domenica 7 settembre 2025

Vacanze tra insonnia, letture e serie tv

 

L’estate è come una promessa che non mantiene mai. William Faulkner


Vacanze, quell’attesa che sa di sogno, di libertà, di giornate infinite da vivere a pieno. Si immaginano posti straordinari, avventure indimenticabili, momenti perfetti. E poi… arriva la realtà: corse, imprevisti, stanchezza che sembra non finire mai. E la delusione di scoprire che non sempre le vacanze sono come nei nostri pensieri.

Forse il segreto non è cercare lo straordinario a tutti i costi, ma imparare a riconoscere la bellezza anche nelle piccole cose, nei dettagli semplici, nei respiri lenti.

Perché alla fine, più che di mete lontane, abbiamo bisogno di ritrovarci davvero. E io avevo bisogno di ritrovare me stessa, soprattutto il tempo per me stessa, ma di fatto non è stato così, alla fine i giorni di ferie sono stati un po’ risicati anche se ho cercato di allungarli alternando ferie e telelavoro, scoprendo che il lavoro anche a distanza resta lavoro. 

Tutto sommato, però, l’estate è anche un tempo di riflessione, un tempo sospeso nel suo lungo abbraccio caldo, tra il colore della notte e l’attesa dell’alba. Tra la stanchezza e l’insonnia. La notte insonne ha un suono tutto suo, fatto di silenzi che pesano più di qualsiasi rumore. Le lancette dell’orologio si muovono con una lentezza ostinata, eppure i pensieri corrono veloci e nel buio tutto sembra amplificato: un ricordo lontano riaffiora come se fosse successo ieri, un dubbio si ingigantisce fino a occupare l’intera stanza, un desiderio irrealizzato diventa pungente come una ferita appena aperta. In queste ore la mia diventa inquieta, irrequieta, incapace di fermarsi. Di giorno, distrazioni e impegni tengono a bada questo flusso sotterraneo, ma la notte lo lascia libero di scorrere. Per sfuggire alla corsa dei pensieri cerco quindi di occupare il tempo, anche se nelle notti insonni nonostante l’oscurità tutto può diventare improvvisamente più chiaro. 

Ma è nelle notti insonni che ho trovato il tempo per me, nel silenzio della notte, nella luce soffusa mi sono spesso ritrovata a pensare, ma anche a leggere e a guardare serie tv, che tanto al mattino potevo dormire qualche attimo in più. 

Nel mese di agosto sono stata catturata da una serie tv che mi ripromettevo di vedere da diverso tempo: 1992-1993 e 1994 

Riporto quanto trovato in rete 

La trilogia “1992”, “1993” e “1994”, prodotta da Sky, racconta in chiave romanzata gli eventi di Tangentopoli e l’inchiesta Mani Pulite, che portarono alla fine della Prima Repubblica. La trama segue sei personaggi le cui vite si intrecciano con la politica italiana dei primi anni ’90, con apparizioni di figure storiche. La storia è ambientata principalmente a Roma e Milano. Tra i protagonisti figurano Stefano Accorsi, Miriam Leone, Guido Caprino, Tea Falco, Domenico Diele, Antonio Gerardi, con l’introduzione di Laura Chiatti e Paolo Pierobon nel ruolo di Silvio Berlusconi.

Vedere questa serie è stato quasi come fare un viaggio nella mia vita: mi ha fatto ripensare a quegli anni e ai paralleli con la mia esistenza. All’epoca ero molto giovane e distratta, senza rendermi conto di quanto stava accadendo intorno a me, eppure quegli eventi hanno segnato non solo il futuro del nostro paese, ma anche la mia vita. Solo oggi, a distanza di tempo, comprendo molte cose. La politica non è qualcosa di astratto: un cattivo governo, prima o poi, cambia la vita dei cittadini, spesso in peggio, anche se ogni tanto qualcuno riesce a cavarsela. Lo abbiamo visto con la globalizzazione, le pensioni, il Covid, le guerre.

Avete mai sentito la storiella della rana che, immersa inizialmente in acqua fredda che poi si scalda lentamente, non salta fuori fino a morire bollita? 

Oggi rischiamo di vivere la cosiddetta “sindrome della rana bollita”: una potente metafora di quanto sia facile adattarsi a peggioramenti lenti e graduali senza percepirne davvero il pericolo, finché la situazione diventa insostenibile e reagire diventa quasi impossibile. È il rischio di accettare passivamente ciò che peggiora a poco a poco, fino a ritrovarsi travolti.

Ho visto anche qualche film ma quello che mi è rimasto più impresso (avevo iniziato a vederlo per potermi addormentare e poi mi ha catturato fino alla fine) è Humane della regista esordiente Catling Cronenberg (figlia di David) una storia tra il distopico e il dramma familiare, più che mai attuale. 

Per quanto riguarda le mie letture dell’estate vi riporto sotto l’elenco di giugno-luglio-agosto direttamente dal post che mantengo aggiornato man mano che concludo ogni libro

Giugno
17. Chi dice e chi tace di Chiara Valerio (Emilia digital Library)
18. La scoperta dell’alba di Walter Veltroni (Emilia digital Library) 
19. Il vento conosce il mio nome di Isabel Allende (Amazon 2,99)
Luglio 
20. Dimmi di te di Chiara Gamberale (Emilia digital Library)
21. Sarò il tuo mecenate di Maria Teresa Steri (Amazon 1,50)
Agosto
22. Le bugie sepolte nel mio giardino di Kim Jin Yeong (Apple 1,99)
23. Felici tutti i giorni di Laurie Colwin (Emilia digital Library)
24. Passeggeri notturni di Gianrico Carofiglio (Emilia digital Library)
25. La regina dei sentieri di Marco Malvaldi e Samantha Bruzzone (prime gratuito)


Sto leggendo meno in questo ultimo anno, ma non lo considero un problema, piuttosto non ho ancora letto un libro che mi abbia entusiasmato davvero. Molto bello “Il vento conosce il mio nome” di Isabelle Allende. Questa autrice è sempre molto brava a trattare storie difficili. Samuel bambino ebreo che sfugge ai campi di stermino ma perde tutta la sua famiglia e vive tutta la vita cercando un senso all’orrore che ha vissuto, si ritrova anni dopo negli occhi di Anita, bambina salvadoregna rimasta sola, separata dalla madre, al confine degli Stati Uniti per le politiche anti migratorie di Trump. Temi purtroppo ancora troppo attuali.
Avvincente il thriller psicologico di Maria Teresa Steri “Sarò il tuo mecenate” che mi ha fatto compagnia quasi tutto luglio tanto che mi è dispiaciuto averlo finito, per fortuna non era in prestito! 
Molto piacevole il romanzo La regina dei sentieri di Marco Malvaldi e Samanta Bruzzone, mi ha portato nelle atmosfere del BarLume da me tanto amate, ma tutto al femminile.
Le altre letture piacevoli a parte “Le bugie sepolte nel mio giardino” che ho trovato veramente brutto e faticoso da leggere.
Come dicevo non trovo più delle letture che mi entusiasmino e quindi sto cercando nuovi autori, l’altro giorno sono stata in una libreria con una mia amica che si è fatta consigliare diversi libri da una commessa (accanita lettrice) che ci ha segnalato parecchie letture; la mia amica ha comprato tre libri, io ho ascoltato con attenzione perché li voglio prenotare presso la biblioteca digitale, non riesco più a leggere il cartaceo, quindi mi affido agli eBook sia comprati che in prestito. Tra l’altro sto trovando molto più piacevole l’app Kindle di Amazon, prima preferivo quella di Apple ma dopo gli ultimi aggiornamenti mi piace molto meno, tanto che, quando compro un eBook, ormai tendo a comprarlo su Amazon invece che su Apple. Invece è fatta molto bene quella della biblioteca digitale, peccato che il tempo concesso per il prestito sia così breve, pazienza. 

Non mi dilungo oltre, ormai ho ripreso il lavoro pieno da due settimane e le vacanze sembrano già lontane. La foto del post l’ho fatta io, un giorno che mi ero svegliata presto per andare a comprare il pesce fresco.  L’alba sull’Adriatico può essere davvero bellissima. 

E voi cosa ne pensate, di estate, film, serie tv, libri e qualsiasi cosa; riuscite davvero a staccare in vacanza? 


venerdì 27 giugno 2025

La libreria del mistero e altre leggerezze

 


Qualche tempo fa, mentre curiosavo su Prime alla ricerca di un film da guardare, mi sono imbattuta in alcune serie di qualche decennio fa. È stato in quel momento che ho avuto la conferma: sì, sono decisamente “vintage”. Tra i titoli proposti ho ritrovato una serie che mi appassionava ai tempi, quando veniva trasmessa d’estate la domenica pomeriggio, al posto di “Domenica In”, o in qualche serata fiacca in assenza di repliche. Il titolo? La libreria del mistero.

È una serie dell’inizio degli anni Duemila (ho controllato: 2003). Nel primo episodio, la protagonista Samantha Kinsey eredita una libreria specializzata in letteratura gialla. La sua passione per questo genere la spinge a risolvere misteri in cui finisce per imbattersi, affiancata da Ian Philby, un collaboratore che condivide il suo interesse per le indagini. (Questa parte, lo ammetto, è ripresa da Wikipedia.)

Così, spinta dalla nostalgia, ho salvato la serie tra i preferiti e mi sono messa a guardare tutti gli undici episodi — ciascuno della durata di circa novanta minuti. Le investigazioni di Samantha avevano il potere di rilassarmi: niente tecnicismi alla CSI, niente sangue o scene cruente, solo una giusta dose di suspense e trame sufficientemente intricate da catturare l’attenzione senza stressare. Dei gialli piacevoli, ambientati in una libreria accogliente. Quando ho finito l’ultimo episodio, mi sono sentita quasi orfana: “Ma come, è già finita? E adesso, cosa guardo per rilassarmi?”

Tempo prima avevo iniziato a vedere un’altra serie, ancora più “vintage”, ma poi mi sono persa nel mare delle offerte tra Prime e NOW. Mi succede spesso ultimamente: non ho mai tempo per guardare nulla, e quando finalmente mi metto sul divano, finisce che crollo addormentata. Insomma, perché una serie o un film riesca a conquistarmi davvero, deve anche avere il merito di tenermi sveglia.

Un’altra serie che mi ha coinvolto è stata Sorelle sbagliate, tratta dall’omonimo romanzo di Alafair Burke, che avevo letto l’anno scorso. Ogni volta che leggo un libro, scatta in me la curiosità di vedere come sia stato tradotto sullo schermo. E devo dire che in questo caso la resa è stata davvero interessante.

Ora sto guardando Pesci piccoli 2 la seconda stagione, non è un thriller ma una serie che trovo irresistibile come i loro protagonisti.

Pesci Piccoli - Un'agenzia. Molte idee. Poco budget è una serie televisiva italiana del 2023 prodotta da The Jackale Mad Entertainment in collaborazione con Prime Video. La serie è composta da quattordici episodi di durata compresa tra i ventisei e i ventinove minuti ciascuno. Tutti gli episodi della prima stagione sono stati pubblicati l'8 giugno 2023 mentre la seconda stagione è uscita il 13 giugno 2025. 

Nell'epoca delle star di TikTok e di vite di successo incorniciate nei social, l'agenzia Tree of us vede l'arrivo della manager Greta, declassata dalla prestigiosa sede di Milano a quella minore di Napoli. Inizialmente decisa a mantenere un alto profilo, Greta dovrà arrendersi alle bizzarrie della nuova equipe lavorativa composta da Ciro, Fabio, Fru, Aurora e altri, che basano la loro vita lavorativa su brand provinciali minori e piccoli influencer tragicomici, intrecciando gesti di amicizia, flirt tra colleghi e riti di gruppo.

In questi giorni ho iniziato anche a vedere una serie che mi sembra intrigante L’estate dei segreti perduti, il primo episodio mi è piaciuto, vedremo come si sviluppa il mistero.

negli ultimi mesi ho visto anche diversi film interessanti, alcuni piuttosto assurdi e altri bellissimi.

Emilia Perez di Jacques Audiard ha fatto incetta di Oscar, ma mi ha lasciata perplessa.

Fino alla fine di Gabriele Muccino, film con trama assurda ma da cardiopalma.

Conclave di Edward Berger, film bellissimo, un thriller davvero avvincente e ben strutturato (un Oscar e un Golden Globe meritatissimi) ho tardato a guardarlo visto che capitava nel periodo del vero Conclave, ma è un film che vale la pena vedere.

Speak no evil - Non parlare con gli sconosciuti di James Watkins del 2024 (remake dell'omonimo film del 2022 diretto da Christian Tafdrup)  thriller terrificante ma ben fatto, che mantiene svegli.

Diamanti di Ozpetek, molto bello, con attrici fantastiche, anche quelle che non ti aspetti.

Ma chi ti conosce? di Francesco Fanuele, una commedia romantica ambientata a Bologna davvero deliziosa.

Il corpo di Vincenzo Alfieri un thriller davvero notevole, pieno di colpi di scena e con un risvolto finale inaspettato che ribalta il senso della storia.

Dopo questo post, mi prenderò una pausa per i mesi di luglio e agosto.

Tra il caldo, le scadenze e — per fortuna — anche un po’ di ferie, faccio fatica a trovare il tempo (e l’energia) per dedicarmi alla scrittura, anche solo di un post leggero.

Voi avete visto qualche film o serie interessante? Quali sono i vostri progetti estivi? Fatemi sapere nei commenti e ormai non mi resta che augurarvi buona estate, ma prima di lasciarvi condivido un post di Morena Fanti per suggerirvi (se volete) di partecipare a un gioco letterario sugli incipit, sotto vi riporto il link per poter dare un’occhiata e farvi un’idea.

Il menù degli incipit


Fonti immagini: immagine creata da me con Phonto 


sabato 7 giugno 2025

Niente di nuovo


Era verde il silenzio, bagnata la luce, tremava il mese di giugno come farfalla. (Pablo Neruda)


È passato un altro mese e ho sempre più l’impressione che il tempo mi scivoli dalle mani, paradossalmente un motivo che mi costringe a misurare il tempo che passa inesorabile e convulso é anche questo blog, quando mi accorgo che non ho scritto nulla e sono passati parecchi giorni dall’ultimo post. Lo so non è una gara e non è indispensabile, ma questo blog è ancora l’ultimo “luogo” creativo personale che desidero tenere in vita, visto che non riesco più a scrivere. Il mio problema è che il tempo del lavoro sta invadendo sempre più il mio tempo libero, anche quello che una volta dedicavo alla scrittura e al blog. Mi ritrovo sempre più spesso a finire “da casa” un lavoro cominciato in ufficio e non concluso per riunioni, chiamate, urgenze improvvise e altro. Così la scadenza da rispettare diventa il mio compito serale o del sabato mattina. Ieri per esempio ero in ferie, ma a metà giornata ho acceso il pc per finire una pratica. E così eccoci a inizio giugno (circa). Questo post non avrà grandi contenuti in quanto lo scrivo solo per mantenere in vita il blog come detto sopra. 

Di cosa posso parlare quindi? Essere sempre concentrati sul lavoro purtroppo mi svuota la mente da altri pensieri più leggeri e questo mi provoca una certa rabbia, oltre che una dose di rassegnazione. Per ricordare le cose da fare spesso faccio delle liste, è una delle cose che riesco a rispettare, ciò che metto nella lista riesco quasi sempre a farlo. In realtà una cosa in mente ce l’ho e sono i referendum di domani, io ho le idee chiare e andrò a votare, ma tutto quello che ascolto in tv e che leggo in rete mi fa riflettere in senso negativo su cosa è diventata la nostra democrazia sempre più fragile. Ripenso a quando ho iniziato a lavorare all’età di 24 anni, era un momento in cui le tutele sul lavoro erano molto più ampie di adesso, c’era perfino la scala mobile che fu soppressa dopo qualche anno con la solita scusa di rendere più snello il mercato del lavoro e agevolare le imprese, un po’ quello che si è detto per il Jobs Act e abbiamo visto dove siamo arrivati, sempre meno tutele e più precariato. 

Quando ero molto giovane non avevo una chiara coscienza politica, anch’io pensavo di più al divertimento e alle amenità giovanili, ma lavorando ogni giorno si acquista consapevolezza e solo crescendo ho lentamente capito certi meccanismi, ho capito che la politica non è un oggetto avulso dalla nostra vita, essa entra con prepotenza nella nostra quotidianità e quel voto che decidiamo di destinare a qualcuno è importante. Certo non è detto che poi tutto funzioni come ci aspettavamo e che le promesse fatte in campagna elettorale vengano mantenute, ma poter contribuire con il mio voto lo ritengo importante, il voto ci rende cittadini e non sudditi e, visto che per ora è ancora possibile, voglio farlo. 

In fondo che mi frega, io un lavoro ce l’ho, ho tutte le tutele, sono abbastanza “vecchia” e forse riuscirò ad arrivare perfino alla pensione. Figli non ne ho e che mi frega dei giovani sempre più precari e senza tutele? Perché dovrei andare a votare a questi referendum? 

Ebbene, vado a votare perché vorrei ancora credere nella democrazia e in mondo migliore di questo che si sta prospettando. 


venerdì 23 maggio 2025

La compagnia

 

Un amico è colui che non guarda il tuo recinto rotto ma ammira i fiori del tuo giardino. Anonimo.


Alcuni giorni fa ho letto un articolo di una giornalista che parlava del suo gruppo di amici. 

Ci ritrovavamo il sabato sera alle otto nel mezzanino della stazione di Loreto della metropolitana milanese, non propriamente luogo a meno e neppure ben frequentato, ma eravamo adolescenti di città e quello scampolo urbano al neon faceva poesia. parlavamo di noi di politica dell’amore e dei sogni e del mondo che avremmo cambiato insieme, abbiamo fatto mille scoperte, siamo andati all’avventura, abbiamo imparato a guidare, a lavorare, a cavarcele a stare al mondo, la vita ci ha travolti, come spesso succede: ci sono stati matrimoni, divorzi, lavori altrove, inciampi, latitanze, litigi, rappacificazioni, oggi siamo ancora qui dritti storti appannati divertiti confusi, imperfetti e solidali come eravamo allora. Spesso ci troviamo ancora il sabato sera nelle nostre case da adulti…

 (Donna moderna numero 14 del 27 marzo 2025).

Sono stata colta da un moto di nostalgia — e, lo ammetto, anche di una certa invidia — nel vedere una compagnia così unita e solidale. Anch’io, nel corso degli anni, ho avuto le mie compagnie, ma con nessuna di esse ho mai costruito un legame tanto saldo e duraturo. C’è stata, certo, la compagnia della giovinezza: piuttosto effimera, ma intensa. Ci si ritrovava durante l’estate o nelle vacanze di Natale, perché quasi tutti studiavamo fuori: alcuni a Milano, altri a Urbino, io a Bologna, mentre qualcuno era rimasto in paese a lavorare. Le vacanze rappresentavano il nostro tempo del ritorno. Ogni sera ci si riuniva a casa di qualcuno, si chiacchierava del più e del meno, si rideva, si condividevano pensieri e sogni — come solo a vent’anni sembra possibile fare.

In realtà ho avuto due compagnie. La prima l’ho frequentata dai 18 ai 22-23 anni, proprio durante il periodo universitario. Era un gruppo che si ritrovava spesso, soprattutto d’estate, in quello che chiamavamo “il muretto” – in realtà, si trattava della base di pietra di un grande albero, all’inizio di un viale alberato dove la gente andava a passeggiare.

Il gruppo era composto per lo più da ragazzi e ragazze di “buona famiglia”: figli di medici, professori, persone ben inserite nel contesto sociale locale. C’era un certo snobismo nell’aria, una forte attenzione alle apparenze. È una mentalità molto diffusa nei piccoli paesi, dove spesso ci si sente superiori solo perché si ha una bella macchina, una laurea, o un padre impiegato piuttosto che contadino. Alcuni erano simpatici, alla mano, ma i leader del gruppo incarnavano proprio quell’atteggiamento altezzoso e un po’ provinciale. Un’estate, dopo alcuni episodi poco piacevoli, ho capito che quella compagnia non faceva più per me. Per un paio di sere ho semplicemente smesso di uscire e sono rimasta a casa. Poi, una mattina, ho incontrato per caso una ragazza più giovane che conoscevo tramite amicizie in comune. Mi chiese come stavo, e io le raccontai che si prospettava un’estate un po’ complicata: non avevo più voglia di frequentare il mio vecchio gruppo e non sapevo con chi uscire. Lei non mi chiese spiegazioni – conosceva quelle persone e intuì facilmente i motivi. Si limitò a dirmi che ogni sera si ritrovava con un gruppo di amici e mi invitò a unirmi a loro quella sera stessa. Fu così che cominciai a frequentarli con regolarità, e in breve tempo divennero la mia nuova compagnia. E sono gli amici del paese che vedo ancora adesso quando torno in puglia. 

E poi ci sono le compagnie di Bologna, nate durante gli anni dell’università. Attraverso i miei compagni di corso ho conosciuto tante persone, e per un periodo ci ritrovavamo ogni sabato sera, in gruppi anche piuttosto numerosi. Col tempo, queste uscite si sono trasformate: da grandi ritrovi si è passati a serate più intime, con gruppi ristretti.

Con il passare degli anni, però, molti di quegli amici si sono allontanati. C’è chi si è trasferito in un’altra città per lavoro, chi è stato assorbito dagli impegni familiari o professionali. Per fortuna, c’è ancora uno “zoccolo duro” di amici che continuo a vedere con una certa regolarità, anche se le occasioni per incontrarsi stanno diventando sempre più rare.

In fondo alla fine, quello che conta davvero non è quanti amici ci siano, ma chi resta. E sebbene le uscite si siano diradate, sapere che ci sono ancora persone con cui basta uno sguardo per capirsi, è un piccolo, grande conforto. Anche se le compagnie cambiano, e con il tempo le strade si dividono, credo che ogni gruppo lasci qualcosa. Alcuni legami si affievoliscono, altri resistono, ma in tutti quei momenti condivisi c’è un pezzo di chi siamo stati. E, forse, anche di chi siamo oggi.

Le amicizie cambiano, crescono o si trasformano con noi. Ma alla fine, quello che conta è avere qualcuno con cui condividere un pezzo di strada. 

E voi, come vivete le vostre amicizie? Avete costruito una compagnia solida nel tempo o vi circondate di pochi amici fidati?



sabato 3 maggio 2025

Il piacere della lettura e l’arrivo di maggio

 

Di maggio mi piace il suo alzarsi sul muretto a sbirciare l’estate. Fabrizio Caramagna 


Esiste ancora il piacere della lettura in questi tempi frenetici?

Me lo chiedo sempre più spesso, perché leggere - un tempo un gesto naturale e spontaneo - sta diventando più difficile. Eppure era una delle cose che più amavo fare. Forse è anche colpa del lavoro: sono costretta a leggere documenti pieni di normative, riferimenti giuridici, parole vuote che non mi parlano. Dopo ore di letture così sterili, trovare un’autentica piacevolezza in un romanzo o in saggio diventa per me più faticoso.

E poi c’è questo rumore di fondo costante: opinioni su opinioni, tutti parlano, pochi ascoltano.

In media leggo 40 libri l’anno, eppure a distanza di tempo mi accorgo di non ricordarne davvero nessuno - salvo quelli che, in qualche modo, hanno lasciato un segno profondo. Non sarebbe forse meglio leggere 10 libri l’anno e ricordarli tutti? 

A volte mi sorprendo a scorrere l’elenco sul blog per ricordare cosa ho letto: titoli, autori e trame che svaniscono. E mi chiedo se abbia senso leggere tanto, forse è meglio rallentare e gustarsi di più le parole e le pagine.

Il mese di Aprile é stato piuttosto frenetico, come spesso accade, per via delle numerose scadenze da rispettare. La presenza della Pasqua ha complicato ulteriormente le cose: tutte le pratiche da concludere  intorno al 20 o alla fine del mese sono state anticipate al venerdì santo. Per fortuna, dopo questa corsa contro il tempo, sono riuscita a godermi qualche giorno di ferie, tre giorni, tra Pasqua e domenica 27 aprile, approfittando di un clima instabile che, paradossalmente, ha favorito il riposo. E così, quasi senza accorgermene, siamo già a maggio. Un mese che si apre senza Papa Francesco, l’unica vera voce di pace in questi tempi oscuri. Il suo augurio pasquale alla folla, pronunciato con grande fatica, mi ha profondamente commosso: era evidente che stesse molto male. Se n’è andato il lunedì dell’Angelo, un giorno quasi simbolico. C’è stato chi ha accolto al volo l’occasione per proclamare cinque giorni di lutto nazionale, riuscendo così a far passare in secondo piano le celebrazioni del 25 aprile. Personalmente, ho trovato eccessiva questa decisione, pur provando grande affetto e stima per Papa Francesco. E voi? Non penso che lui avrebbe approvato tanta pompa né tantomeno la processione di tanti sepolcri imbiancati al suo funerale.

Comunque, io il 25 aprile l’ho festeggiato lo stesso e forse con ancora più forte consapevolezza. 

Ma tornando a parlare di libri mi rendo conto che ci sono molti titoli importanti che vorrei recuperare, ma non ve li elenco perché non so se poi davvero ci riuscirò, però c’è ancora molto da leggere. Potrei leggere meno libri concentrandomi di più su alcuni di questi che vorrei recuperare. Questi sono i buoni propositi che nascono nei momenti in cui sono più riposata e quindi più lucida, dureranno? Non lo so, per il momento ho scritto questo post, visto che in aprile ho trascurato anche il blog.

Maggio è un mese che mi ricorda molto il sabato del villaggio di Leopardi, é un mese che si prepara all’arrivo dell’estate regalando delle belle giornate di sole (almeno così dovrebbe essere ma incrocio le dita nel ricordo delle alluvioni del 2023). E quindi sperando che ci porti davvero un sorriso di primavera vi auguro buon mese di maggio. 

Cosa suscita in voi questo mese?


Fonti immagini: Pixabay