domenica 22 marzo 2020

Il mondo in corsa


Avete presente quel detto famoso derivante da un film degli anni settanta

 "Fermate il mondo, voglio scendere"

Ecco io l'ho pensato spesso che questo mondo girasse troppo in fretta, con l'ansia continua di dover fare qualcosa di irrinunciabile e improcrastinabile. Ciò accadeva nel lavoro, tanto che perfino chiedere un giorno di ferie era diventato un lusso perché se mancavi un giorno poteva scatenarsi l'inferno e tu non eri lì a contrastarlo.
Accadeva, però, anche nella mia vita personale: tutti, amici, familiari e compagno mi spingevano a fare qualcosa, uscire insieme, prenotare una vacanza, cercare una casa nuova, fare questo, fare quello ecc 
Tutto era urgente, irrinunciabile e io ogni tanto mi sentivo soffocare dall'ansia, non avendo mai abbastanza tempo.
Pensate che, prima che cominciasse tutto questo, ho prenotato un week end lungo con due amiche in una capitale europea, per fine luglio.
Era una settimana in cui avevo la scadenza del bilancio consuntivo al lavoro, tanto che ho lavorato dodici ore al giorno per riuscire a completare tutto in tempo e sono stata tormentata con messaggi WhatsApp dalle mie amiche che volevano prenotare "perché adesso si risparmiava".
Bene, alla fine la mia amica ha prenotato, io le ho fatto il bonifico per la mia quota di costo del biglietto e ho finito di predisporre i dati del bilancio consuntivo...
Un'altra questione che avevo in sospeso era la scelta di una casa nuova. Sono proprietaria di una casa piccola, mi manca lo spazio per mettere una libreria oppure una postazione dove scrivere, invece che spostarmi sempre con il portatile sul tavolo della cucina.
Mi manca soprattutto un piccolo balcone dove prendere aria, ma soprattutto sono all'ultimo piano senza ascensore, cosa che, in prospettiva, non è il massimo, visto che da vecchia sarà faticoso far le scale.
Ora, non entro nei particolari, ma tutti mi rompono ops...cioè mi chiedono quando cambio casa.
Io sto cercando una casa nuova da tre anni, ma un po' per mancanza di tempo, un po' per mancanza di soldi (nel senso che ho un budget limitato e a Bologna le case costano moltissimo) pur avendo visto diverse case, non ho trovato quello che cercavo, anche perché non mi voglio strozzzare con mutuo troppo alto per i prossimi vent'anni. 
Esattamente un mese fa, era il week end del 22/23 febbraio scoppiò l'emergenza del coronavirus, anche se in una fase limitata, oggi a distanza di un mese siamo tutti fermi in casa.

E, all'improvviso, molte cose che sembravano urgenti, si sono fermate.

Ora, non volevo certo che scoppiasse una pandemia per fermare il mondo, ma questa situazione fa riflettere e, in certo senso, mi concede l'alibi di restare ferma, non devo decidere cosa fare della mia vita nei prossimi mesi, devo solo stare in casa (se non devo andare al lavoro in presenza) cercando di non ammalarmi, sperando che la situazione si risolva. 
È strano vedere il mondo che si ferma dopo il vortice da cui eravamo continuamente travolti, questo ci fa capire che è possibile cambiare il passo, rallentarlo, renderlo più umano. 
Non sono sicura però che, quando tutto questo finirà, non ricominci tutto come prima con il solito delirio da globalizzazione. 

Fonti immagini
Pixabay

18 commenti:

Ariano Geta ha detto...

Diciamo che sarebbe stato meglio che il mondo avesse capito l'importanza di rallentare i ritmi senza che arrivasse una pandemia a imporglielo... :-/

Grazia Gironella ha detto...

Problemi gravi come quello che viviamo in questo periodo rimettono tutte le cose al loro posto, ed evidenziano il confine che separa il necessario dal secondario. Cambiando le condizioni, quando tutto sarà rientrato in una nuova normalità, cambierà anche il nostro modo di percepirlo, ma chi vorrà capire si porterà dentro qualcosa di utile. Chi vorrà soltanto lasciarsi tutto alle spalle si perderà qualcosa, secondo me.

Sandra ha detto...

Non so come sarà dopo e non ci penso ora perché sarà ancora lunga e non ho alcuna garanzia che io e i miei cari ne usciremo indenni. La sensazione è che nulla sarà più come prima quello sì.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Sarebbe stato meglio, ma forse l'esigenza di rallentare il ritmo noi la sentivamo, insieme a una minoranza, credo. Tuttavia era proprio il sistema che girava troppo vorticosamente e forse anche questo ha contribuito a diffondere il virus...

Giulia Lu Mancini ha detto...

Purtroppo la normalità è lontana, speriamo di uscirne indenni. La verità è che quando si corre troppo il corpo si ammala e, di colpo, siamo costretti a fermarci. Forse è successo lo stesso con questa società troppo globalizzata ed è stata costretta a fermarsi. Speriamo esca qualcosa di positivo da tutto questo tremendo periodo.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Purtroppo sarà ancora lunga e non possiamo far altro che aspettare, con la speranza che noi e i nostri cari restino in salute.

Marco Freccero ha detto...

Il mondo sarà differente, ma non è detto che sarà migliore, anzi. Potrebbe essere leggermente peggiore. Perché durerà per mesi e mesi, senza alcuna certezza che il virus sia stato sconfitto (così dicono alcuni esperti).

Giulia Lu Mancini ha detto...

Potrebbe essere un mondo peggiore, ma speriamo di no. Certo nei momenti di crisi l'uomo non sempre da il meglio di sè. Un momento così difficile la nostra generazione non l'aveva mai attraversato...

Maria Teresa Steri ha detto...

Condivido le tue riflessioni, si guarda tutto ora con una prospettiva diversa. In un certo senso ci sentiamo anche paralizzati, sospesi. Io ho difficoltà a fare progetti di qualsiasi tipo, anche di piccola entità. Non è un bel modo di vivere, anche se c'è chi sta molto peggio, per carità. Possiamo solo sperare che questo incubo finisca presto.

Nadia Banaudi ha detto...

Questa situazione ci mette in condizione di riflettere cara Giulia, secondo uno studio molto interessante che ti linko di seguito ci saranno diverse persone che non torneranno al precedente lavoro, che chiuderanno storie d'amore. Ognuno farà il punto della situazione e rivedrà la direzione che deve prendere la propria vita. Di certo ci lascerà profondamente cambiati.
https://www.unisob.na.it/inchiostro/index.htm?idrt=9391&fbclid=IwAR15ZjQpEXEkgED3LLzWBVbq_Fv1LKBLoWVZ2lxgvybnKTWj_HKk0PAjsJ4

Giulia Lu Mancini ha detto...

Le prospettive cambiano quando si tocca da vicino la morte o la malattia e, in certi casi, può essere anche un bene, nel senso che si apprezzano meglio certi valori. Purtroppo una situazione così paralizzante come quella che stiamo vivendo mette in discussione tutto. Sì speriamo che questo incubo finisca.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Condivido l'opinione di David Grossman, molta gente cambierà dopo questa esperienza, sceglierà di più la vita e l'attimo fuggente da vivere, dopo aver provato come tutti noi siamo fragili e appesi a un filo, per questo non bisogna dare nulla per scontato.

Lisa Agosti ha detto...

Tornerà tutto come prima ma non sarà mai più come prima perché la nostra generazione non aveva mai sperimentato niente del genere.
La soluzione per la tua casetta è di venire a vivere a Reggio! ;)

Giulia Lu Mancini ha detto...

In effetti ho valutato anche la possibilità di trasferirmi, Reggio è molto carina!
Mi piacerebbe anche vivere in una città di mare, ma direi che ora è tutto rimandato...

Monica ha detto...

Che momento, che casino. E mentre aspettiamo che passi e speriamo che cambi, fare due conti su ciò che eravamo e ciò che potremmo essere fa di sicuro bene. <3

Giulia Lu Mancini ha detto...

È un enorme sciagura questa, per noi e il mondo intero. Speriamo che passi davvero, ma i tempi sembrano davvero lunghi

Barbara Businaro ha detto...

"Take your time" diceva un'altra pubblicità di orologi degli anni 2000
Se Crisi = Opportunità, spero bene che molti useranno questo periodo per definire le loro priorità della vita, perché se gli altri sono perennemente in corsa, non è mica obbligatorio che lo siamo anche noi. Non sta scritto da nessuna parte, men che meno nei contratti di lavoro. Anche perché, e ci sono miliardi di studi oramai su questo tema, il lavoratore stressato rende di meno (o costa di più, è uguale) e rischia di fare danni irreparabili.
C'è chi attente la fine di questa reclusione per vedere cosa succederà, ma in realtà già ora vediamo cosa sta succedendo: le persone flessibili se la cavano benissimo, usano risorse e capacità accumulate per tempo (quando la nonna diceva "impara l'arte e mettila da parte") e sfruttano il tempo a casa per fare o imparare dell'altro (ci sono corsi di qualsiasi cosa online, dalla cucina alla saldatura). Lo stesso vale per le aziende, anche manifatturiere: chi si era già preparato al mercato digitale, ora concentra i proprio sforzi su quello, cercando almeno di piazzare gli ordini ed essere pronto alla spedizione appena si riapre; nel frattempo cercano di sfruttare il fermo delle persone per gli aggiornamenti, quale occasione migliore per investire sul futuro?
C'è chi ha convertito le produzioni, potendolo fare, anche con un po' di ingegno. Pure una mia amica, col Bed & breakfast chiuso oramai da due mesi, si è inventata (avendone però acquisito prima la licenza) di prendere gli ordini via whatsapp, cucinare in casa, farsi pagare con paypal e consegnare tramite deliveroo e affini. Così aiuta le persone in difficoltà in cucina o che hanno bisogno di qualche coccola contro la solitudine. Lei ha colto l'opportunità. Quanti altri invece sono semplicemente fermi ad aspettare, lamentandosi? Gli unici che hanno il diritto di lamentarsi adesso sono tutti gli operatori sanitari, supereroi a pieno diritto, e coloro che lasciano questo mondo senza nemmeno l'ultimo abbraccio dei propri cari.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Sì, questo momento di crisi può essere trasformato in opportunità, molti lo stanno già facendo, altri magari lo faranno e speriamo lo facciano in molti. Proprio oggi ho sentito al tg di un'impresa di Pescara che produceva assorbenti che si è riconvertita nella produzione di mascherine, io lo trovo fantastico.Gli italiani comunque sono persone in gamba pieni di spirito di iniziativa e di solidarietà, molto più di quanto si creda. Voglio credere in questo.