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Non conoscerai il valore di un momento finché non diventa un ricordo. (Dr. Seuss) |
Si chiamava Stella, un nome che amavo molto perchè era il primo nome di mia madre, che aveva ben tre nomi ma lei si faceva chiamare col secondo perché il primo le sembrava troppo stravagante, ed era anche il nome che avrei voluto dare a mia figlia, nei miei vaneggiamenti, quando ancora speravo di coronare il sogno di diventare madre.
La conobbi perchè cercavo una stanza in affitto, mi contattò per telefono dopo che misi un’inserzione sul giornale. Trovare una stanza singola a Bologna a un prezzo equo, nel 1989, era molto difficile, tuttavia io avevo iniziato a lavorare e potevo permettermi di spendere un po’ di più rispetto alle mie esigue forze di studentessa. Nel mio annuncio avevo specificato di volere una camera singola, ma Stella mi propose un posto letto, perché la casa non era abbastanza grande. Ci sono delle situazioni della vita un po’ irreali, quando mi disse di chiamarsi Stella io fui naturalmente ben predisposta nei suoi confronti, forse in altri casi avrei declinato la richiesta ma quel nome mi influenzò positivamente.
Lei mi disse che non poteva permettersi di pagare l’intero affitto per tutta l’estate (era fine luglio e in una città universitaria se non trovi un coinquilino a luglio resti scoperto fino a ottobre) così mi disse “se vuoi la singola ti lascio la camera e io dormo sul divano letto del soggiorno”. La casa era bella, con un soggiorno ampio e una camera grande con due letti singoli.
Per farla breve, a fine luglio dovevo lasciare la casa, anzi il posto letto, dietro piazza maggiore (giuro ho abitato a due passi da piazza maggiore, una meraviglia) e non avevo più tempo per cercare casa.
Così, alla fine, accettai la proposta come soluzione provvisoria perché non riuscii a trovare quello che cercavo. Era il periodo in cui stava iniziando la mia vita lavorativa, lavoravo da sei mesi e stavo tentando, in qualche modo, di organizzare la mia nuova esistenza. Ho vissuto con Stella nel suo appartamento per circa sei mesi, un periodo molto breve perché dopo trovai un appartamento in affitto tutto per me.
Quei pochi mesi però servirono a farmi affezionare a lei e a conoscerla meglio, anche se non abbastanza da restare in contatto. Ed è strano chiedersi ancora oggi cosa ne è stato della sua vita. All’epoca lei studiava ancora, frequentava non so quale facoltà, ed era parecchio fuori corso.
Era una ragazza con un bellissimo viso, occhi scuri, labbra carnose, zigomi alti, capelli scuri e corposi, su un corpo parecchio in sovrappeso di cui lei si vergognava. Il suo ragazzo faceva il poliziotto, un uomo molto bello dal fascino tenebroso che mi suscitava una istintiva diffidenza.
Io passavo tutto il giorno fuori per lavoro, non so cosa accadesse quando non c’ero, ma spesso tornando a casa l’avevo trovata a piangere e mi ero chiesta il motivo perché lei, quando le facevo delle domande, non mi dava spiegazioni, accampando scuse varie.
Un giorno però assistetti a una scena, ero a casa per il pranzo, forse era un sabato, c’era anche il bel tenebroso. Lui la trattò male per tutto il pranzo, nonostante la mia presenza, ebbe perfino uno scatto d’ira perché il pane non era fresco e lo lanciò sul tavolo quasi tirandoglielo in faccia, con fare stizzoso. Io rimasi esterrefatta, la scena era quasi irreale, non ricordo neanche se dissi qualcosa o restai muta. Credo di essere andata in stanza defilandomi con una scusa, perché non sopportavo lo sguardo avvilito e mortificato di Stella. Dopo, quando lui andò via perché per fortuna andava al lavoro, parlai con lei e scoprii che non era insolito a simili comportamenti, ebbi anche il sospetto che la picchiasse ma lei negò.
Era un periodo in cui ero molto distratta e concentrata sulla mia vita, ero poco empatica, o volevo esserlo, immersa nel lavoro e nella mia storia d’amore, stavo con un ragazzo che assorbiva molto del mio tempo libero e non mi importava troppo degli altri.
Oggi però, non so perché, ripenso agli incontri con alcune persone passate come comparse nella mia vita e mi chiedo se non avessi dovuto dedicarvi più attenzione.
Chissà se Stella ha sposato il suo fidanzato poliziotto, bello e stronzo, chissà se é riuscita a laurearsi, chissà se è riuscita ad accettare quel suo corpo ingombrante e a rendersi conto di quanto fosse comunque bellissima.
È difficile districarsi tra i ricordi e capire perché certe vite prendano determinati percorsi invece di altri. Forse è colpa di questo tempo sospeso che porta a riflettere sul senso della vita oppure perché il vortice che travolgeva il mondo si è fermato e, all’improvviso, si può apprezzare il sapore della lentezza e, con essa, il ricordo.
Fonti immagini: Pixabay