Voi sapete che ho una passione per Gianrico Carofiglio, per me sentirlo parlare è musica, tra l'altro è davvero molto simpatico. Ho letto tutti i suoi libri e li leggo sempre in due giorni o poco più. A volte cerco di centellinare la lettura e arrivo a tre giorni, talvolta quattro.
La scorsa settimana scopro quasi per caso che sarebbe venuto a Bologna a presentare il suo libro, La versione di Fenoglio, presso una sala della biblioteca dell'Archigginnasio venerdì alle ore diciotto.
Decido di andarci, non potevo perdere l'occasione di vederlo nella mia città, il libro l'avevo già letto in eBook e non avevo intenzione di ricomprarlo, anche se mi aveva sfiorato l'idea di comprarlo solo per avere il suo autografo, sono matta lo so.
Comunque questi soldi li ho risparmiati perché non si è posto il problema.
Allora parto da casa alle 17.15, prendo un autobus al volo che mi porta in centro in quindici minuti e poi corro in direzione Piazza Galvani verso la biblioteca dell'Archiginnasio. È una biblioteca bellissima piena di affreschi meravigliosi e l'idea di seguire Carofiglio in un posto così bello mi piaceva da morire.
Arrivo al primo piano della biblioteca alle 17 e 40, mi guardo intorno e cerco il luogo dell'incontro, vado verso una zona dove c'è anche l'entrata di una mostra e chiedo informazioni all'impiegato alla porta che, con l'aria rassegnata di ha ricevuto la stessa domanda per la centesima volta, mi indica la direzione verso la zona opposta del piano.
Io guardo e vedo una nuvola di gente in attesa, corro in quella direzione e scopro che quella è la fila per "non entrare", cioè la sala è già piena e non fanno entrare più nessuno per questione di sicurezza. Guardo l'orologio sono solo le 17 e 50!
Una signora in fila mi dice che la sala era già piena alle 17.00, un altro mi dice che lui aspetta, magari dopo un po' fanno entrare, magari qualcuno va via e se si resta in pochi chissà.
Decido di aspettare anch'io, tanto ormai sono lì e non mi costa nulla. Qualcuno rassegnato va via, qualcuno arriva, intanto siamo lì.
Una bibliotecaria scorbutica si avvicina e dice con fare autoritario che dobbiamo andare via tanto la sala (la cui capienza è di 150 posti) è già piena e non faranno entrare più nessuno.
Qualcuno va via, noi restiamo. Io sono vicina al signore barbuto straconvinto e aspetto.
La bibliotecaria scorbutica urla:
"Mettetevi sulla sinistra in modo da lasciare lo spazio per passare".
Io guardo dove sono, sono già sulla sinistra della fila e quindi non mi muovo.
La bibliotecaria scorbutica urla di nuovo:
"Mettetevi sulla sinistra, cioé sulla mia sinistra. E quindi sulla vostra destra!"
Ecco adesso che si è spiegata meglio ci spostiamo.
Dopo che tutti ci siamo spostati, la bibliotecaria scorbutica torna a urlare:
"Non facciamo entrare più nessuno, é meglio se andate via, altrimenti chiamo le forze dell'ordine".
Infastidita dalle sue urla decido di andarmene, mi seguono un gruppo di tre signore eleganti e simpatiche della apparente età di settant'anni che dicono: "Vabbè andiamoci a prendere un tè da Zanarini".
E qui cominciano le comiche.
Scendo le scale affrescate dell'Archiginnagio, mi ritrovo sotto il portico e, all'improvviso, vedo passare sotto il mio naso Gianrico Carofiglio in persona, vestito di blu, con un trolley nella mano, accompagnato da una ragazza in tailleur che gli fa strada non verso l'entrata dell' Archiginnasio ma verso l'adiacente libreria Coop Mondadori.
Io e il gruppo delle agguerrite signore settantenni lo rincorriamo, magari riusciamo a infiltrarci dietro di lui. Entriamo nella libreria ma Carofiglio non c'è, le tre signore mi guardano e dicono: era lui vero?
Sì, certo che era lui, rispondo.
Torniamo fuori dalla libreria e andiamo verso il centro, e qui mi vedo passare di fianco, di nuovo, Carofiglio in persona scortato dalla hostess di prima, che lo accompagna su per le scale della biblioteca.
Ma cos'era prima un diversivo per depistarci o avevano sbagliato entrata?
A questo punto io e le tre signore ricominciamo l'inseguimento, almeno riuscissi a fargli una foto! Saliamo le scale a arriviamo di nuovo al primo piano dove li vediamo entrare da una porta secondaria, nel frattempo tutti coloro che stavano scendendo le scale abbandonando l'attesa, incrociandolo e riconoscendolo, facevano una faccia stupita e tornavano indietro per seguirlo a loro volta. Bene è finita così, dopo esserci guardate in faccia per qualche minuto abbiamo abbandonato il campo.
Insomma, se avessero messo degli altoparlanti fuori dalla sala avremmo potuto almeno ascoltarlo, invece non erano attrezzati. Quindi, le tre signore sono andate a prendere il loro tè, io sono andata a fare un breve giro in centro prima di prendere l'autobus per tornare a casa anche perchè la sera dovevo uscire e non potevo fare troppo tardi.
Ecco una foto degli affreschi all'ingresso della sala...
Alcune considerazioni: avrei dovuto pensarci e arrivare almeno un'ora prima, ma non ci ho pensato. In realtà ero stata alla presentazione del libro di Gianrico Carofiglio Le tre del mattino che si svolgeva al Forum Monzani di Modena, una sala conferenze magnifica la cui capienza arriva fino a mille persone di cui 737 in platea. La sala di Modena era piena.
Quindi avrei dovuto pensarci ricordandomi dell'evento di Modena (ero rimasta colpita dal fatto che la sala congressi fosse così grande e così piena).
Non sapevo quanto fosse grande la sala dell'Archiginnasio, ma 150 persone è una capienza sicuramente insufficiente, però dare la possibilità di ascoltare l'autore in una sala adiacente in video conferenza non sarebbe stata una cattiva idea, la biblioteca dell'Archiginnasio è enorme, anche mettere gli altoparlanti in cortile forse poteva bastare. In fondo chi segue Carofiglio ama sentirlo parlare, non importa vederlo.
Comunque pazienza, sarà per la prossima volta, semmai ci sarà. Anche perché sto ancora aspettando il seguito del mio personaggio preferito che è l'avvocato Guido Guerrieri, lui è davvero il mio mito.
È un personaggio che amo più degli altri ma non sono l'unica.
Vi lascio con una foto di piazza Maggiore all'imbrunire e con una domanda: cosa ne pensate?