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Sono così incompreso che non si comprendono neanche i miei lamenti di essere incompreso. |
Avevo iniziato a scrivere questo post tempo fa...esasperata da una serie di lamentele che arrivavano puntualmente alla mia attenzione anche se non lavoro all’ufficio reclami, no. Ho solo un atteggiamento “gentile” cerco di esserlo almeno, ma spesso la gente scambia la gentilezza per debolezza o per il muro del pianto, ah eccoti, vengo da te a lamentarmi per sfogarmi un po’.
Credo di essere diventata sempre più insofferente e sono un po’ preoccupata, sono diventata una tipa arcigna e antipatica?
Ora, io non sopporto chi si lamenta, é inutile lamentarsi anche perché per carattere preferisco “fare”, se ho mille incombenze da affrontare preferisco rimboccarmi le maniche e mettermi all’opera, invece arriva il lamentoso di turno e per mezz’ora si mette a parlare dei suoi problemi, anche se la soluzione non posso trovargliela io, ma intanto mi ha gettato addosso le sue lamentele. In questo periodo che tutti sono tornati in presenza al lavoro, mi ritrovo talvolta a perdere tempo per le chiacchiere altrui, su cose per le quali io non ho assoluto interesse, peraltro con tutte le cose urgenti che ho da fare non ho assolutamente voglia di perdere tempo.
Il significato della parola "lamentarsi" presa dal dizionario è la seguente: esprimere la propria scontentezza, dolersi presso altri di cosa che non ci soddisfa, di un torto subìto, di quanto ci fa soffrire: lamentarsi della cattiva sorte; si lamenta di crampi allo stomaco; lamentarsi di essere stato isolato; spesso è inclusa l’idea di un certo risentimento: lamentarsi del cattivo trattamento, del pessimo vitto, della poca pulizia di un locale, della disorganizzazione degli uffici; lamentarsi di lavorare troppo; lamentarsi presso i superiori, ecc.
Ho provato a stilare una lista di categorie di lamentosi:
Il lamentoso cronico: è colui che è costantemente afflitto, preda di incomparabili problemi, ingiustizie e tragedie inenarrabili. Una di quelle persone che “Ah non puoi immaginare quanto io stia male” e “Beato te che non hai i miei problemi“. Quello che poi liquida come quisquilie i problemi degli altri per parlare solo e costantemente dei suoi, quelli sì, di impossibile soluzione.
Il lamentoso inconcludente: c’è quello che si lamenta per passare il tempo e farti perdere tempo come una mia collega che parla male di tutto e tutti, solo e semplicemente per chiacchierare, perché non ha voglia di lavorare e pensa che quello che dice sia tanto interessante. Ogni tanto esordisce con “ti ho già detto di Tizio?” “Sì tre volte grazie” argh, di solito, quando riesco, adotto la strategia della fuga, ma ho scoperto di non essere la sola.
Il lamentoso disprezzante: è colui che disprezza tutti, il bastian contrario, tu dici bianco e lui dice nero, tu dici rosso lui dice blu. Solo che, se tu -per quieto vivere- dici blu pensando di andargli incontro ecco che lui cambia nuovamente idea, tanto per farti dispetto. Insomma é il lamentoso che semina zizzania e che, se te lo ritrovi sul lavoro, è quello che sa sempre tutto lui, conosce le leggi meglio di te, per qualsiasi cosa é pronto a fare una class action o una rivendicazione sindacale, e diventa subito tuo nemico se non la pensi come lui. Quelli che “se lo conosci lo eviti...”
Il lamentoso produttivo: c’è anche colui che si lamenta per condividere il suo problema provando a cercare una soluzione dal confronto “produttivo” dello scambio di opinioni, forse questa persona non rientra neanche nella categoria dei lamentosi veri, in fondo tutti noi, chi più chi meno, quando ha un problema cerca conforto e consigli.
A volte penso di essere diventata, nel tempo, sempre meno paziente e, soprattutto, sempre meno desiderosa di ascoltare chiacchiere inutili, sono diventata insofferente alle persone, avendo l’impressione che mi succhino energia vitale, è una sensazione che mi assale da un po’ di tempo, per questo vorrei liberarmi da tutti questi individui inopportuni, tanto che sono perfettamente felice quando sono lontana dalla gente.
Sono diventata pericolosamente asociale?
È una domanda che ogni tanto mi pongo, ma documentandomi un po’ in rete sembra che il lamentoso sia davvero un male diffuso ed estremo, perché quando ci lamentiamo sprigioniamo tanta energia negativa che attiva il cortisolo, l'ormone dello stress. Questo ormone ha effetti sull'ippocampo, zona del cervello che ha importanza nel processo di apprendimento ed è responsabile della memoria e dell'immaginazione...insomma il lamentoso nuoce gravemente alla salute, la sua ma soprattutto a quella di coloro che lamentosi non sono, questo perché chi si lamenta è affetto da egocentrismo totale, i suoi sono veri problemi, gli altri sono felici e vivono nel mondo di bangodi, mentre lui è perseguitato dalla sorte oppure è vittima di un complotto.
Che poi, questo atteggiamento rischia di scivolare nella situazione di chi grida sempre "al lupo, al lupo" e non viene più ascoltato neanche quando il lupo arriva davvero.
E poi ci sono i postulanti
Definizione: Persona che chiede, in genere con una certa insistenza, favori, concessioni, o fa istanze e premure per ottenere (o farsi ottenere) un impiego, una carica e simili favori o vantaggi.
È una categoria molto popolata, tra postulanti di carattere e postulanti di professione, i primi sono simili ai lamentosi cronici, cercano la soluzione dei loro problemi dagli altri, come la manna dal cielo, “ho questo problema, me lo risolvi tu?” Non che ci sia nulla di male a chiedere aiuto, ma spesso si tratta di persone incapaci di rimboccarsi le maniche e darsi da fare autonomamente per la loro vita; i secondi sono quelli che ormai trovi dappertutto dai call center ai venditori porta a porta, mi capita ormai quando vado al centro commerciale di fare lo slalom per evitarli e raggiungere indenne l’entrata del supermercato dove vorrei fare la spesa, possibilmente senza fare un nuovo contratto telefonico, comprare un depuratore di acqua o aderire al club degli editori.
Che poi ormai usano ogni forma di espediente per fermarti tipo:
Scusi solo un paio di domande per una statistica, lei è a favore dell’ambiente? Sì, allora le serve un depuratore, eccolo qui è in offerta solo oggi!
Lei ama leggere? Sì ma leggo solo eBook, ma comprerà ogni tanto anche un libro di carta per regalarlo, oppure i libri per i bambini? Beh sì ogni tanto capita, allora venga che le do una tessera sconto gratuita!
Questa ultima situazione mi é capitata di recente, quando sono entrata nella libreria per la tessera sconto (tra l’altro con la busta della spesa piena con il desiderio urgente di rientrare a casa a mettere tutto in frigo) la postulante ha chiesto i miei dati ed è saltato fuori che voleva rifilarmi l’iscrizione al club degli editori, solo 4 libri di carta in un anno, da comprare presso la loro libreria, argh, ho detto che mi si scioglievano i surgelati e che sarei ripassata, sono scappata a gambe levate. Ora se anche volessi comprare un libro di carta eviterò la suddetta libreria per non ritrovarmi placcata dalla postulante del Club degli editori. Faccio presente che sono stata iscritta per anni al suddetto club e ho comprato parecchi libri nel tempo, qualche volta è anche capitato un libro che mi è piaciuto, ma spesso nel catalogo, tra i libri che dovevi comprare per assolvere l’obbligo, non c’erano quasi mai i libri che mi interessavano davvero e alcuni dei libri comprati “per forza” sono rimasti intonsi nella mia libreria senza che riuscissi a leggerli. La lettura è un piacere e per esserlo non deve essere forzata.
Avete anche voi qualche categoria di lamentoso o postulante da segnalare?
Fonti testi: Wikipedia
Fonti immagini: Pixabay