martedì 19 dicembre 2017

Auguri

                                   

È stato un anno difficile, pieno di cambiamenti e di angoscia e ambasce...però ora, proprio mentre scrivo, sto mettendo un punto al mio anno lavorativo, mi concedo tre giorni di stacco tra Natale e capodanno (giorni che ho faticato a ottenere e sono rimasta sospesa fino alla fine) e quindi cercherò di riposarmi, evviva. 
Sotto altri aspetti è stato anche un anno di piccole soddisfazioni, sono usciti due miei libri: quello con la Butterfly Edizioni e quello "giallo" in autoproduzione, entrambi, a loro modo, mi hanno regalato intense emozioni. Ci sono state anche due presentazioni una a Milano e una a Firenze e, libri a parte, sono state belle esperienze anche per le relazioni amichevoli che si sono create. Un mio racconto "felino" è entrato a far parte di una antologia solidale e anche questa è una bella cosa. Ho letto molto, ben 38 libri anche se non sono riuscita a leggere Saramago, come mi ero ripromessa ma l'anno non è ancora finito, chissà.
Bando alle ciance! Cari amici vi auguro buon natale e soprattutto buon anno nuovo, perché Natale è un giorno solo ma l'anno è composto da 365 giorni...
Auguri.
                                      


domenica 17 dicembre 2017

Cronaca di un giorno speciale

 
Firenze  - La Fortezza
Vi racconto questo giorno finché ho ancora tutte le sensazioni vive dentro di me.
Prendo il treno da Bologna alle 14.30 circa e arrivo a Firenze alle 15.00, pensavo di fare una passeggiata e di arrivare a piedi alla libreria ma piove e, non conoscendo bene l'ubicazione della libreria, decido di prendere un taxi, così arrivo alle 15.30 circa, è troppo presto e decido di fare un giro nei dintorni di venti minuti per guardarmi attorno. 
La libreria si trova in un posto molto particolare, è via delle vecchie carceri, il titolare della libreria LiberPop ci spiegherà la storia di quel luogo, le vecchie carceri sono state ristrutturate dal comune e trasformate in case popolari, quell'edificio è stato anche un convento di clausura per alcuni anni. Oggi è un luogo dall'atmosfera suggestiva, la foto sopra spero renda l'idea. 

                                                                         
                          
     

Dopo il mio giro perlustrativo mi trovo davanti a un bar chiamato "Caffè letterario" e dato il nome in tema mi fermo subito, prendo un caffè e intanto leggo un eBook sul cellulare, poi quando sto per andare in libreria incrocio Stefania Romito, consulente letteraria del CENTRO LEONARDO DA VINCI di Milano che si è fermata anche lei al bar e così ci rechiamo insieme alla Libreria Nardini Bookstore - LiberPop.
                                                                          
       
Tutto è pronto per la nostra presentazione, ma siccome abbiamo ancora un po' di tempo approfittiamo per chiacchierare con Ennio Bazzoni, il titolare della libreria, che ci parla del suo amore per i libri, della storia di quel posto magnifico e dell'impegno e della passione che comporta la gestione di una libreria.
Ed eccoci alla presentazione, quando arrivano i clienti della libreria io mi rendo conto che tra poco dovrò parlare e ricomincio a sentire l'ansia addosso, anche se la presenza di Stefania mi tranquillizza. 
Poi comincia l'intervista da parte di Stefania, io ho la voce che mi trema. Nonostante mi sia riletta, più volte in questi mesi, la nostra intervista, mi sembra di avere la mente vuota poi però mi riprendo e comincio a parlare con più sicurezza. Alla fine il pubblico interviene con diverse domande ed è proprio bello poter parlare dei miei personaggi, del processo che accompagna la mia scrittura, della passione che mi fa andare avanti nonostante la mancanza di tempo e la fatica.
Vi lascio con il video registrato dal marito di Stefania e che lei ha poi ha sapientemente mixato e sfumato. Anche se non c'è tutta la serata vi rende l'idea.



Vorrei ringraziare Stefania Romito, Ennio Bazzoni e tutti coloro che hanno partecipato alla mia presentazione. 


venerdì 15 dicembre 2017

Presentazione a Firenze

                                                     
Se abitate a Firenze oppure se passate da quelle parti oggi, venerdì 15 dicembre, alle 17 e 30, alla libreria LiberPop via delle vecchie carceri, presento il mio libro Fragile come il silenzio. Questa presentazione doveva essere fatta lo scorso settembre assieme a un altro autore, poi è stata rimandata perché l'altro autore si è ammalato. Questa nuova presentazione prevede solo la mia presenza ed è concomitante con un evento della libreria abbinata agli auguri di Natale. Non mi dilungo oltre, sono piuttosto emozionata all'idea e mi prende anche una certa ansia, spero che vada tutto bene e che vi possa raccontare tutto al più presto, se l'evento non viene rimandato di nuovo, se non dirottano il treno, se non perdo la voce e le parole, se...

domenica 10 dicembre 2017

Racconto di Natale

Un amico conosce la melodia del nostro cuore e la canta quando ne dimentichiamo le parole. C.S. Lewis

I MIGLIORI ANNI DELLA NOSTRA VITA

racconto di Giulia Mancini



-    Ma perché non facciamo una bella vacanza tra donne per Natale?

Sono a casa mia con Agnese, la mia amica di sempre, la conosco dai tempi del liceo. Stiamo prendendo un tè, è un sabato pomeriggio di un malinconico autunno. Lei mi sembra particolarmente affranta negli ultimi tempi. Mi butta lì questa proposta con l’aria di chi ha seguito solo l’istinto e non ci ha pensato troppo.

-    Una vacanza, bellissima idea, ma riesci a spostarti per Natale? E la tua famiglia? Come fai? E poi, dove andiamo?

Agnese sembra pensarci un po’ e poi propone:

-   Andiamo in Toscana a fare un giro per i borghi medioevali e magari ci fermiamo in un albergo con la SPA.

-   Per Natale?

-   Proprio per Natale mi è impossibile, ma nel lungo week end dell’Immacolata?

La osservo, gli anni su di lei sono passati come una scure impietosa, i capelli, una volta di un brillante color miele, adesso sono secchi e opachi. Gli occhi sempre cerchiati da occhiaie, le rughe tracciano dei solchi profondi intorno alle labbra che troppo poco si stirano in un sorriso.

A vent’anni era bellissima, quando camminava per strada nessun uomo poteva fare a meno di voltarsi a guardarla. Io ero sempre indispettita da quella situazione, tutte le volte che eravamo insieme diventavo trasparente.  Mi sentivo sempre il brutto anatroccolo. È strana la vita, a vent’anni di distanza io sembro quella di sempre, non bellissima, forse graziosa, ma il mio viso e il mio fisico sembrano rimasti uguali, forse qualche leggera ruga di espressione, ma niente di più. Tutti mi dicono che non dimostro i miei quarant’anni, ma molti meno. Come è possibile? Cosa fanno gli anni alla nostra vita?

Per fortuna l’amicizia che ci ha sempre legato è rimasta immutata. Malgrado tutto, senza rughe.

-   Ti farebbe bene una vacanza Agnese, hai l’aria stanca.

E farebbe bene anche a me. Penso. Negli ultimi tempi non faccio altro che lavorare, mio marito fa lo stesso e nel fine settimana finiamo per andare a mangiar fuori e poi dormire sul divano. Vorrei fare qualcosa di diverso, anche senza di lui. A volte mi chiedo se il nostro matrimonio ha ancora senso, senza quei figli che non sono arrivati nonostante i nostri disperati tentativi. Poi quando lo guardo, capisco che non potrei stare con nessun altro. Siamo in perfetta simbiosi e ci amiamo. Di quell’amore pacato che non brucia più, ma tiene al caldo e fa sentire al sicuro.

Agnese annuisce.

-   È così, te l’ho proposto proprio per questo. Negli ultimi tempi i problemi familiari hanno preso troppo il sopravvento su di me. Ho fatto da infermiera a papà per un lungo anno finché la malattia non se l’è portato via. E tutto il resto della famiglia ha continuato a gravare sulle mie spalle. Mio marito ha continuato con la solita routine casa – lavoro. I ragazzi con la scuola e le loro attività, sempre lì, attaccati al telefonino. A volte li guardo e mi sembrano alieni, li ho generati io? Mi sento svuotata. Ho bisogno di staccare da tutto.

Le faccio una carezza.

-   Sono adolescenti. Magari eravamo così anche noi. Sentiamo anche Francesca e Marta? Sarebbe bello ritrovarsi noi quattro come una volta, anche solo per pochi giorni.

Mi viene in mente Francesca che, causa fidanzati stronzi e ristrettezze economiche, a 40 anni non si è ancora mai fatta una vacanza decente, l’anno prima tre giorni a Rimini con me le sono sembrati una vacanza strepitosa!

E Marta? Sarà difficile, fa il magistrato e lavora giorno e notte. Non sono sicura che possa chiedere qualche giorno di ferie, però quest’anno l’otto dicembre cade di venerdì, sono tre giorni e magari si può attaccare il lunedì.
Gli amici sono parenti che vi scegliete da soli. E. Deschamps

Per un momento un ricordo mi attraversa la mente. Noi quattro davanti alla statua del Nettuno, il nostro solito punto di ritrovo nel centro di Bologna.

È estate e siamo tutte vestite con pinocchietti bianchi o di jeans, canottiere provocanti e sandali infradito; abbiamo finito gli esami della sessione estiva dell’università e stiamo per partire per le vacanze, insieme a Formentera. Siamo felici e ci sembra di avere il mondo in mano, ci guardiamo e notando di essere vestite allo stesso modo scoppiamo a ridere divertite. Allora ci sentivamo come le quattro amiche del telefilm “Sex and the city” solo che la city non era New York, ma Bologna.

Rido a quel ricordo e spiego ad Agnese il perché. Lei sorride, ma una piega amara le si dipinge sul volto.

-    Non lo sapevamo di essere felici allora. Non lo sapevamo che quelli erano i migliori anni della nostra vita.

-    Eh no, Agnese. Sei troppo depressa, bisogna agire. La nostra vita non è mica finita. Abbiamo tante cose belle. Tu hai un marito che ti ama e due splendidi ragazzi, forse un po’ egoisti come tutti gli adolescenti, ma proprio per questo ti meriti una vacanza anche da loro. E io…beh anch’io non voglio lamentarmi troppo, ho un marito adorabile, anche se forse troppo pantofolaio negli ultimi tempi e un lavoro che nonostante mi succhi il sangue mi gratifica ancora.

Agnese scoppia a ridere e, all’improvviso, ritrovo quella luce negli occhi che sembrava aver perso.

-    Ti adoro Livia, sai sempre vedere il bicchiere mezzo pieno!

Annuisco e afferro il cellulare, mando un messaggio sul nostro gruppo WhatsApp intitolato “4 amiche al bar”, lo usiamo per organizzare i nostri ritrovi periodici, la tecnologia è servita molto negli ultimi anni per mantenerci in contatto.

“Ragazze, io e Agnese abbiamo pensato di andare via, noi quattro, per il ponte dell’immacolata, meta una SPA in Toscana con tour enogastronomico. Se prenotiamo subito, magari troviamo dei prezzi super economici. Cosa ne dite?”.

Dopo pochi secondi arriva la risposta di Francesca “Magari! Io ci sto, vi do carta bianca”.

Marta non risponde subito, ma dopo dieci minuti arriva anche la sua risposta.

“Questa è telepatia, stavo pensando che avrei proprio bisogno di una breve vacanza. Il ponte è il momento ideale!”

Sorrido soddisfatta.

-    Agnese organizzo tutto io, cerco sui siti un albergo con centro benessere e poi vi aggiorno attraverso WhatsApp. Provo prima in provincia di Siena, ma andrà bene anche da qualche altra parte in Toscana, l’importante è stare insieme.

È strano, ma già l’idea di partire con loro mi fa scoppiare il cuore di entusiasmo. Ripenso a noi quattro e alle vicende della nostra vita che hanno avuto percorsi differenti e a tratti molto difficili, ma non ci siamo mai perse. Anche questa capacità è una ricchezza.

-    Siamo fortunate. Non è da tutti mantenere le amicizie dei vent’anni. Trovo che sia una cosa bellissima – esclamo.

Agnese sembra riflettere, la vedo sorridere, finalmente di un sorriso pieno, le rughe intorno agli occhi sembrano distendersi e una nuova luce rende il suo viso più radioso. Ritrovo la mia amica e la sua antica bellezza.

Questo è il mio racconto di Natale e, a proposito di Natale, approfitto per segnalarvi che è on line in ebook e cartaceo la terza antologia solidale degli amici di Buck, L'amore non crolla, i ricavi saranno devoluti a favore delle popolazioni colpite dal terremoto. Questo è il link di Amazon

Terza antologia solidale

domenica 3 dicembre 2017

I miei viaggi degli anni novanta

Negli anni novanta ho fatto molti viaggi, un po' perché avevo finalmente conquistato una certa indipendenza economica e potevo permettermi di spendere soldi in attività, altrimenti considerate futili e non indispensabili, un po' perché ho trovato anche la compagnia giusta per viaggiare, prima gli amici poi il fidanzato/marito. 
Il viaggio è una dimensione particolare che predispone al dialogo e agli incontri. Almeno per me è così, talvolta nei viaggi ho conosciuto persone con cui ho condiviso moltissimo e di alcuni è rimasto un ricordo indelebile.
Conoscere realtà diverse dalla propria città e dalla propria nazione porta un'apertura mentale che non avrei mai acquisito se non avessi viaggiato, più lontano andavo più tornavo cambiata e probabilemnte migliorata, almeno credo.

1990 vacanza alle Eolie
Stromboli
Vi ho già parlato della vacanza alle Eolie, ma non vi ho detto che Stromboli è l'isola che più mi ha affascinato con la sua sciara del fuoco, la sua sabbia nera e il suo aspetto selvaggio.
Il viaggio in Sicilia del 1990 ha portato molte cose, amici con cui siamo rimasti legati nonostante il passare degli anni e nonostante le mancate frequentazioni per lungo tempo. Una visione della Sicilia dal suo interno della sua gente, dei suoi ritmi e delle sue bellezze. 

1991 la scoperta del Salento 
Duomo di Lecce
l mare del Salento è stupendo, ma di quella vacanza voglio ricordare anche la facciata magnifica in stile romanico del duomo di Lecce che visitammo l'ultimo giorno prima di rientrare a casa. 

1992 Isole Tremiti 
Isole Tremiti

È strano ma pur essendo pugliese non avevo mai visitato le isole Tremiti e nel 1992 colmai questa lacuna andandoci in vacanza. Piccoli gioielli del mediterraneo. 

1993 Cefalonia 
Cefalonia
Visitai la Grecia per la prima volta nel 1987 e mi rimase nel cuore. Nel 1993 ci tornai in vacanza con grande gioia. Nella foto vi propongo Myrtos, una delle spiagge più belle di Cefalonia. Che dire, tra spiagge con la sabbia bianca, il colore azzurro intenso del mare, i souvlaki, la feta, i profumi, la Grecia vale sempre la pena andarci, anche per i greci che trovo molto accoglienti e vicini al nostro modo di essere.

1994 Thailandia e Tunisia 
Ballerina thai

Gerba

Nel 1994 riuscii a fare ben due viaggi, oggi sarebbe difficilissimo, soprattutto avere le ferie, ma anche i soldi da spendere. A maggio andammo in Thainlandia con due tappe: Bangkok e l'isola di Ko Samui. 
Era la prima volta che visitavo un mondo così totalmente diverso dal nostro, diverso per clima, usi e costumi, religione, lingua e tanto altro. Quando uscii dall'aeroporto mi sembrò di essere entrata in un forno, eravamo all'aria aperta ma io ebbi la sensazione di trovarmi in un luogo chiuso molto surriscaldato, era semplicemente il clima tropicale, tra l'altro maggio coincide con la stagione più calda (da marzo a maggio) subito dopo arriva la stagione delle piogge (fino a ottobre) e una stagione più fresca da novembre a febbraio. Noi eravamo al limite con il periodo giusto. Bangkok è una città piena di estremi, puoi trovarti di fronte palazzi sontuosi di fianco a baracche, però tutto era incredibilmente colorato. E poi c'erano i templi buddisti, meravigliosi. Ko Samui invece, essendo un'isola, presentava un clima più sopportabile mitigato dal mare e la natura aveva dei colori incredibili, una vegetazione rigogliosa, un mare e cielo azzurrissimi, tantissima gente sorridente, del resto eravamo nella terra del sorriso. A parte la prima foto scattata da me della ballerina thai, vi lascio delle foto reperite sul web per darvi un'idea di quello che racconto.
il mercato galleggiante
Bangkok 
Il Budda D'oro
Templi
Il Budda sdraiato

In agosto dello stesso anno andammo a Gerba in Tunisia, fu la scoperta di un mondo arabo lussureggiante e accogliente. Non c'era ancora l'angoscia del terrorismo e rimasi affascinata dalla gentilezza e dalla bellezza fisica del popolo tunisino. Di quella vacanza ho un ricordo che mi brucia ancora adesso: un bambino di dieci anni ci accompagnò a visitare una specie di villaggio dove c'erano dei reperti archeologici, non ricordo assolutamente che luogo fosse, era un luogo da visitare in una delle escursioni che si potevano fare fuori dal villaggio turistico, diedi al bambino cinque dollari americani di mancia, lui chiese se gliene davo dieci, io risposi di no perché avevo già distribuito mance varie. Non so perché, ma mi pento ancora adesso, per me cinque dollari in più non cambiavano nulla. 

1995 Isole Cicladi 
Santorini
Nel 1995 passai quasi un intero mese di agosto nelle Cicladi tra l'isola di Santorini e l'isola di Naxos, entrambe bellissime. Quell'anno l'estate in Italia fu piuttosto fredda e piovosa, ma noi in Grecia non ce ne accorgemmo.

1996 Calabria 
Parco della Sila



Il 1996 è stato un anno molto difficile, a gennaio è morta mia madre all'improvviso, e sono crollate molte mie certezze e la vita mi è apparsa subito più fragile. Io avevo trent'anni e lei, quando è andata via, settanta, e avrei voluto averla ancora con me per qualche altro anno, ma la vita non la decidiamo noi. Non avevo molta voglia di viaggiare quell'anno, ma non potevo decidere anche per mio marito  così, in estate, andammo in Calabria a Tropea, un mare meraviglioso, ma a parte il mare mi lasciò un ricordo indelebile la Sila, un vero gioiello naturalistico 

1997 New York e le capitali europee 
A Giugno del 1997 visitammo New York, girammo in lungo e in largo per Manhattan e Brooklyn per una settimana e scoprimmo una città spettacolare, intensa, piena di energia e di emozioni. Una città piena di musei (impossibile vederli tutti, salvo fermarsi un mese) per tutti i gusti, arte moderna, medievale, di storia naturale, il Metropolitan. E poi lo skyline, Battery park, la statua della libertà, i grattacieli. 
Visitammo anche Le Twin Tower, enormi, maestose e incredibili. Come é incredibile il fatto che siano crollate perchè quelle torri non erano due grattacieli ma due quartieri interi. 
Le torri gemelle
Dopo New York, in agosto visitammo alcune capitali europee ricordo in particolare Parigi e Praga.
Per me la più bella è Praga di cui vi propongo la foto del Ponte Carlo
Ponte Carlo

1998 L'America e i suoi parchi
Allora non c'erano ancora le foto digitali e le foto scattate non rendono la bellezza dei posti che ho visto, per questo ho inserito delle foto trovate in rete per dare un assaggio dei colori del gran Canyon e della maestosità dei parchi naturali americani, tutto, ma proprio tutto, in America è più grande, intendendo proprio come dimensioni: le strade, i parchi, le montagne, i deserti, gli hotel, le meraviglie, gli animali. Visitare i parchi americani è un'esperienza davvero unica, perchè la natura in america è maestosa, grande, meravigliosa. Partimmo da Los Angeles e rientrammo da San Francisco attraverso canyon, deserti, città e autostrade enormi con la sensazione di far parte di un film.


Grand Canyon National Park

Death Valley


Monument Valley

San Francisco

1999 Santo Domingo 
Le foto che vi propongo le ho scattate io in un giorno di fuga dal villaggio turistico. Contro il parere di tutti coloro che ci dicevano che era pericoloso noleggiare un'auto per proprio conto e andare in giro da soli fuori dal villaggio, io e mio marito con un'altra coppia prendemmo un auto a nolo e girammo tutto il giorno per percorsi non battuti dai tour turistici, ma frequentati dai locali. Fu una bellissima esperienza, facemmo il bagno e prendemmo il sole con un pescatore e i suoi bambini, ci ritrovammo spettatori e quasi partecipanti a un matrimonio: entrammo in un bar all'aperto per ordinare da bere e c'era una festa di matrimonio, gli sposi ci fecero portare un bicchiere per brindare con loro. Sembrava una scena di quei film di Salvatores, noi quattro eravamo i soli bianchi in mezzo a una cinquantina di invitati degli sposi. 
Queste due foto scattate secondo me danno il senso del popolo dominicano.

Bambini di Santo Domingo
Un anziano sulla porta di casa
E siamo arrivati alla fine del decennio anni novanta, l'anno 2000 ci avrebbe portato la fine del mondo, almeno così si diceva allora. Io credo che, anche se il mondo non è finito nel senso letterale del termine, è però finita un'epoca, quella in cui il futuro sembrava roseo e con maggiori certezze.
Già con il 2001, a settembre facevamo i conti con eventi enormi che sconvolsero il mondo e il nostro modo di vedere la vita.



sabato 25 novembre 2017

Fragile

                                             
    
Una strada coincidenza ha fatto sì che il giorno del mio compleanno sia anche il giorno in cui si celebra la giornata mondiale contro la violenza sulle donne, così ho pensato di scrivere questo post. Non amo molto queste giornate celebrative collegate a un problema, preferirei la soluzione reale del problema, con leggi, movimenti culturali efficaci che portino a un'evoluzione concreta e non solo alle solite chiacchiere. Invece le donne continuano a morire per mano di uomini, quasi sempre di uomini che affermano di amarle al punto che non si rassegnano a vivere senza di loro, che le amano al punto che preferiscono bruciarle con l'acido, violentarle, accoltellarle, distruggerle, annientarle, perché il pensiero che queste donne possano continuare la loro vita senza di loro, addirittura essere felici senza di loro, è intollerabile. 

In questi giorni ho ripensato a come è nata l'idea di scrivere Fragile come il silenzio.
Ogni volta che ascoltavo la notizia di un femminicidio ero sommersa da una rabbia enorme, pensavo che avrei voluto punire quell'uomo in modo esemplare, ma chi scrive ha questo magico potere, può far accadere degli eventi trasponendole in un libro. 
E io ho messo quella rabbia nel mio romanzo giallo. Per me è stato un modo per superare lo sconcerto di fronte a queste morti assurde e anche un modo per ricordare alcune vittime. Mi sono ispirata a casi di cronaca che mi hanno colpito più di altri, mi sono immedesimata in chi restava e ho immaginato il dolore che avevano dovuto affrontare e la vita che faticosamente avevano dovuto ricostruire in un modo o nell'altro. Questo percorso ha risvegliato in me anche ricordi lontani, un caso reale che ho vissuto molto da vicino molti anni fa e che avevo quasi dimenticato.

Lei aveva diciasette anni e lui ventuno, si erano appartati fuori dal paese e sono stati aggrediti da una banda di teppisti, tre di loro erano minorenni. Lei è stata violentata e impiccata a un albero, lui è stato ucciso a colpi di pietra e gettato in un pozzo. Questa purtroppo è una storia vera, io conoscevo lei, la incrociavo tutti i giorni all'uscita da scuola, eravamo in due classi diverse perchè lei aveva due anni più di me. Lui lo vedevo quando veniva a prenderla a scuola con lo sguardo innamorato. Non eravamo amici, ma nei piccoli centri ci si conosce un po' tutti e tutti partecipammo affranti e sconvolti al funerale. Nei miei ricordi resta ferma l'immagine dello sguardo di dolore del padre di lei. Non è un caso di violenza sulle donne, per lo meno non è solo questo, è una storia terribile di violenza e di due vite spezzate nel fiore degli anni.
                                                         

La scrittura fa anche questo, fa ritrovare i ricordi sospesi in un anfratto della nostra mente. 
Il titolo è nato pensando alla fragilità di una donna vittima della violenza perchè non riesce a difendersi, alla fragilità dell'animo umano, di chi non riesce a rassegnarsi alla fine di una storia e diventa carnefice, alla fragilità dei momenti di pace associati al silenzio. Chi legge il romanzo può scoprire meglio il significato di questo titolo e l'associazione più precisa agli eventi che racconta. 

Come scrivo nei ringraziamenti questa storia si è delineata lentamente nel corso di un inverno. Dentro di essa ci sono le inquietudini di questa epoca dove si scambia il possesso per amore, ma anche la forza e la determinazione di poter cambiare le cose. E forse le cose si possono cambiare, cambiando la consapevolezza del valore delle persone, cambiando la cultura e il senso del rispetto che ancora manca nei confronti delle donne e dell'umanità in generale. 

Vi lascio con un paio di estratti da Fragile come il silenzio, un pensiero del commissario Sorace 
“Non sapeva spiegarsi perché certi uomini si trasformassero in mostri violenti nei confronti delle donne che affermavano di amare. Per un momento fu sfiorato da un ricordo e un tremito quasi gli tolse il respiro”

E un pensiero di Sara Castelli 
“sempre più donne tormentate, perseguitate e uccise da mariti, fidanzati, spasimanti. Vittime di uomini sempre più violenti. Vittime di qualcosa che gli assassini si ostinano a chiamare “amore” ma che amore non è.”


domenica 19 novembre 2017

Venezia in un giorno di sole

Negli ultimi tempi i ritagli di tempo da dedicare alla scrittura, post compresi, sono ridotti ai minimi termini. Capitano poi quelle settimane in cui oltre a lavorare tutto il giorno sei occupata anche di sera per motivi vari.
Avevo cominciato a scrivere un post che non ho completato e nella giornata di sabato sono stata in gita a Venezia e così vi parlo di questo: Venezia in un giorno di sole di un autunno inoltrato.
E dire che lunedì c'è stata perfino una nevicata imprevista, avevamo quasi temuto di dover rimandare la nostra gita a Venezia, invece è stata una giornata magnifica con una luce spettacolare in una città che non ricordavo così bella.
Dall'alto della Basilica di San Marco
Questa è la veduta della laguna dall'alto della basilica di piazza San Marco, una visione di luce, sole e mare al tramonto, scusate se comincio dalla fine ma questa per me è la foto più bella.
percorso in vaporetto

percorso in vaporetto
Ma torniamo all'inizio della giornata, tralasciando la partenza in treno di buon mattino con arrivo a Venezia alle dieci e trenta circa, dopo un tragitto panoramico in vaporetto approdiamo al palazzo ducale, antico palazzo dei Dogi, un'autentica meraviglia che non avevo mai visitato ed è davvero una magnificenza. 
Scala d'oro
Questa è la Scala d'oro e il nome è dovuto alle ricche decorazioni in stucco bianco e foglia d'oro zecchino della volta.

Uno degli affreschi della Sala delle Quattro Porte

La Sala delle Quattro Porte è caratterizzata da quattro maestosi portali marmorei ed è riccamante decorata e presenta al suo interno opere del Tintoretto, del Tiepolo, di Andrea Vicentino e altri illustri pittori dell'epoca. Fu ristrutturata dopo che un incendio distrusse quest'ala del palazzo nel 1574.  All'interno del palazzo ho potuto ammirare affreschi bellissimi, tra questi diverse opere appartengono al pittore Tiziano Vecellio, un personaggio che ho incontrato nel romanzo storico di Cristina M. Cavaliere Il pittore degli angeli in cui il protagonista è proprio il pittore Tiziano ossessionato dalla figura del giovane Lorenzo chiamato il pittore degli angeli, appunto.
Sala del Maggior Consiglio
La Sala del Maggior consiglio, un salone enorme, bellissimo, pieno di afffreschi meravigliosi, spero che la foto riesca a dare un'idea anche minima della magnificenza di questo posto.

All'interno nelle stanze del Doge c'era anche una interessantissima mostra su Porto Marghera: un pezzo importante di storia italiana sullo sviluppo industriale, sugli enormi errori in tema di inquinamento e di massacro ambientale e sulla difficile consapevolezza che oggi faticosamente si sta acquisendo.
Quello che non ci sarà più  
Non so se si riesce a leggere ma vi riporto parte di quello che c'è scritto:
"Ad ogni modo, quanto a me, sia chiaro: io, ancorchè multinazionale, darei l'intera Montedison per una lucciola."
Così scriveva Pier Paolo Pasolini in un articolo apparso nel 1975 sul Corriere della Sera, da dove lo scrittore e regista lanciava una dura requisitoria contro il modo in cui avveniva lo sviluppo economico e industriale nell'Italia di allora. Prendeva spunto da un fenomeno che investiva le campagne italiane vicino agli impianti industriali. A causa dell'inquinamento stavano scomparendo anche le lucciole.
Oggi quella fase di espansione è tramontata e viviamo in una realtà post-industriale molto più sensibile agli ecosistemi.

E io aggiungo: speriamo sia vero, non solo per Porto Marghera, ma anche per altri luoghi di sviluppo industriale.

I tempi della plastica

I tempi della fibre sintetiche
Ammetto che anche questa parte della visita mi è piaciuta molto.

Vi lascio con una veduta di un canale con l'ultimo sole pomeridiano
Un canale di Venezia

Ho fatto tantissime foto che vi risparmio, perché non vorrei far l'effetto di quelli che al ritorno da una vacanza facevano sorbire agli amici la proiezione interminabile di diapositive sul loro viaggio. 
Avevo visitato Venezia più volte alcuni anni fa, ma ieri mi è apparsa diversa, forse era la compagnia, forse era il sole, forse l'età più consapevole che mi fa apprezzare meglio la bellezza. 

A voi succede mai di rivedere un posto e scoprirlo diverso? 
 

domenica 12 novembre 2017

I miei anni '90

Sono stata nominata dal blog di IVANO LANDI a parlare dei miei anni novanta e con molto piacere mi accingo a esporre una carrellata di ricordi ed emozioni connessi a quegli anni, un decennio piuttosto importante per la mia vita.

Ricordi 
Tra i miei ricordi indelebili degli anni novanta c'è una vacanza a Lipari con un gruppo di amici, era il 1990.
Pur avendo iniziato a lavorare nel 1989 sono riuscita a fare la mia prima vera vacanza soltanto nell'agosto del 1990, quell'anno, grazie a una compagnia di amici molto affiatata, riuscimmo a organizzare una bellissima vacanza a Lipari per due settimane. Eravamo in sedici e trovammo in affitto un complesso di tre appartamenti su una collina dell'isola dalla quale potevi osservare un tramonto spettacolare. In realtà Lipari era la base, ma visitammo anche Salina, Vulcano, Panarea e Stromboli. Non riuscimmo ad andare anche ad Alicudi e Filicudi perché troppo lontane e avremmo avuto bisogno di più giorni di vacanza, ma fu una bellissima esperienza. L'anno successivo feci una vacanza con un altro gruppo di amici nel Salento, altro posto bellissimo. Però la vacanza a Lipari è quella che ricordo con più piacere. Fu una specie di spartitraffico tra il prima e il dopo della mia vita.
Lipari
Serie televisive 
X- Files, la prima serie televisiva di cui sono diventata dipendente...era il 1994 e in una sera qualunque rimasi folgorata dalla prima puntata e poi non me ne persi neanche una (quando non ero in casa registravo la puntata e me la guardavo appena potevo) mi piacevano soprattutto gli episodi che parlavano di eventi strani o soprannaturali, meno quelli che avevano a che fare con gli alieni. Comunque io me li guardavo tutti perché adoravo Fox Mulder, al secolo David Ducovny, come la sua collega Scully ero follemente innamorata di lui, ma non lo davo a vedere... ammetto di aver seguito David anche nella serie Californication ma ho perso molte puntate dato l'orario disumano in cui andava in onda, più o meno mezzanotte
Scully e Mulder


 Film 
1995 due film che amo ricordare:

I laureati di Leonardo Pieraccioni


Viaggi di nozze di Carlo Verdone


Infine un film secondo me delizioso è Pane e tulipani di Silvio Soldini del 1999

Ricordo solo questi tre film italiani tralasciando quelli stranieri, sono rimasti impressi nei miei ricordi e mi piace riguardarli se li danno in tv. Rivedendoli mi tornano in mente alcuni momenti speciali della mia vita.

Musica
I miei anni novanta sono stati dominati dalla musica di Luciano Ligabue, in realtà la passione è seguita anche nei decenni successivi...tuttavia amavo anche altri gruppi e cantanti: I Rem, gli 883, i Litfiba, i Red Hot chili peppers, i Depeche mode, gli U2, Raf e altre passioni musicali più o meno passeggere...

Luciano Ligabue
Fumetti
In quel periodo mi piaceva moltissimo leggere Dylan Don l'indagatore dell'incubo. È stato uno dei pochi fumetti capace di distrarmi da Topolino e Paperino...




Libri 
Negli anni novanta ho letto diversi libri di Andrea De Carlo alcuni sono ancora nella mia libreria, ho fatto una foto per l'occasione, sono gli anni di Jack Frusciante e di Va' dove ti porta il cuore, ma il libro che ha tracciato una traccia indelebile è Passaggio in ombra di Maria Teresa di Lascia, Premio strega 1995 più che meritato secondo me, purtroppo l'autrice è morta prematuramente di cancro a 40 anni, fu fondatrice della Lega Internazionale Nessuno tocchi Caino, si è sempre battuta per la difesa dei diritti umani e ha lasciato alcuni racconti e un romanzo incompiuto. 
I miei libri

C'è però anche un altro libro che ha segnato i miei anni novanta per la storia intensa e passionale che racconta, per il significato che vi ho trovato, perché l'ho riletto a più riprese e l'ho afferrato meglio anche di recente. È un romanzo che parla di uno scandalo, ma anche dell'irresistibile richiamo che spesso le passioni portano con sè, soprattutto quando per una vita si è scelto di non viverle: Il danno di Josephine Hart. Molto bello anche il film tratto dal libro con Jeremy Irons e Juliette Binoche.
Il danno

Giochi
Noi profani del computer, nei primi anni novanta, scoprivamo i giochi digitali.
Io non ero una grande estimatrice dei giochi di ruolo (c'era chi passava ore ed ore sui giochi di ruolo, non ho mai capito perchè) però mi ero appassionata a due giochi molto semplici, il primo si chiamava Frog e si basava su una rana salterina che doveva attraversare prima una strada evitando di farsi travolgere dalle auto e dopo doveva saltare su un tronco d'albero galleggiante per evitare di cadere in acqua. Io non credo di aver mai superato il secondo livello, anche perché dopo un po' mi stancavo e lasciavo perdere
Frog
E poi c'era Tetris un gioco che ipnotizzava, aveva il potere di incollarmi al computer per diverso tempo, solo che dopo aver giocato, se chiudevo gli occhi, continuavo a veder i mattoncini colorati che si incastravano...insomma una piccola tortura, alla fine ho smesso, i giochi al computer hanno avuto scarsa presa su di me per tutto il resto del decennio.
Tetris

E poi c'erano i giochi di società risico, tabù, trivial pursuit. Spesso ci si ritrovava con gli amici in casa, nelle fredde serate d'inverno, per giocare e sfidarci. Era diventato così di moda che in alcune osterie di Bologna c'era l'angolo con questi giochi e si potevano portare al proprio tavolo per giocare pagando una piccola quota in più sul servizio...
Io detestato il Risiko, era un gioco sulle strategie di guerra, piaceva molto agli uomini, chissà come mai...
Risiko

In compenso adoravo il Trivia pursuit, era un gioco che testava le proprie conoscenze nei vari campi: letteratura, storia dell'arte, geografia, storia, spettacolo, scienze e non ricordò che altro. Io primeggiavo nelle domande di letteratura e spettacolo...
Trivial
Mi sembra di aver detto tutto sui miei anni novanta, non ho citato lo shopping, ma non voglio annoiarvi, vi basti sapere che ogni fine settimana compravo molte cose di cui non avevo bisogno, soprattutto vestiti, finchè un giorno aprendo l'armadio mi è venuta la nausea e ho smesso, oggi l'idea di comprare un vestito mi rende insofferente, mi sembra davvero di perdere tempo, compro solo quello che mi serve. La mancanza di tempo e di spazio nell'armadio aiuta.

Penso di scrivere un post a parte sui viaggi che ho fatto perchè quel decennio fu molto importante sotto questo aspetto. 
Intanto, voi cosa mi raccontate dei vostri anni '90?