sabato 25 maggio 2024

Che fine ha fatto la mia scrittura

 

Non indugiare sul passato, non sognare il futuro, concentra la mente sul momento presente. Buddha.





Da circa un anno ho smesso di scrivere, che poi a pensarci bene è anche più di un anno, ma fino a metà del 2023 sono stata impegnata con l’ultima uscita dell’episodio di Saverio Sorace e quindi ero concentrata su quello, poi il periodo di riposo dopo l’uscita, lo scorso 23 giugno 2023,  un po’ di sano dolce far niente, che poi vuol dire che mi concedevo dei week end liberi senza scrittura, ho pensato” lascio passare l’estate, e poi riprendo”.

Però l’estate 2023 è passata ed è cominciato l’autunno, e io non ho ripreso a scrivere. Di solito dopo il dolce far niente di agosto, tra la fine di agosto e i primi giorni di settembre venivo solleticata da un pensiero per una nuova trama e cominciavo a scrivere un capitolo di un nuovo episodio di Saverio Sorace invece a settembre non è successo e poi arrivato il 7 ottobre, nuovo orrore, nuova guerra in media oriente e  non ho più scritto. L’autunno è per me un periodo di super lavoro di bilanci e chiusure di fine anno che poi proseguono con la riapertura dell’anno e altre scadenze, insomma perdere l’occasione di agosto vuol dire perdere l’inizio di un nuovo libro. Tra il lavoro sempre più fagocitante e il desiderio di vivere alla giornata perché ogni giorno potrebbero essere l’ultimo, scrivere è diventato l’ultimo dei miei pensieri. Ogni tanto ci penso ma poi passa. Il senso di precarietà in cui ci siamo ritrovati a vivere in questi ultimi anni, ne ho parlato nel mio post Chissà, chissà domani non ha sicuramente aiutato. La crisi era cominciata già da un po’ di tempo, visto l’impegno che questa mia passione richiedeva e la vita che mi assorbiva continuamente mi chiedevo spesso se ne valesse la pena, ma finché avevo l’urgenza di raccontare delle storie, tutto sommato, non me ne curavo, andavo avanti per la mia strada con determinazione. In fondo per me scrivere era un impegno ma anche un piacere, una piccola fonte di felicità. 

Questo piacere tuttavia è stato sempre più minato dalle problematiche di contorno, per esempio i messaggi senza senso sulla mia pagina social, i messaggi via messenger di gente varia e sconosciuta con consigli non richiesti che avevano lo scopo di vendere il loro prodotto, tanto che ho disattivato messenger sulla mia pagina. Ad oggi permangono gli attacchi spam alla mia pagina social, tipo “la tua pagina ha violato le normative di Facebook e sarà disattivata entro 24 ore, ma puoi opporti alle decisioni cliccando nel link sottostante”.

Questi messaggi me li ritrovo spesso nella posta indesiderata ma ogni tanto anche nella posta normale. Ho sempre evitato di cliccare il link che potrebbe portare dritto dritto a un virus con effetti deleteri, però tutte le volte mi assaliva il dubbio se avessi davvero violato qualche norma, anche se ormai è tanto tempo che non faccio promozioni e pubblico sempre meno post sulla pagina. Ho cambiato le impostazioni del mio account per renderlo più sicuro, ma i messaggi continuano e, non posso farci nulla, mi irritano profondamente.

Ecco cosa scrive Chat Gbt (eh già, quando non so a chi chiedere chiedo a lui)

I messaggi che ricevi su Facebook, che ti accusano di aver violato delle regole e ti invitano a cliccare un link, sono molto probabilmente tentativi di phishing. Il loro scopo è:

1. Rubare Informazioni Personali: Il link potrebbe portarti a una pagina fasulla che imita il sito di Facebook, dove ti viene chiesto di inserire le tue credenziali di accesso. Se lo fai, gli hacker avranno accesso al tuo account.

2. Installare Malware: Cliccando sul link potresti scaricare e installare involontariamente un malware o un virus sul tuo dispositivo, che potrebbe danneggiarlo o permettere ai malintenzionati di accedere alle tue informazioni personali e finanziarie.

3. Propagare il Phishing: Il tuo account potrebbe essere compromesso e usato per inviare ulteriori messaggi di phishing ai tuoi contatti, ampliando la rete di vittime.

Per proteggerti:

Non cliccare sui link sospetti.

Verifica la legittimità dei messaggi direttamente dal sito ufficiale di Facebook, accedendo al tuo account senza utilizzare il link del messaggio.

Attiva l’autenticazione a due fattori sul tuo account Facebook.

Mantieni aggiornato il software antivirus sul tuo dispositivo.


Quindi continuo a cancellare queste mail e queste notifiche sulla pagina, ma ogni tanto mi sento sotto assedio e mi verrebbe voglia di cancellare la mia pagina autrice, forse potrei semplicemente sospenderla per un po’. Certo non è per questo che non scrivo più da molto tempo, però la mancanza di stimoli a scrivere sicuramente viene incentivata anche da questi piccoli fastidi. Il motivo di fondo è tuttavia quello che ho esposto all’inizio del post: la mancanza di tempo e il senso di impotenza di fronte agli eventi più grandi di noi che hanno travolto il nostro presente.

All’ozio ci si abitua più che alla fatica. E la paura del futuro crea la brama di vita, per questo stento a mettermi davanti al pc a scrivere, anche se ho ancora voglia di raccontare storie. Il nostro tempo non ce lo restituisce nessuno una volta perduto, é una consapevolezza che si é radicata sempre più in questi mesi, ogni volta che dovevo scegliere tra scrivere o uscire. Così ho scelto altro e ho riallacciato dei rapporti di amicizia che avevo trascurato e ripreso delle attività all’aperto che non facevo più. Il tempo libero è sempre troppo poco ma proprio per questo non voglio sprecarlo. 

Qualche giorno fa è arrivata la mail di Amazon che mi ricordava: “Comincia il Premio Letterario Amazon Storyteller 2024!” e, con un po’ di sofferenza, ho pensato che è la prima volta che non ho nulla da pubblicare, non che abbia mai avuto speranze di vincere o, almeno, di piazzarmi in qualche modo, ma questa mail mi ha ricordato che una volta era un appuntamento a cui tenevo.

Inoltre, come accennavo sopra, non faccio più promozione dei miei libri, non solo perché non ho tempo, ma perché non ne ho più voglia. Una volta mi divertivo a creare delle immagini da postare sulla mia pagina e poi promuovere il post su Facebook con una spesa minima, ora tendo a non farlo, un po’ per evitare commenti insulsi o antipatici sulla mia pagina, un po’ perché non serve a molto per le vendite, un po’ perché me ne dimentico, visto che non sono più concentrata sulla scrittura.

Poi però il tarlo di scrivere torna ad assillarmi, mi viene in mente una storia o un pensiero e mi dico: ecco questa sarebbe una trama da sviluppare. In questi giorni sto rileggendo La luna e i falò di Cesare Pavese, un autore che ho adorato durante la mia adolescenza, nella prefazione viene raccontata la vicenda in cui Pavese scrisse il romanzo, l’ha scritto in meno di due mesi, circa un capitolo a settimana; leggendo ho pensato che potrei farlo anch’io per recuperare (pensate un po’ che delirio, paragonarmi a Cesare Pavese), ma in realtà nelle note finali al romanzo è scritto che il tempo di incubazione del romanzo è durato sedici anni, perché Pavese meditava la storia da lungo tempo. In tv una sera parlarono di George Simenon raccontando che scrisse l’ultimo romanzo di Maigret in meno di un mese e anche lì ho drizzato le orecchie. Insomma scrivere è ancora un pensiero importante nella mia testa e forse tornerò a farlo di nuovo. E quindi aspettiamo gli eventi, anche se, intendiamoci, il mondo va avanti benissimo senza che io scriva una nuova storia, ma c’è un personaggio che mi chiama ogni tanto e chiede vita; e prima o poi dovrò ascoltarlo

Fonte immagini: Immagine creata con App Imagine AI



venerdì 3 maggio 2024

Sono esaurita di Sophie Kinsella

 


Leggere attraverso la biblioteca digitale mi permette di leggere libri che probabilmente non comprerei, non tanto perché non mi piacciano, ma semplicemente per una questione di costi. Così quando mi sono registrata al sito della biblioteca digitale di sala borsa mi sono divertita a spulciare il catalogo con i libri più richiesti e sono stata subito attratta dal romanzo di Sophie Kinsella Sono esaurita, eh sì già il titolo era una promessa, libro molto richiesto tanto che sono stata in lista di attesa per oltre tre mesi. Quando finalmente è arrivato il prestito, l’ho letto molto velocemente, il romanzo mi è piaciuto soprattutto nella prima parte quando racconta dei problemi lavorativi e di come la protagonista si sente. 

Avevo già iniziato a scrivere questo post quando è arrivata la notizia della malattia della scrittrice, un colpo al cuore, mi dispiace molto e spero che ci sia una possibilità di guarigione anche se un glioblastoma al cervello non sembra lasciare scampo. Già la morte di Michela Murgia lo scorso anno mi ha addolorata e lasciata senza parole. 

Tornando al libro, leggendolo, mi sono resa conto che certe dinamiche delle attuali situazioni lavorative sono ormai diventate universali, la causa è quello che è diventato il mondo del lavoro, ma anche le nuove tecnologie che permettono una deriva pericolosa, ossia impadronirsi del tempo anche fuori dagli orari e dagli spazi del lavoro. Il mondo attuale gira a ritmi frenetici e tutti vivono nella costante sensazione di essere in debito con il tempo. Troppe mail, troppe notifiche sullo smartphone, troppe invasioni del proprio tempo libero che libero non è più. È necessario - ora più che mai - arginare queste invasioni di campo e mettere dei paletti. Il lavoro non deve succhiare via ogni energia vitale. Bisogna lavorare per vivere e non vivere per lavorare. 

Dalla rete vi riporto una definizione del burnout: uno stato di esaurimento fisico, emotivo e mentale causato da un’eccessiva e prolungata esposizione allo stress lavorativo o da situazioni di lavoro intense e disfunzionali. Si manifesta con sintomi come stanchezza cronica, irritabilità, disillusione, e una sensazione di inefficacia e impotenza. Il burnout può compromettere seriamente il benessere e le prestazioni sul lavoro, oltre alla salute mentale e fisica della persona coinvolta.

Nel romanzo Sono esaurita il tema è trattato con maestria e competenza, oltre che con la solita vena comica dello stile dell’autrice. Sasha ha un bellissimo lavoro, era il lavoro dei suoi sogni, la responsabile di un settore in una start up di grande successo

“Non sono le mail a mandarmi nel panico. Non sono neanche le mail che ti inseguono. Sono quelle che inseguono le mail che ti inseguono. Quelle con ‼️ due punti esclamativi rossi. Queste sono le mail che mi provocano una fitta al petto e il tremito all’occhio sinistro.” 

Io sono la responsabile del reparto offerte speciali, che copre quattordici territori. Ed è davvero un lavoro figo. Sulla carta. Zoose è una realtà giovane, sta crescendo velocemente, nel nostro ufficio open space c'è una parete di piante verdi e le tisane sono gratis. Quando ho cominciato mi sono sentita fortunata. Tutte le mattine mi svegliavo e pensavo "beata me". Ma a un certo punto quel pensiero si è trasformato in: "Oh, mio Dio, non posso farcela, quante mail ho, quante riunioni, cosa ho dimenticato, come me la caverò, che faccio adesso?"

Non so bene quando è successo. Ma mi sembra di essere in questa condizione da sempre. Una specie di tunnel, in cui l'unica scelta possibile è continuare ad andare avanti. Solo andare avanti.

I momenti drammatici e divertenti (con un sorriso però un po' amaro) sono quando la responsabile di Sasha le ricorda che non ha mai scritto nulla sulla "bacheca delle aspirazioni" una bacheca creata per il benessere del personale dove ognuno dovrebbe condividere "i momenti di gioia".

Dove lo trovo il tempo per riflettere? Come faccio a vivere momenti di gioia se sono perennemente in preda al panico? Come posso scrivere le mie aspirazioni quando la mia unica aspirazione è "stare al passo con la vita" e non ci riesco?

La verità è che Sasha svolge il lavoro di tre persone da quando due collaboratori si sono licenziati e non si parla assolutamente di rimpiazzi, una situazione generalizzata e che mi ricorda qualcosa...e la bacheca delle aspirazioni mi fa pensare ai questionari che ogni tanto manda la mia azienda sulla soddisfazione dei dipendenti, sulla conciliazione lavoro-vita privata degli orari di lavoro. Sono questionari dove puoi rispondere solo sì o no a domande pilotate e alla fine sembra che tutto sia idilliaco, ho smesso di compilarli da tempo. 

E così questo libro mi ha fatto arrabbiare ma anche sorridere, forse sperare che il lieto fine ci sia.

La mia recensione su Goodreads 

Il romanzo tocca un tema importante, il burnout e l’autrice lo tratta con la sua solita verve umoristica. La prima parte del romanzo è davvero efficace nel descrivere la situazione che si crea sul lavoro quando si chiede troppo. “…faccio il lavoro di tre persone e continuo a perdermi dei pezzi”; “Ogni sera, quando rientro, mi sento come se avessi fatto la maratona trascinandomi appresso un elefante”. Queste alcune delle frasi che rendono pienamente il senso della situazione. Così Sacha, ormai in piena crisi, non riesce a vedere una soluzione tranne quella di scappare dal lavoro e rifugiarsi in un luogo di mare, una vacanza fuori stagione per ritrovare se stessa. Dopo varie situazioni paradossali arrivano tanti lieti fine, l’amore e la rivincita sul lavoro e tante altre cose magnifiche, sarebbe bello credere che arrivino anche nella realtà, ma intanto accontentiamoci di sognare leggendo questo romanzo.

E visto che è appena passato il primo maggio, non posso non fare una breve considerazione sul lavoro in generale e su quello che ci dobbiamo augurare: stabilità, non precariato, salari dignitosi, non elemosine, sicurezza (di non morire o farsi male) sempre. 

Mi sembra che tutto questo non ci sia, anzi stiamo perdendo sempre più dei diritti e mi chiedo se stiamo facendo davvero tutto il possibile per evitare questa deriva sociale generalizzata. A me viene in mente un film visto tempo fa che, sempre in forma di commedia tragica, parlava del mondo del lavoro. Vi lascio il link