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Qualità significa fare le cose bene quando nessuno ti sta guardando. Henry Ford |
Sono passati due anni ma ne sembrano passati venti se guardiamo il tempo lavorativo in cui ci troviamo oggi. Una volta c’era la settimana lavorativa di 5 giorni con il week end in mezzo di riposo. Poi, con la tecnologia, ci siamo ritrovati sempre più immersi nel lavoro. Già prima della pandemia ci si ritrovava ogni tanto a leggere le mail lavorative la sera dopo l’ufficio oppure nel corso del week end, magari non sempre ma solo in prossimità di una scadenza finché anche le scadenze sono diventate la regola, così si é cominciato a parlare di diritto alla disconnessione. Però c’era ancora una certa divisione tra tempo del lavoro e tempo libero. Poi è arrivata la pandemia e si è scoperto che si poteva lavorare da casa, si faceva già un po’ prima ma era un’eccezione con condizioni ben definite invece con l’esigenza di restare tutti a distanza è diventata la regola. Con lo smart working possiamo gestire meglio il tempo. Si lavora di più o si lavora di meno? Io posso parlarvi della mia esperienza.
Nel corso del 2021, tra alti e bassi, misure restrittive e allargate, dopo lo shock iniziale dovuto alla pandemia quando ci siamo dovuti organizzare in fretta e furia per digitalizzare tutte le attività, alla fine ci siamo assestati. Ora si può fare tutto on line, la contabilità è on line, la gestione dei documenti può avvenire on line tramite la firma elettronica, la PEC, lo SPID, e quant’altro, le riunioni si fanno on line, tutto può essere fatto a distanza tramite la tecnologia. Nella mia azienda erano anni che si parlava di dematerializzazione e digitalizzazione ma nel 2020 c’è stata una spinta notevole e un’accelerazione in tal senso. Io ho il contratto di telelavoro e posso lavorare da casa due giorni a settimana gestendo le giornate secondo le esigenze lavorative. Vi confesso che già prima del contratto mi ritrovavo certe domeniche a gestire delle pratiche urgenti, per questo, quando me ne è stata data la possibilità, ho fatto domanda anch’io.
I vantaggi secondo me
non ho il problema del parcheggio: la mia azienda ha messo a disposizione dei parcheggi gratuiti per i dipendenti con un numero di posti limitati, una volta mi bastava arrivare al lavoro entro le 8.30 e non avevo problemi a trovare posto, ora mi tocca arrivare sempre più presto, entro le 7.30 altrimenti il mio parcheggio solito è pieno e rischio di trovare pieno anche il parcheggio più grande ma più lontano. Il motivo è che molti dipendenti che prima usavano l’autobus ora si muovono in auto per evitare il contatto e il rischio virus. Quindi lavorando da casa non sposto la macchina ed evito lo stress del parcheggio.
non perdo tempo in chiacchiere: quando arrivo al lavoro spesso vengo disturbata da colleghi vari dalla chiacchiera facile e iniziare a lavorare diventa un percorso a ostacoli (il periodo in cui ho lavorato meglio è stato quando tutti i colleghi erano lontani a casa loro e io ero in presenza). Può sembrare che io sia una persona asociale, beh un po’ lo sono, almeno con certe persone, ma il fatto é che dalle 8.00 alle 9.00 del mattino riesco a sistemare delle pratiche con molta più lucidità ed efficienza, prima che si scateni il finimondo, telefonate, riunioni e altre attività, si dice che il mattino ha l’oro in bocca e infatti per me quella è l’ora più preziosa della giornata e non voglio che mi venga rubata dalla pausa caffè, che poi non ho bisogno di fare una pausa se sono appena arrivata al lavoro.
ottimizzo il mio tempo: la mattina prima del telelavoro ho un’ora per me da utilizzare per correre oppure per fare le pulizie, questo perché mi sveglio presto lo stesso, ma volendo posso anche decidere di dormire un po’ di più e recuperare il sonno. Insomma l’ora che di solito spendo per prepararmi e andare al lavoro la uso per le mie esigenze personali, vi assicuro che fare le pulizie alle sei del mattino per me è molto più facile che farlo a fine giornata lavorativa quando desidero solo stendermi sul divano distrutta. Inoltre mentre lavoro a casa posso incastrare qualche piccola incombenza tipo una lavatrice o aspettare un corriere senza lo stress dell’orario e della presenza in casa.
potrei mangiare in modo più sano: qui il condizionale è d'obbligo perché in realtà potrei mangiare in modo più sano, se riuscissi a fare la pausa pranzo, ma la cosa almeno finora non è avvenuta, anche a distanza mi lascio travolgere dal lavoro e dalle scadenze e arrivo alla pausa troppo tardi e finisco per mangiare qualcosa di veloce, solito panino
Gli svantaggi secondo me
eccesso di ore di lavoro rispetto alle ore riconosciute: mi ritrovo a lavorare sempre oltre l’orario, spesso senza neanche fare la pausa come dicevo nel punto sopra, mangio qualcosa al volo e continuo a lavorare, tutte le volte che ho tentato di fare una pausa decente arrivava la telefonata urgente, il messaggio su teams ecc, la riunione improvvisata e altro. Inoltre mi sono accorta che, a livello mentale, non stacco realmente, quando finalmente spengo il computer mi resta in testa il pensiero di dover finire qualcosa, quella mail che non ho mandato, quel controllo che non ho fatto, quel documento che non ho completato. È qualcosa che non mi succede quando lavoro in presenza, perché quando esco dall’ufficio mi basta il tragitto per tornare a casa per portarmi verso altri pensieri e una volta arrivata non penso più al lavoro, almeno fino al giorno dopo.
consumo di elettricità e gas in casa propria: certo risparmio il consumo dell’auto ma non è davvero una equa contropartita perché nel mio caso non sono lontanissima dal luogo di lavoro, non sarebbe stato un problema fino a qualche tempo fa, ma con la crescita delle bollette può diventarlo.
lavoro e basta: se sono a casa lavoro e basta, nel senso che non riesco a fare altre cose, tipo andare al supermercato o passare da qualche negozio o andare dal parrucchiere. Mi spiego meglio, quando esco dall’ufficio di solito faccio delle cose proprio perché sono già in giro, se devo vestirmi e uscire apposta mi impigrisco e rimando al giorno dopo, per esempio questa settimana dovevo andare dal parrucchiere e ho fissato l’appuntamento dopo l’ufficio (anche perché il mio parrucchiere è a 300 metri dal luogo di lavoro...)
Al momento non mi viene in mente altro, insomma ci sono vantaggi e svantaggi, ma la giusta contemperanza tra lavoro in presenza e lavoro a distanza può essere una soluzione.
Secondo le statistiche (Articolo di donna moderna del 30/6/22 Il futuro del lavoro agile di Miriam Defilippi) in uno studio dell’Università Cattolica le ore lavorate in smart working sono superiori a quelle del lavoro in presenza ed è per questo che occorre tutelare il lavoratore da se stesso per garantire il diritto alla disconnessione con una modalità che non faccia diventare usurante il lavoro da casa, perché si gestisce male questa flessibilità. In effetti prima si riusciva a infilare nella giornata lavorativa anche palestra e aperitivo con gli amici, ora sembra sempre più difficile. Dobbiamo evitare di mandare mail di sera e nel week end per evitare di essere costantemente connessi, ma soprattutto di sabotare il tempo di ricarica degli altri (alcuni miei colleghi purtroppo lo fanno, mandano mail a tutte le ore, alcune anche assolutamente inutili, mentre per quelle veramente importanti mi fanno aspettare giorni e infine mi arrivano il venerdì pomeriggio a ridosso dell’orario di fine lavoro.
Molte aziende hanno siglato degli accordi sullo smart working riducendo le giornate lavorative (la Ducati di Bologna ha ridotto la settimana a 4 giorni mentre altre aziende la Velvet Media di Castelfranco Veneto lascia la scelta ai dipendenti quante ore lavorare e se farlo in presenza o a distanza). Sembra che le aziende illuminate vadano in questa direzione.
È stato scientificamente provato che il rendimento lavorativo cala dalla quinta ora di lavoro, infatti gli errori e gli incidenti avvengono sempre nelle ultime fasi del turno. Invece laddove si è operato una riduzione dell’orario la produttività è perfino aumentata. Lo smart working apre inoltre nuove possibilità per i giovani, sono loro quelli più smart nelle tecnologie e questo è indubbiamente una nuova opportunità, infatti i nostalgici delle riunioni in presenza sono spesso i più vecchi, questo posso affermarlo con cognizione di causa perché molti miei dirigenti “anziani” insistono sulle riunioni in presenza, io invece mi trovo molto meglio se posso operare a distanza, anche perché non devo stampare i documenti e, una vota inviati via mail, posso semplicemente condividere il documento on line nel corso della riunione e scorrere i punti essenziali su cui dobbiamo discutere, semplice no? Invece tempo fa ho dovuto fare una riunione in modalità mista stampando la documentazione per alcuni e condividendo il video per altri, una fatica doppia, tutto perché c’era un dirigente che voleva fare la riunione in presenza, alla fine eravamo in quattro in presenza e gli altri collegati on line, perché non tutti potevano spostarsi dall’ufficio o da casa, insomma “mentre molti boomer preferiscono tornare in presenza, la generazione Z abbraccia con entusiasmo lo smart working” tutto vero a parte che io sono boomer, ma forse sono giovane dentro chissà.
Insomma per il futuro bisogna calibrare l’attività lavorativa con il necessario recupero, come dicevano i classici latini calibrare negotium con l’otium
Ovviamente io non ho bambini o altre persone in casa da gestire e quindi, sotto questo aspetto, non condivido lo spazio della mia piccola casa con nessuno, altrimenti sicuramente avrei qualche problema in più e forse non avrei fatto la domanda di telelavoro.
E voi cosa ne pensate del telelavoro? Qual è la vostra esperienza?
Fonti immagini: Pixabay
Fonti testi: donna moderna numero del 30/6/22