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Ho cominciato a vivere da quando se alzo gli occhi al cielo non è per
chiedere qualcosa
ma per dire:"Visto? ce l'ho fatta ancora!"
(Frase trovata in rete senza autore)
Il corpo umano è una macchina meravigliosa, purché non si inceppi all'improvviso.
Il nostro rapporto con la malattia è sempre piuttosto difficile da spiegare, soprattutto quando si manifesta come un fulmine a ciel sereno.
Conduci la tua vita normalmente, fai progetti per il futuro e, senza nessun preavviso, scopri che forse questo futuro non ce l'hai più.
Una doccia fredda, sì è la solita frase fatta, ma rende perfettamente l'idea.
L'avete mai fatta una doccia fredda in pieno inverno?
Io ho parlato del rapporto con la malattia in Fine dell'estate, ci sono arrivata quasi per caso e, da un certo momento in poi la storia è venuta fuori da sola, perché era dentro di me e perché l'incontro con la malattia c'era già stato in un tempo lontano.
Quando qualcuno che ami si ammala il mondo crolla e tu vuoi soltanto che quella persona viva
"Un po'di te è meglio di niente di te" anche se con una vita diversa.
"Un po'di te è meglio di niente di te" anche se con una vita diversa.
Ma per chi si ammala l'unico desiderio, oltre alla sopravvivenza, è il desiderio di normalità, il desiderio di poter ancora fare la propria vita, ancora come una persona normale o quasi.
Il malato non vuole pietà, vuole comprensione, sostegno, amore, magari speranza, ma mai pietà.
Nel mio romanzo ho parlato di quanto una malattia cambi il rapporto con la vita, di come questo possa portare alla disperazione e di come possa però farti cambiare la prospettiva che hai avuto della tua vita fino a quel momento.
Pensi di aver scritto una storia inventata in cui hai messo dentro un po' di te e delle tue esperienze che hai vissuto e hai visto vivere, poi però ritorna la realtà e la malattia non è più un' invenzione, ma è qualcosa di tangibile che travolge le persone a te vicine e ti chiedi come sia possibile che di colpo tutto cambi.
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E ti chiedi cosa puoi fare per aiutare chi, ancora nel fiore degli anni, è improvvisamente costretto a una vita diversa, una vita sacrificata dalla dialisi.
E ti ricordi di quel tuo amico che ci è già passato e ha già affrontato il trapianto ed è l'unico argomento che hai per cercare di consolare chi è angosciato.
E ti chiedi perché non ti sei ancora iscritta all'AIDO.
E poi smetti semplicemente di farti domande.
Pensi ai libri che hai letto e che ti hanno dato forza quando non pensavi di averne e che potresti regalare per Natale, anche se non sarà un Natale come gli altri.
Che libro regalate a chi attraversa un momento molto difficile?