sabato 23 novembre 2019

L'importanza del dubbio


Lunedì 18 novembre Gianrico Carofiglio era a Bologna a presentare il suo libro "La misura del tempo"
L'ho scoperto praticamente per caso la sera della domenica andando sul profilo Twitter dell'autore, così mi sono organizzata per andarci in tempo, visto che la volta precedente ero rimasta fuori dalla porta.
L'incontro era alle 17.30 presso la Biblioteca Renzi della Cineteca di Bologna, io ho pensato che la Biblioteca Renzi fosse intitolata a Matteo Renzi, nulla di più sbagliato, era in realtà Renzo Renzi.
Chi era costui? Mi sono chiesta, ignorante che non sono altro! Renzo Renzi era un critico cinematografico, se volete maggiori dettagli eccovi il link di Wikipedia Renzo Renzi
Ma torniamo a Gianrico Carofiglio, stavolta ho avuto una premonizione perché l'ho sognato nel week end, insomma forse non è così strano visto che mi sono addormentata leggendo proprio il suo libro (in eBook) La misura del tempo (un bel titolo vero?)
Nel sogno ero a Bari, città dove vive, faceva una presentazione di un libro (non era scontato che fosse quest'ultimo) e facevamo amicizia proprio parlando dei suoi libri. Mi sono svegliata con la sensazione di conoscerlo davvero. Una volta sognavo gli attori ora sogno gli scrittori, vabbè. 
In realtà non avevo dato molto peso al sogno, ma quando ho letto il Twitt ho pensato che fosse proprio capitato a fagiolo visto che potevo andarci agevolmente dopo l'ufficio, nonostante la pioggia battente.
Bene, dopo tutta questa premessa eccoci all'incontro.
Prima di tutto la Biblioteca Renzo Renzi della cineteca di Bologna è davvero bella, con la volta affrescata e una bella atmosfera (per chi non lo sapesse, la cineteca di Bologna è la prima in Europa per il restauro dei film).
Quando arrivo sono le ore 16.50 e sono occupate solo le prime file, io riesco quindi a occupare la sesta o settima fila, non sono vicina ma neanche troppo lontana. Dietro di me arriva una mia collega che mi dice che ha letto il suo romanzo (La versione di Fenoglio) e da allora è una sua fan, io le rispondo che ho letto tutto di Carofiglio, mi mancano i saggi (ma non penso di leggerli). 


La smetto di divagare, finalmente arriva e la sala è ormai gremita con molta gente in piedi lungo le colonne laterali, si vedono dalla foto?
Il moderatore, di cui ignoro il nome, dice che la sala arriva a ospitare 300 persone ed è per questo che è stato deciso di ospitare l'evento lì (in effetti me lo sono chiesta anch'io, non tanto per il posto bellissimo, ma perché rispetto alle altre location di Bologna la Cineteca è un po' più decentrata (e con la pioggia si è sentito) quindi che dire: ottima idea.
Carofiglio è stato intervistato da un avvocato penalista di Bologna - si è presentato ma purtroppo non ricordo il nome - che ha raccontato di essersi appassionato alle vicende dell'avvocato Guido Guerrieri proprio perché si identificava e trovava in lui molti modi di fare e punti di contatto.
Cosa ha detto Carofiglio? Ovviamente ha parlato del suo libro, ma anche di molto altro. C'è poco da fare, lui è un bravo oratore, sa usare bene le parole, forse forte anche della sua esperienza di magistrato, ma si fa apprezzare anche per la sua simpatia, dal vivo è molto meno serio che su Twitter dove molti interventi sono spesso di politica e può piacere o non piacere quello che afferma, sia pure sempre molto equilibrato (ciononostante viene spesso attaccato). 
Quello che più mi ha colpito del suo discorso è stato quello relativo all'importanza del dubbio, lui non si fida di coloro che sono sempre troppo sicuri (ne abbiamo di esempi in giro), anzi proprio perché è stato un magistrato ha sempre dato importanza ai dubbi, alla possibilità di essere in errore perché solo dubitando si può fare bene il proprio lavoro, mettendosi in discussione, soprattutto quando si ha a che fare con le vite umane, con persone che possono perdere la libertà per gravi reati. 
Non so se ho reso bene quello che voleva dire, ma questo è un tema che sento molto mio, perché -anche se non faccio un lavoro così importante - sento che nelle relazioni umane personali e lavorative, mettersi in discussione è fondamentale. Anche a me non piacciono quelli troppo sicuri, quelli che sanno sempre tutto e sembrano i depositari di ogni certezza. In ogni ambito il dubbio è ciò che ti permette di riflettere prima di agire, il dubbio è ciò che può farti evitare un errore, anche grave.
Per spiegare meglio questo concetto c'è un estratto del romanzo che, a mio parere, lo rende bene.
Nella premessa l'avvocato Guerrieri, in un discorso pubblico, afferma che un bravo avvocato deve conoscere le storie, leggere buoni romanzi e vedere buoni film, insomma nutrirsi di storie.
"È l'arte del racconto a ricordarci come non esista una sola risposta di fronte ai dilemmi umani. Essi sono inevitabilmente ambigui. I personaggi dei buoni romanzi, dei buoni film, rappresentano i diversi punti di vista sul reale."

E poi c'è il tempo, altro protagonista del romanzo, il sentimento del tempo soprattutto, concetto astratto e difficile da esprimere. Un tema a me caro, ma anche ad altri, a quanto pare. Forse l'antidoto al tempo che passa, secondo l'autore, potrebbe essere la capacità di stupirsi ancora di fronte alla vita.
"Forse potrebbe essere proprio lo stupore - se fossimo capaci di impararlo - l'antitodo al tempo che passa in questo modo insopportabile."

Il tempo, si sa, non si riesce ad afferrarlo e sembra sfuggire sempre più ma, premesso che mettersi in discussione non rende la vita facile, ritenete il dubbio importante quanto me? 



sabato 9 novembre 2019

Il tempo della vita ha invaso il tempo della scrittura


In questo periodo non sto scrivendo, è quasi tutto fermo, ogni tanto scrivo sul blog ma ho rallentato anche qui.
Il fatto è che il tempo della vita ha invaso il tempo della scrittura, è bastato passare due week end fuori, alcuni sabati in giro per amenità varie e la scrittura è andata a farsi benedire.
Allora mi sono chiesta: chi scrive non vive? 
Beh, sicuramente ha più tempo libero di me, chi scrive ha un'organizzazione della vita che gli permette di avere delle ore da dedicare alle scrittura. Nella mia attuale organizzazione della vita il tempo per scrivere posso trovarlo solo nel fine settimana, ma se per eventi vari faccio altro, ecco che non resta più niente per la scrittura.
Per alcuni anni, da quando mi sono buttata in questa avventura, ho sfornato diversi romanzi, tra romance e thriller, dedicando tutto il mio tempo libero, talvolta anche dei giorni di ferie. Vivevo molto concentrata su questa passione, tornavo a casa dal lavoro e mi mettevo a scrivere, così nel week end. 

Nel frattempo ho lasciato indietro molte questioni della mia vita personale, per esempio la ricerca di una casa nuova o valutare l'opportunità di una piccola ristrutturazione, tutte cose che richiedono un grande dispendio di energia e tempo. Così, negli ultimi tempi, mi sono accorta che il tempo davanti a me si stava restringendo e che quello che avevo a lungo rimandato gravava su di me soffocandomi ed esigendo una soluzione. 
Così negli ultimi tempi, mi sono dedicata a queste incombenze, tipo andare in giro a vedere case. 
No, non ho trovato la casa nuova, ma mi sono chiarita un po' le idee sul gap tra quello che cerco e quello che posso permettermi. Mentre cercavo casa nuova, ho fatto comunque ordine in quella vecchia comprando un paio di mobili nuovi che mi servivano da anni luce, per esempio ho risolto il grave problema di spazio che mi attanagliava con un letto nuovo con contenitore, una soluzione fantastica che mi ha permesso di liberare zone dell'armadio da coperte che restavano pigiate in un angolo durante l'estate soffocando i vestiti estivi. È stata anche l'occasione per disfarmi di cose che erano sepolte nell'armadio e che non usavo, scoprendo anche oggetti di cui avevo dimenticato l'esistenza.
Insomma per qualche giorno ho sperimentato anch'io il "magico potere del riordino" del famoso libro.
Su questo argomento però mi resta ancora molto da fare, ma al momento mi accontento.
Sto cercando di ritrovare la disciplina per ricominciare a scrivere, cosa niente affatto facile, perché significa non perdere tempo, ma soprattutto non disperdersi in mille attività inutili di contorno, il cosiddetto "cazzeggio", cosa che nel tempo libero mi rilassa tanto.
Ammetto che, con il clima più invernale, viene voglia di restare in casa e, forse, potrei ritrovare la spinta per scrivere di nuovo, chissà. Il dubbio amletico che spesso mi assale è sempre quello relativo al tempo che vorrei passare in attività piacevoli, perché il nostro tempo diventa ormai sempre più corto ed è estremamente importante spenderlo bene. Mi chiedo quindi se posso ancora permettermi il lusso di scrivere e non vivere, anche se, quando non scrivo un po' non vivo, come se il tempo passasse con un senso di inutilità. Sarà perché ormai la scrittura è una ulteriore forma di vita che mi da modo di esprimere la parte più vera di me? 

Non so cos'altro dirvi salvo chiedervi, cosa ne pensate? 

Fonti immagini
Pixabay 

sabato 2 novembre 2019

Il tempo per leggere



In questo mondo frenetico pieno di impegni quando troviamo il tempo per leggere? 
Questo è un quesito che ci si pone spesso. L'altro giorno ho seguito un video su YouTube che parlava proprio di questo argomento (arrivano anche a voi continue notifiche di video da vedere? Ogni tanto mi capitano video, tutto sommato, interessanti).
Senza dilungarmi troppo vi dico quando io leggo o trovo il tempo di leggere.
Da quando ho tutti i miei libri sul cellulare, in eBook sull'iphone, leggo molto di più, soprattutto sfrutto le pause. 
Se avete l'e-reader per leggere è sicuramente meglio, perché sul telefono arrivano le notifiche e quindi non verrete disturbati nella lettura, anche se con il cellulare c'è sempre la possibilità di disattivare le notifiche o addirittura mettere il telefono in modalità aereo che vi disconnette per un po' dal mondo (e scoprirete il grande valore del silenzio, una meraviglia).
Io l'e-reader non ce l'ho e quindi uso l'iPhone se sono in giro oppure l'iPad se sono a casa (le letture e i segnalibri tra iPad e iPhone si sincronizzano ed è un ottimo sistema per non perdere mai il filo).
Leggo, per esempio, nelle seguenti casistiche:
-quando ho la fortuna di andare fuori in pausa pranzo, anche se il posto dove vado di solito è piuttosto rumoroso, però mi astraggo e riesco a leggere
-se viaggio sui mezzi pubblici e ho la fortuna di sedermi in un posticino riparato
-se aspetto in fila alle poste o al supermercato
-se ho dei tempi morti di altro genere nel corso della giornata.
Il momento però in cui leggo di più è la notte, non solo prima di dormire, ma proprio durante la notte, quando mi capita di svegliarmi per i troppi pensieri o ansie varie. Purtroppo soffro d'insonnia e succede spesso di faticare ad addormentarmi oppure, peggio, svegliarmi nel cuore della notte. 
In questi casi leggo e capita sovente di terminare la lettura di un libro tirando fino all'alba, almeno la lettura mi avrà distratto dai brutti pensieri ansiogeni che mi hanno fatto svegliare.
Leggere mi porta lontano dalla mia vita quotidiana e mi distrae dai pensieri negativi, perché se leggo un thriller incontro un mondo peggiore del mio e mi consolo, se leggo un romance mi immagino un mondo più bello e leggero che mi fa credere un po' alle favole e ottengo una breve iniezione di fiducia nell'umanitá.
Del resto se amo scrivere è perché adoro leggere, è una realtà incontrovertibile.

E voi come siete organizzati con le vostre letture?