domenica 29 novembre 2015

Il corpo umano è una macchina meravigliosa



Ho cominciato a vivere da quando se alzo gli occhi al cielo non è per chiedere qualcosa

ma per dire:"Visto? ce l'ho fatta ancora!" 
(Frase trovata in rete senza autore)
                           

Il corpo umano è una macchina meravigliosa, purché non si inceppi all'improvviso.
Il nostro rapporto con la malattia è sempre piuttosto difficile da spiegare, soprattutto quando si manifesta come un fulmine a ciel sereno.
Conduci la tua vita normalmente, fai progetti per il futuro e, senza nessun preavviso, scopri che forse questo futuro non ce l'hai più. 
Una doccia fredda, sì è la solita frase fatta, ma rende perfettamente l'idea.
L'avete mai fatta una doccia fredda in pieno inverno? 
Io ho parlato del rapporto con la malattia in Fine dell'estate, ci sono arrivata quasi per caso e,  da un certo momento in poi la storia è venuta fuori da sola, perché era dentro di me e perché l'incontro con la malattia c'era già stato in un tempo lontano.
Quando qualcuno che ami si ammala il mondo crolla e tu vuoi soltanto che quella persona viva
"Un po'di te è meglio di niente di te" anche se con una vita diversa.
Ma per chi si ammala l'unico desiderio, oltre alla sopravvivenza, è il desiderio di normalità, il desiderio di poter ancora fare la propria vita, ancora come una persona normale o quasi.
Il malato non vuole pietà, vuole comprensione, sostegno, amore, magari speranza, ma mai pietà. 
Nel mio romanzo ho parlato di quanto una malattia cambi il rapporto con la vita, di come questo possa portare alla disperazione e di come possa però farti cambiare la prospettiva che hai avuto della tua vita fino a quel momento. 
Pensi di aver scritto una storia inventata in cui hai messo dentro un po' di te e delle tue esperienze che hai vissuto e hai visto vivere, poi però ritorna la realtà e la malattia non è più un' invenzione, ma è qualcosa di tangibile che travolge le persone a te vicine e ti chiedi come sia possibile che di colpo tutto cambi.
E ti chiedi cosa puoi fare per aiutare chi, ancora nel fiore degli anni, è improvvisamente costretto a una vita diversa, una vita sacrificata dalla dialisi.
E ti ricordi di quel tuo amico che ci è già passato e ha già affrontato il trapianto ed è l'unico argomento che hai per cercare di consolare chi è angosciato.
E ti chiedi perché non ti sei ancora iscritta all'AIDO.
E poi smetti semplicemente di farti domande. 
Pensi ai libri che hai letto e che ti hanno dato forza quando non pensavi di averne e che potresti regalare per Natale, anche se non sarà un Natale come gli altri.

Che libro regalate a chi attraversa un momento molto difficile?

domenica 22 novembre 2015

Il romanzo




Un romanzo è uno specchio che percorre una strada maestra. 
A volte riflette l'azzurro del cielo, a volte il fango delle pozzanghere. Stendhal

Io amo i romanzi, perchè in fondo amo le storie inventate, invece c'è chi ama leggere solo le storie vere. Sì lo so, esistono anche i romanzi basati su storie realmente accadute, ma vorrei soffermare la mia attenzione sulle storie frutto della fantasia dell'autore.
Un mio vecchio amico leggeva solo manuali di storia o i libri di Valerio Massimo Manfredi  perché, affermava, erano fatti storici quindi storie vere, sul medioevo, sui templari, comunque storie realmente accadute, e diceva che non sarebbe mai stato capace di leggere un romanzo perché inventato.
Io invece amo il romanzo, perché anche se inventato in esso puoi trovarci pezzi di vita vera, romanzata forse, ma vera. Un esempio? I promessi sposi, il romanzo ruota intorno al matrimonio di Renzo e Lucia "che non s'ha da fare", ma il mondo in cui vivono e combattono i due protagonisti non è forse vero?
La società del seicento, il dominio spagnolo, la peste, i soprusi del feudalesimo, come potevano essere raccontare in maniera così egregia e coinvolgente se non si fosse trattato di un romanzo? 
Nella storia dei due promessi sposi c'è un intera epoca, il mondo, gli usi e i costumi di un periodo storico e grazie al filo conduttore della storia dei due innamorati che Manzoni riesce a trascinare il lettore nelle vicende dei personaggi secondari, delle loro miserie umane e dei loro atti coraggiosi e rivoluzionari.
Oppure pensiamo al romanzo di Margaret Mitchel "Via col vento" in cui si racconta la storia appassionante di Rossella O'Hara sullo sfondo della guerra di secessione, donandoci un meraviglioso affresco storico di un momento fondamentale della società americana.
Ed è sempre attraverso un romanzo che possiamo osservare i lati oscuri della rivoluzione russa, l'evoluzione di una società nei suoi diversi momenti storici attraverso le vicende del Dott. Zivago di Boris Pasternak.
Per questo io amo il romanzo perché, per quanto inventato, ci parla e ci fa entrare, anzi addentrare, senza annoiarci in vicende storiche che altrimenti, forse, ci avrebbero fatto sbadigliare.

E senza necessariamente parlare di eventi storici, il romanzo ci può illustrare semplicemente usi e costumi di un paese o di una regione. Mi viene in mente il libro di Luca Bianchini "Io che amo solo te", che ho letto da poco, in cui ci illustra la frenesia e le ansie che ruotano intorno all'organizzazione di un matrimonio ambientato in Puglia nella splendida cornice di Polignano a mare.
La vicenda amorosa degli sposi e soprattutto dei loro genitori ci fa sorridere, divertire e, a tratti, riflettere perchè ci fa scoprire il mondo che ruota intorno alla provincia pugliese, le sue tradizioni, le sue insofferenze.
In fondo è dall'amore per i romanzi che nasce la mia passione per la scrittura.
E voi amate i romanzi e quali sono le storie che più vi colpiscono?

domenica 15 novembre 2015

Creatività, personaggi e altre vicende

La creatività mi fa volare e mi rende leggera
Il confine tra realtà e fantasia non è mai così netto.
Io non sono il mio personaggio, però quello che penso traspare in lui e fargli realizzare qualcosa diventa la mia rivincita. Riscriviamo la nostra storia e la ripensiamo in maniera diversa.
Avete presente il film "Sliding Doors"? Fa parte di quei film che mi capita di rivedere tutte le volte che passa in Tv, è un richiamo irresistibile.


Sliding Doors è un film di Peter Howitt del 1998 che, tra l'altro, ho scoperto che ha preso spunto da un'idea di un regista polacco che aveva già trattato il tema del destino nel suo film del 1981 Destino cieco.
In Sliding Doors la protagonista, Helen, è una giovane donna che lavora nelle pubbliche relazioni ed è fidanzata con Gerry (a proposito - piccolo particolare - Gerry è uno scrittore che vive alle spalle di Helen e sta tentando di scrivere il romanzo della sua vita senza riuscirci anche perchè nel frattempo passa il suo tempo a tradire la povera Helen).
Dopo essere stata bruscamente licenziata, si dirige in tutta fretta verso la metropolitana. 
In quel momento la sua vita si divide in due dimensioni parallele con direzioni diverse legate a due eventi, in uno Helen prende la metropolitana, nell'altro Helen perde la metropolitana.

La trama di Destino cieco è articolata in tre storie differenti, tre ipotetiche vite del protagonista Witek, tutte generate da un fortuito incidente in una stazione ferroviaria. 
Riporto il racconto in breve di wikipedia: Un enigmatico urlo viene emesso dal protagonista Witek, durante un viaggio in aereo. In questo frangente, egli ripercorre ciò che ha più caratterizzato la sua vita, dall'infanzia in cui imparava a scrivere, dall'adolescenza in cui si fidanzava con la giovane Czuszka, fino ad arrivare all'età adulta, in cui abbandona gli studi di medicina in seguito alla morte del padre. A causa di quest'ultimo avvenimento, Witek decide di fuggire lontano dal suo paese e di recarsi in treno a Varsavia. Un casuale e fortuito scontro in stazione con un uomo ubriaco genererà tre differenti percorsi nella vita del protagonista.

L'idea è vincente, quante volte vi siete chiesti:
Ma se quella volta fossi arrivata più tardi, se invece che prendere il taxi avessi preso l'autobus?
Se quella volta fossi rimasta a casa invece che uscire e fare quell'incontro che mi ha cambiato la vita, come sarebbe andata? Dove sarei oggi?
Con la scrittura e la mia creatività posso giocare e vagheggiare una storia diversa, parto da un'immagine nella mia testa e cambio il decorso della storia.
Forse la nostra vita è come nel film Sliding doors, attraversiamo una porta scorrevole in un dato momento e la vita va in una certa direzione, ma quella direzione poteva essere diversa se avessimo attraversato quelle porte un minuto dopo o un'ora dopo.
Ci sono episodi emblematici che ci portano tutta una serie di conseguenze, ve ne racconto due a me realmente accaduti.
Il primo: una mia amica organizzava corsi di teatro e mi diede un volantino in cui pubblicizzava quel corso, io lo presi con noncuranza più per essere cortese che per un reale interesse perché non ero interessata a frequentare un corso di teatro. Misi il volantino in borsa. Qualche giorno dopo, ripresi in mano quel volantino e pensai di metterlo in una bacheca dell'università dove si pubblicizzava di tutto, in modo da promuovere i corsi tenuti dalla mia amica. In quel momento girai il volantino e sul retro lessi che pubblicizzavano un corso di scrittura creativa a Bologna, nello stesso posto in cui facevano il corso di teatro, ma ovviamente in giorni diversi. Ebbi una specie di illuminazione, avevo letto spesso di corsi di scrittura creativa, ma sempre svolti in altre città. Così telefonai per informarmi e anche se il corso era cominciato già da un paio di lezioni mi dissero che potevo aderire lo stesso e, visto che avevo perso l'inizio del corso, mi facevano un piccolo sconto sul prezzo.
Quel corso mi aprì una serie di prospettive nuove, fu un'occasione di confronto con altri appassionati della scrittura, con alcuni compagni di corso cominciò un'amicizia che prosegue ancora oggi, ma cosa importante ripresi a scrivere con assiduità e in modo più costruttivo.

Il secondo episodio risale a un anno fa: un giorno esco prima dal lavoro per fare la spesa e per andare fuori dai soliti schemi decido di cambiare supermercato per una volta. Incontro una mia vecchia compagna di università che avevo quasi perso di vista, l'avevo incontrata qualche volta ma sempre di fretta, quella volta mi fermai, parlammo un po' delle nostre vite e mi disse che periodicamente usciva con alcune vecchie amiche comuni, mi disse "ti inserisco nel gruppo di WhatsApp". Da allora ho ripreso a frequentare persone che non vedevo più da dieci anni, perchè, come una catena, dalle prime amiche è seguito il contatto con altri amici del passato ed è stato un ritrovarsi affiatati come prima.
Fantastico, a riprova del fatto che la vita è piena di sorprese, talvolta molto belle.

Siamo legati alla casualità, a delle Sliding Doors attraversando le quali determiniamo il nostro destino? 
Ovviamente non lo so, però soprattutto oggi, non posso fare a meno di riflettere su questo.
Avevo iniziato a scrivere questo post qualche giorno fa, ma dopo gli eventi di Parigi non posso non pensare alle persone che, uscendo fuori in un venerdì sera con la leggerezza dell'inizio del week end, si sono trovate nel mezzo di una guerra e sono state strappate alla vita.



domenica 8 novembre 2015

Conoscere è cambiare

“Nulla è più potente della lettura, nessuno è più bugiardo di chi afferma che leggere un libro è un gesto passivo. Conoscere è iniziare a cambiare”
“Chi si sente addosso le parole, chi se le incide sulla pelle, chi si costruisce un nuovo vocabolario, sta mutando il corso del mondo perché ha capito come starci. È come spezzare le catene. Le parole sono azione, sono tessuto connettivo”
Da “Zero Zero Zero.” di Roberto Saviano

Non c'è nulla di immutabile, tranne l'esigenza di cambiare. Eraclito
Come si gestisce il cambiamento? Si può fare attraverso un libro?
Probabilmente è così. Io sono consapevole di essere cambiata molto nel corso degli anni, sotto certi aspetti potrei essere migliorata, sotto altri no. 
L'altro giorno, osservando i colori meravigliosi dell'autunno, pensavo che non provo più quella profonda sensazione di sconforto che sentivo alla fine dell'estate, nei primi giorni autunnali nei quali la luce diventa sempre più tenue e il giorno inevitabilmente più corto.
Era una sensazione legata solo all'adolescenza? Non me lo ricordo più.
È stato un cambiamento inconsapevole, ma credo positivo perchè slegare il proprio umore dalla ciclicità delle stazioni ti migliora la vita, anche se mi viene un dubbio.
Non sarà che ho sempre meno tempo di guardarmi intorno e non riesco quindi a rendermi conto dell'avvicendarsi veloce delle stagioni? 
Mi sorge il terrore che sia così, forse dovrei fermarmi e riflettere, sospendere ogni tanto le attività e ascoltare il silenzio, perchè se ci fermiamo riusciamo a vedere meglio le cose intorno a noi e le sentiamo anche meglio.
Questa settimana ho finito di leggere il libro di Saviano e riflettevo sulle sue parole: chi legge cambia perchè dalla lettura trae conoscenza e può iniziare a cambiare, prima di tutto se stesso e poi le cose intorno a sè.
"Leggere è un atto pericoloso perchè dà forma e dimensione alle parole, le incarna e le disperde in ogni direzione."
Si fanno delle scelte, si sceglie di stare da una parte o da un'altra e quella scelta ci condizionerà per sempre, sarà la nostra vita.
Ancora più grande sarà il cambiamento di chi scrive, scrivere una storia di denuncia invece che una storia d'amore comporta un impatto diverso sulla realtà e di conseguenza sulla propria vita. Saviano ne è un chiaro esempio.
Ma, senza analizzare necessariamente i casi estremi, sicuramente scrivere, essendo un processo che porta ad analizzare le parole da mettere sulla carta, porta un notevole cambiamento, almeno per quanto mi riguarda è così. Quando scrivo metto a fuoco pensieri, sensazioni e sentimenti e, nel fare questo, acquisto consapevolezza di quello che provo e di quello che voglio trasmettere.
Nell'inventare i personaggi entro nei panni degli altri e vedo il loro punto di vista, sento i loro stati d'animo e faccio un viaggio nella loro vita e, soprattutto, decido il loro destino.
Questo percorso nella vita dei miei personaggi mi dona una grande forza catartica perchè attraverso la loro storia affronto difficoltà e timori esorcizzando le mie paure, provando emozioni e ricordando sensazioni sopite.


Forse l'arrivo dell'autunno non mi causa più quella sottile angoscia che avevo da ragazza non perchè sono presa dal vortice del tempo, ma semplicemente perchè affronto le stagioni con serenità, sono consapevole del fatto che il passare del tempo porterà alfine a una nuova primavera preludio dell'estate.

E voi sentite di essere cambiati nel tempo grazie ai libri? 

domenica 1 novembre 2015

Spazio di libertà

La scrittura è il mio spazio di libertà, è il posto in cui sono me stessa e senza condizionamenti.
È anche un po' il mio spazio segreto nel quale solo pochi riescono a entrare. 
In verità la porta è aperta a tutti però bisogna conoscere la strada.

Se si elimina la libertà di parola, le facoltà creative inaridiscono. George Orwell.
In questo spazio aperto e leggero posso parlare di tutto, anche di verità scomode esponendo il mio pensiero senza il timore di essere giudicata.
Perché dire la verità non è sempre facile nella vita di tutti i giorni, ci si espone troppo e, credetemi parlo per esperienza, quasi nessuno ti perdona la verità.
Provate a dire al vostro capo "donna" che il vestito che indossa le sta malissimo, come credete che la prenderà?  Oppure al vostro capo "uomo", che ogni tanto racconta barzellette con doppi sensi sessuali sempre riferiti alle donne, che ha una mentalità sessista. E questi esempi sono solo le piccole verità più banali, poi ci sono quelle più importanti che non sto a elencare.
Viviamo in un mondo difficile dove tutti sono sicuri di tutto, hanno sempre ragione e sono terribilmente permalosi, anche quando non c'è motivo.
C'è un libro molto carino di Sophie Kinsella intitolato "Sai tenere un segreto?" in cui la protagonista si districa continuamente tra piccole veniali bugie al solo scopo di non offendere nessuno, finché per una coincidenza fortuita non finisce per raccontare ad uno sconosciuto tutti i suoi piccoli segreti e finisce nei guai.
Nella mia vita quotidiana cerco di evitare i conflitti, a meno che non possa proprio sottrarmi, e affronto le giornate prodiga di sorrisi e cortesia, metodo in cui credo fermamente e perchè a me piace la gentilezza e, in generale, la buona educazione e il rispetto, oggi troppo spesso sottovalutati.
Non posso dire sempre quello che penso, perché non vale la pena disquisire su questioni inutili se non sono strettamente connesse al lavoro da svolgere e, perchè, ammettiamolo le relazioni umane sono complicate e quasi mai possiamo scegliere con chi lavorare e con chi interloquire. 
Ogni giorno ci districhiamo in rapporti umani più o meno imposti dalle circostanze e se posso scegliere di non tornare più in quel bar con il barista scorbutico, nel luogo di lavoro, nei rapporti con i vicini e con i familiari non posso scegliere, salvo favorevoli eccezioni.
Certo a volte siamo fortunati e incontriamo sul lavoro persone fantastiche con cui ci troviamo in piena sintonia.
La vita è complessa, lo sappiamo tutti, io cerco di essere sincera soprattutto nel bene, nel male, se non è proprio necessario, non mi esprimo.
Nei miei libri invece dico esattamente quello che penso, o meglio lo faccio dire ai miei personaggi, magari esasperando concetti che voglio evidenziare. E cosa c'è di più bello di questo, cioè esprimersi liberamente? 
Per questo la scrittura è il mio spazio di libertà, è il mio rifugio, è il mio nido.
Se non ci fosse forse non potrei sopravvivere così bene alla quotidianità con la calma "Zen" di chi ha imparato a contare fino a dieci prima di parlare.
Difendo questo spazio perchè è qui che posso sognare, immaginare situazioni e momenti in cui il personaggio dopo esser caduto si rialza e affronta la sua difficile situazione con il coraggio di cui ha bisogno e che non credeva di avere.
Sono situazioni che accadono davvero nella vita e forse più spesso di quanto si creda.
Non c'è bisogno di essere eroi, a volte lo possiamo diventare senza neanche saperlo ed è fantastico poterne scrivere, perchè quando incontriamo certe storie ne siamo conquistati e vogliamo raccontarle.
E poi a me piacciono le piccole storie quelle che non racconta nessuno, quelle spesso dimenticate che sono importanti solo per chi le vive ma che, spesso, hanno una forza straordinaria.

E voi avete un vostro piccolo spazio vitale dove vi sentite pienamente liberi di esprimervi?