venerdì 23 ottobre 2020

Ambientazione 2020


 
In questi giorni mi si accavallano nella mente tante idee su una possibile indagine di Sorace, il problema è che il romanzo è ambientato nel 2020 e, ormai si sa, non è un anno come gli altri...
Ecco di seguito i pensieri senza capo nè coda che mi frullano in testa.
Se c'è un killer, questo può agevolmente nascondersi sotto una mascherina e se porta i guanti in lattice chi potrà mai pensare che lo faccia perché vuole uccidere qualcuno senza lasciare impronte? 
Questo può essere problema o un vantaggio? 
Magari è un vantaggio, perché diventa l'ennesima difficoltà da affrontare da parte di un commissario che deve seguire un'indagine di omicidio.
Dall'altra parte se non è possibile girare per le strade liberamente, uno che lo fa non passa inosservato, anche se magari va a fare la spesa oppure va al lavoro...(purché non lavori in un bar o ristorante o negozio di parrucchiere e abbigliamento).
Tutto diventa una variabile da considerare nell'ideare una storia da scrivere, così penso e ripenso e non scrivo. 
Ok, in fondo non scrivo perché non mi sono ancora applicata abbastanza, però un killer non potrà mimetizzarsi nella folla se c'è il lockdown e poi, essendoci già il coranabirus, il nemico invisibile che uccide già tanto di suo, che suspense può dare un killer in carne e ossa che uccida con un'arma ben visibile come una pistola o un coltello?
In realtà non ho ancora cominciato a scrivere anche per un altro motivo, il richiamo del mondo esterno è irrinunciabile, soprattutto con la prospettiva di nuovi Lockdown, sabato scorso per esempio era una bellissima giornata e abbiamo deciso di fare un giretto a Ferrara, città che amo da sempre e che è talmente vicina a Bologna da costituire una gita fuori porta facilmente gestibile. Insomma nel frattempo preferisco guardarmi intorno che guardare il computer.
Non resta che lasciar andare i pensieri e allungare il periodo di incubazione della storia aspettando "quel momento", ossia quella specie di folgorazione che ti prende, quasi sempre, mentre stai facendo altro oppure in un momento di ozio assoluto (cosa rara, ma accade) in cui si accende una lampadina sulla testa alla stregua di Archimede Pitagorico di Walt Disney. 
In "quel momento" se ho un foglio di carta a portata di mano butto giù una specie di sinossi oppure una scena fondamentale che servirà per sviluppare la trama portandola in una certa direzione, insomma non avviene sempre allo stesso modo, ma la modalità creativa si ripropone più o meno così.
Solo che questo 2020 è ancora troppo in evoluzione e chissà quando si stabilizzerà, le prospettive che abbiamo davanti a noi non sembrano incoraggianti. 
Il dramma in un romanzo è fondamentale per creare nel personaggio quella spinta emotiva che lo porti ad affrontarlo e a cambiare la propria vita, nel 2020 esiste un dramma collettivo che fa impallidire tutti gli altri drammi privati.
La scrittura però serve anche a questo, ad andare oltre la realtà verso una possibile speranza.
 
In questo post ho lasciato vagare i miei pensieri in libertà un po' come le foglie rosse in autunno che arrossiscono e cadono, volteggiando nell'aria.
 
Se volete dite pure la vostra, in libertà.

Fonti immagini: pixabay

14 commenti:

Sandra ha detto...

La scrittura ora, cara Giulia, è più che mai evasione. Per questo non ambienterei mai un mio romanzo in questo stramaledetto 2020.

Giulia Lu Mancini ha detto...

È inevitabile, voglio scrivere il seguito dell'ultimo episodio di Sorace che finiva a dicembre 2019...ma credo che ripercorrere la primavera 2020 mi servirà, come il titolo di un famoso film "un giorno questo dolore ti sarà utile"

Ariano Geta ha detto...

Ci vorrebbe la consulenza di un poliziotto che ha dovuto gestire casi simili durante questi mesi... Forse è più "semplice" ambientare il giallo in un ambiente chiuso e un po' claustrofobico come sono stati i nostri condominii durante i mesi di divieto pressoché totale di uscire da casa.
Riguardo le tue riflessioni, sono d'accordo. Può sembrare una cosa stupida, ma sai perché insisto tanto con le strisce di Yumi e Nana e le vignette scherzose che ho iniziato a pubblicare su instagram? Perché il primo ad avere necessità di "leggerezza" sono io. Il primo che vuole un attimo staccare il cervello e immergersi in un mondo da sitcom sono proprio io...

Giulia Lu Mancini ha detto...

Sì, potrebbe essere un'idea ambientare il romanzo in un condominio o in una casa, se pensi che nel periodo della pandemia le donne vittime di violenza erano in balia del loro carnefice ho già dato un'idea di una scena del crimine (e purtroppo è accaduto davvero). Le tue vignette donano un sorriso in un momento in cui ne abbiamo assolutamente bisogno (infatti mi piace tanto leggerle). L'autore è il primo che trae beneficio dalle sue storie in un modo o nell'altro.

Maria Teresa Steri ha detto...

Dubbi legittimi, i tuoi. Io però eviterei di ambientare una storia nel 2020, a meno che non sia proprio indispensabile. Come dice Sandra, si ha voglia di evadere quando si legge, non di calarsi in una realtà che già di suo è pesante. Personalmente mi sto tenendo alla larga dalle date, diciamo che il romanzo che sto scrivendo precede tutto questo, altrimenti dovrebbe essere radicalmente diverso. Oltre tutto ci sono da considerare tante di quelle variabili, come hai detto... insomma perché complicarsi ulteriormente la vita?

Giulia Lu Mancini ha detto...

Purtroppo se voglio scrivere il seguito di Sorace, come scrivevo sopra a Sandra, il romanzo precedente finiva a dicembre 2019, quindi il seguito può essere ambientato solo nel 2020, posso limitarmi ai primi due mesi dell'anno? Magari però qualche lettore (ma io stessa) ha la curiosità di sapere cosa accada ai personaggi in questo strano periodo...comunque non ho ancora cominciato a scrivere nulla...si vedrà.

Lisa Agosti ha detto...

La mia foglia che cade suggerisce che magari non hai voglia di scrivere di mascherine e virus perché ne hai le scatole piene e di solito scrivi per evadere dalla realtà...
E così i tuoi lettori, io mi sono posta questo problema perché sono lenta a scrivere e se mai finirò la storia che ho in mente verrà ipoteticamente pubblicata tra 5 anni. Credi che le persone vorranno ripensare a questi brutti momenti?
Ho anche pensato di creare un diversivo che mi permetta di saltare gli eventi del 2020 ma non so proprio come sarà la vita post-covid. Continueremo a mettere le mascherine e la gente si abituerà a non abbracciarsi? O il desiderio di comunione e leggerezza prenderà il sopravvento sulla consapevolezza che i germi sono sempre in agguato?

Solo ora leggo gli altri commenti e vedo che anche altri si interrogano sulle stesse cose, però capisco che tu non possa saltare il 2020 allora potresti cercare di deviare la storia in un contesto libero dal covid... non facile, magari un bunker sotterraneo? I personaggi potrebbero essere costretti dal lockdown a passare settimane intere tutti assieme in un paesino sperduto? O una barca... uno yacht lussuoso con i cocktail colorati e la stanza da ballo... la piscina con l'idromassaggio... ah! Che sogno! :)

Giulia Lu Mancini ha detto...

Ciao Lisa, lì in Canada come è la situazione? In TV parlano sempre degli Stati Uniti e di Trump ma non parlano mai del Canada, spero sia perché non ci sono grossi problemi.
Non so cosa scriverò, però il 2020 non è stato tutto lockdown, c'è stato anche un periodo di pausa, una lunga estate calda in cui i contagi erano bassi, purtroppo ora stiamo attraversando la seconda ondata. Tuttavia hai indicato una grande verità: non sappiamo come sarà la vita post covid e, soprattutto, non sappiamo quando arriverà il periodo definito "post"

Grazia Gironella ha detto...

Credo che nella tua mente la storia si sia già indirizzata da sola. Se contiene il covid, non credo che sarà un problema; anzi, sarai costretta a escogitare situazioni anomale, cosa che può essere anche positiva per un romanzo giallo.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Ho già un'idea nebulosa in testa, il covid è presente perché è un momento che i protagonisti devono vivere come lo abbiamo vissuto noi, anche se non andavamo in ospedale a curarci (per fortuna) ma la nostra vita era cambiata. A differenza di altre malattie il covid ha invaso la vita di tutti. Questa difficoltà in un giallo permette qualche sfida in più, devo solo capire quale...

Cristina M. Cavaliere ha detto...

Da non-scrittrice di gialli, magari dico una stupidaggine: io selezionerei o i primi due-tre mesi del 2020 (forse è un po' presto, però, essendosi appena chiusa un'indagine), oppure i soli mesi estivi per cui ci sono state meno restrizioni e più libertà di movimento.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Cara Cristina, non dici assolutamente una stupidaggine, anzi mi sembra una buona idea. Nei primi due mesi del 2020, per i protagonisti, dovrebbe accadere qualcosa che si preannuncia alla fine del quarto episodio, ma chissà se accadrà davvero oppure se sarà bloccata dalla pandemia...comunque i mesi estivi sono stati abbastanza normali quindi tutto è possibile :)

Barbara Businaro ha detto...

Ho letto solo un racconto ambientato nei mesi del lockdown e perché era divertente (lui chiuso in casa con la ragazza che non sopporta più, ma la vicina di casa carina...). Non leggerei un romanzo con ambientazione Covid ancora, ne ho le scatole piene già così. Perciò, se proprio non si riesce a saltare l'anno (io non avevo fatto caso al tempo della storia), allora meglio i mesi estivi e in una zona che non abbia subìto nulla di tutto questo... Islanda? Svezia? Le Isole Faroe? Un motivo per allontanare i protagonisti poi lo si trova sempre. ;)

Giulia Lu Mancini ha detto...

Saltare l'anno è impossibile, ormai il 2020 fa parte della nostra vita, c'è il prima e c'è il dopo. Per fortuna l'estate è stata quasi normale, anche se illusoria, questo potrebbe essere sfruttato a favore della storia. Lo scoprirò scrivendo ;)