«Matrix è ovunque. È intorno a noi. Anche adesso, nella stanza in cui siamo. È quello che vedi quando ti affacci alla finestra, o quando accendi il televisore. L'avverti quando vai al lavoro, quando vai in chiesa, quando paghi le tasse. È il mondo che ti è stato messo davanti agli occhi per nasconderti la verità.» (Morpheus a Neo, dal film Matrix)
In questo periodo mi sto facendo molte domande e non sono capace di darmi una risposta efficace. Andiamo per ordine:
Nel 2020 una pandemia globale ci costringe a relegarci in casa e a restare isolati per sfuggire al virus, tralascio quello che è successo negli ospedali e nelle famiglie colpite che hanno perso i loro cari. Abbiamo un anno in cui siamo stati privati di molte semplici libertà perché c’era il rischio della diffusione del virus. Siamo passati, a fasi alterne, da zone gialle, arancioni e rosse, con l’angoscia continua dell’ impennata dei contagi, aspettando la salvezza del vaccino.
Il vaccino arriva, anzi arrivano, ce ne sono diversi, e fanno a gara tra loro per imporsi come il migliore. In Italia, tralasciando quello cinese e quello russo, si impongono tre vaccini, il pfizer, il moderna e l’astrazeneca. Dopo una serie di morti sospette per trombi in uomini e donne di giovane età il vaccino astrazeneca é stato bandito, almeno in Italia. Io stessa sono stata contenta di averlo scansato e di aver fatto il pfizer, anche perché dopo la morte della mia amica di 52 anni (che aveva completato il vaccino astrazeneca due settimane prima, sarà un caso, non lo so) ero abbastanza timorosa. Restavo comunque una grande sostenitrice del vaccino, l’ho fatto con convinzione, in tempi non sospetti pre-green pass.
Poi arriva il sei agosto, quando tutti pensano alle ferie e alle vacanze (a me questa abitudine del governo di far passare delle leggi a ferragosto mi fa venire il sangue alla testa) comunque in tv e sui giornali se ne parla, ma non tutti ci fanno caso davvero, con un decreto legge si impone il green pass per fare tutta una serie di attività: andare al ristorante al chiuso, al cinema e a teatro, e al lavoro, dal 13 settembre nelle scuole e università e dal 15 ottobre in ogni luogo di lavoro.
A inizio settembre anche i più distratti si accorgono di questa legge di ferragosto. Per quanto io sia una sostenitrice del vaccino, questa imposizione mi disturba profondamente, anche perché dicono che il vaccino non metta del tutto al riparo dal contagio, se sei vaccinato non finisci in terapia intensiva ma puoi prendere il covid e contagiare tutti, quindi mettiamoci sempre la mascherina, manteniamo la distanza di sicurezza e tutte le cautele, anche se sei vaccinato. Quindi perché l’imposizione del green pass a tutti i costi?
Imporre l’obbligo vaccinale potrebbe comportare il rischio di un risarcimento danni oppure si vuole lasciare la libertà di scegliere?
Se lavori e devi farlo per mangiare e pagare le bollette (come me) non puoi esimerti dal vaccino, cosa fai tre tamponi alla settimana? mi sembra una schiavitù più del vaccino. Io sto andando al lavoro e ogni mattina mi controllano il green pass, mentre alcuni colleghi che non vogliono vaccinarsi (pochi in realtà nel mio settore, ma parecchi in tutta l’azienda) per ora stanno alternando smart working, ferie e tamponi, ma non possono andare avanti molto a lungo.
L’Italia sembra la nazione europea con le restrizioni maggiori in tema di green pass, forse l’unico paese, dopo la Francia, che lo impone per tutti i luoghi di lavoro. Mi sono chiesta il perché e, tralasciando le teorie complottiste (vogliono estinguere buona parte della popolazione perché siamo in troppi sulla terra e non c’è cibo per tutti, vogliono uccidere i pensionati così l’INPS ringrazia, vogliono metterci un microchip per il controllo della mente ecc) penso che uno dei principali motivi sia di tipo economico, imponiamo il green pass e riapriamo tutte le attività, senza concrete rivoluzioni strutturali che necessitano di grandi investimenti pubblici, come aule più grandi nelle scuole, un maggior numero di insegnanti, mezzi di trasporto più capienti (che non si capisce perché poi, il green pass serva solo sui treni interregionali e non sui locali e sugli autobus).
Troppe contraddizioni e troppe domande senza risposta. Con il paese in rivolta e con disordini che sfociano anche nella violenza.
È molto angosciante vedere il popolo italiano diviso tra buoni e cattivi con una politica che muove ad arte queste divisioni.
Mi chiedo: viviamo ancora in una democrazia?
A questo aggiungo alcune mie considerazioni:
la pandemia doveva insegnarci qualcosa e portarci verso un mondo migliore, doveva farci capire che era possibile vivere il lavoro diversamente con lo smart working, il minor traffico, minore inquinamento, vivere slow per vivere meglio, tutti.
Neanche per idea! In questi giorni ho assistito al ritorno a tutte le vecchie cattive abitudini, un traffico pazzesco che appare addirittura aumentato rispetto a prima della pandemia (molti evitano i mezzi pubblici per paura di infettarsi); ho dovuto anticipare la sveglia di venti minuti rispetto a prima per poter arrivare in ufficio e trovare parcheggio nell’area dedicata, in azienda abbiamo un certo numero di posti auto per i dipendenti, ma parcheggia chi arriva prima, prima alle otto trovavo ancora parcheggio, ora se arrivo alle sette e quaranta ho già dei problemi, del resto non mi va di prendere l’autobus superaffollato.
E sempre per tornare alle vecchie cattive abitudini, ecco che é stato imposto di tornare tutti in presenza, finora lo svolgimento del lavoro è andato avanti lo stesso e, tolti i primi necessari assestamenti, con piena efficienza; sto parlando ovviamente di quello che conosco nel mio ambito, ci sono colleghi che hanno reso molto di più da remoto rispetto a quando erano in presenza. Per esempio una mia giovane collega, bravissima, con due bambini piccoli, era spesso a casa per malattie varie dei bambini (succede quando i bambini sono piccoli), lavorando da remoto il problema dei bambini non si è mai più posto, ovvio che si ammalassero ancora ma da casa riusciva a gestirli. È solo un esempio, ma serve per dare un’idea.
Credo che l’organizzazione, con il temperamento delle esigenze dei dipendenti, tra lavoro in presenza e lavoro da remoto, possa essere un ottimo metodo per arrivare a un sistema efficiente, invece no torniamo tutti in presenza in uffici open space (che sono rimasti tali) costretti a lavorare con le mascherine tutto il tempo e con il rischio del contagio (anche se con il green pass). Ringrazio il cielo di avere l’ufficio per conto mio, penso che se dovessi lavorare otto ore con la mascherinafarei una fatica immane.
Finisco le considerazioni e torno ai miei dubbi di inizio post, chi lo sa che cosa è vero in un mondo di bugiardi, cantava Marco Masini in una sua nota canzone.
E davvero oggi non so più a cosa credere, ogni tanto mi sento come nel film Matrix ve lo ricordate? Quel mondo virtuale, dove l'intera umanità vive in una "simulazione onirica" creata ad arte dalle macchine che hanno preso il controllo, forse perchè anche certi personaggi che ci governano, ogni tanto, mi sembrano degli automi senza anima nè cervello.
Oppure, secondo la teoria de Il Gattopardo "Bisogna cambiare tutto per non cambiare
niente", come scriveva Giuseppe Tomasi di Lampedusa, e quindi è tutto programmato?
Sono stata molto indecisa se pubblicare questo post oppure no, tuttavia alle soglie di Halloween questo strano mondo reale che si delinea mi sembra del tutto in tema.
Voi cosa ne pensate?
Fonti immagini: Pixabay
Fonti testi: Wikipedia (per il film Matrix)