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Era verde il silenzio, bagnata la luce, tremava il mese di giugno come farfalla. (Pablo Neruda) |
È passato un altro mese e ho sempre più l’impressione che il tempo mi scivoli dalle mani, paradossalmente un motivo che mi costringe a misurare il tempo che passa inesorabile e convulso é anche questo blog, quando mi accorgo che non ho scritto nulla e sono passati parecchi giorni dall’ultimo post. Lo so non è una gara e non è indispensabile, ma questo blog è ancora l’ultimo “luogo” creativo personale che desidero tenere in vita, visto che non riesco più a scrivere. Il mio problema è che il tempo del lavoro sta invadendo sempre più il mio tempo libero, anche quello che una volta dedicavo alla scrittura e al blog. Mi ritrovo sempre più spesso a finire “da casa” un lavoro cominciato in ufficio e non concluso per riunioni, chiamate, urgenze improvvise e altro. Così la scadenza da rispettare diventa il mio compito serale o del sabato mattina. Ieri per esempio ero in ferie, ma a metà giornata ho acceso il pc per finire una pratica. E così eccoci a inizio giugno (circa). Questo post non avrà grandi contenuti in quanto lo scrivo solo per mantenere in vita il blog come detto sopra.
Di cosa posso parlare quindi? Essere sempre concentrati sul lavoro purtroppo mi svuota la mente da altri pensieri più leggeri e questo mi provoca una certa rabbia, oltre che una dose di rassegnazione. Per ricordare le cose da fare spesso faccio delle liste, è una delle cose che riesco a rispettare, ciò che metto nella lista riesco quasi sempre a farlo. In realtà una cosa in mente ce l’ho e sono i referendum di domani, io ho le idee chiare e andrò a votare, ma tutto quello che ascolto in tv e che leggo in rete mi fa riflettere in senso negativo su cosa è diventata la nostra democrazia sempre più fragile. Ripenso a quando ho iniziato a lavorare all’età di 24 anni, era un momento in cui le tutele sul lavoro erano molto più ampie di adesso, c’era perfino la scala mobile che fu soppressa dopo qualche anno con la solita scusa di rendere più snello il mercato del lavoro e agevolare le imprese, un po’ quello che si è detto per il Jobs Act e abbiamo visto dove siamo arrivati, sempre meno tutele e più precariato.
Quando ero molto giovane non avevo una chiara coscienza politica, anch’io pensavo di più al divertimento e alle amenità giovanili, ma lavorando ogni giorno si acquista consapevolezza e solo crescendo ho lentamente capito certi meccanismi, ho capito che la politica non è un oggetto avulso dalla nostra vita, essa entra con prepotenza nella nostra quotidianità e quel voto che decidiamo di destinare a qualcuno è importante. Certo non è detto che poi tutto funzioni come ci aspettavamo e che le promesse fatte in campagna elettorale vengano mantenute, ma poter contribuire con il mio voto lo ritengo importante, il voto ci rende cittadini e non sudditi e, visto che per ora è ancora possibile, voglio farlo.
In fondo che mi frega, io un lavoro ce l’ho, ho tutte le tutele, sono abbastanza “vecchia” e forse riuscirò ad arrivare perfino alla pensione. Figli non ne ho e che mi frega dei giovani sempre più precari e senza tutele? Perché dovrei andare a votare a questi referendum?
Ebbene, vado a votare perché vorrei ancora credere nella democrazia e in mondo migliore di questo che si sta prospettando.
14 commenti:
Oltre alle motivazioni profondamente giuste, secondo la mia etica, per votare 5 Sì, ce n'è una che travalica i quesiti referendari, ovvero dare un segnale al Governo che c'è un fronte in forte disaccordo con la sua politica. Sento molto il peso di questi giorni, di chi non andrà, al punto che davvero chi non va può anche interrompere la relazione con la sottoscritta, siamo troppo diversi.
Ciao Giovanni,
Non ho avuto figli perché non sono arrivati, non è stata una scelta, a prescindere da questo io voto e voterò finché potrò farlo. Quelli che non vanno a votare mi fanno rabbia perché insultano la democrazia. Quindi buon voto.
Cara Sandra, capisco il tuo punto di vista perché anch’io non condivido il pensiero di chi non vota, con alcuni magari potessi interrompere la relazione, ma fanno parte della mia famiglia (purtroppo).
Spero davvero che da questi referendum venga un segnale forte al governo, ma non credo che si raggiunga il quorum, sono pessimista al riguardo.
In effetti le tutele sul lavoro sono sempre meno, purtroppo anche e soprattutto per la difficoltà di entrare nel mondo del lavoro, difficoltà che pone i datori di lavoro in una posizione di vantaggio. Ricordo un video vintage della Rai, anni '60, in cui un operaio raccontava di essere stato fermato dal proprietario di un'altra ditta che gli offriva uno stipendio più alto se fosse andato a lavorare da lui. Erano gli anni e un operaio specializzato era corteggiato dalle ditte.
Adesso pure che hai titoli e esperienza ti propongono un contratto tipo apprendista...
"gli anni del boom"
É vero Ariano, negli anni del boom economico era davvero molto più semplice trovare lavoro e gli operai specializzati erano corteggiati dalle imprese. Ricordo che anch’io dopo la laurea non feci fatica a trovare lavoro. Oggi la situazione economica è più complessa, c’è più crisi, ma sono convinta che è una situazione creata da una carenza della politica. È possibile incentivare l’economia con adeguate leggi, anche con investimenti limitati (i miei esami più interessanti furono Macroeconomia e Politica economica me li ricordo ancora), è possibile ma negli ultimi decenni c’è stato un continuo impoverimento strutturale, una continua delocalizzazione in paesi poveri per inseguire il profitto e produrre a basso costo e ora ci ritroviamo ad aver perso le migliori professionalità e una fuga dei giovani verso l’estero, anche perché oggi il valore della laurea si è perso, tanto che offrono dei contratti sottopagati come tu stesso affermi.
Anni 60, la famosa Milano da bere(nomea di un tempo che fù)
Perchè nessuna parla dell'inizio del 89/90 l'Italia padrona scopri il termine "Produttività" iniano le ferrovie a smaltire personale, è poi ci un sequito in buona sostanza troppi lavoratori è poca produttività, da qui inizia il degrado italiano. A distanza di pochi anni il subentro della seconda repubblica, il 90% degli italiani inveiva contro i vecchi partiti, è davano il benvenuto nel 94 a Silvio Berlusconi.
Mai votato la destra in vita mia, figuriamoci se potevo mai votare un tipo come Berlusconi .............la sua prima campagna elettorale era: votatemi è diventate come me.
Ovviamente parlo per me ...........dal 94 ag oggi è un continuo scendere scalini.
Politici vuoti.
Politica ad personam o interessi personali. è la massa continua a perdere quasi tutto quell che i vostri padri hanno lottato ......oggi è il risultato, dove regba l'astrattezza è non la CONCRETEZZA.
La tua premessa, su quanto il lavoro abbia già minato la tua vita personale (e direi anche di salute, perché quel primo paragrafo trasmette parecchia ansia e soffocamento), mostra quanto invece sarebbe stato proprio importante che questo referendum raggiungesse il quorum, con 4 quesiti proprio sul lavoro.
Perché la tua esperienza lavorativa mostra il fallimento delle politiche di lavoro degli ultimi vent'anni, facendoci tornare alla schiavitù senza manco rendercene conto. (Io comunque sono stata ripresa anni fa per aver lavorato nel weekend, perché quelle ore non erano imputabili nel progetto e quindi sfalsavo i relativi costi e le analisi per progetti futuri, pensa un po')
Non so quale sia il tuo ruolo o la tua funzione e le responsabilità collegate, ma credo che superati i 50 anni (per me anche i 40), non valga proprio più la pena di ammalarsi per il lavoro e/o per una carriera e/o per gli straordinari. A maggior ragione se non si hanno figli a cui provvedere. Magari potrebbe darti qualche spunto la newsletter Scintille di Margot Deliperi: https://substack.com/@facciamoscintille
In quanto al referendum e tutto quello che sto leggendo sui social, con profonda amarezza, penso che questa Italia si meriti un po' di guerra. Gli anziani ultranovantenni vanno a votare, tenendo salda la scheda, perché "ho perso la famiglia per avere il diritto di voto". I giovani invece, che a 18 anni hanno ancora la fortuna di studiare, mantenuti da mammà e papà, se ne vanno al mare, scimmiottando una vita lussuosa da influencer che ha i minuti contati. Forse stiamo troppo bene, o forse abbiamo studiato poco la Storia.
Purtroppo cara Barbara, i referendum non sono andati bene, ma me lo aspettavo considerando i commenti di molti letti in giro, la destra ha fatto il suo lavoro di propaganda e i sudditi hanno ubbidito (è avvilente notare che proprio quelli che hanno figli giovani che un domani non avranno le tutele sul lavoro, sono quelli più ostinati a dichiarare orgogliosi il loro “non voto”) che dire, io mi sono svegliata all’alba per andare a votare prima di partire per una vacanza. È anche per questo che venerdì mi sono collegata per finire un lavoro. Da domenica sono del tutto sconnessa.
Non ho più ambizioni di carriera da molti anni, cerco solo di fare bene il mio lavoro e di portare a termine certe attività, in particolare quelle legate a scadenze fiscali che non ammettono ritardi ed è per questo che cerco di concluderle a tutti i costi. Ora torno alla mia vacanza, buona serata.
Hai fatto bene, anch'io ho agito secondo coscienza. Mi è dispiaciuto che sia stato un referendum molto "politico", con contenuti che sono parsi perlopiù un confronto e scontro fra maggioranza e opposizione. Nella sinistra ormai si ha poca fiducia, io stessa, benché continuerò sempre a preferirli e garantire loro il mio voto, sono molto avvilita a riguardo. La partecipazione al voto era comunque fondamentale, a prescindere dalle proprie preferenze, invece è diventato tutto una buffonata costata milioni di euro e con un fallimento praticamente annunciato.
Mia cara arrivo tardi perché anche io mi sono assentata dal blog per motivi legati in parte all'oggetto del tuo post, ovvero i Referendum . Non è andata bene, ma si è costruito qualcosa che vale di più che se fossimo stat3 ferem3. Ad aspettare senza esito che le politiche del governo si saldassero con una parte del mondo del lavoro che ad esse ha decise di flettere. A una società malata che puzza di autoritarismo e cui la delega, la disattenzione, l'indifferenza di quel quasi 70% di cittadini non fa che dare corpo. All'autoritarismo e alla conseguente repressione, cui si arriverà presto. Tutta la povertà che stiamo creando da qualche parte sbufferà, intanto siamo imbelli di fronte a guerre che scoppiano e a cui noi, l'Italia, che da sempre ha posizioni pacifiste e diplomatiche per aver pagato prezzi altissimi a causa della seconda guerra mondiale, abbiamo sempre dato un contributo, solo ora siamo in attesa di ordini!
E' avvilente. Dunque tutto questo serve e servirà. Anche a far uscire una bravissima autrice di gialli dal blocco creativo o semplicemente dalla stanchezza che un lavoro sempre più richiedente e inumano ci costringe. Hai votato per te stessa. Hai coscienza di te e del mondo. Siine fiera
Quello che è avvilente è che non erano votazioni per dei partiti politici ma per dei diritti, i primi quattro per le tutele lavorative e l’ultimo per la cittadinanza agli stranieri. Ora se non si era d’accordo sull’ultimo (che molti hanno ancora un grave pregiudizio verso gli stranieri) ma i diritti sul lavoro perché non votarli?
Questi referendum sono stati strumentalizzati dal governo, ma abbiamo anche dei cittadini che non ragionano con la propria testa, quindi non lamentiamoci se l’Italia va sempre peggio.
Grazie Elena, sono contenta di aver votato per me stessa, peccato per il futuro dei giovani (sempre che ci sia un futuro visti questi venti di guerra che soffiano sempre più forti con il mondo in mano a dei pazzi criminali).
Non so se tornerò a scrivere, vedremo, ora non è più la mia priorità.
Comprendo bene Giulia. Io sto anche riflettendo sul blog. Tenerlo su un dominio di proprietà mi costa più di trecento euro ogni due anni, mi pare decisamente troppo. Ma non so come potrei risolvere... Insomma, le priorità cambiano eccome
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