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Lo sport allena il corpo, fortifica la mente. |
Qualche tempo fa lessi un articolo su Donna Moderna che parlava delle nuove tendenze del fitness.
"no pain no gain" nessun dolore nessun risultato. Negli anni 80 questo moto vagamente minaccioso ha fatto il giro del pianeta. Lo ripeteva, nei suoi celebri VHS, la regina del fitness dell’epoca. L’obiettivo? Un corpo più magro e tonico, anche a costo di stancarsi da morire.
Quarant’anni dopo, le motivazioni che ci spingono ad allenarci sono cambiate radicalmente. Non più solo estetica e sacrificio, ma benessere, equilibrio e divertimento.
Ed è stato proprio quel ricordo a farmi pensare a tutti gli sport che ho provato nella mia vita.
Il vero approccio allo sport arrivò con la vita lavorativa.
Frequentavo un gruppo di amici in cui c’era una ragazza che di professione faceva la maestra di tennis e quindi ci convinse a frequentare una serie di corsi offerti a prezzi promozionali dal circolo del dopolavoro ferroviario di Bologna. Insieme a una cara amica, principiante assoluta come me, frequentammo il primo corso e poi ne seguirono altri due.
La maestra di tennis organizzò addirittura un torneo presso il circolo, per il nostro gruppo di amici e ci divertimmo molto.
Io e la mia amica principiante provammo a organizzarci per qualche partita dopo il lavoro. Spesso ci univamo ad amici più esperti: nel tennis è l’unico modo per non passare la serata a rincorrere palline 🥎. Ci riuscimmo solo un paio di volte, poi gli impegni presero il sopravvento e finimmo per lasciar perdere. Dopo tre corsi, scoraggiate, decidemmo di non iscriverci al quarto.
Ho un bellissimo ricordo di quel periodo, anche se non durò a lungo. Ancora oggi chiamo quel gruppo “la compagnia del tennis” e con alcuni sono rimasta in contatto.
In cantina conservo ancora la mia racchetta Rossignol usata e un tubo con tre palline gialle che non ho mai avuto il coraggio di buttare.
Nuoto: affrontare la paura dell’acqua
Dopo il tennis decisi che era tempo di uno sport diverso, da praticare anche da sola. Così mi iscrissi ai corsi di nuoto, con l’obiettivo di superare la mia paura dell’acqua.
Feci ben quattro corsi, dal principiante fino al primo livello. Due sere a settimana, dalle 20 alle 21. Ricordo bene la routine: uscire dal lavoro, cenare al volo, correre in piscina, allenarmi, doccia, capelli, fila negli spogliatoi… e rientrare a casa quasi alle 23.
Faticoso sì, ma una soddisfazione enorme. Finalmente non mi limitavo più a stare “dove si tocca”: sapevo quasi nuotare davvero, ma solo in piscina, perché oggi in mare resto dove si tocca.
Alla fine abbandonai i corsi di nuoto: erano diventati troppo impegnativi. Dopo l’allenamento c’era tutta la trafila di doccia, capelli da asciugare, file infinite agli spogliatoi… e in pieno inverno non potevi certo uscire con la testa bagnata senza rischiare un malanno.
Così decisi di provare l’acquagym, sempre nella stessa piscina. Era più semplice, non serviva bagnarsi i capelli e comunque muoversi in acqua restava molto salutare.
Per un anno funzionò, poi cambiò l’insegnante (o forse sospesero i corsi, non ricordo bene) e finì che lasciai la piscina definitivamente.
Palestra: tra obbligo e noia
Passò del tempo e per alcuni anni non praticai nessuno sport in modo costante, anche se ogni fine settimana facevo trekking con mio marito. Era più una sua passione che mia, ma comunque un modo per mantenere un minimo di attività fisica. Poi, un giorno, spinta da una collega, iniziai a frequentare una palestra. Provai un po’ di tutto: corsi di aerobica, zumba, fit boxing, total body, crossfit, spinning e molte altre attività, affiancandole a esercizi a corpo libero con pesetti e attrezzi vari. Vi confesso però che la palestra l'ho sempre trovata piuttosto noiosa, però ho fatto delle belle amicizie con alcune ragazze che frequentavano i miei stessi corsi.
Corsa: un respiro nel verde
Nonostante la palestra fosse parte della mia routine, gli sport che più mi appassionavano erano quelli all’aria aperta. Durante l’inverno frequentavo regolarmente la palestra, ma con l’arrivo della bella stagione preferivo correre nel parco dei Cedri, un’oasi verde vicino a Bologna. Ho continuato finché i menischi non mi hanno dato problemi. Oggi mi limito alla camminata veloce vicino casa.
Bicicletta: mettersi alla prova
Poi arrivò la bicicletta. Ogni domenica percorrevo circa 40 km lungo la Val di Zena, e ogni uscita era una piccola gioia: pedalare tra le colline bolognesi nelle mattine di primavera era un’esperienza impagabile, che mi dava energia e serenità.
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