domenica 29 gennaio 2017

Quali idee per un romanzo

Durante le vacanze di Natale girando su Facebook sono incappata in un post di Luca Bianchini che mostrava la copertina del suo nuovo libro

L'ho guardata con interesse perché mi piaceva molto per il colore azzurro predominante, per il quale ho un'attrazione irresistibile, e perché in qualche modo mi ricordava la mia cover di Fine dell'estate.



La cover di Luca Bianchini è molto più bella ovvio, però una leggera assonanza c'è, lo sfondo del mare azzurro con un velato senso di malinconia, soprattutto nella mia.
Avevo letto la trama di "Nessuno come noi" distrattamente e avevo memorizzato che la storia era ambientata in un liceo e che riguardava dei ragazzi diciasettenni e quindi degli adolescenti.
Qualche giorno dopo mi soffermo meglio sulla trama e mi accorgo che è ambientata nel 1987, la mia storia era ambientata nel 1983.
Gli elementi in comune finiscono qui, almeno credo perché il romanzo non l'ho ancora letto, anche se lo leggerò, ho amato molto il suo libro "Io che amo solo te" e anche l'autore mi è molto simpatico, quindi questa nuova storia mi attrae moltissimo in sé e, per le assonanze sopra citate, a maggior ragione mi incuriosisce.
Profetico Raf quando cantava "cosa resterà di questi anni ottanta" direi diversi spunti letterari. Gli anni ottanta sembrano molto gettonati ultimamente nei libri e nei film, chissà perché. Nel mio caso il romanzo nasce proprio negli anni ottanta e mi sono chiesta se non fosse così anche per il romanzo di Luca Bianchini, può anche essere, visto che nella biografia dell'autore c'è scritto che  è nato a Torino nel 1970 e ha frequentato il liceo Majorana di Moncalieri, quindi nel 1987 aveva diciassette anni come il protagonista del suo libro. 

Vi riporto la trama di Nessuno come noi

Torino, 1987. Vincenzo, per gli amici Vince, aspirante paninaro e aspirante diciassettenne, è innamorato di Caterina, detta Cate, la sua compagna di banco di terza liceo, che invece si innamora di tutti tranne che di lui. Senza rendersene conto, lei lo fa soffrire chiedendogli di continuo consigli amorosi sotto gli occhi perplessi di Spagna, la dark della scuola, capelli neri e lingua pungente. In classe Vince, Cate e Spagna vengono chiamati "Tre cuori in affitto", come il terzetto inseparabile della loro sit-com preferita. L'equilibrio di questo allegro trio viene stravolto, in pieno anno scolastico, dall'arrivo di Romeo Fioravanti, bello, viziato e un po' arrogante, che è stato già bocciato un anno e rischia di perderne un altro. Romeo sta per compiere diciotto anni, incarna il cliché degli anni Ottanta e crede di sapere tutto solo perché è di buona famiglia. Ma Vince e Cate, senza volerlo, metteranno in discussione le sue certezze. A vigilare su di loro ci sarà sempre Betty Bottone, l'appassionata insegnante di italiano, che li sgrida in francese e fa esercizi di danza moderna mentre spiega Dante. Anche lei cadrà nella trappola dell'adolescenza e inizierà un viaggio per il quale nessuno ti prepara mai abbastanza: quello dell'amore imprevisto, che fa battere il cuore anche quando "non dovrebbe". In un liceo statale dove si incontrano i ricchi della collina e i meno privilegiati della periferia torinese, Vince, Cate, Romeo e Spagna partiranno per un viaggio alla scoperta di se stessi senza avere a disposizione un computer o uno smartphone che gli indichi la via, chiedendo, andando a sbattere, scrivendosi bigliettini e pregando un telefono fisso perché suoni quando sono a casa. E, soprattutto, capendo quanto sia importante non avere paura delle proprie debolezze.

Insomma trovare questi elementi affini in un romanzo di un autore famoso non mi dispiace e comunque questa corrispondenza mi fa pensare che gli anni dell'adolescenza e della scuola rappresentano le pietre miliari nella vita di ognuno e chi scrive, prima o poi, è vinto dalla tentazione di mettere in un romanzo quelle sensazioni lontane nel tempo ma, nell'anima e nel cuore, assai vicine.
E a proposito della domanda su come è nato il romanzo vi riporto il link di un articolo in cui l'autore spiega l'origine della sua storia.

Ma posso dirvi ancora di più, perché quando avevo già scritto questo post ho saputo che il 23 gennaio Luca Bianchini veniva a Bologna a presentare il suo romanzo, sembrava un segno del destino e allora non potevo non andarci!
         
         

Premesso che l'autore è simpaticissimo e ascoltarlo è un vero piacere, lui ha spiegato che l'idea del romanzo è nata dal ritrovamento di un suo diario scolastico dell'ultimo anno delle superiori, quando scriveva giornalmente le cose che faceva e ogni pensiero che gli passava per la testa. Così ha ripensato a quegli anni e, dopo aver incontrato dei vecchi compagni di liceo e anche i ragazzi dello stesso liceo di oggi gli è venuta l'idea di scrivere Nessuno come noi.
E sapete? La copertina ha un preciso significato che scoprirò leggendo il libro, è una fotografia fatta dallo stesso autore a una spiaggia dove è ambientato un episodio significativo del romanzo.
La sabbia azzurra? ovviamente un filtro. Come lo so? gliel'ho chiesto mentre mi firmava l'autografo sul suo libro comprato per l'occasione! 

A proposito di anni ottanta vi riporto anche la trama di Fine dell'estate tanto per ricordarla un po'

È l’anno 1983, epoca in cui l'unico modo di conoscersi è quello di incontrarsi nei luoghi di ritrovo più consueti: un parco, una piazza, il centro città,  la scuola.
Claudio ha diciannove anni, ma a volte pensa di averne molti di più tanto è insofferente la sua anima, cerca di nascondersi sotto una maschera di sicurezza e spavalderia, ma lo tradiscono la sua espressione inquieta e le troppe sigarette che fuma rabbiosamente. Vorrebbe scappare dalla soffocante cittadina di provincia in cui vive e forse anche dalla sua vita.
Silvia ha sedici anni, tanti sogni da realizzare, tra cui quello di vivere altrove, e tanta immaginazione per dare forma alle sue fantasie, ama i libri e scrivere i suoi pensieri su un diario. Quando conosce Claudio le sembra di trovare la risposta a tutti i suoi interrogativi irrisolti e soprattutto alla sua richiesta d’amore.
Sono arrabbiati con il mondo intorno a loro: i genitori, i professori, le convenzioni sociali opprimenti della piccola città di provincia, troppo attenta alle apparenze e al pettegolezzo. Entrambi manifestano il loro rancore con i mezzi che hanno a disposizione, il disprezzo, il disappunto e la ribellione. Si incontrano casualmente in un pomeriggio  d’estate e si innamorano. Il loro incontro  diventa un manifesto e il loro punto di forza contro il mondo, ma anche l'occasione di una possibile felicità. Grazie alla loro incoscienza e al loro amore assoluto e totalizzante, come solo sa essere l'amore adolescenziale, tutta la loro vita sembra prendere una direzione diversa e finalmente positiva. Un grande dolore travolge però inaspettatamente la loro vita. Può un amore così giovane resistere alle prove più dure? Forse la realtà riserva alla loro vita un epilogo differente.  O forse il loro è stato soltanto il sogno breve di un'estate.


Cosa ne pensate? Avete letto qualche libro di Luca Bianchini?

domenica 22 gennaio 2017

Forme di scrittura nel romanzo

La scrittura è l'ignoto. Prima di scrivere non si sa niente di ciò che si sta per scrivere e in piena lucidità. Marguerite Duras
                                                                            
La frase di Marguerite Duras che ho riportato la trovo molto vera, nella mia esperienza ho iniziato spesso a scrivere una storia avendo un preciso percorso in testa e mi sono talvolta ritrovata da tutt'altra parte rispetto alle mie intenzioni iniziali. Non sempre è accaduto, ma spesso è stato proprio così. Ma parliamo del titolo del mio post, la modalità di scrittura di un romanzo.
Tra le mie innumerevoli letture mi è capitato di leggere romanzi scritti in forma diversa dal solito, per esempio la forma epistolare che mi sembra meno "romanzo" per così dire anche se conserva una sua intimistica bellezza.
Uno di questi è L'amore quando c'era di Chiara Gamberale. Tutto il romanzo è scritto sotto forma di scambio di mail tra la protagonista e un suo vecchio amore. Quando ho letto questo libro ho pensato "Però è una formula piuttosto semplice, scrivi come se scrivessi una lettera un amico, che ci vuole? Vuoi mettere scrivere un romanzo con una sua struttura ben organizzata, con diversi personaggi, l'introspezione psicologica e tutto il contorno?" può darsi che sia una formula più semplice, non lo so perché non mi sono mai cimentata, almeno non ancora. Tuttavia a me il romanzo è piaciuto, contiene delle riflessioni che sento mie e anche alcuni intermezzi simpatici, il tema della felicità affidato ai bambini di una scuola elementare dove la protagonista insegna. Prima di scrivere questo post sono andata a rileggere alcuni passaggi del libro e devo dire che li ho nuovamente apprezzati.

Vi riporto la trama:

"Uno dei casi della vita, un momento triste, diventa l’occasione forse a lungo cercata per ricucire un filo che si era spezzato: Amanda, che ha amato perdutamente Tommaso e lo ha lasciato senza spiegazioni da dodici anni, scrive una mail di condoglianze che è anche un messaggio nella bottiglia – come stai, dove sei, chi sei diventato? E, soprattutto: l’hai trovata, tu, mio antico grande amore, la Ricetta per la Felicità? Tommaso risponde, prima cauto, poi incapace di resistere alla voce di un passato bruciante che si fa viva e presente domanda. Tommaso è sposato, ha due splendidi bimbi e un equilibrio che pare felicità. Amanda no, lei vive sola e alla perpetua ricerca di una compiutezza senza rimpianti: quell’alchimia misteriosa che solo gli altri, accanto a noi, sembrano trovare, ma che a noi è quasi sempre preclusa. Ai suoi alunni di scuola Amanda affida un tema sulla felicità, e le risposte sono tanto semplici e autentiche da lasciarla incerta sulla soglia di se stessa. Forse solo l’antico amore, oggi ritrovato, può offrire la chiave della gioia senza compromessi. O, invece, sono i compromessi la sola chiave della gioia possibile? Con coraggio Amanda rivela a Tommaso la sua risposta a questa domanda che tutti, prima o poi, ci poniamo. Come una mail inattesa, come un sms che giunge nella notte, come un tema scritto da ragazzi e ritrovato per caso: così la pienezza di un amore passato ci ritorna addosso all’improvviso, quasi a tradimento, con il rischio che tutto, al confronto, impallidisca. E allora bisogna decidere se guardare avanti – dove nulla è certo, ma tutto possibile – o indietro, dove la sirena confortante di una pienezza perduta ci chiama con il suo canto....

Altre forme di scrittura possono essere i diari, per esempio Io sono di legno di Giulia Carcasi.
È un bellissimo libro, l'ho letto parecchi anni fa, ma la storia mi è rimasta impressa e quando un romanzo te lo ricordi a distanza di tempo credo abbia svolto in pieno la propria funzione che è quello di lasciare una piccola traccia nella vita di chi legge.

Eccovi la trama:

Una madre e una figlia. La figlia tiene un diario e la madre lo legge. Alla storia di sentimenti negati o traditi della giovane Mia, Giulia risponde con la propria storia segnata da quell'"essere di legno" che sembra la malattia, il tormento di entrambe. È come se madre e figlia si scrutassero da lontano. Bisogna tornare indietro. E Giulia lo fa. Torna a riflettere sulla giovinezza ferita dall'egoismo di una sorella falsamente perbenista, sul culto delle apparenze della madre e sul conforto che le viene da una giovane monaca peruviana, Sofia. Torna a rivivere i primi passi da medico, il matrimonio con un primario, la lunga attesa di una maternità sofferta e desiderata. Più la storia di Giulia si snoda nel buio del passato, più affiorano misteri da sciogliere. E il legno si ammorbidisce. Ma per madre e figlia l'incontro può solo avvenire a costo di pagare il prezzo di una verità difficile.

Io sono convinta che la scrittura non serva per farsi vedere, ma per vedere. Susanna Tamaro
Credo che queste formule possano essere più semplici da seguire e ammetto, ogni tanto, di esserne attratta, trovandomi a scrivere talvolta delle lettere a personaggi di romanzi immaginari e trovandomi perfettamente a mio agio. La tentazione forte che ho è di scrivere un romanzo breve in forma epistolare o di diario, ma non so ancora se cederò a questa tentazione, al momento sto cercando di concludere degli altri progetti e non credo quindi di averne il tempo. A meno che non scriva un racconto e, in tal caso, potrei farlo seguendo magari l'impulso insopprimibile che ogni tanto mi prende di scrivere in questa forma.

Pensate anche voi che scrivere sotto forma di diario o di lettera sia più semplice, vi siete mai cimentati con queste formule ma, soprattutto, come lettori vi piacciono i romanzi scritti così?



domenica 15 gennaio 2017

Tre parole per il 2017

Lo scorso anno, accogliendo il meme di alcuni blog, avevo pensato tre parole che avrebbero dovuto caratterizzare l'anno. Devo ammettere che non me le ricordavo, salvo molto vagamente la costanza, forse perché è una mia caratteristica anche nella vita, senza la quale probabilmente non sarei arrivata da nessuna parte.
Quando ho letto quindi il post di Silvia del blog Lettore Creativo mi sono ricordata che avevo scritto un post analogo e sono andata a riprendere il post di gennaio 2016 dove le tre parole erano: 


Determinazione

Costanza

Gioia

Ecco cosa ne scrivevo qui
Credo di averle rispettate abbastanza, anche se non ho scritto proprio tutti i giorni ma con costanza e determinazione sono andata avanti pagina dopo pagina, a volte riga dopo riga, completando il mio terzo romanzo che spero veda la luce quest'anno con la casa editrice e, intanto, sto scrivendo il mio quarto romanzo che chissà quando mai lo finirò. E poi ho scritto sul blog con cadenza settimanale anche quando avevo delle settimane lavorative infernali e, in quel caso, dovevo proprio fare appello a tutta la mia forza di volontà per mettermi davanti al computer e non buttarmi esausta sul divano. Anche la gioia di scrivere, per fortuna, l'ho mantenuta e infatti sono ancora qua. Nel frattempo per il 2017 oltre a Silvia hanno già aderito a questo meme Sandra Faé, Chiara Solerio e Barbara Businaro.

Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità, ma planare le cose dall'alto, non avere macigni sul cuore. Italo Calvino
Le mie tre parole per l'anno 2017 (rullo di tamburi) quindi sono:

1. Leggerezza: io adoro questa parola e, aimè, la perseguo continuamente, ma sono circondata da persone pesanti, macigni ambulanti che tendono a buttarmi giù con loro. Il collega che si lamenta di continuo perché lavora troppo (siamo messi tutti così) perché lo stipendio è basso (idem) perché il governo è ladro, perché piove, perché c'è il sole, perché c'è la nebbia. Poi c'è l'amico o il familiare (sto usando il maschile ma vale per entrambi i generi) che quando ha un problema ti telefona e ti stressa chiedendoti una soluzione ai SUOI problemi tranne farsi di nebbia quando ho bisogno di un parere, un consiglio, una pacca sulla spalla per i MIEI problemi. E magari alla fine ti dicono: tu sì che stai bene, non ti lamenti mai.
Non mi lamento perché non voglio sprecare il mio tempo per piangermi addosso e anche perché io sono Pollyanna faccio sempre il gioco della felicità e cerco di vedere il bicchiere mezzo pieno.

2. Cambiamento: questa parola è un augurio che mi faccio per un cambiamento positivo. In realtà all'orizzonte si stanno profilando parecchi cambiamenti nella mia vita alcuni che mi cadono letteralmente tra capo e collo, quindi subiti e non cercati, altri invece sono cambiamenti che devo cominciare a incanalare in una certa direzione se voglio migliorare la mia vita. Non sono cambiamenti che riguardano la scrittura, o meglio, qualcuno riguarda anche la scrittura, ma molti riguardano la mia vita in generale. Quindi spieghiamo le vele verso il cambiamento e facciamo in modo che sia positivo, faticoso ma positivo.

3. Libertà: anche questa è una parola impegnativa, crediamo ingenuamente di essere liberi ma spesso viviamo ingabbiati in convenzioni che non riusciamo a scrollarci di dosso. Non può esistere la libertà assoluta in generale, ognuno di noi rende conto a qualcuno o a qualcosa, però è importante mantenere la libertà almeno in quelle aree della nostra vita che lo consentono. E allora io conto di mantenerla sempre nella scrittura dei romanzi e in questo blog. Abbino però la parola libertà alla parola Rispetto, credo siano due concetti imprescindibili. Non mi piace insultare, urlare o deprecare in nome della mia libertà di parola o di pensiero, altrimenti non si tratta più di libertà ma di prepotenza.

Allora quali sono le vostre tre parole e cosa ne pensate delle mie?





domenica 8 gennaio 2017

Dieci buoni propositi per il 2017

I buoni propositi sono assegni che gli uomini emettono su una banca dove non hanno un conto corrente. Oscar Wilde
                                                
Allora dovete sapere che io non sono superstiziosa ma scaramantica, che differenza c'è direte voi? 
C'è differenza, i superstiziosi temono i gatti neri, non passano sotto le scale, si buttano il sale dietro le spalle se lo fanno cadere e fanno diverse azioni strane per scongiurare la mala sorte.
Gli scaramantici invece omettono, quindi evitano di parlare di qualcosa finché non l'hanno realizzata, ah è anche questa una superstizione? Va bene, allora facciamo così, proverò a elencare dieci buoni propositi, in particolare proverò a parlare delle dieci cose che tento invano di realizzare negli ultimi anni a questa parte e che non riesco a fare per mancanza di tempo, volontà, determinazione, stress ecc ecc e nel mezzo inserisco qualche proposito del tutto nuovo.
Vuoi vedere che parlandone qui potrò farcela davvero?

1. Svuotare il mio armadio: eliminare tutto quello che non mi serve più, non riesco più a indossare perché è fuori moda, perché non mi va più, perché è scomodo da mettere, perché non rientra più tra le cose che mi fanno sentire a mio agio, parola d'ordine: fare spazio! 

2. Perdere i quattro chili presi nell'anno 2012 quando ho cambiato ufficio e per lo stress ho accumulato adipe e ansie, in un anno in cui dovrò cambiare di nuovo ufficio mi sembra il proposito giusto.

3. Non addormentarmi più sul divano davanti a un film e svegliarmi alle due restando insonne per il resto della notte e, se accadrà, utilizzare il resto della notte per scrivere...anche se di solito leggo, che poi non è male neanche leggere, anzi.

4. Non farmi stressare dal lavoro, come se fosse facile, ma ci proverò.

5. Trovare più tempo per scrivere, già adesso è un'impresa, ma possiamo provarci, magari scrivere qualche racconto genere da me piuttosto trascurato.

6. Nel 2016 ho letto ben 38 libri quindi non leggere di più, ma mantenere la posizione, però vorrei leggere almeno un libro di José Saramago. 

7. Fare più movimento e mangiare in modo più sano e fare un viaggio per visitare un posto che non ho ancora visto.

8. Dedicare più tempo a me stessa o, almeno, programmare meglio il mio tempo per fare quello che amo e non disperdere le energie.

9. Mantenere sempre alta la mia pazienza.

10. Non anteporre le esigenze degli altri alle mie, insomma ogni tanto essere un po' egoista aiuta a non farsi schiacciare, ché ogni tanto rischio di fare la fine della frittella.

E per finire vi lascio con due righe di Richard Bach sulla conclusione del suo libro "Il gabbiano Jonathan  Livingston": 
Le storie non si spremono da riunioni e grammatica, ma scaturiscono da un mistero che sfiora la nostra silenziosa immaginazione. Certe domande ci lasciano perplessi per anni, poi una tempesta di risposte arriva improvviso dall'ignoto, frecce di un arco che non abbiamo mai visto.

Non c'entra niente con i buoni propositi, ma siccome ho riletto questo libro nell'ultimo giorno dell'anno questa considerazione in appendice di Richard Bach mi sembrava di buon auspicio per il nuovo anno.

E voi avete buoni propositi, e quanta determinazione avete nel perseguirli?



domenica 1 gennaio 2017

Statistiche e bilanci da blogger


Due anni di blogging, mese più mese meno 
Non ho mai analizzato le statistiche del mio blog, ma mi è venuta la curiosità di capire cosa è successo quest'anno, soprattutto da quando mi sono accorta che sono aumentate le visualizzazioni.
Così dopo due anni e mezzo di blog mi è venuta voglia di fare un piccolo bilancio.
Anche se il mio profilo è nato nel maggio 2010, il blog "Liberamente Giulia" è nato nel luglio 2014, praticamente in sordina stava per uscire il mio primo romanzo e ho creato il blog senza grandi pretese o aspettative. Era, in fondo, un altro modo per esprimere la mia creatività e cercare un contatto con l'esterno, al di là del romanzo.
In quel periodo leggevo molto anche gli altri blog e cominciavo timidamente a commentare.
Con il blog posso dire di essere entrata in piena attività nel 2015, anzi andando a verificare il 2015 ha avuto il maggior numero di post anche rispetto al 2016, anno in cui mi sono definitivamente assestata su un post a settimana. La mia è stata una precisa scelta di opportunità e di tempo, ogni settimana cercavo di ritagliarmi dei pezzetti di tempo libero per scrivere sia qualche pagina di romanzo sia un breve articolo sul blog e se volevo comunque garantire una certa regolarità dei post non potevo andare oltre la cadenza settimanale.
Bene, tiriamo quindi le somme: alla data del 31 dicembre 2016 ho contabilizzato 35.067 visualizzazioni con circa 200 visualizzazioni giornaliere e ben 7.813 visualizzazioni nell'ultimo mese.
Le visualizzazioni sono aumentate soprattutto negli ultimi mesi per motivi a me del tutto sconosciuti e che mi hanno regalato un piccolo salto di felicità improvvisa. Insomma non posso negarlo: fa piacere essere letti.
Ecco di seguito i 10 post più letti, sono tutti del 2016, quindi oserei dire che l'anno appena finito dal punto di visto del blogging è stato un anno piuttosto positivo. Il post più visualizzato è Inside out: chi popola la mia mente, un articolo scherzoso sugli aspetti della mia personalità traendo spunto dai personaggi del film Disney, è un articolo nato da un meme di Tenar e seguito da altri blogger e, forse complice il mese più vacanziero dell'anno ossia agosto, è stato il più letto visto che era stato pubblicato il 31 luglio.

I primi dieci post
Però la cosa più sorprendente che vorrei condividere con voi è la provenienza del pubblico che legge o visualizza i miei post, al primo posto ci sono gli Stati Uniti e al secondo posto l'Italia a seguire Francia, Russia, Germania, Slovacchia, Irlanda, Canada, Polonia e Ucraina.
C'è tutto un mondo intorno
Credo di sapere chi mi legge dal Canada (Lisa Agosti sei tu sicuramente), ma non ho idea di chi mi legga dagli Stati Uniti. In ogni caso essendo io del tutto profana di informatica forse c'è una spiegazione logica o tecnica che io ignoro, quindi mi accontento di saperlo e di esserne felice.
Siti di riferimento

Infine osservando le statistiche sulle origini del traffico e i siti di riferimento mi accorgo che al primo posto c'è Google e poi a seguire il mio sito, facebook e poi il blog di Marina Guarneri, Massimiliano Riccardi e Ivano Landi che ringrazio di cuore, così come ringrazio tutti gli amici blogger e lettori che mi seguono e commentano e che mi hanno insegnato tanto con i loro sempre interessantissimi post.
Quindi, oltre agli amici già citati sopra, dico grazie a Maria Teresa Steri, Chiara Solerio, Marco Freccero, Helgaldo, Sandra Faè, Cristina M. Cavaliere, Monica Brizzi, Antonella Mecenero, Ariano Geta, Marco Lazzara, Barbara Businaro, Silvia Algerino, Salvatore Anfuso, Grazia Gironella, Michele Scarparo, Patalice, Azzurrocielo.
A tutti voi e a tutti i miei lettori assidui e di passaggio, commentatori e non,
auguro un felice 2017.