venerdì 18 aprile 2025

Cuccuruccù

 

E gli orizzonti perduti non ritornano mai. Franco Battiato


Era una di quelle sere in cui il sonno proprio non arrivava. Sfogliando distrattamente i canali televisivi, mi imbattei in un concerto su Rai Storia: sul palco c’era Battiato. Rimasi incantata a guardarlo. Era il Battiato giovane, quello de La voce del padrone, di Bandiera Bianca e Cuccuruccù. E così, senza nemmeno accorgermene, iniziarono a riaffiorare i ricordi.

Era il 1982, un’estate intera trascorsa ad ascoltare La voce del padrone. Ogni volta che partiva una sua canzone, mi sentivo trasportata in uno stato quasi di trance, immersa in quelle atmosfere sonore così insolite e penetranti.

Ma il ricordo che mi travolse davvero non era solo legato alla musica, quanto alla sensazione di ciò che ero allora: quella percezione luminosa e vibrante di un futuro ancora tutto da scoprire, quel senso di promessa che la vita sembrava custodire in ogni suo angolo.

E così per un attimo fui presa da quel tipo di nostalgia struggente che ti prende all’improvviso. Ti si riaccende qualcosa dentro. Una risata, un pomeriggio sul divano, la voce in sottofondo mentre facevi i compiti.

Ascoltavo il concerto e osservano la scena, la televisione di qualche anno fa era diversa. Era più lenta, più ingenua forse, ma più “nostra”. Adoravo Franco Battiato, anche quelle canzoni più ermetiche e meno note. 

L'estate del 1982 era molto calda e c'erano i mondiali di calcio, forse l'unico mondiale vero che io ricordi, quell'anno l'Italia vinse e quella vittoria rimase eterna, impressa nella memoria collettiva. 

Tornando a Battiato, per anni consumai le cassette musicali delle sue canzoni, poi dopo un po' ho smesso di ascoltarlo, sono stata presa dal rock di Ligabue tanto che ho partecipato a molto suoi concerti, ma Battiato ha sempre avuto con la sua voce il potere di portarmi in certe atmosfere.

L’estate 1982 fu segnata da La voce del padrone ma anche dagli album precedenti Patriots, Pollution e L’era del cinghiale bianco. Poi seguirono L’arca di noè colonna sonora del mio ultimo anno delle superiori (insieme alla discografia di Guccini soprattutto, ma di altri cantautori come De André, De Gregori e Dalla) 

Orizzonti perduti (Album del 1983 contenente la famosa La stagione dell’amore) e Mondi lontanissimi segnarono i miei anni universitari, molto ascoltati anche dopo, nei primi anni lavorativi. Ho smesso di ascoltare Battiato con costanza per tornarci poi saltuariamente a periodi alterni. Ci sono canzoni però che ritrovo e riascolto ogni volta che cerco una connessione più intima con i miei pensieri: Prospettiva Nievski, Segnali di vita, Gente in progresso, I treni di Tozeur, L’animale, Testamento, per citarne alcune quelle che ricordo meglio e che esprimono con più forza certe mie sensazioni.

Le frasi di alcune canzoni riecheggiano nei miei pensieri, tanto che ho provato a scrivere un breve componimento: 

Passammo l’estate su una spiaggia solitaria, con il vento che scompigliava i pensieri e fuggivamo il tempo senza orari né promesse. 

Erano giorni sospesi, lontani dai sabati vuoti di questa città dove c’è gente che lavora per avere un mese all’anno di ferie, noi avevamo tutto, ma non lo sapevamo ancora. La stagione dell’amore viene va e la nostra venne piano con passi leggeri e senza fare rumore. Ci lasciò in silenzio, con la sabbia ancora addosso e gli occhi pieni di tramonti. Ora a volte torno con la mente a cercare qualcosa che ho perduto o forse mai davvero avuto. Tuttavia un rapimento mistico e sensuale mi imprigiona a te. E ti vengo a cercare, almeno nei ricordi.

Ma lo so bene, è difficile trovare l’alba dentro all’imbrunire, eppure continuo a cercarla tra le pieghe di una canzone, tra i ricordi che il tempo non riesce a cancellare. 


Ci sono personaggi che sembrano amici, persone care, parte della nostra memoria emotiva. Come se, rivedendoli, tornassimo per un attimo a chi eravamo.

E dopo avervi augurato Buona Pasqua vi chiedo: qual è quel programma o quel volto che, quando lo rivedete, vi stringe un po’ il cuore ma vi fa sorridere?


Fonti immagini: Pixabay