![]() |
La guerra non stabilisce chi ha ragione, ma solo chi sopravvive. Bertrand Russel |
Tra le mie piccole routine mattutine c’è l’abitudine di leggere il settimanale Donna Moderna a cui sono abbonata da anni, mentre bevo il caffè inzuppandoci un paio di biscottini integrali, leggo la rivista cartacea, non so perché ma, mentre per i libri preferisco gli eBook, per questa rivista il digitale non riesco a leggerlo, mi piace sfogliarlo la mattina appena alzata e ci dedico circa venti minuti al giorno. È una lettura lenta che procede piano tra una colazione e l’altra, delle volte ci metto un’intera settimana per leggere tutta la rivista, ovviamente sono indietro di qualche numero...
Questa premessa per raccontarvi che sul numero n. 9 del 17/2/2022 di donna moderna, questa settimana, ho letto un articolo di Monica Piccini intitolato I nostri week end in mimetica, parla delle donne ucraine che, durante la settimana fanno una vita normale e poi nel week end si allenano alla guerra, dovrei dire “si allenavano” perché poi la guerra è arrivata davvero il 24 febbraio 2022. Ora quando ho letto questo articolo mi sono chiesta: quindi lo sapevano tutti che c’era il pericolo di una guerra, ma allora perché negli ultimi due anni ho sentito parlare solo di Covid e di Green pass? Lo scorso dicembre migliaia di ucraine sono state chiamate ad arruolarsi con un’ordinanza del ministero della difesa, requisiti buona salute ed età compresa tra 18 e 60 anni. C’è da riflettere, cosa dite?
Quando hai gli invasori sulla porta, devi essere pronta a proteggere la tua casa, racconta la donna intervistata che, da dieci mesi, ogni sabato si alza all’alba per la sessione di addestramento militare in una ex fabbrica abbandonata tra neve, boschi e fango.
Oggi mi chiedo perché, pur seguendo due telegiornali al giorno (anche di reti diverse) non mi sono mai resa conto della guerra imminente. Ero troppo distratta o nessuno ne parlava, salvo gli ultimi giorni? Mi sembra che sia vera la seconda ipotesi, ma se sbaglio correggetemi, vi prego. In questi mesi l’Ucraina si è ritrovata sempre più accerchiata su tre lati da un numero sempre maggiore di truppe russe (si stimano 130.000 soldati russi) da anni, culmine nel 2014, al centro di una crisi diplomatica tra Russia, Stati Uniti ed Europa. Nel frattempo molti stati occidentali richiamavano in patria il personale delle Ambasciate. L’Ucraina è un paese strategico perché consentirebbe alla Russia di avere uno sbocco sul Mar Nero e impossessarsi di gas, carbone e grano. Tutte merci che ora ci vengono a mancare, con effetti nefasti sulla nostra economia, quella stessa economia di cui ci si preoccupava tanto da imporre il green pass a tutti i costi per non chiudere o penalizzare le attività commerciali; ma adesso con gli aumenti dei costi dell’energia e del grano (piccola nota non trascurabile) questa economia è molto a rischio default, forse non accadrà nell’immediato ma può avvenire molto presto. Non voglio essere catastrofica (voglio sempre sperare nella fine prossima del conflitto), però mi chiedo perché con una situazione internazionale così esplosiva non ci siamo mai preoccupati di renderci autonomi dal gas russo investendo fortemente in energie alternative che, peraltro, sarebbero meno inquinanti; perché non abbiamo investito meglio nella nostra agricoltura accontentandoci di importare i prodotti da altri paesi. Il mondo è diventato sempre più globalizzato, tutti felici della connessione globale di internet e i suoi fratelli, ma senza un concreto piano di emergenza. Forse perché nessuno credeva davvero che sarebbe scoppiata una guerra, così come nessuno avrebbe mai pensato che sarebbe scoppiata una pandemia globale. È come se corressimo a trecento all’ora su una strada di montagna sull’orlo del precipizio senza capire di poter precipitare da un momento all’altro. E poi, una volta precipitati, tutti dicono: certo era da prevedersi, si sapeva già!
Lo so, sembro il vecchietto al bar che si lamenta del governo ladro, senza dare dare soluzioni o alternative, sono solo banali domande di comune buon senso.
Mi chiedo però cosa possa fare la gente comune “concretamente”, protestare in piazza per esprimere il proprio dissenso su certe scelte, in un paese democratico é ancora possibile, forse, in Russia e in Cina non si può per esempio; oppure possiamo indirizzare i nostri consumi, almeno fino a un certo punto, perché se non ci sono dei provvedimenti strutturali del governo possiamo fare poco, piccoli passi. Io posso scegliere di abitare in una casa con i pannelli solari, se ho abbastanza soldi da investire, una mia amica è andata ad abitare in collina e ha ristrutturato una vecchia casa con modalità modernissime, ha il giardino, l’orto e il pollaio, camino per il riscaldamento e pannelli solari per l’energia elettrica, ha un piccolo bosco intorno pieno di legna da ardere, insomma sono autonomi, anche se si sono indebitati per i prossimi vent’anni... Certe scelte non sono alla portata di tutti, ma devono essere i governi a renderlo possibile e purtroppo finora questo non è avvenuto.
Voi avete suggerimenti?
Fonti immagini: Pixabay
Fonti testi: Donna Moderna n. 9 del 17-02-2022