domenica 28 febbraio 2016

Tecniche narrative

Ogni ordine è un atto di equilibrio di estrema precarietà. Walter Benjamin
La scelta della voce narrante in un romanzo è molto importante, soprattutto per l'autore. Per inciso la voce narrante è la persona a cui si decide di affidare il compito di raccontare la storia che può essere la prima o la terza persona. La terza persona è un narratore esterno che però sa tutto della storia e descrive i personaggi con le loro emozioni e le loro implicazioni psicologiche, culturali e sociali. La prima persona invece è un narratore interno alla storia, di solito il protagonista, che nel raccontare la storia esprime il suo personale punto di vista e scopre le vicende man mano che le vive.
Nel romanzo che sto scrivendo sto usando la terza persona perchè mi permette di esprimere il punto di vista dei diversi personaggi come un narratore esterno 'onnisciente', cosa non del tutto realizzabile con la prima persona.
Anche se poi negli ultimi tempi ho letto sempre più spesso romanzi dove, in prima persona, venivano espressi i diversi punti di vista dei personaggi principali e talvolta secondari.
Addirittura nel romanzo di Chiara Gamberale "Le luci nelle case degli altri" c'è un intero condominio di personaggi che a tratti si esprimono in prima persona e in momenti temporali differenti.
Ogni personaggio racconta la sua storia e il suo punto di vista esprimendo i sentimenti nei confronti della protagonista che rimane il filo conduttore della storia.
L' importante credo sia mantenere il giusto equilibrio degli elementi della storia.
Un po' come nelle posizioni yoga. Senza l'equilibrio tutto crolla.
Ho letto anche romanzi in cui i personaggi si alternano con perfetta regolarità nel racconto della storia. Nei romanzi contemporanei accade ormai sempre più spesso, si è passati da tempi narrativi in cui l'autore raccontava gli eventi in ordine cronologico, dall'avvenimento più antico fino a quello più recente, a tempi narrativi sempre più spesso in ordine non cronologico con intrecci più complessi.
Così si inseriscono i flash back per narrare eventi del passato del protagonista o anticipazioni per raccontare eventi che accadranno dopo.
Quale sia la tecnica migliore non è dato saperlo. Credo che tutto dipenda dall'armonia con la quale i fatti si inseriscono nel romanzo. Punti di vista, flash back e anticipazioni devono essere inseriti ad arte in modo da mantenere vivo il filo conduttore e l'attenzione del lettore sulla storia che si sta raccontando.
Non voglio fare una lezione sulle tecniche narrative più giuste, esprimo soltanto il mio parere da lettore.

Il libro di Chiara Gamberale, nonostante i salti temporali e i molteplici punti di vista, mantiene una sua armonia narrativa, anche se ogni tanto sono tornata indietro a rileggere alcuni capitoli del romanzo perché nel frattempo dovevo mettere meglio a fuoco qualche passaggio. 
Nel romanzo che sto scrivendo espongo, in terza persona, evoluzione psicologica e punti di vista dei personaggi con salti temporali di diversi anni. Avevo qualche dubbio sull'efficacia narrativa, ma leggendo il  romanzo della Gamberale mi sono ricreduta, almeno in parte.
Certo la stesura è ancora in corso e molto della storia è nel limbo della mia immaginazione quindi parafrasando Battisti "lo scopriremo solo scrivendo" come andrà a finire.
Perché quello che è fantastico nella scrittura creativa è il fatto di crescere insieme alla storia, scoprire sensazioni impreviste proprio mentre si scrive e i personaggi ti sorprendono con le loro azioni.
La complessità dell'intreccio, lo sviluppo graduale della vicenda, la caratterizzazione dei personaggi diventano parte della tua vita e ti rendono partecipe.
Credevo che la terza persona donasse un certo distacco all'autore della storia, invece con mia sorpresa mi ritrovo a 'sentire' profondamente le emozioni dei personaggi e a immedesimarmi in ciascuno di loro. Quindi mentre con la prima persona usata nel mio primo romanzo ero focalizzata sulle percezioni della protagonista, nei successivi mi ritrovo a provare stupori, sorprese e turbamenti non solo della protagonista principale ma anche degli altri personaggi a lei collegati. Anzi mi viene perfino il dubbio che non esista un solo protagonista principale, ma ce ne sia più di uno. E ognuno tende a portarmi da qualche parte, chissà dove.

E voi, da cosa tendete a farvi trasportare?


domenica 21 febbraio 2016

I nomi dei personaggi, le loro vite e i mondi paralleli

Gli scrittori di romanzi insegnano al lettore a considerare il mondo come una domanda. Milan Kundera
Come scegliete i nomi dei vostri personaggi?
Un nome può essere molto importante, da l'impronta, caratterizza il personaggio e lo rende unico.
E poi mentre scrivo ho bisogno di pensare a qualcuno che assomigli al personaggio e devo associargli un nome che gli stia bene addosso, un po' come un vestito.
Ecco perché ho bisogno di individuare un nome che mi evochi la forza, la bellezza, l'amore e tutte le qualità del protagonista, con meno intensità ma con lo stesso fine mi concentro sui personaggi secondari.
Quindi ci penso a lungo finché non mi convinco e mi dico "sì, è quello il nome giusto", mi rendo conto che funziona quando penso ai protagonisti e mi rivolgo a loro come se fossero reali, medito sulle loro azioni e mi arrovello sui loro problemi, e mi viene pure una certa ansia. 
Insomma quando accade capisco che ci siamo: hanno il nome giusto e quindi il vestito giusto.
All'inizio è così, poi però man mano che scrivo la storia il nome diventa reale, il personaggio diventa reale, il personaggio diventa persona.
È una sensazione strana perché i pensieri, le emozioni, le paure, i motivi di gioia e di turbamento entrano nel mio quotidiano e non mi danno pace, ho bisogno di scrivere e di farli vivere.
Anche se forse vivono già da qualche parte, forse in una dimensione parallela, dev'essere per questo che li sento così vivi.
Va bene, adesso state pensando: questa è tutta matta! Dimensioni parallele, figuriamoci! 
Chi scrive in fondo è un po' fuori dalle righe, altrimenti perché inventerebbe delle storie fantasiose credendo addirittura alla vita dei suoi personaggi?
Ezio circondato dai suoi personaggi
Beh allora cosa c'è di strano? è proprio così.
Non so se avete visto quel film con Fabio De Luigi intitolato Happy Family, del regista Gabriele Salvatores. L'ho visto qualche tempo fa in tv e vi riporto quello che mi ricordo aiutata da quanto letto su wikipedia.
Il protagonista Ezio è uno scenaggiatore benestante che scrive a tempo perso in quanto vive dei diritti commerciali dell'invenzione del padre (un accessorio per la lavatrice). Ezio vorrebbe scrivere la sceneggiatura di un film ma, a un certo punto, cade in una profonda crisi creativa e così decide di smettere di scrivere la sua opera, butta all'aria tutti i suoi fogli scarabocchiati, chiude il computer e dice a se stesso: adesso vivo, basta, chi se ne frega! 
Ma...il mattino dopo, dopo una sana dormita, si sveglia e si ritrova in casa tutti i suoi personaggi che gli dicono: ehi, non puoi lasciarci così, a metà del guado, con una vita cominciata e non finita, non te ne puoi fregare così semplicemente! 
Lo scrittore tergiversa, cerca di negoziare con loro senza riuscirci e alla fine si arrende e decide di finire la sceneggiatura e per superare il suo blocco i personaggi lo accompagnano nella loro vita e gli mostrano cosa fanno, cosa pensano, lo invitano a casa loro e lui diventa una specie di amico di famiglia e un loro confidente. Fino al finale a sorpresa.
La cosa carina di questo film è che la vita dei personaggi e quella dello scrittore si intrecciano, quasi si confondono e diventano reali.
Dopo aver visto il film ho scoperto che Happy Family, è stato ispirato dall'omonimo spettacolo teatrale scritto da Alessandro Genovesi, e a sua volta influenzato dal dramma scritto da Luigi Pirandello  Sei personaggi in cerca di autore.
Quindi l'idea dei personaggi che escono dal libro e interagiscono con il loro autore è già stata concepita da tempi assai remoti. Non c'è niente di nuovo sotto il sole, perfino i miei deliri sulla vita dei personaggi sono già stati pensati da qualcuno prima di me.

Adesso però vi chiedo: vi capita di "sentire" così tanto i vostri personaggi e a cosa vi ispirate per decidere i loro nomi?

domenica 14 febbraio 2016

Intervista a Giulia Mancini su Ophelia's Friends

Le interviste di Ophelia Blog
Questa settimana è stata pubblicata sul blog di Stefania Romito Ophelia Blog una bella intervista alla sottoscritta e ho pensato di condividerla con voi. 
In questa intervista racconto molto di me e di come sono nati i miei due romanzi quindi se vi va di curiosare e conoscermi meglio vi invito a leggerla.
Approfitto per ringraziare ancora Stefania Romito per la sua gentilezza e disponibilità, una persona davvero speciale, bravissima scrittrice, blogger e ghost writer e molto impegnata nel sociale.

Stefania Romito
Grazie Stefania!

domenica 7 febbraio 2016

Stagioni di libri



Qualche giorno fa leggendo un post di Marina Il taccuino dello scrittore che parlava di scrittura e di stagioni sulla scia di  Ivano Landi  e di Cristina M. Cavaliere e Ariano Geta mi sono venuti in mente alcuni libri da associare alle quattro stagioni. Per ogni stagione devo associare un libro e un quadro.
Tra l'altro quando ho stilato l'elenco dei cento libri della mia vita qualche libro è rimasto fuori dalla lista per mera dimenticanza e quindi posso recuperare con questo post. Si tratta del romanzo da me associato all'inverno.

Cominciamo infatti dall'inverno che tra l'altro quest'anno sembra davvero farsi desiderare, non vi sembra che sia un po' troppo caldo per essere a inizio febbraio?
Inverno: il senso di Smilla per la neve di Peter Hoeg 

Smilla è una ragazza che vive a Copenaghen di madre inuit groenlandese e padre danese.
La madre è morta quando era bambina e Smilla, che ha un cattivo rapporto con il padre, un ricco medico danese, non si è mai adattata a vivere in Danimarca. Fa una vita solitaria e l'unica sua compagnia è un bambino inuit di sei anni Esajas con cui ha costruito un rapporto speciale, infatti il bambino che vive con la madre vedova si lascia avvicinare soltanto da lei.
Esaias viene trovato morto, il bambino sembra infatti caduto scivolando dal tetto innevato del palazzo in cui vivono. Smilla che, grazie alle sue origini inuit possiede uno speciale intuito nei confronti dei segni sulla neve, non crede però alla versione della polizia che classifica la sua morte come incidente  e comincia una sua personale indagine fino a scoprire una verità inquietante.

Questo libro mi è piaciuto tantissimo e ho amato moltissimo Smilla, la sua inquietudine e la sua acuta intelligenza. Il romanzo fa immergere proprio nella sensazione gelida dell'inverno, l'inverno danese, quello della Groenlandia e l'inverno in cui è immerso il cuore di Smilla che ha perduto il suo Esajas.

All'inverno abbino un quadro secondo me bellissimo di Claudio Costa 
denominato Un tranquillo giorno d'inverno

Un tranquillo giorno d'inverno Claudio Costa

Primavera: Mi sa che fuori è primavera di Concita De Gregorio

Di questo libro ho già parlato in un mio precedente post qui
È la vera storia di Irina, italiana che vive in svizzera, divorzia dal marito, apparentemente senza traumi, ma lui un giorno porta con sè le loro due bambine gemelle di sei anni che spariscono senza lasciare traccia e dopo qualche giorno si suicida. Irina con il suo suicidio perde ogni speranza di sapere che fine hanno fatto le sue bambine.
Non sembra possibile risollevarsi da una storia così atroce ma Irina, dopo aver toccato il fondo del dolore, riesce a rinascere pur mantenendo intatte le sue ferite. 
Per questo motivo associo questo libro alla primavera, non è forse la primavera la rinascita alla vita dopo l'inverno? 

Come quadro per me la primavera non può essere altro che quella del Botticelli, è più forte di me, potrei passare ore davanti a quel quadro nella Galleria degli Uffizi senza stancarmi.


Primavera Botticelli

Estate: Agostino di Alberto Moravia

Il libro ha come protagonista Agostino, un ragazzo di tredici anni che vive con la madre, vedova ancora giovane e bella, per la quale nutre un'autentica venerazione. Ambientato in una località marina dove madre e figlio trascorrono le vacanze estive, il tema del libro è la storia della dolorosa scoperta del sesso da parte di un adolescente, nella spossatezza sfibrante di un'estate assolata in Versilia nel corso della quale il ragazzo ha la rivelazione dell'esistenza del male inteso come mancanza di purezza, come debolezza, corruzione e abbandono agli impulsi vitali più bassi. 

Associo questo libro all'estate sia per l'ambientazione sia perchè l'ho letto nel corso delle mie estati dell'adolescenza quando la lunga pausa dalla scuola mi consentiva di crogiolarmi nel dolce far niente e nelle letture pomeridiane della controra estiva.  

il quadro che abbino all'estate è campo di grano con cipressi di Vincent Van Gogh

Campo di grano con cipressi Van Gogh

Autunno: Rosso vermiglio di Benedetta Cibrario 

Torino 1928. L'eleganza è il rigore dell'aristocrazia piemontese inchiodano una giovane donna all'infelicità di un matrimonio combinato. Sulla sua strada però il destino mette l'affascinante ed enigmatico Trott, ed è come se si risvegliasse da un incantesimo. Tutto sta cambiando nella società italiana ma anche dentro di lei: troppo moderna per adattarsi docilmente a proseguire nel solco tracciato dalle donne della sua famiglia, è tuttavia ancora troppo fragile per vivere la sua ribellione.
Sceglie dunque di trasferirsi, da sola, a San Biagio, una tenuta in disarmo nella campagna senese eredità lasciatale dal fratello Enrico morto nel corso di un viaggio in Africa. Intorno la bufera della seconda guerra mondiale e la caduta del fascismo. Il desiderio di rinascita di un intero paese finisce per coincidere con la trasformazione graduale della tenuta in una moderna azienda vinicola di successo e con l'emancipazione della stessa protagonista che ritrova per un periodo Trott, l'uomo che non ha mai dimenticato, prima della sua definitiva e misteriosa scomparsa. La protagonista ha davanti a sè tutta la vita per comprendere che il confine tra realtà e apparenza, torto e ragione, verità e menzogna può essere talmente sottile da apparire impercettibile.

Questo libro l'ho letto qualche anno fa appena uscito e, ogni tanto lo riprendo dalla mia libreria e rileggo delle parti, quella che ho esposto sopra è la quarta di copertina con qualche piccola aggiunta.
È un romanzo che mi ha lasciato addosso il sapore della nostalgia e per questo l'ho associato all'autunno. 

Come quadro ho scelto Il sentiero delle rose di Claude Monet 

Il sentiero delle rose Claude Monet

Questo post è stato un esperimento appassionante, pensare un libro da associare alle stagioni è quasi un esercizio introspettivo.
Voi che associazione fareste con i libri che avete letto o che avete scritto?