sabato 25 novembre 2017

Fragile

                                             
    
Una strada coincidenza ha fatto sì che il giorno del mio compleanno sia anche il giorno in cui si celebra la giornata mondiale contro la violenza sulle donne, così ho pensato di scrivere questo post. Non amo molto queste giornate celebrative collegate a un problema, preferirei la soluzione reale del problema, con leggi, movimenti culturali efficaci che portino a un'evoluzione concreta e non solo alle solite chiacchiere. Invece le donne continuano a morire per mano di uomini, quasi sempre di uomini che affermano di amarle al punto che non si rassegnano a vivere senza di loro, che le amano al punto che preferiscono bruciarle con l'acido, violentarle, accoltellarle, distruggerle, annientarle, perché il pensiero che queste donne possano continuare la loro vita senza di loro, addirittura essere felici senza di loro, è intollerabile. 

In questi giorni ho ripensato a come è nata l'idea di scrivere Fragile come il silenzio.
Ogni volta che ascoltavo la notizia di un femminicidio ero sommersa da una rabbia enorme, pensavo che avrei voluto punire quell'uomo in modo esemplare, ma chi scrive ha questo magico potere, può far accadere degli eventi trasponendole in un libro. 
E io ho messo quella rabbia nel mio romanzo giallo. Per me è stato un modo per superare lo sconcerto di fronte a queste morti assurde e anche un modo per ricordare alcune vittime. Mi sono ispirata a casi di cronaca che mi hanno colpito più di altri, mi sono immedesimata in chi restava e ho immaginato il dolore che avevano dovuto affrontare e la vita che faticosamente avevano dovuto ricostruire in un modo o nell'altro. Questo percorso ha risvegliato in me anche ricordi lontani, un caso reale che ho vissuto molto da vicino molti anni fa e che avevo quasi dimenticato.

Lei aveva diciasette anni e lui ventuno, si erano appartati fuori dal paese e sono stati aggrediti da una banda di teppisti, tre di loro erano minorenni. Lei è stata violentata e impiccata a un albero, lui è stato ucciso a colpi di pietra e gettato in un pozzo. Questa purtroppo è una storia vera, io conoscevo lei, la incrociavo tutti i giorni all'uscita da scuola, eravamo in due classi diverse perchè lei aveva due anni più di me. Lui lo vedevo quando veniva a prenderla a scuola con lo sguardo innamorato. Non eravamo amici, ma nei piccoli centri ci si conosce un po' tutti e tutti partecipammo affranti e sconvolti al funerale. Nei miei ricordi resta ferma l'immagine dello sguardo di dolore del padre di lei. Non è un caso di violenza sulle donne, per lo meno non è solo questo, è una storia terribile di violenza e di due vite spezzate nel fiore degli anni.
                                                         

La scrittura fa anche questo, fa ritrovare i ricordi sospesi in un anfratto della nostra mente. 
Il titolo è nato pensando alla fragilità di una donna vittima della violenza perchè non riesce a difendersi, alla fragilità dell'animo umano, di chi non riesce a rassegnarsi alla fine di una storia e diventa carnefice, alla fragilità dei momenti di pace associati al silenzio. Chi legge il romanzo può scoprire meglio il significato di questo titolo e l'associazione più precisa agli eventi che racconta. 

Come scrivo nei ringraziamenti questa storia si è delineata lentamente nel corso di un inverno. Dentro di essa ci sono le inquietudini di questa epoca dove si scambia il possesso per amore, ma anche la forza e la determinazione di poter cambiare le cose. E forse le cose si possono cambiare, cambiando la consapevolezza del valore delle persone, cambiando la cultura e il senso del rispetto che ancora manca nei confronti delle donne e dell'umanità in generale. 

Vi lascio con un paio di estratti da Fragile come il silenzio, un pensiero del commissario Sorace 
“Non sapeva spiegarsi perché certi uomini si trasformassero in mostri violenti nei confronti delle donne che affermavano di amare. Per un momento fu sfiorato da un ricordo e un tremito quasi gli tolse il respiro”

E un pensiero di Sara Castelli 
“sempre più donne tormentate, perseguitate e uccise da mariti, fidanzati, spasimanti. Vittime di uomini sempre più violenti. Vittime di qualcosa che gli assassini si ostinano a chiamare “amore” ma che amore non è.”


24 commenti:

Unknown ha detto...

Il tuo romanzo, Giulia, tocca un argomento purtroppo molto attuale. Anch'io non amo le date create per ricordare un problema che dovremmo avere sempre presente. La nostra società ha bisogno di una coscienza civile nuova, fondata sul rispetto e sulla condivisione :)

Anonimo ha detto...

In velocità per farti gli auguri, non ricordavo fossi sagittario anche tu|

Massimiliano Riccardi ha detto...

Ti faccio i miei auguri, se hai passato i quaranta come me sappi che sei una ragazza, non ci sono storie che tengano.
Per il resto, la ricorrenza di oggi mi porta a ricordare di un tempo, sono passati quarant'anni, in cui quasi quasi le donne che subivano dovevano sentirsi in colpa, come se le percosse e le violenze fossero meritate. Sembra strano eh? Eppure non parlo della preistoria. È una celebrazione importante anche per noi uomini, perché siamo figli, fratelli.

Ariano Geta ha detto...

Tanti auguri :-)
Speriamo che i nostri politici finalmente la smettano di giocare a chi fa il condono più lungo e la depenalizzazione più grossa e capiscano che invece le pene vanno inasprite per tutti i reati, come pure i metodi di coercizione (il braccialetto elettronico qui da noi non sanno neppure cosa è).

Giulia Lu Mancini ha detto...

Concordo con te, siamo tutti consapevoli della necessità di una coscienza civile nuova, ma sembra difficilissimo realizzarla. Forse manca una reale volontà politica...

Giulia Lu Mancini ha detto...

Grazie Sandra Sagittario ascendente vergine pensa che connubio!

Giulia Lu Mancini ha detto...

Oggi compio 53 anni, quindi ho passato i 40 da un pezzo, eppure non me li sento, sono una...ragazza ehm...più consapevole ;-)
Le donne spesso si sentono in colpa per colpe che non hanno (scusa il giro di parole), il problema è insito nella società che "volutamente" creava determinate situazioni. È una celebrazione importante anche per gli uomini, perché sono tanti gli uomini che amano e rispettano le donne davvero, per fortuna. Grazie Max.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Grazie Ariano! I politici giocano con gli slogan soprattutto quando si avvicinano le elezioni, sono pochi quelli che davvero si preoccupano della realtà del paese...ma noi vogliamo sperare in un cambiamento concreto.

Massimiliano Riccardi ha detto...

Ok, siamo praticamente coetanei, io a breve 50. Per il resto è così, come dici tu. Non scendo in particolari, preferisco "romanzare" le mie esperienze, ma il danno bestiale, brutale, schifoso che certi esseri abbietti procurano è in primis verso gli unici esseri viventi degni di nota in questo pianeta, le donne, e poi la desolazione che lasciano nel cuore in chi le ha amate e le ama davvero. Parlo da figlio.
Ancora auguroni, e sì, sei una ragazza un grande abbraccio. Il tuo romanzo andrà bene, vedrai.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Due ragazzini siamo :-)

Ivano Landi ha detto...

L'ascendente vergine mi perseguita da tutta la vita. Mia madre è ascendente vergine; tre mie compagne di vita, tra cui le due più importanti, erano (sono) ascendente vergine; il mio socio in affari era (è) ascendente vergine; la cantante con cui collaboravo ai tempi in cuoi facevo musica era (è) ascendente vergine, ecc. ecc.
Detto ciò, auguri di buon compleanno, anche se un po' in ritardo :-)

Marina ha detto...

Auguri anche da qui, sebbene con un giorno di ritardo. 💐
Devo dirti che neanch’io amo molto cortei e manifestazioni pubbliche di protesta: il problema è serio e merita attenzioni serie.
Poi sono rimasta agghiacciata dalla storia di cronaca nerissima che hai raccontato: ma quanta cattiveria si annida nell’animo delle persone!

Giulia Lu Mancini ha detto...

Grazie per gli auguri Ivano, certo che l'ascendente vergine è onnipresente...anche nei blog 😉

Giulia Lu Mancini ha detto...

Grazie per gli auguri Marina! Si invecchia ma l'alternativa è peggiore ah ah...
Sì quella storia è davvero terribile, ma se ci pensi dopo ci sono stati casi analoghi con il "mostro di Firenze". Certi casi di cronaca sono più terribili dei libri gialli e il problema è che sono realtà!

Cristina M. Cavaliere ha detto...

Gli auguri te li avevo fatti su Fb, ma li rinnovo qua molto volentieri. :)

Per quanto riguarda gli episodi di violenza sulle donne, a me rimase impresso un caso di qualche anno fa a Sesto S. Giovanni: uno studente delle superiori, lasciato dalla compagna di classe, la uccise sotto gli occhi di tutti. Mi pare accadde addirittura nel cortile durante l'ora della ricreazione, e subito corsero fiumi di inchiostro sui giornali ed editoriali da parte di psicologici. Il problema è molto profondo, è un fatto culturale in primo luogo, i ragazzi devono imparare a convivere anche con dei "no", a non ambire al possesso, a forgiarsi una propria identità, a non scaricare i loro problemi e insicurezze sulle donne (che siano madre, sorelle, fidanzate...).

Giulia Lu Mancini ha detto...

Grazie Cristina, su facebook il quadro che mi hai dedicato con gli auguri era bellissimo!
Ricordo anch'io quel caso di Sesto San Giovanni, rimasi molto colpita anche perché accadde nel cortile della scuola e questo fu ancora sconvolgente perché non di ebbe modo di impedirlo. Concordo con te che sia una questione culturale, da cambiare assolutamente.

Barbara Businaro ha detto...

Auguri! (dovrei averteli fatti via Fb, ma sono talmente in corsa in questo periodo che non me lo ricordo...)
Tristissimo il ricordo che hai di quel fatto, quella violenza di gruppo ad una coppia. Sono cose che lasciano il segno anche se non sei tra amici e parenti.
Io ad esempio ricordo ancora un incidente di tantissimi anni fa, luglio 2004, in autostrada a Mestre, il maledetto svincolo della A27. Io all'epoca avevo appena cambiato lavoro e in quel tratto ci passavo spesso. Un camion ha accelerato per superare, non ce l'ha fatta e non è più riuscito ad arrestarsi. Tamponamento a catena, ma del tipo che sono rimaste schiacciate tre auto, anche quelle dietro di lui, schiacciate dai tir che seguivano (distanza di sicurezza mai...) Auto che hanno preso fuoco, gli occupanti sono arsi vivi. Tra questi, c'era una giovane coppia. Lei scriveva poesie e stava andando a presentare il suo libro appena uscito.
Sono passati tredici anni, eppure questo fatto me lo ricordo bene. Anche se non ricordo i nomi, ricordo bene lo shock. Fu su tutti i telegiornali ovviamente.
...il tuo romanzo è sul kobo, attendo un momento di quiete per leggerlo. ;)

Ivano Landi ha detto...

Anche nei blog...??? 🤔

Giulia Lu Mancini ha detto...

nei blog che segui...

Giulia Lu Mancini ha detto...

Grazie Barbara, per gli auguri e per il libro che hai sul kobo!
Sai che mi sembra di ricordare l'incidente di cui parli, ne parlarono i telegiornali e io mi sento sempre coinvolta, penso "potevo esserci io" e mi sento male all'idea. Forse però è proprio questa immedesimazione che mi porta a scrivere. Forse mi hai fatto gli auguri anche su facebook ma ne ho ricevuti tanti, spero di aver risposto a tutti con un grazie o un mi piace 😍

Grazia Gironella ha detto...

Auguri, prima di tutto! Il pensiero che l'amore possa trasformarsi in qualcosa di tanto cattivo è davvero disturbante, tanto che faccio fatica a parlare di questo argomento. Mi mette a disagio, perché non posso fare a meno di pensare non soltanto alle vittime, ma anche ai carnefici, alla loro mentalità distorta. C'è troppa sofferenza in tutto questo, e mi sembra che qualunque discorso sia troppo superficiale.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Grazie per gli auguri carissima! Sì in effetti ogni discorso su questo argomento può sembrare superficiale, purtroppo è un problema complesso, con le mie ricerche, per esempio, ho scoperto che spesso gli uomini violenti hanno vissuto la violenza a loro volta nell'infanzia e da adulti non riescono ad avere un rapporto equilibrato con l'altro sesso, non é per giustificarli ma c'è comunque da riflettere.

Nadia Banaudi ha detto...

Devo avere l'arteriosclerosi galoppante. Pensavo di aver commentato e invece devo averlo fatto nella mente. Gli auguri però quelli non li ho scordati per fortuna te li ho scritti per tempo.
A me il tuo libro è piaciuto molto anche se ha toccato un argomento doloroso e quanto mai attuale e quindi toccato un nervo scoperto. Mi è piaciuto perché non ha avuto timore di dire come stanno le cose e di far vivere al lettore ciò che nemmeno lontanamente si può immaginare.
Se penso che l'ho letto dopo il buon romanzo d'amore mi sono detta davvero colpita per la tua camaleonticitá.
Non immaginavo dietro alla storia ci fosse un vissuto tanto forte anche se per fortuna non tuo personale, questo chiarisce meglio quanto tutto ciò non abbia confini temporali e territoriali. Purtroppo.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Carissima Nadia, intanto grazie per gli auguri che, sia su facebook sia qui, sono sempre apprezzatissimi. Mi rende felice sapere che il mio romanzo ha toccato l'anima di un lettore, anzi di una lettrice :-)
Toccare argomenti diversi è un lusso bellissimo che chi scrive si può permettere grazie alla propria creatività. C'è anche da dire che scrivere una storia porta anche a ripercorrere delle tappe e dei ricordi della propria vita ed è quello che è accaduto scrivendo Fragile come il silenzio. Ho ricordato eventi lontani che sembravano dimenticati avendo modo anche di comprenderli meglio.