 |
La parola scritta ha la forza di accendere la fantasia e illuminare l’interiorità. Aharon Appelfed |
Sono passati sette anni dalla pubblicazione del mio primo romanzo, ci ho pensato leggendo il post di Maria Teresa Steri del blog Anima di carta in cui dava consigli sul self publishing in base alla sua esperienza. A proposito, sono consigli utilissimi, un vademecum a cui attingere per poter pubblicare, io ho stampato la pagina per utilizzarla al momento opportuno.
La mia prima pubblicaizone self risale all’anno 2014, me lo ricordo molto bene perché era l’anno in cui compivo 50 anni. Quando arrivi a un traguardo così importante ti ritrovi a fare sempre dei piccoli bilanci e, a fine 2013, mi ero ritrovata a esaminare la mia vita valutando quello che avevo sul piatto della bilancia, tra soddisfazioni, sogni e sconfitte. Tra i sogni, su quel piatto, c’era anche quello di scrivere, inseguito con impegno, ma navigando molto a vista nei quattro anni precedenti; infatti in quegli anni avevo frequentato dei corsi di scrittura, scritto un romanzo e partecipato a diversi concorsi letterari.
Avevo vinto, o mi ero piazzata bene in alcuni concorsi letterari locali, partecipando con dei racconti, finché avevo capito che il mio vero obiettivo da raggiungere era quello di pubblicare un romanzo. L'occasione arrivò con un concorso della Mondadori, pubblicizzato dal settimanale Donna Moderna, che costituì anche l'occasione per scriverlo. Nel momento in cui venni a conoscenza del concorso avevo ancora alcuni mesi davanti a me. Scrissi il romanzo, usando come incipit un mio racconto, partecipai e, ovviamente, non vinsi, ma subito dopo partecipai al concorso di Io scrittore, superando la prima selezione e qualificandomi tra i primi duecento. In quella fase la casa editrice Gems mi aveva perfino inviato i moduli con le liberatorie da firmare, in cui dichiaravo che il romanzo era scritto da me, che detenevo i diritti e che mi impegnavo, qualora fossi arrivata tra i primi cinque, a pubblicare con loro. Insomma ci avevo sperato sul serio. Poi non mi sono piazzata tra i primi cinque classificati che poi erano i soli che sarebbero stati pubblicati. Fine.
Dopo il concorso Io Scrittore rilessi le varie critiche ricevute (positive e negative) e mi dedicai alle revisione del romanzo. Pensai che ero alla soglia dei cinquant’anni e che gli anni stavano passando troppo in fretta, non volevo più passare il tempo tra un concorso e l’altro o in attesa di una risposta da una casa editrice che mi avrebbe snobbato: mi sarei pubblicata da sola. È stata la scelta più giusta che potessi fare in quel momento. I motivi sono vari:
1) sono uscita dal limbo delle attese
c'è una grande differenza tra scrivere e pubblicare, finchè scrivi operi nel mondo della fantasia in un rapporto tra te stessa e i tuoi personaggi. Quando pubblichi ti metti in discussione e la tua scrittura acquista concretezza. Vedere materialmente il tuo libro, anche solo in ebook, con una copertina e un contenuto, ha un effetto tutto diverso dal semplice scrivere. In quel momento prendi delle decisioni concrete.
2) ho imparato dai miei errori
dopo aver studiato le diverse piattaforme con cui pubblicare ho scelto Narcissus (ora Streetlib) perchè era la piattaforma che mi aveva convinto di più. Da profana del self publishing affidai loro la conversione dell’eBook e l'impostazione della
copertina, e questa fu una buona scelta.
Tuttavia, essendo del tutto inesperta, feci anche
molti errori, per esempio quando finalmente arrivai alla pubblicazione non feci nessuna promozione, del resto non sapevo come fare. Così mi sono messa a studiare frequentando i vari blog che parlavano di scrittura e seguendo gli autori self che avevano successo. Il mio romanzo intitolato "La libertà ha un prezzo altissimo" uscì a fine agosto 2014 e fino a dicembre non vendette neanche una copia (tranne quella che comprai io), ma tra settembre e dicembre approfondii molte questioni e capii come impostare una pagina facebook e una promozione. Nel 2015 il romanzo ebbe un breve ma rincuorante decollo, riuscii a vendere - in un paio di mesi - oltre un centinaio di ebook e ricevetti anche delle recensioni positive. Nel frattempo mi ero accorta che l'ebook conteneva degli errori di punteggiatura e qualche refuso. Così, armandomi di santa pazienza, ho revisionato tutto il testo e ho imparato, da autodidatta, seguendo i tutorial di Narcissus, a fare la conversione del testo in ebook, per poter inserire le correzioni. Un lavoraccio durato diversi mesi che, però, mi è servito tantissimo e mi è tornato utile per gli ebook successivi.
Con il tempo ho imparato che, anche dopo tante revisioni e, spesso, proprio dopo la pubblicazione, c'è sempre qualche piccolo errore in agguato, una virgola di troppo o mancante, un refuso, una lettera maiuscola o minuscola al posto sbagliato. In quel caso puoi sempre correggere e, per un autore self, poter correggere è importantissimo, perchè si è costantemente sotto la lente di ingrandimento dei lettori snob che guardano al self publishing con sufficienza o, peggio, con disprezzo.
Ebbene sappiatelo, ho trovato degli errori, talvolta macroscopici, anche in libri di case editrici big.
3) ho scritto altri romanzi
Dopo il primo romanzo, mi sono accorta che avevo tante storie dentro di me che spingevano per venire alla luce. Sapere di poter decidere da sola quando e come pubblicare mi ha dato l'imput giusto per scrivere. Così, anno dopo anno, ho scritto ben altri nove romanzi. Uno di questi è stato anche notato da una piccola casa editrice con cui poi ho stipulato un contratto, esperienza abbastanza interessante. Inoltre ho pubblicato anche con la piattaforma self di Amazon, una storia d’amore che ha avuto un notevole successo e venduto tantissimo, con mia grande sorpresa. E tutto questo ha aggiunto una nuova esperienza al mio bagaglio.
Ora mi destreggio, più o meno con disinvoltura, tra Streetlib e Amazon, tra ebook e cartaceo; anche quest'ultimo richiede di imparare bene le impostazioni delle piattaforme, per me è sempre una fatica, perchè nel frattempo ho un lavoro principale che mi impegna parecchio, ma del resto non vivo di scrittura.
4) mi sono perfezionata nelle mie pubblicazioni
Sono stati sette anni intensi in cui mi sono buttata in diverse sfide, passando da romanzi a tema femminile a romanzi di formazione e a romanzi d’amore, anche se non so se definirli romance veri e propri, perché nelle mie storie non manca mai l’impegno o la situazione difficile. Poi mi sono buttata nel giallo, inizialmente per una scommessa con me stessa, poi per l’esigenza di andare oltre le storie d’amore e poter trattare anche altri temi più complessi e di forte attualità. È quindi nata la serie del commissario Saverio Sorace con all’attivo cinque episodi. Con il giallo mi trovo molto a mio agio e non nego di sentirmi anche più libera nell’esprimermi.
 |
Le indagini di Saverio Sorace
|
Mi sono perfezionata dando anche maggiore importanza alla copertina dei miei lavori, infatti, a partire dal 2016, mi sono rivolta quasi sempre a una grafica professionista che mi ha creato delle cover davvero belle. Questo non significa che sia obbligatorio, molti autori fanno per conto loro delle ottime cover, dipende molto anche dalle competente possedute da ciascuno, tuttavia per i miei gialli ho impostato uno stile delle cover che è importante mantenere.
Insomma, dopo le ingenuità del mio primo romanzo, ora sento di aver acquisito delle discrete competenze in materia di scrittura, di revisione e di “confezionamento” di un libro (eBook e cartaceo), qualcosa ho imparato anche in materia di promozione, anche se questa è una materia vastissima e richiede un dispendio di tempo ben superiore a quello che io vi dedico. Resta sempre qualcosa di nuovo da imparare, ma io sono sempre disposta a mettermi alla prova, nei limiti del buon senso...
Un curiosità per chi ancora non lo sa, Giulia Mancini è uno pseudonimo a metà, nel senso che Mancini è il cognome di mia madre, ho sempre pensato, in caso di pubblicazione, di voler usare il suo cognome, per po' per affetto e un po' per la necessità di separare il mondo del lavoro da quello della scrittura.
E dopo sette anni cosa penso di fare?
Me lo sono chiesta perché la voglia di scrivere è scemata negli ultimi tempi, forse per una serie di situazioni che si sono verificate, probabilmente anche perché ho meno storie da raccontare, tuttavia ho ancora un paio di romanzi da pubblicare poi si vedrà. Al momento la scrittura resta l’unico territorio della mia vita veramente libero.
Se volete dire la vostra ogni commento è gradito