sabato 31 marzo 2018

Voglia di primavera

Non importa quanto freddo sia l'inverno, dopo c'è sempre la primavera. Eddie Vedder
In questi ultimi giorni ho iniziato a scrivere un paio di post senza finirli, sono stata distratta dalle giornate di sole che mi hanno attirato fuori casa. All'improvviso mi sono accorta che è primavera, nel senso che è arrivata sul serio. 
Prima, tra vento di Burian e nevicate marzoline, non me ne ero accorta. Invece ora le ore di luce allungate dall'ora legale e il nuovo tepore del sole che finalmente accarezza la pelle sento che la primavera è davvero arrivata. Certo ci saranno ancora giornate piovose e qualche ulteriore raffica di vento tempestoso, ma intanto sono fuori dal letargo, almeno a livello mentale. 
Questo mese di marzo, tra l'altro, mi sembra che sia volato via molto più velocemente dei primi due mesi dell'anno. Ho avuto proprio questa sensazione, quella di un baleno, una saetta, un fulmine. Ieri era il primo del mese e oggi è la fine, e domani è già Pasqua.
Quindi non mi resta che farvi i miei più sinceri e cari auguri. Godetevi questi giorni di festa e questo risveglio di primavera.

Vi saluto con questa poesia in tema.

La primavera,  di Vincenzo Riccio

Il primo profumo di fiore
accende la nuova stagione.
Si inchinano i venti, la neve,
il freddo, discretamente si tace.
La forza di un nuovo respiro
fa sussultare le vite.
Lo scrigno di terra si apre
spargendo tesori:
colori, profumi, sapori.
Sorrisi di bimbini sui prati,
sospinti dai venti,
sussurrano un nome:
è un suono di gioia che canta
l’arrivo di primavera.

domenica 25 marzo 2018

Il cuore ha le sue ragioni

Biagio Pascal affermava che "il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce: lo si osserva in mille cose. Io sostengo che il cuore ama naturalmente l'Essere universale, e naturalmente se medesimo, secondo che si volge verso di lui o verso di sè; e che s'indurisce contro l'uno o contro l'altro per propria elezione" 
il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce
A chi non è capitato di leggere la prima frase nell'involucro di carta di un noto cioccolatino? 
In realtà più che d'amore vorrei parlare di istinto, per me anch'esso associabile al cuore o alla pancia, a ciò che noi sentiamo interiormente quando la razionalità dice il contrario.
Purtroppo o per fortuna la nostra vita è costellata di scelte, ogni scelta ci porta a qualcosa che influenzerà la nostra quotidianità e, in certi casi, il nostro destino. Quando scegliamo di fare determinate cose, queste ci porteranno verso una direzione. Per questo di fronte a scelte importanti, il consiglio è sempre quello di ponderare bene i pro e i contro, non agire di impulso.
Ma è davvero così? Io ho sempre pensato che le scelte fatte "a istinto" nella mia vita siano state le scelte migliori, quelle che mi hanno dato maggiore soddisfazione, se non addirittura felicità. Ma questo era il mio pensiero. Ora però sembra che l'istinto venga rivalutato. Un saggio intitolato La vita segreta della mente di Mariano Sigman Edizioni UTET afferma che l'inconscio conosce più di quanto si creda, in vent'anni di studi ed esperimenti sul campo l'autore arriva a svelare i meccanismi della mente e della razionalità di certe decisioni prese d'impulso.

Leggendo un articolo di Vera Caprese sul n. 3-2018 di Donna Moderna ero stata colpita da queste affermazioni sulla validità delle scelte istintuali e sono andata a cercare il libro citato. Mi sono resa conto che l'autore non è un semplice divulgatore ma un medico, un neuroscienziato argentino che si occupa da anni di architetture cognitive e processi decisionali, ha fondato nel 2006 un laboratorio di neuroscienze all'Università di Buenos Aires che "si occupa di decodificare come si sviluppano nel cervello i processi decisionali, tenendo conto delle influenze emotive e dei giudizi personali".
Se siete curiosi questo è il link Amazon del suo libro.
Allora tutte le mie paranoie sulle scelte, i miei tormenti quando dovevo prendere una decisione e il mio istinto mi diceva di andare dalla parte opposta di quello che razionalmente consilgliava la mia mente, erano reali? 
Avevo ragione a voler seguire il mio istinto, che quasi sempre coincideva con il mio cuore? Il tempo spesso mi ha dato ragione, ma io ormai la scelta razionale sbagliata l'avevo già fatta ed era troppo tardi per tornare indietro. Del resto anche la Tamaro nel suo romanzo consigliava "Va dove ti porta il cuore" perché il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce.
Ora l'istinto ritrova la sua dignità, non siamo pazzi ad ascoltare la nostra voce interiore, lei ci dice la verità, ha una visione più ampia, analizza una serie elevata di informazioni contemporaneamente e ci suggerisce la soluzione migliore. Per questo è importante informarsi razionalmente sugli argomenti su cui dobbiamo decidere, poi però dobbiamo concentrarci sulla sensazione che la scelta in un senso o in un altro produce dentro di noi, tralasciando le convenzioni sociali e il giudizio altrui. Decidere ascoltando noi stessi immaginando di essere su un isola deserta dove non ci sia nessuno che ci condizioni. Bisogna ascoltare il nostro corpo, la nostra pancia, il nostro cuore.
Quando stiamo per sbagliare il nostro corpo entra in allarme, aumentano la sudorazione, i battiti del cuore, la sensazione di disagio. 
Il sesto senso esiste ed è l'unico che probabilmente ci indica la strada, sempre che possiamo farlo perché può anche accadere che non abbiamo scelta. E allora non c'è molto da fare, andiamo verso il nostro baratro consapevolmente sperando che, almeno per una volta, l'istinto si sbagli.

Voi seguite l'istinto o la ragione? Vi è capitato di scegliere qualcosa razionalmente e alla fine esserne contenti? 



domenica 18 marzo 2018

Le sette canzoni della mia vita

Le canzoni rendono ancora possibili emozioni che non credevi di avere più, cantava Fiorella Mannoia qualche anno fa. Come darle torto, è innegabile che la musica e certi testi abbiano il grande potere di riportarci indietro nel tempo o di farci scoprire delle emozioni e dei sentimenti che noi stessi non riusciamo a spiegare. Questo post mi è stato ispirato da Tenar che nel suo blog Inchiostro fusa e draghi  ha parlato dei libri ma anche delle canzoni che ispirano la sua scrittura.
Riflettendo, ho ripensato alle canzoni che, come un ritornello, hanno accompagnato la mia vita.

Mi sono chiesta se hanno influenzato la mia scrittura oppure no. Alcune senza dubbio lo hanno fatto, altre invece hanno sicuramente influenzato il mio modo di vedere le cose in generale. Del resto se amiamo una canzone un motivo ci sarà, magari perchè risponde a una nostra esigenza interiore o, semplicemente, a un nostro stato temporaneo che, grazie alla canzone, riusciamo a fermare nel tempo. 
La lista delle mie canzoni del cuore sarebbe infinita, inoltre ciò che forse non sapete ancora di me è che io amo cantare tanto che, in un tempo lontanissimo, ho anche cantato nel coro della chiesa. Ora mi limito a farlo sotto la doccia. Spesso mi innamoro dei testi delle canzoni e trovo che alcune di esse siano davvero delle poesie in musica. Comunque ho dovuto fare una scelta delle canzoni più importanti per me almeno fino a questo momento. 


Prima del temporale di Enrico Ruggeri
C'è stato un periodo che ascoltavo moltissimo Enrico Ruggeri, è indubbio che questo autore abbia scritto canzoni con testi meravigliosi, ma questa canzone ha per me un significato speciale perché era la canzone preferita di mia madre, negli ultimi anni della sua vita mi chiedeva sempre di fargliela ascoltare "mi fai sentire la canzone di Ruggeri, quella del temporale?" mi chiedeva e io mettevo su la musicassetta (sì, esistevano ancora le cassette). 
Quando ascolto questa canzone l'immagine di mia madre che sorride si delinea nella mia mente e ritorno ai miei trent'anni. 



Una splendida giornata di Vasco Rossi 
Questa canzone esprime un po' la mia filosofia di vita, carpe diem, cogli l'attimo, prendi al volo quello che la vita ti offre, goditi "una splendida giornata" e serbane il ricordo per i momenti bui, non importa se è finita, l'importante è che ci sia stata. 
Vivere inseguendo sempre grandi progetti spesso non porta davvero dove vogliamo, ma mentre viaggiamo nel percorso accidentato della nostra vita è importante avere ogni tanto una splendida giornata, ti aiuterà nel cammino.


Ti sento di Ligabue 
Io ci ho persino scritto un romanzo d'amore ispirandomi in parte a questa canzone: L'amore che ci manca ha una sua colonna sonora, le canzoni sono diverse, ma scelgo di dare un posto d'onore a questa canzone in particolare perchè il testo esprime perfettamente cosa si prova quando ci innamoriamo.
Ti sento nell'aria che è cambiata
Ti sento dentro tutte le canzoni
Ti infili in un pensiero e non lo molli mai 
Ti sento al punto che disturbi, al punto che è già tardi, rimani quanto vuoi.
Quando scrivevo L'amore che ci manca ascoltavo questa canzone e mi venivano in mente alcune scene da scrivere. 
Inutile negare che questa canzone ha avuto un impatto in un preciso periodo della mia vita ben prima che incominciassi a scrivere il romanzo, ma questa è un'altra storia.


Time dei Pink Floyd 
Amo i Pink Floyd da sempre e ogni loro canzone per me è speciale, vorrei citarle tutte ma non posso per questioni di spazio e di tempo. Anche questa canzone, Time, fa parte della colonna sonora de L'amore che ci manca, ma al di là del libro, questa canzone è importante per me perché è profondamente vera. Esprime l'inquietudine del tempo che passa, di quello che proviamo a vent'anni quando crediamo di sapere già tutto e pensiamo di avere tutta la vita davanti e poi ci voltiamo indietro e ci rendiamo conto che gli anni sono volati via in un soffio. Questo è un tema universale che non ha bisogno di tanti commenti. 


La canzone dei dodici mesi di Francesco Guccini 
Le canzoni di Guccini hanno accompagnato la mia vita e la lista sarebbe ancora una volta troppo lunga, perciò scelgo tra tutte questa canzone perché, fin dalla prima volta che l'ho ascoltata, ha avuto su di me un impatto emotivo notevole. Ogni mese è rappresentato con un tratto indelebile, un'immagine che riesce a fissarsi nella mente come la visione di un quadro. 


Sirtaki di Mango
Anche le canzoni di Mango hanno accompagnato la mia vita, poesie in musica a cui si associa una sonorità che ha sempre il magico potere di portarmi nell'atmosfera mediterranea del sud. Tra tutte scelgo questa canzone perché mi ricorda una bellissima vacanza in Sicilia di parecchi anni fa. Il Sirtaki poi è il famoso ballo greco e, come già sapete, la Grecia è un paese che ispira in me sapori e odori mediterranei di irresistibile richiamo.

Prospettiva Nevski di Franco Battiato 
Le canzoni di Battiato sono state una pietra miliare soprattutto della mia adolescenza, anche se poi ho continuato a seguirlo saltuariamente nel corso degli anni. Alcune canzoni sono famosissime e non sto a citarle, ma questa secondo me è una delle più belle ed è quella che ha influenzato di più il mio immaginario. La frase "com'è difficile trovare l'alba dentro l'imbrunire" rende per me il senso di impotenza dell'uomo di fronte al suo desiderio di infinito. 


Mi fermo a sette canzoni, ma ne avrei ancora tante, chissà forse scriverò un seguito, se dovessi rendermi conto di averne tralasciato qualcuna importante. 
Avete anche voi delle canzoni impresse nella mente con un significato speciale? 



domenica 11 marzo 2018

I 5 libri che hanno influenzato la mia scrittura

La scrittura per me è un tentativo disperato di preservare la memoria. Isabel Allende
Questo post nasce da un'idea di Maria Teresa Steri che nel suo blog Anima di carta
parla dei cinque romanzi che hanno influenzato la sua scrittura, l'idea mi è piaciuta moltissimo tanto che ho pensato di seguirla e scrivere anch'io un articolo analogo sui libri che hanno influenzato la mia scrittura. Così ho provato a pensare a quei libri che mi hanno segnato in qualche modo e che, inevitabilmente, hanno influito sul mio modo di scrivere.
Partiamo dal primo 
La valle delle bambole

La valle delle bambole di Jacqueline Susann.
La copertina che riporto è quella che ho anch'io del mio libro cartaceo, un'edizione pubblicata nell'ottobre del 1974 da Garzanti, ma la prima edizione è del 1966. Io l'ho letto intorno ai dodici, tredici anni credo, non lo ricordo con esattezza, so solo che era un libro di mia sorella, più grande di me di alcuni anni, e lei lo aveva praticamente divorato, così le chiesi se potevo leggerlo, lei me lo prestò, ma dopo praticamente me ne appropriai perché da allora il libro mi ha seguito in ogni casa che ho abitato. È piuttosto ridotto male, ma lo conservo come un oggetto prezioso e, ogni tanto, rileggo ancora alcune parti. Di cosa parla questo libro? 
Una bellissima epopea di donne ambientato nel secondo dopoguerra, negli Stati Uniti, tra New York e Los Angeles.
Il romanzo parte nel 1945 e termina con il capodanno 1964, l'anno in cui sono nata. Nonostante sembrino anni lontani è un romanzo incredibilmente attuale, secondo me universale, la storia di tre donne, i loro sogni, le loro aspirazioni, la loro emancipazione, la loro ricerca d'amore. Dai vent'anni all'età più matura.
Vi riporto uno stralcio dalla quarta di copertina:
Le protagoniste sono tre donne del mondo dello spettacolo, un mondo simboleggiato dalle bambole e dalle pillole, le bambole che il pubblico vuole, le pillole alle quali si chiede l'ultima speranza, quando non si osa più chiederla ne a se stessi, nè al prossimo, nè a Dio.
Sembra che l'autrice, sposata a un agente pubblicitario e lei stessa cronista, si sia ispirata a tre donne vere dello spettacolo. 
Ho letto questo libro una decina di volte e, ogni volta, è stata una riscoperta. La loro storia è universale perché ci trovi i sogni di gioventù, l'amicizia tra donne, la scoperta dell'amore, la realizzazione nel lavoro, in un mondo che spesso assomiglia a una giungla. Le storie sono intense e bellissime, ogni donna può immedesimarsi nelle tre protagoniste, per un motivo o per l'altro. Mi ci sono ritrovata io stessa in molte occasioni. 
Dal libro hanno tratto una versione cinematografica che non rende assolutamente giustizia al libro e quindi non ne consiglio la visione. 
La mia scrittura si focalizza spesso sulle figure  femminili, la loro forza, il loro desiderio di affermarsi e di essere indipendenti, senza però rinunciare all'amore, spesso cercato, sognato, mai del tutto realizzato.

La nausea
La nausea di Jean Paul Sartre
Letto durante l'adolescenza più di una volta, purtroppo non trovo più il libro, altrimenti lo avrei sicuramente riletto di recente, probabilmente lo comprerò in versione ebook.
Il romanzo parla della vita di Antonio Roquentin, studioso di storia, in una cittadina francese immaginaria, Bouville. Il protagonista, dopo aver viaggiato a lungo si stabilisce a Bouville per scrivere una tesi di approfondimento su un personaggio storico. La sua vita in solitudine, scorre senza nessuna emozione e lui scivola lentamente in una sorta di insensatezza, una metamorfosi insinuante orribile di ogni sensazione: la nausea che lo colpisce a tradimento e gli fa perdere il senso delle cose. L'esistenza, la sua e quella degli altri, gli provoca nausea, un totale senso di estraniamento e di dolore.
Solo verso la fine del romanzo il protagonista sembra trovare una lieve possibilità di accettarsi e di accettare la vita.
Questo romanzo ha avuto un peso notevole nella mia formazione, ho provato spesso il senso di estraniamento di Roquentin e vederlo scritto in un libro mi ha illuminato. Forse più che la scrittura ha influenzato il modo di vedere la vita nella mia ricerca di un senso al di là di ogni cosa. 



I peccati di Peyton Place

I peccati di Peyton Place di Grace Metalius
Il romanzo ruota attorno alle vicende segrete della piccola e bigotta cittadina di Peyton Place.
Questo romanzo l'ho letto da adolescente e mi ha appassionata moltissimo, anche perché vivevo in un piccolo centro di provincia e la situazione che leggevo nel romanzo corrispondeva molto a quella che in certo senso vivevo anch'io,  a ciò si aggiungeva il fatto che una delle protagoniste, la giovane figlia adolescente di Connie, amava scrivere, come non immedesimarmi?
Anche questo libro l'ho letto più di una volta e per certi aspetti ha ispirato il mio romanzo scritto a sedici anni che poi, nella sua versione completamente riscritta, è diventato il mio romanzo ambientato negli anni ottanta Fine dell'estate.
I sogni dell'adolescenza, le convenzioni sociali, l'importanza delle apparenze contro la polvere sotto il tappeto che si preferisce nascondere per non vedere, sono temi che mi hanno sempre appassionato e che, in qualche modo, ho sempre trattato.

Chi ha subito un danno è pericoloso, sa di poter sopravvivere.
                                                     
Il danno di Josephine Hart
"Non sono morto nel mio cinquantesimo anno. E ora poche persone, tra quelle che mi conoscono, ritengono che questa non sia stata una tragedia".
Il libro racconta di una grande passione incontrata da un uomo cinquantenne, dopo un'intera vita passata a rispettare le regole imposte dalla famiglia e dalla società. Quella passione sbagliata e distruttiva porta l'uomo verso il baratro. Anche se, fin dal principio, ci aspettiamo la tragedia e sappiamo che accadrà inevitabilmente, ci lasciamo travolgere da quelle pagine chiedendoci come andrà a finire facendo il tifo per un lieto fine che sappiamo già non ci sarà. 
Riuscire a descrivere i sentimenti e le passioni è sempre stato uno degli obiettivi della mia scrittura, un compito non facile senza diventare banali.

Ora finalmente torna il tempo delle mie fantasie e del mio canto di sirena senza coda.
                                                   
Passaggio in ombra di Maria Teresa Di Lascia 

Vi riporto la trama 
Solitario come un'autobiografia e corale come una saga familiare, questo vigoroso e insieme delicatissimo romanzo intreccia le storie di una comunità e i destini dei suoi componenti attraverso lo sguardo di una donna, Chiara, che, per scongiurare la follia sprigionata dal dolore, si affida al potere rasserenante della memoria. Riemergono allora, in un accorato fluire di ricordi, la madre Anita, il padre Francesco, la zia Peppina, il cugino Saverio... Sullo sfondo di un Sud ruvido e avvolgente, e insieme dolce e vitale, Chiara ci guida, dal turbinio di fantasmi che agitano una vecchiaia vissuta fuori dal tempo, lungo gli aspri sentieri della sua esistenza. Ed è proprio nel dominio sofferto della lingua, grazie alla trasparenza di una scrittura sospinta innanzi da una sua arcana necessità interna, che questo indimenticabile personaggio femminile affonda il suo senso d'esistere: nel momento di arrendersi alla fatica di vivere, trova la forza e l'orgoglio di raccontare la vita.

Ho amato questo romanzo per la storia e anche per come è stato scritto. Un viaggio nella memoria e nel ricordo della propria vita alla ricerca di un senso che sembra non esserci, eppure proprio ripercorrendo l'infanzia, l'adolescenza e la giovinezza della protagonista, i rapporti familiari sofferti, i suoi dolori e l'immenso amore di alcune figure indimenticabili del romanzo, che si afferra il senso della vita.
Quando ho letto questo romanzo, dopo un lungo periodo in cui avevo accantonato l'idea della scrittura, mi è tornata la voglia di scrivere e raccontare una storia, densa non solo di avvenimenti ma di introspezioni psicologiche dei personaggi, perchè quello che amo raccontare non è soltanto il succedersi degli eventi, ma il percorso psicologico che accompagna i protagonisti. In tal modo il processo di scrittura diventa anche un percorso interiore e di nuova comprensione della vita.

Negli ultimi anni invece ci sono alcuni autori che amo e che mi hanno conquistato con i loro romanzi, ne cito due in particolare, Elena Ferrante con la sua scrittura meravigliosa e i suoi personaggi femminili indimenticabili e Gianrico Carofiglio che mi ha fatto nascere la voglia di cimentarmi con la scrittura del giallo.

E voi, avete dei libri cardine che hanno influenzato la vostra scrittura o il vostro modo di vedere la vita?


giovedì 8 marzo 2018

Dalla parte di lei

Ogni volta che arriva questa giornata mi chiedo se arriveremo mai a un giorno di festa reale, senza statistiche negative da aggiornare ancora una volta.
Ma non voglio ripetere cose già dette, vi lascio con un estratto dal mio romanzo. 
Buona festa della donna a tutte le donne e agli uomini che le amano veramente.

“Un ricordo si insinua nella mente, mia madre sorride. Ha gli occhi chiari, la pelle rosea e mi abbraccia. Sento il suo odore leggero di borotalco con il quale si cospargeva dopo il bagno. Era bella mia madre, tanto bella.
Poi il suo sguardo si rabbuia, mio padre è entrato nella stanza, dice qualcosa, io non capisco, ma lei mi porta nella mia cameretta, mi prega di restare lì, mi dice che tornerà presto e va via chiudendo la porta. Io piango, come intuissi già che non la rivedrò mai più. I ricordi possono ferire come coltelli affilati. E non puoi difenderti scappando.”

Estratto da “Fragile come il silenzio.”
                                    

domenica 4 marzo 2018

Scrivere erotico

Da "Cinquanta sfumature"
C'è un momento nella vita di una donna che ogni decisione è gestita dagli ormoni, un momento che si verifica indipendentemente dall'età, può accadere a quindici anni, a trent'anni, a cinquanta o a sessanta. 
È il momento in cui si scopre il sesso. Le donne, si sa, sono dolcemente complicate, come canta la Mannoia in una famosa canzone, per questo scoprono il sesso in età diverse, a seconda del percorso della propria vita. Di solito è legato all'amore, ma non è sempre così. Nell'adolescenza c'è la fase della scoperta, delle insicurezze, della ricerca di conferme, spesso il sesso è solo un modo per emanciparsi: tutte le mie amiche lo hanno già fatto e io a sedici anni sono ancora vergine! Come è possibile? 
Mi è capitato di ascoltare certi discorsi tra ragazze, nel passato e nel presente. Molte volte si fa sesso per il gusto della scoperta, magari con l'uomo che ci piace un po', ma non del tutto. E non è l'amore della vita, anche se non è detto. 
Poi però arriva il momento in cui la passione arriva davvero e ci travolge. E questo non sempre accade nei tempi giusti, può arrivare a vent'anni, quando non si ha ancora tutto il bagaglio di esperienza che serve per riconoscere il vero amore e, magari, si fanno errori, non si da la dovuta importanza alla storia, salvo poi rimpiangerla tutta la vita. Oppure può arrivare a quarant'anni quando si ha già una famiglia e allora è una tragedia perché bisogna fare delle scelte molto difficili, salvo rinunciare e decidere di vivere senza passione. 
Tutta questa premessa dove vuole arrivare? Sto cercando di spiegarmi il grande successo del genere erotico. Mi è capitato di leggere qualche romanzo e mi sono resa conto che dopo un po' mi annoio, mentre una volta questi romanzi mi piacevano molto. Parlavano a quella parte di me che non c'era ancora, quella parte di me che anelava una grande passione, un travolgimento dei sensi totale e il romanzo mi dava la possibilità di appagare quel desiderio che non trovavo nella vita reale. 
Poi nella mia vita è arrivata la passione vera e ho smesso di leggerla per poterla vivere. 
Ma torniamo alla scrittura erotica, ovviamente in questi romanzi lui è bello, ricco, pieno di fascino, e la donna, anche lei bellissima anche se parecchio sprovveduta, si lascia felicemente sedurre, bistrattare e picchiare. 
E ovviamente, alla fine di una serie di incontri erotici ad alto tasso di equilibrismo, finiscono per amarsi alla follia, si sposano e vivono per sempre felici e contenti, come nelle migliori favole.
In fondo va bene così, i romanzi sono fatti per sognare e, tutto sommato, sarebbe difficile sognare se lui fosse un rospo e povero in canna. Oppure no, lui può anche essere povero in canna ma deve essere almeno bellissimo, altrimenti che sogno è? Vabbè c'è anche il sogno in cui il rospo con un bacio  diventa un bellissimo principe, è sempre una variante del romanzo.
Da "Cinquanta sfumature"
Avevo iniziato a scrivere questo post diverso tempo fa, seguendo l'onda dei miei pensieri, indecisa se pubblicarlo o meno, poi mi sono imbattuta in un articolo sull'importanza delle fantasie sessuali sul numero sette di Donna Moderna e ho pensato: "Guarda un po', ne parlano anche qui".
Secondo l'articolo ci sono fior di studi di uno psicologo americano Michael Bader, psicologo e psicoanalista di San Francisco da oltre 30 anni che spiega in un libro, intitolato "Eccitazione. La logica segreta delle fantasie sessuali", come l'eccitazione sia strettamente connessa al senso di sicurezza, più ci sentiamo al sicuro più ci liberiamo e liberiamo le nostre fantasie. Queste fantasie agiscono come delle terapie ed è importante trovare qualcuno che possa immaginare degli scenari complementari ai nostri, in tal modo si realizza una "chimica" speciale, una irresistibile attrazione perché le fantasie dell'altro corrispondono magicamente alle nostre. Possiamo chiamarla "corrispondenza di amorosi sensi" oppure magia, alchimia dell'inconscio, quello che più ci aggrada. 
Così ci lasciamo conquistare da storie come le cinquanta sfumature, di grigio, di nero e di rosso, perché quella chimica sessuale è presente in quelle pagine e ci fa sognare, ma a distanza di sicurezza. In fondo chi rischia è la nostra eroina del romanzo che incontra un giovane, bellissimo, ricchissimo milionario con esigenze erotiche molto particolari (insomma, qualche difetto deve pure averlo) e si lascia trascinare nel vortice della passione. 
Ma tutto questo discorso dove va a finire? A niente, io non so scrivere erotico, le mie scene sono al limite appassionate e ho molta ammirazione per chi riesce a scrivere bene un romanzo erotico, anche se potrei leggerne uno ogni tanto, ma non una serie continua. 
In fondo è piacevole lasciarsi trasportare dalle fantasie e se un romanzo ci aiuta scoprire meglio una parte di noi o semplicemente ci lascia viaggiare in territori inesplorati che male c'è?

Il potere della scrittura è anche questo, cosa ne pensate?