sabato 18 novembre 2023

Volere è potere?

 

Sii selettivo nelle tue battaglie. A volte è meglio avere pace che avere ragione.

Quante volte abbiamo sentito questa frase? Volere è potere. Con la volontà arrivi dappertutto. Pensa positivo. Insegui il tuo sogno con perseveranza. È vero, senza forza di volontà riesci a fare poco, ma non basta solo la forza di volontà. Io sono arrivata a questa conclusione da parecchio tempo, ma era un pensiero che esternavo poco. L’ho toccato con mano nel mio lavoro e nella mia vita personale. Nel lavoro ho lavorato tantissimo per realizzare un’organizzazione efficiente di alcuni servizi, magari me lo chiedevano i grandi capi per rifilarmi un incarico ciofeca che nessuno voleva, non mi sono mai tirata indietro, ma quando raggiungevo l’obiettivo per cui forse potevo raccogliere i frutti del mio lavoro (per esempio una promozione o semplicemente lavorare con più tranquillità) cambiava qualcosa, una legge nuova, nuove esigenze oppure la nuova governarce che riorganizzava gli uffici. É successo diverse volte che quello che avevo realizzato con sudore e sangue venisse smantellato in nome della ennesima riorganizzazione. Negli ultimi 15 anni la mia carriera è rimasta ferma, ma non voglio lamentarmi perché ho una buona posizione, ma mi si chiede sempre di più, ma non solo a me, a tutti i colleghi in generale, solo che io per il mio ruolo di responsabile sono quella su cui grava tutta l’organizzazione e la fatica. Per stare dietro a tutto ormai non faccio più la pausa pranzo, mangio un panino davanti al pc e, sotto scadenze particolari, lavoro nel week end. Insomma la volontà di “fare” non basta, ci sono altri scogli: gli altri, le decisioni che non dipendono da noi, la sfortuna, tipo trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato, o semplicemente, la nostra stanchezza che, a un certo punto, ci fa mollare il colpo e dire “chi se ne frega, vada come vada”. Il lavoro è solo un esempio, anche nella vita privata, non é bastata la mia volontà per raggiungere certi obiettivi, certe volte ne ho raggiunti altri che non cercavo, ma quelli a cui tenevo di più sono rimasti incompiuti. Ma è la vita no? A volte bisogna accontentarsi e godere del buono che si ha, perché a ben guardare del buono c’è.

E quindi “Volere non sempre è potere”, soprattutto quando questa frase ci viene detta per costringerci a dare sempre il massimo, in questa società che ci vuole sempre connessi e al top. Ebbene, anche no. C’è stata una pandemia, c’è la guerra in Ucraina, c’è una nuova guerra in medio oriente e chissà tutto questo dove ci porterà, c’è la crisi climatica e la crisi economica, quindi forse è ora di accogliere la nostra fragilità accettandola in modo da vivere meglio.

Così mentre nella mia mente, da tempo, si faceva strada questa consapevolezza ho letto un articolo intitolato “Elogio del passo indietro” di Isabella Fava (DM n. 19 del 4/5/23). In questo articolo si invita a riscoprire la mitezza per affrontare meglio le tempeste della vita, quello che prima era considerato un atteggiamento negativo, non da vincente, diventa un punto di forza che ci consente di sfuggire alla fretta, alle decisioni improvvisate e alla smania di potere e di voler essere sempre i primi. Ci invita alla meditazione, alla ricerca di quello che avviene nella vita interiore nostra e degli altri, ad accogliere le nostre fragilità come espressione di sensibilità e di delicatezza. Un invito a cambiare il passo per essere quello che siamo. “Essere positivi a tutti i costi” non ci aiuta a vivere bene, anzi questa positività diventa una positività tossica. “Volere é potere” è una grande bugia, è la negazione della realtà, perché abbiamo dei limiti e accettarlo può consentire un’esistenza migliore, perché gli slogan che ci vogliono sempre al massimo, a dimostrare di essere i più bravi, in forma, belli pimpanti ed efficienti ci portano al manicomio, ci fanno vivere con una sensazione di inadeguatezza e di malessere. Alleluia, era ora che qualcuno se ne accorgesse, ci voleva la pandemia seguita da un paio di guerre per capirlo. 

Nell’articolo sono citati alcuni libri sull’argomento: Mitezza dello psichiatra Eugenio Borgna, la disciplina dell’imperfezione dello psicologo Giulio costa, Positività tossica - sottotitolo “come liberarsi dalla dittatura del pensiero positivo riconoscere le proprie emozioni e stare meglio” - di Whitney Goodman.

Quindi smettiamola di correre, di vivere senza fermarci mai e senza ascoltare la voce del cuore. La mitezza la gentilezza la tenerezza la timidezza e la delicatezza ci consentono di vivere una vita più serena non divorata dalla conflittualità e dall’aggressività ecco il senso del fare un passo indietro. (Eugenio Borgna). 

Comunque questo non è un invito a buttare la forza di volontà nel cestino della spazzatura, ma semplicemente ad accettare i propri limiti, a non incaponirsi nel raggiungimento di obiettivi irraggiungibili quando tutto questo ci fa soffrire e ci porta alla disperazione. Parlo per la mia esperienza, a volte mi sono imposta grandi sofferenze per obiettivi per cui non valeva la pena incaponirsi, ma io continuavo imperterrita a combattere contro i mulini a vento, quando ho acquisito la consapevolezza di questo e mi sono arresa, sono stata meglio e ho ricominciato a vivere. 

La volontà può fare molto, ma non è tutto e non tutto dipende da noi, a volte è meglio avere pace che avere ragione

Quest’ultima frase sulla pace e sulla ragione mi piace moltissimo, vale per ogni situazione, anche per questi tempi terribili funestati dalle guerre. Soprattutto, però, cerchiamo di capire quali sono i nostri sogni, sono davvero nostri o imposti dall’idea che gli altri hanno di noi? È bene farci anche questa domanda ogni tanto. Succede più spesso di quanto non si creda di voler corrispondere all’idea che qualcun altro ha di noi, può essere un familiare, il padre, la madre, un gruppo di amici o la società in cui viviamo, finché si raggiunge la consapevolezza di voler semplicemente essere se stessi e si capisce che quello che stiamo perseguendo è solo il sogno di qualcun altro. Invece, se il sogno è davvero nostro, combattiamo con tenacia per raggiungerlo ma se, nonostante tutti i nostri sforzi, non dovessimo realizzarlo, beh, forse è il caso di arrendersi e cominciare a vivere anche al di fuori di quel sogno. Che c’è tanta vita ancora da vivere. Potremmo anche accorgerci che quello che abbiamo vicino a noi é tutto quello di cui abbiamo bisogno e che ci rende non dico felici, ma almeno sereni (che poi la serenità può essere un dono prezioso da non sottovalutare). 

E voi cosa ne pensate? Volere è sempre potere o rivendicate il diritto di fallire felicemente e senza sensi di colpa? 

Fonti immagini: Pixabay 

mercoledì 1 novembre 2023

Leggere è un lusso

 

Leggendo non cerchiamo idee nuove, ma pensieri già da noi pensati, che acquistano sulla pagina un suggello di conferma. Ci colpiscono degli altri le parole che risuonano in una zona già nostra - che già viviamo - e facendola vibrare ci permettono di cogliere nuovi spunti dentro di noi. Cesare Pavese.



Gli editori si lamentano del calo dei lettori, nessuno legge più eppure, probabilmente, c’è da farsi delle altre domande, perché forse il nocciolo della questione non è nella mancanza di lettori ma nel contorno. Esaminiamo un po’ le motivazioni che stanno alla base del lettore, di solito chi legge lo fa per diversi motivi, per evadere e avere un momento di svago in solitudine, per sognare una storia d’amore oppure farsi travolgere e intrigare da un giallo, chi legge per informarsi e imparare qualcosa di nuovo al di fuori dei canali ordinari come scuola o università, per il semplice gusto di imparare senza essere giudicati sulla propria preparazione. 

I libri soddisfano il nostro bisogno di immaginazione, ci portano altrove. 

Ho elencato le motivazioni principali che, a fasi alterne, ho avuto io negli anni di lettura pura e intendo con “lettura pura” quella che facevo quando non scrivevo. Questo perché quando scrivi cambia la prospettiva, leggi non più solo per i motivi esposti ma anche per “studiare” le modalità di scrittura, farsi un’idea consapevole di un autore di successo con l’illusione di poterne carpire i segreti, insomma cose così. 

Torniamo al libro e alle sue vicende. Il fatto che la lettura sia un lusso è un pensiero che mi ha sfiorato la mente più volte in questi ultimi mesi, poi c’è anche qualche blogger che fa delle riflessioni interessanti sulla natura del libro come in questo  Post  di Marco Freccero e così ti viene voglia di tornarci sopra. 

Quali sono i lussi della lettura

Tempo: per leggere serve tempo, questo elemento, diventato nel corso degli anni sempre più raro, è molto importante perché quando hai una giornata piena di impegni che sia di lavoro, familiari, e di altro arrivi a sera che l’unica energia che ti rimane è quella di crollare e, talvolta, se ti impegni e apri un libro prima di dormire, ti fermi alla prima pagina per piombare nel mondo di Morfeo. A questo si aggiunge il fatto che il limite tra tempo libero e tempo lavorativo si è sempre più andato restringendo per colpa di questo pazzo mondo che ti vuole sempre connesso, efficiente e pimpante, io non abbocco e fuori dagli orari resto sconnessa ma sembro io quella strana.

Serenità mentale: può capitare di avere tempo, ma non la serenità sufficiente per dedicarsi alla lettura. Mi è successo in alcuni periodi della vita, quando avevo dei “pensieri” più assillanti di altri che mi occupavano la mente, per questo non avevo la piena serenità per dedicarmi a leggere libri. Leggere in fondo è uno stato di grazia che non sempre c’è. 

Prezzo: io leggo prevalentemente eBook per motivi vari, non occupano spazio e mi trovo meglio come modalità di lettura perché ho tutti i libri che voglio leggere sempre con me e ciò mi agevola nella lettura anche prima di dormire, inoltre gli eBook costano meno o meglio dovrei dire “costavano meno” perché negli ultimi tempi gli eBook di autori più famosi arrivano a costare anche 12 o 13 euro per non parlare di alcuni autori come Ken Follet il cui eBook costa ben 16 euro. Io ho sempre comprato eBook fino a 10 euro oltre mi sembra esagerato, per principio se un eBook costa più di dieci euro non lo compro e magari aspetto le offerte, è con le offerte che ho letto molti romanzi di Donato Carrisi o di Ilaria Tuti. Purtroppo però alcune case editrici non fanno quasi mai delle promozioni, così ho quasi smesso di leggere autori che amavo come Maurizio De Giovanni ed Elena Ferrante. Tuttavia nella ricerca di prezzi più abbordabili ho scoperto autori meno famosi ma molto bravi, tanto che ho letto quasi di seguito tutti i loro romanzi; una di questi é Grazia Verasani (con prezzi degli ebook che non vanno mai oltre gli otto euro) di cui ho letto tutta la serie sull’ investigatrice Giorgia Cantini, pubblicata da Marsilio editore, da cui è stata tratta anche una serie tv. É un’autrice che scrive davvero bene e che mi piace molto, tanto che esauriti i libri della serie sto pensando di leggere anche gli altri suoi romanzi. 

Ci sono però delle soluzioni per chi vuole leggere risparmiando.

Prestito bibliotecario: ovviamente prendere i libri cartacei in prestito in biblioteca é un ottimo modo per leggere senza spendere soldi, per chi non ha le mie fisse con gli eBook va benissimo. Per anni ho letto moltissimi libri tramite la biblioteca comunale del mio paesello, ai tempi in cui il libro era solo di carta. Mi piaceva anche scoprire le annotazioni a matita di qualche lettore che li aveva letti prima di me, era come sbirciare nelle vite degli altri. Tra l’altro oggi le biblioteche si sono modernizzate e presentano una vasta scelta anche di libri molto recenti. 

Scaricare ebook gratuitamente: a volte me ne dimentico, ma spesso ci sono degli eBook interessanti da scaricare, bisogna però fare una piccola cernita tra quelli disponibili, ma se volete andare sul sicuro potete puntare sui classici, spesso sono gratis, su Apple per esempio ho trovato dei racconti di Dostoevsky, Canne al vento di Grazia Deledda letto anni fa che vorrei rileggere e tempo fa avevo scaricato e riletto La coscienza di Zeno di Italo Svevo. I classici in eBook - anche quando non sono gratis - possono comunque costare molto poco, talvolta meno di un euro. Infine per chi è abbonato ad Amazon prime, come me, c’è la possibilità di scaricare gratis diversi eBook, anche se in realtà si tratta di un prestito come quello delle biblioteche, c’è un numero di eBook oltre il quale non si può andare, per prendere nuovi eBook in prestito occorre restituirne qualcuno. Con Prime ho letto diversi romanzi e ho scoperto anche bravi autori che prima ho letto con questa formula gratuita e poi ho continuato a leggere comprandoli, sono autori meno noti con prezzi eBook moderati tra i 3 e i 6 euro.

In questi giorni mi piacerebbe rileggere Pavese, poi però mi accorgo che ci sono ancora tanti libri che vorrei leggere, per esempio qualcosa di Calvino oppure Baricco. Poi ci sono alcuni classici che mi dico: “devi assolutamente leggerli” ma poi c’è il tempo, il primo lusso che non ho, quindi pazienza lo farò se potrò, in fondo la lettura possiede in sé un altro fantastico lusso, é libera. 

E voi cosa ne pensate, come vivete la lettura?


Fonti immagini: la foto è mia, è una sala della bellissima Biblioteca universitaria di Bologna