sabato 28 marzo 2020

Hobby casalinghi e lavoro agile


Gli inviti a restare a casa con i consigli su come passare il tempo, di persone famose e non che si avvicendano in questi giorni, mi irritano profondamente, non tanto per il senso del messaggio che lo capisco (dobbiamo restare a casa per evitare il diffondersi del virus) ma perché sembra che noi non sappiamo come passare il tempo quando siamo in casa.
È davvero così? A me in casa il tempo vola via sempre troppo in fretta.
Tralasciando la scrittura, quando sono in casa ho mille cose da fare: le pulizie, il bucato, letture di libri, film in TV o sul tablet, cucinare e mangiare. Con queste attività - non necessariamente le faccio tutte nello stesso giorno - mi sono già riempita le giornate e di solito il week end. Ora, visto che non possiamo più uscire, ma il tempo per fare la spesa si è triplicato a causa delle file, ho riempito anche quel tempo libero in cui prima uscivo. 
In questi giorni, oltre a dover affrontare il "lavoro niente affatto agile" ma si fa per forza di cose, ho scoperto degli autori interessanti, uno è Roberto Carboni che scrive dei gialli ambientati a Bologna e vive sulle colline di Sasso Marconi, di lui ho letto, grazie alle promozioni di Newton Compton, un eBook intitolato Il giallo di villa nebbia che ho divorato in poco tempo; un altro autore che mi sta
piacendo molto e che ho iniziato a leggere ieri è Federico Maria Rivalta di cui sto leggendo Un ristretto in tazza grande (primo libro della sua serie sul cronista Riccardo Ranieri), avevo comprato l'ebook tempo fa perché mi incuriosiva visto che i suoi thriller sono sempre ben piazzati nella classifica di Amazon, ma non ne avevo ancora cominciato la lettura, è un giallo fuori dai soliti schemi, molto divertente, ottimo per distrarsi dai pensieri tristi che potrebbero assillarci in questo periodo, ve lo consiglio.
Altro passatempo scoperto in questi giorni è la app di Raiplay, l'ho scaricata e ho recuperato un po' di puntate di alcune serie TV che amo molto: un paio di episodi Montalbano, Blu notte di Carlo Lucarelli e l'intera serie di Passeggeri notturni tratta dai racconti di Gianrico Carofiglio (sono episodi brevi di 12/13 minuti ciascuno, quindi si può vedere tutta la serie in poco più di un'ora). Inoltre il sabato su Rai tre alle 18.00 danno Romanzo italiano, un programma sugli scrittori italiani più famosi con interviste ed estratti dai loro libri, molto interessante e piacevole da seguire. È anche un modo per girare l'Italia virtualmente perché gli scrittori mostrano i luoghi in cui vivono e che hanno ispirato i loro romanzi. Ovviamente potete recuperarlo anche su Raiplay.
Questa settimana ho provato anche l'ebbrezza del lavoro agile...


...detto anche Smart working su cui non voglio dire troppo perché bisogna provarlo per capire, vi racconto soltanto che sono già arrivata a odiare Microsoft teams, il programma che permette di fare le riunioni in video conferenza, giovedì scorso sono stata connessa per sei ore, dopo le quali ho dovuto finire un lavoro scrivendo una relazione per un consiglio di amministrazione che doveva, con urgenza, deliberare - ovviamente in videoconferenza - su una questione che, in questa emergenza, non è più urgente.
Alla fine della giornata, mi è venuto un mal di testa atroce, ho preso un moment (che è a base di ibuprofene) e subito dopo mi è arrivato un messaggio su WhatsApp che consiglia di evitare ibuprofene perché potenzia il virus, ma è meglio usare il paracetamolo...
Così ho scoperto la pace mettendo il telefono in modalità aereo, una funzione fantastica, puoi leggere gli eBook senza nessun bip bip di sottofondo.

E siamo arrivati alla fine di marzo e all'ora legale che ci permetterà di avere un'ora in più di luce da passare all'aria aperta, anzi no, da passare in casa.


Fonti immagini
Pixabay 



22 commenti:

Sandra ha detto...

I miei problemi col lavoro agile sono molto diversi dai tuoi, mi sono scontrata con molte difficoltà ma alla fine me la sono cavata e posso dire un enorme grazie al mio responsabile e a mio marito. Giovedì la mia fila al supermercato è durata 1 ora e 40. Eppure sto sentendo ora al tg di positivi che escono di casa. Ma come si fa?

Giulia Lu Mancini ha detto...

In realtà alle riunioni con teams si aggiungono anche altri problemi (probabilmente anche simili ai tuoi), ma ho preferito tralasciarli, diciamo che riesco a cavarmela lo stesso, ma è tutto molto più faticoso. Ieri ho fatto la fila al supermercato a fine giornata e la fila è stata più breve, solo 40 minuti. Certo che i positivi che escono di casa son dei pazzi incoscienti...

Ariano Geta ha detto...

Io oggi ho fatto una prova generale di smart (?) working. Da lunedì inizio pure io. Peccato mi si è guastato l'audio del cellulare, ripararlo in questo momento non sarà facile... :-(
Buona domenica.

Giulia Lu Mancini ha detto...

In bocca al lupo allora Ariano, mi dispiace per l'audio del tuo cellulare, è difficile ripararlo in questo periodo, qui a Bologna la Comet è aperta perché vende beni necessari tipo le lampadine ma anche cellulari ed elettrodomestici, forse c'è qualcosa di analogo anche dalle tue parti. Buona domenica anche a te

Lisa Agosti ha detto...

Mi segno sia i libri sia raiplay per gli episodi di Carofiglio. Purtroppo internet ogni tanto arranca con tutta questa richiesta quindi spero di poterlo scaricare di notte.
Buon proseguimento e buone letture! e W la modalità aereo, mi mette pace solo vedere il simbolino sul telefono.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Raiplay è fantastico, ieri ho rivisto una puntata di Romanzo italiano con autori dell'Emilia Romagna. È vero internet ogni tanto arranca, ci vuole pazienza anche in questo. Spero che i libri consigliati ti piacciano.

Marina ha detto...

Noi ci siamo abbonati a Netflix e adesso io e mio marito, ogni pomeriggio, ci vediamo una puntata di una serie consigliata dai nostri figli, “Breaking bed”. La cosa fantastica è che mi sta piacendo e mai lo avrei detto, come mai avrei detto di potere vedere la tv con mio marito alle 18:00! Vuoi vedere che questa clausura coattiva mi sta regalando qualche beneficio? 😁

Luz ha detto...

Anch'io ho scoperto Raiplay, e le sue infinite possibilità possiamo dire. Giusto due sere fa mi sono gustata l'ultimo film tv tratto da un romanzo di Camilleri "La concessione del telefono", è stato delizioso. Ho recuperato così anche le puntate della seconda serie de L'amica geniale. Per il resto Netflix a volontà, ci siamo finiti una serie dal nome "Lost in space" e abbiamo cominciato "The english game".
Però alla tv mi dedico quelle due ore al massimo la sera. Durante il giorno sono letteralmente incastrata nella didattica a distanza.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Sicuramente si può trovare il lato positivo come vedere la serie insieme a tuo marito a un orario prima impossibile. È una serie di cui mi ha parlato molto mio nipote, ma finora non l'ho mai vista, chissà che non lo faccia in futuro...mai dire mai.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Eh già durante il giorno il tempo resta sempre quello del lavoro, anche se si fa da casa. Io non ho l'abbonamento a Netflix, per ora mi accontento di Raiplay, anche perché il resto del tempo preferisco leggere.

Grazia Gironella ha detto...

Hai ragione, in casa non ci si annoia di certo! Poi mancano le cose che si fanno fuori, ma quelle appunto non si possono fare... Io leggo, scrivo, guardo anime con mio figlio e porto fuori il cane. Con le semplici occupazioni quotidiane, altroché se si riempie la giornata.

Nadia Banaudi ha detto...

Io comincio ad annoiarmi, non ho più niente da pulire e la voglia di cucinare è diminuita terribilmente. Guardo fuori come gli animali chiusi in gabbia allo zoo e mi sogno lo Smart working, di leggere e scrivere non se ne parla, credo di avere un rifiuto totale verso ciò che prima era tra le mie preferenze. Se dopo un mese sono a questi punti dopo due non lo so... Serie TV come se piovesse e scuola a casa per tenermi in allenamento, ma alla fine resta sempre troppo tempo inutilizzato

Giulia Lu Mancini ha detto...

Tra una cosa e l'altra il tempo vola via lo stesso, io in casa faccio più o meno le stesse cose che facevo prima, con la differenza che prima cercavo di sbrigarmi perché dopo volevo uscire, adesso che non posso farlo me la prendo un po' più comoda.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Credo che tu, facendo un lavoro più manuale come quello del ristorante in agriturismo, risenta di più di questa permanenza forzata in casa. Ieri in TV hanno intervistato un ristoratore che ha detto che pensava di spedire alcuni prodotti (tipo casse di vino), forse il tuo agriturismo potrebbe fare qualcosa di simile magari in zona (con le file per la spesa credo che molti potrebbero aderire). Mia cugina in Puglia ha un bar con suo marito e stanno facendo delle consegne a casa (liquori, torte ecc), poca roba ma è un modo per arginare le perdite. È un periodo terribile, ma bidogna sforzarsi di superarlo, ma non è facile...

Maria Teresa Steri ha detto...

Santo cielo, ma come hanno fatto a sapere che ti eri presa un Moment?!
Comunque, neanche io capisco come si faccia ad annoiarsi, le cose da fare non mancano mai a casa. Semmai il problema, per quanto mi riguarda, è farmi venire la voglia di farle. In effetti mi sono scoperta molto apatica in questa situazione, tanto che è messo in standby molti progetti. Magari l'occasione giusta per mettere in discussione molti aspetti delle nostre vite.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Infatti la tempestività dei messaggi WhatsApp dove ormai gira di tutto, compresi messaggi che aumentano il panico. Anch'io sono diventata piuttosto apatica, faccio tutto a rilento, probabilmente perché mi manca una prospettiva positiva del futuro con il timore che l'emergenza duri più a lungo del previsto. È quindi più difficile fare progetti, quindi ti capisco benissimo.

Nadia Banaudi ha detto...

Reinventarsi.la parola chiave è questa, anche se non garantisce nell'immediato un totale ritorno alla normalità. Sì anche il mio agriturismo fa consegne porta a porta, ma questo non richiede dipendenti, quindi io resto a casa...

Giulia Lu Mancini ha detto...

Mi dispiace Nadia, spero che questa situazione finisca presto, un abbraccio.

Barbara Businaro ha detto...

Riteniamoci delle persone fortunate cara Giulia, che abbiamo sempre qualcosa da fare dentro casa e la noia non ci scalfisce. Purtroppo però al mondo ci sono anche persone in difficoltà in questo momento, non è un caso che l'Ordine nazionale degli psicologi abbiano dato l'allerta.
Intanto non tutti possono avere il privilegio (eh già, consideralo un privilegio, seppure difficile e stressante) dello smart working. C'è chi si trova senza lavoro, con l'attività chiusa oramai da un mese. Chi rischia di fallire, chi si sta mangiando tutte le ferie da dipendente, poi forse gli toccherà la cassa integrazione (sperando copra le spese del mutuo o ne abbia messi da parte per i tempi di magra) e che non sia mai che perda anche il lavoro, che alle rassicurazioni del Governo ci credo poco. Queste persone si trovano chiuse dentro casa, con non poche preoccupazioni. Se gli va bene, hanno la didattica a distanza dei figli da seguire. Se gli va male, i figli se la cavano da soli e loro hanno in effetti molto tempo libero. Magari non gli piace leggere, magari hanno pochi libri, magari non hanno un ereader e leggere dal computer o dal cellulare gli stanca la vista. Magari non possono permettersi Sky, Netflix, Premium, Infinity e compagnia cantante. E dopo un po' anche l'indigestione di serie tv si fa sentire. Altri hobby? Considerato che tutti i negozi sono chiusi e le spedizioni bloccate, gli altri hobby o ce li hai già in piedi o diventa difficile scoprirli giusto in questo periodo. E poi, come già hanno sottolineato Nadia e Maria Teresa, se non si è sereni, non c'è hobby che tenga.
Alla fine, se ci pensiamo bene, noi incasinati dello smart working siamo facilitati. Se ci incavoliamo per il lavoro, il tempo ci passa quasi uguale a prima. :)

Giulia Lu Mancini ha detto...

So di essere fortunata rispetto ad altri che rischiano di perdere il lavoro, anche se, sono sincera, se questa emergenza dovesse protrarsi per mesi il default del sistema economico con il crollo del nostro Pil, metterebbe a rischio anche i nostri stipendi, quindi non sono del tutto tranquilla. Spero che questa emergenza si risolva (anche in forma parziale e con le dovute precauzioni) nel giro di un paio di mesi, oltre ci sarebbero seri problemi, i contributi non versati dal sistema industriale, per esempio, metterebbe a rischio anche il pagamento delle pensioni o del sistema pubblico (tra cui ricordo ci sono anche i nostri medici che lavorano negli ospedali, oltre all'apparato amministrativo) così come la ridotta produzione in certi settori ora considerati non essenziali. Quindi non voglio lamentarmi troppo delle difficoltà dello Smart working, soprattutto pensando a mia cugina e suo marito che gestiscono un bar e che grazie a quello pagavano il mutuo di tutta la famiglia (composta da loro e da due bambini piccoli). Purtroppo non posso aiutarli ordinando torte e liquori perché stanno in Puglia e io sono a Bologna, e penso al marito di mia nipote che ha un'impresa individuale e in questi giorni sta cercando di organizzarsi facendo delle spedizioni del materiale a chi lo richiede e temo che la sua piccola azienda non soccomba in questo periodo difficile. Credo che il problema in questo periodo non sia il tempo libero ma il non pensare a quello che succede senza angosciarsi troppo.

Tenar ha detto...

Ammetto di anelare la noia, o almeno il tempo per leggere. Con una figlia piccola che non si può mollare un minuto, il lavoro agile come un pachiderma e un marito che alterna lavoro in ditta a quello a casa la noia è evaporata, sostituita da "cosa mi invento domani con la piccola???". Se penso però che c'è chi il lavoro l'ha perso o sta male o è solo in casa, devo dire che la voglia di lamentarmi mi passa. Però la noia... Che bella cosa sarebbe...

Giulia Lu Mancini ha detto...

Sapere che il proprio lavoro non è a rischio è già una fortuna, però lavorare da casa può essere molto più complicato, talvolta perfino più totalizzante, si resta connessi più a lungo perché si cerca di sopperire alla lentezza della rete, avere dei bimbi da gestire poi non aiuta a lavorare. Sì, la noia in questi casi può essere desiderabile (io l'ho sempre apprezzata molto, spesso è stata anche fonte di ispirazione).