano il noir.  La differenza tra i due generi è per me molto sottile, ma sono molto contenta di aver ricevuto una risposta ufficiale via mail, di solito le case editrici non rispondono affatto. 

Così mi sono posta il problema di cosa fare, lasciar perdere e pubblicare il mio romanzo in self publishing ancora una volta oppure tentare altre strade? Atroce dilemma.

Dopo averci pensato a lungo, ho deciso di provare ancora, ma stavolta non avrei inviato il manoscritto a una sola casa editrice ma a più di una, in modo da avvantaggiarmi con i tempi, anche perché mi è venuta una gran voglia di far uscire il mio romanzo, io penso meriti una chance perché è una storia in cui credo molto e ho quasi sofferto a prendere la mia decisione, perché voleva dire rinviarne ancora l’uscita. Tuttavia questa è l’ultima possibilità che mi concedo, sono stanca di scrivere strappando tempo alla vita delle mie giornate, ogni romanzo mi costa sudore e sangue anche se è una grande passione, e non credo continuerò ancora per molto. 

Comincio ad avere l’età dei bilanci e anche quella in cui mi importa sempre meno di avere un riconoscimento qualsiasi e ho solo voglia di seguire quello che amo. 

Tornando agli editori ho scelto tre case editrici big (meglio sognare in grande no?). Come le ho scelte? Beh, non è semplice trovare una casa editrice che consenta l’invio di manoscritti. Non tutte danno indicazioni in tal senso, quindi senza indicazioni come fai? Meglio lasciar perdere. E poi, chi manda un manoscritto spedisce nell’etere un pezzo della propria vita, nel mio caso oltre un anno di lavoro, magari serve avere qualche punto fermo, per esempio “entro quanto tempo posso ritenermi libera?” È importante conoscere i tempi di valutazione o di rifiuto di un manoscritto, tre, quattro o sei mesi non di più. Alcune case editrici scrivono chiaramente nel loro sito come inviare le proposte editoriali e danno indicazioni specifiche sui tempi di valutazione, alcune non vogliono il manoscritto ma solo una sinossi dettagliata e, nel caso solo se interessati, chiederanno l’invio del manoscritto completo; altre vogliono subito l’opera completa, altre chiariscono i tempi, altre no. 

Ho scelto le case editrici in base alla chiarezza delle istruzioni che fornivano sul loro sito, ne ho scelte tre, a una ho inviato solo la sinossi dettagliata, alle altre due anche il manoscritto completo in formato elettronico. Bene, a questo punto non mi resta che aspettare. Da due CE ho avuto un messaggio di risposta automatica che confermava il ricevimento della mail e i tempi entro i quali potevo considerare il “non interesse” da parte della casa editrice. È un messaggio di risposta automatica che considero molto apprezzabile, perché restare nel limbo dell’indeterminatezza per un tempo indefinito non è bello, anche perché terminato il periodo di attesa, salvo gravi imprevisti, vorrei far uscire il romanzo comunque. 

Ecco, a dire il vero, non mi aspetto di entrare all’improvviso nel magico mondo degli scrittori pubblicati da case editrici big, ma è qualcosa che mi serve per andare avanti, come una storia d’amore che sta per finire, fai un ultimo tentativo prima di chiuderla definitivamente. Se non dovesse andare continuerò a scrivere, ancora un po’, per terminare la serie di Sorace e ovviamente pubblicare questo romanzo. Poi appenderò la penna al chiodo, magari scriverò solo sul blog oppure no, lo scoprirò con il tempo, anche perché è la vita che decide per noi, anche se ci illudiamo di darle una direzione.

Prima di lasciarvi volevo darvi qualche notizia sul mio romanzo, intanto il titolo, all’inizio avrei voluto intitolarlo "Il male non dimentica" ma era un titolo già usato, quindi ho optato per un altro titolo che comunque rende bene il senso della storia: Il male non perdona

La protagonista si chiama Sara Leonardi, una donna indipendente e realizzata che si è appena trasferita in una nuova casa che assomiglia tanto alla casa dei suoi sogni. Tutto bene quindi no? Non è proprio così, perchè  Sara ha, da tempo, imparato a convivere con le bugie, cercando di condurre un’esistenza normale, ma nasconde nelle pieghe dell’anima un segreto inconfessabile, una colpa che ha cercato di dimenticare. Ed è qui che cominciano i guai perchè il passato ritorna a presentarle il conto.

Chi semina il dolore prima o poi lo raccoglie, il male non perdona.

Non è proprio la sinossi, ma solo un piccolo sunto, solo che il desiderio di parlarne era troppo forte, per il resto non resta che aspettare.

E voi avete mai cercato di contattare una casa editrice? Cosa ne pensate del mio metodo di "ricerca"? 


Fonti immagini: Pexel


domenica 21 marzo 2021

Autori facili e difficili

In questo periodo mi sono resa conto che per me è diventato più difficile leggere, ho diversi eBook acquistati da tempo perché erano in offerta, tuttavia alcuni sono ancora lì in attesa di essere letti, magari nel frattempo soppiantati da altri che consentono una lettura più facile. 

Per esempio un romanzo comprato oltre nove mesi fa, forse anche di più, è La principessa di Ghiaccio di Camilla Läckberg, comprato credo l’estate scorsa, non sono mai riuscita a cominciarlo, o meglio ho letto l’inizio poi mi sono arenata, nel frattempo ho letto altri romanzi: La disciplina di Penelope di Gianrico Carofiglio, comprato e letto subito (con questo autore mi succede così); si tratta di un romanzo abbastanza breve, però con Carofiglio mi ritrovo a leggere voracemente anche romanzi più lunghi, lo stile dell’autore mi fa viaggiare veloce con la mente fino alla fine. Un autore per me simile è Riccardo Bruni (Una sera di foglie rosse, La notte delle falene e Ancora un giro di blues gli ultimi tre libri letti a breve distanza) anche questo scrittore ha il potere di farmi cullare piacevolmente dalle pagine, forse perché i personaggi sono eroi umanamente imperfetti e a tratti umoristici che strappano sempre un sorriso o anche una bella risata.

Tornando a La principessa di ghiaccio, in questi giorni l’ho cominciato e mi sono imposta di leggerlo. È scritto bene, anche la traduzione mi sembra apprezzabile, tuttavia mi affatica molto il fatto che abbia dei capitoli lunghissimi, insomma può sembrare strano, ma la struttura del romanzo conta, quando un capitolo è lungo cento pagine faccio fatica ad andare avanti, posso leggere un libro di mille pagine ma ho bisogno che sia suddiviso in step più brevi, magari è solo un mio problema. 

Certo, ci sono dei libri lunghissimi che si leggono benissimo, uno di questi per esempio è stato L’ombra del vento di Carlos Ruiz Zafón, comincia in modo un po’ lento, ma una volta che ti addentri nella storia non te ne stacchi più.

Altro autore che mi cattura è Donato Carrisi,  un vero maestro nell’arte di incollarti alle pagine, peccato che i suoi eBook costino moltissimo, non come quelli di Ken Follet che per fortuna non leggo, ma sempre sopra i dieci euro (l’ultimo Io sono l’abisso costa 11,99 mi sembra troppo per un eBook) così aspetto sempre l’offerta, l’ultimo suo romanzo che ho letto è L’uomo del labirinto, devo averlo pagato intorno ai sei euro, forse 6,99.

Di Carrisi ho letto Il suggeritore (in tempi lontani quando non era ancora così famoso) La ragazza nella nebbia, la casa delle voci e appunto L’uomo del labirinto.

Una caratteristica di Donato Carrisi è costituita dai suoi colpi di scena finali, riesce sempre a sorprenderti con qualcosa di inaspettato, a volte però certe sorprese mi sono sembrate un po' artificiose, come a voler stupire il lettore a tutti i costi; ciò non toglie che i suoi romanzi si leggano sempre molto bene. 

Poi ci sono le altre distrazioni dalla lettura, per esempio il fatto di essermi abbonata ad Amazon Prime sicuramente ha rallentato le mie letture perché ogni tanto mi guardo qualche film oppure una serie, al momento sto recuperando le puntate di Criminal Minds, la mia preferita, e cerco di astenermi dallo scoprirne di nuove, anche se ho appena iniziato a guardare anche la serie con Claudio Bisio “Tutta colpa di Freud” che è molto divertente. Tra l’altro con Amazon Prime puoi anche scaricare gratis degli eBook, anche questi finiti in lista lettura. Poi c’è il canale YouTube che non c’entra con l’abbonamento, ma sto seguendo alcuni canali interessanti. La verità è che, soprattutto oggi, abbiamo moltissime distrazioni ed è davvero difficile restare concentrati sui propri interessi. Sono indietro anche con la lettura di Donna Moderna, sono abbonata e quindi il settimanale mi arriva a casa, scelta voluta perché se dovessi andare in edicola non lo comprerei, adesso sto leggendo il numero del 25 febbraio e sono lì, ancora avvolti nel cellophane, i due numeri successivi del 4 e 11 marzo. Vi chiederete come si fa a restare indietro con la lettura di un settimanale, il fatto è che io mi leggo tutti gli articoli, non lo sfoglio semplicemente guardando le fotografie; ...alcune mie amiche fanno così. 

Bene con questo ho detto tutto riguardo alle mie letture e voi cosa state leggendo in questo periodo? Avete letture facili o difficili?

 

Fonti immagini: Pixabay 


domenica 14 marzo 2021

Orizzonti futuri

 


Non perderti dietro a troppi progetti, chiediti di cosa hai davvero bisogno e agisci di conseguenza.

Questa è una frase del mio oroscopo della seconda settimana di febbraio, dovete sapere che io non credo agli oroscopi, una volta li leggevo ogni mattina e mi lasciavo influenzare la vita. Poi una volta accadde che il mio oroscopo fosse in cima alla classifica settimanale, era al primo o secondo posto come segno favorito. Quella settimana andò tutto storto e accadde di tutto, in negativo. Così ogni volta che parte alla radio o in tv un qualsiasi oroscopo cambio canale, non voglio assolutamente ascoltarlo. Tuttavia, ogni tanto, mi capita di leggere l’oroscopo a posteriori sull’ultima pagina di Donna Moderna (che leggo sempre in ritardo perché sono indietro anche con le letture di questo settimanale). Questo oroscopo mi piace perché non fa nessuna previsione, esprime solo dei concetti e degli stati d’animo, oppure offre semplici consigli tipo quello riportato sopra. Ed io mi ci ritrovo proprio nel momento in cui lo leggo. Lo so, ognuno ha le sue stranezze...

Quando ho letto quel consiglio ho capito che era perfetto per il momento che sto vivendo, ho la testa piena di cose che vorrei fare, troppe, forse perché il tempo incalza, all’improvviso mi sembra che il tempo mi stia sfuggendo di mano. Beh, non è proprio all’improvviso, è un po’ che é così, a pensarci bene è sempre stato così, ho sempre avuto l’ansia di realizzare le cose perché potevano perdersi per strada. Che poi è proprio in questo modo che accade, cerchi di raggiungere un obiettivo, tentenni per un po’ e quello puff evapora. È già successo, quindi forse la mia ansia ha le sue ragioni. 

Tuttavia quando ho letto quella frase mi sono rilassata e ho capito, ecco cosa devo fare! Devo concentrarmi sulle cose più importanti, quelle di cui ho davvero bisogno. Può sembrare la scoperta dell’acqua calda, lo so, ma quante volte ci perdiamo dietro mille obiettivi, alcuni anche senza senso o non voluti da noi, ma indotti dagli altri?

Certo non so se è prudente parlare di futuro nella situazione in cui siamo, ogni tanto mi chiedo anche se avrò un futuro, forse dovrei fare progetti a brevissima scadenza oppure non farli affatto.   

Eppure non possiamo impedirci di vivere e visto che in questo momento la nostra vita è piuttosto limitata, neanche impedirci di sognare e i progetti fanno parte dei sogni

A questo punto parliamo di progetti concreti per dare un senso a questo post, intanto lo scorso week end, quasi a sorpresa, ho finito di scrivere il mio romanzo, ossia la quinta avventura del mio commissario. Ho scritto “quasi a sorpresa” perché mi ero volutamente infilata in un ginepraio con il mio giallo, perché l’indagine oltre ad essere complessa presentava anche un caso parallelo, tanto che mi sarei data una botta in testa per punirmi della presunzione. Tuttavia la vicenda si è sviluppata mio malgrado e come si dice “ormai siamo in ballo e balliamo” quindi sono andata avanti, per questo quando ho raggiunto la fatidica parola fine sono stata colta di sorpresa. Certo c’è ancora molto lavoro da fare, una prima revisione accurata, probabilmente anche una seconda, prima di affidarlo ai beta reader, inoltre devo ancora trovare un titolo e scrivere la sinossi. Tra l’altro il titolo provvisorio potrebbe anche essere quello giusto, ma non sono convinta. 

Comunque visto che dobbiamo restare in casa di tempo ce n’è, sempre che nel frattempo non succeda qualche imprevisto. Lo so, in questo periodo sono un po’ ansiosa perché diversi miei colleghi hanno beccato il virus (non ero in contatto con loro ci sentivamo solo in videoconferenza) però il pensiero ti viene. A Bologna ci sono stati molti casi nelle scuole, infatti una mia collega (con il resto della famiglia) l’ha preso dal bambino che faceva la prima elementare, ma per fortuna ora stanno bene. Per fortuna tutti coloro (che conosco) che l'hanno preso ora stanno bene. Invece un mio collega sta parecchio male e sono molto preoccupata. Erano tutti in smartworking. Sembra che la variante inglese sia molto subdola, quindi non possiamo far altro che tenere le dita incrociate ed essere prudenti.

E voi come affrontate il rapporto con il futuro, vi piace progettare o vivete alla giornata?

 Fonti immagini: Pixabay

domenica 7 marzo 2021

La doppia vita di Natalia e l’oratorio


Il titolo nasce da un bellissimo racconto di Gianrico Carofiglio La doppia vita di Natalia Blum, è un racconto lungo dall’epilogo tragico, ma con dei punti molto divertenti perché parla di scrittori. Quando l’ho letto l’anno scorso, non sono riuscita a staccarmi finché non l’ho finito fino a notte fonda, perché la storia è molto avvincente. 

Di cosa parla? Una aspirante scrittrice propone un suo testo all’editor di una casa editrice che resta folgorato dalla storia, seguono diversi eventi tragicomici fino al triste epilogo che non vi racconterò perché non è di questo che volevo parlare (se volete leggere questa raccolta di racconti il titolo è Non esiste saggezza).

Nel racconto l’editor esprime dei concetti in cui mi sono ritrovata e che mi hanno divertito molto: 

“Di mestiere faccio il redattore in una casa editrice importante. Per la precisione faccio l’editor. Una parola dai significati sfuggenti, se non siete addetti ai lavori. Beh, forse un po’ sfuggenti anche se siete addetti ai lavori.” 

“Ho scritto anch’io un libro intitolato "Come scrivere un romanzo e farselo pubblicare". L’aspetto interessante della questione è che io non ho mai scritto un romanzo ma nessuno sembra curarsene.”

Il protagonista, l’editor della grande casa editrice, non è tenero con la sua categoria e già questo lo rende simpatico e poi ci sono le considerazioni sugli scrittori.

“È una categoria variegata, quella degli aspiranti scrittori. Ci sono i normali, i depressi, gli ingenui, gli esaltati. I pazzi. Il pazzo, per esempio, comincia sempre informandoti di aver già scritto una decina di romanzi e di non essere riuscito a pubblicarli solo perché il mondo dell’editoria è un sistema mafioso.”

Il punto però che mi ha colpito di più di questo bel racconto è quello in cui l’autore parla del fatto che gli scrittori “rubano” la vita degli altri per scrivere le loro storie. C’è una scena in cui l’editor cerca la scrittrice e parla con una sua amica straniera (che assomiglia tanto a un personaggio del romanzo) che afferma: Lei gentile, parla con me, vuole sapere mie cose. Certo, pensa lui, vuole sapere tue cose, la tua amica Natalia. Le servono per il libro.Gli scrittori sono tutti uguali.

Ho sorriso leggendo quelle righe e mi ci sono ritrovata proprio qualche giorno fa. 

Infatti eccoci all’oratorio del mio titolo...

Nel romanzo che sto scrivendo (il quinto episodio di Saverio Sorace) tra i personaggi c’è un prete, non chiedetemi perché, è una figura nata prepotentemente nella mia mente una sera che guardavo la tv, la trama del thriller ha a che fare con la religione e per questo ci sono alcuni personaggi ecclesiastici. Così mentre descrivevo alcune scene ho pensato alla sede della parrocchia del mio quartiere e un giorno, mentre tornavo a casa dal lavoro a piedi, ci sono passata davanti e mi sono fermata a guardare il chiostro, proprio adiacente l'entrata della chiesa; c'era la porta aperta e non ho resistito alla tentazione di sbirciare al suo interno.

Mentre osservavo la pace di quel giardino sono stata intercettata dal parroco (che occorre precisare non assomiglia minimamente al mio personaggio) e così ci siamo messi a parlare per qualche minuto. Ovviamente non potevo dirgli che ero lì per "rubare un'immagine per le mie scene da scrivere", gli ho detto semplicemente che mi ero stupita che ci fosse un così bel giardino all'interno del chiostro e che sembrava un'oasi di pace (e questo in effetti era vero). Tutto questo avveniva in un momento in cui eravamo ancora in zona gialla, o forse era un arancione semplice, non ricordo, comunque era ancora lecito girare per strada più o meno. Ho fatto quattro chiacchiere affabili con lui, poi l’ho salutato, prima che mi spuntasse il naso lungo come Pinocchio, e sono andata via. Mi sono sentita un po’ come Natalia. Mentre percorrevo l’ultimo tratto di strada per tornare a casa, in una sera che sembrava di primavera, sorridevo pensando a quello che facciamo per inseguire le storie che popolano la nostra mente. 

A voi è mai capitato di rubare un pezzetto della vita degli altri per una vostra storia?

 

Fonti testi: Non esiste saggezza di Gianrico Carofiglio

Fonti immagini: Pixabay 


giovedì 4 marzo 2021

Presentazione di Vernissage e Anime

Buon giorno cari amici, 

ho accolto l'invito dell'autrice Maria Cristina Buoso per segnalare sul mio blog due suoi romanzi.

Il primo è un giallo ambientato nel mondo della pittura intitolato Vernissage, di seguito la presentazione


Titolo: VERNISSAGE

Autore: Maria Cristina Buoso

212 pagine

ISBN-13 : 979-8593131768

Editore: PlaceBook Publishing

Genere: Gialli e thriller 

Disponibile in  eBook e Cartaceo

 Link Amazon 

    

Sinossi

 

Livia Mexico, bellissima e famosa pittrice, compare a Treviso. Le sue opere emanano una forte sensualità. Colori brillanti e pregni di mistero, così come la sua vita.

Ginevra Lorenzi, giovane ispettore capo della questura di Treviso, è incaricata di occuparsi della sparizione di un noto gallerista della città.

Ma è davvero solo una sparizione? Il caso s’infittisce quando scompaiono altre persone e appaiono gl’inquietanti quadri di Livia.

Arte, sesso e mistero sono il file rouge di questo appassionante thriller.

 

Il secondo romanzo si intitola Anime




Titolo: Anime

Autrice: Maria Cristina Buoso

84 pagine

ISBN: 9788871122007

Editore: Lettere animate editore

Genere: Narrativa contemporanea

Disponibile in eBook e Cartaceo

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Sinossi

 

Questa storia racconta di come nulla è mai definitivo e per sempre. Un uomo per tutta la vita combatte contro la sua vera natura, soffrendo e cercando di uniformarsi a quello che gli altri si aspettano da lui. Fino a quando un incontro gli apre gli occhi, obbligandolo a prendere coscienza di se stesso e di quello che deve fare per essere finalmente felice. Questa scelta lo porterà a sconvolgere la vita delle persone che lui ama di più, la moglie e la figlia. Tre Anime a confronto con reazioni diverse che attraverso un percorso difficile e doloroso le porterà di nuovo ad essere una famiglia, anche se non più nella versione classica, ma non per questo meno vera e reale.  Ogni uno di loro dovrà confrontarsi con  le proprie  insicurezze e  l’amore che prova verso le due persone importanti nella propria vita e dovrà capire  una cosa   difficile per tutti,  riuscire a mettere la felicità di chi si ama davanti alla propria,  per cui non essere egoista ma,  altruista.

Amare vuol dire anche questo, lasciare libertà di scelta a chi si ama, e solo in questo modo la propria felicità avrà un sapore diverso.


Incipit

 OGGI

Tutti vogliamo essere amati. Essere amati per quello che siamo e non per come ci vorrebbero, è un’altra cosa.Ancora più difficile è amarci per come siamo veramente, con la pelle che aderisce alla nostra anima, alla nostra essenza di persona. Spesso non ne siamo capaci, e ci facciamo del male nell’illusione di conquistare un po’ di serenità, in una vita che non ci permette neppure di sognare.

Ma la parte più difficile è scoprire che la nostra pelle è come un vestito sbagliato, che ci ostiniamo a indossare perché ci è stato donato tanti anni prima. Prima che sapessimo veramente chi siamo. Prima di capire che la nostra anima ha bisogno di cambiare modello, se questo ci va stretto. Quando finalmente ci riconosciamo per quello che siamo, e impariamo ad accettarci e a volerci bene, ecco la parte più faticosa. Fare in modo di essere accettati e amati con il nostro nuovo vestito senza essere giudicati.

Che non abbiano paura di vederci come noi ci vediamo, in fondo la nostra anima è solo venuta in superficie e finalmente non abbiamo più paura di dire: “Io sono questa!”

 

L'autrice: Maria Cristina Buoso

Scrive le prime cose quando era giovanissima, inizia con fiabe e poesie, crescendo amplia la sua scrittura con racconti brevi, copioni, romanzi e gialli.

La poesia “Aiutami” è stata inserita nell’Antologia Multimediale “Una poesia per Telethon”, a scopo benefico (2004). La poesia “Pace in Guerra” nel concorso indetto da A.L.I.A.S.  (Melbourne – Australia), ha ricevuto la Menzione D’Onore. La poesia “Bugie” (Stones of Angles) è stata inserita nel Vol. 6 – In Our Own Words: A Generation Defining Itself - Edited by Marlow Perse Weaver U.S.A. (2005).

Ha vinto il terzo premio nel Concorso Letterario “Joutes Alpines” dell’Associantion Rencontres Italie Annecy (Francia) per la Sez. Prosa (Italia) con il racconto “Il vecchio album” (1997). Questi sono solo alcuni dei vari riconoscimenti che ha ricevuto.

Ha pubblicato diversi libri, nel 2017 “Anime” e nel 2021 Vernissage.