sabato 6 febbraio 2021

La strana saggezza del destino

Coincidenza è il modo di Dio di restare anonimo (Albert Einstein)

 
Era il sei dicembre del 1990, una data che ricordo bene perchè mia madre era con me, era venuta a Bologna per una visita medica specialistica presso l'ospedale Maggiore di Bologna.
Quel giorno un piccolo aereo precipitò su una scuola, l'istituto Salvemini di Casalecchio di Reno provincia di Bologna.

Riporto uno stralcio da wikipedia 

Il disastro aereo dell'Istituto Salvemini fu un incidente aereo avvenuto il 6 dicembre 1990, quando un Aermacchi MB-326 dell'Aeronautica Militare italiana fuori controllo precipitò contro l'Istituto Salvemini di Casalecchio di Reno (Bologna), causando la morte di dodici persone e il ferimento di altre 88. Il velivolo aveva subito un'avaria circa dieci minuti prima ed era stato abbandonato dal pilota, che si era paracadutato, rimanendo ferito

 
L'anno 2020, oltre che l'anno della pandemia, è stato anche un anno di anniversari, i quarant'anni della strage di Bologna, del terremoto dell'Irpinia, del disastro di Ustica e i trent'anni della strage del Salvemini.

Avevo quasi dimenticato questa storia, tuttavia quando a dicembre scorso hanno ricordato questa vicenda nel telegiornale ho ripensato a un episodio della mia vita. E, come accade nel film Sliding Doors, non ho potuto fare a meno di pensare: e se mi fossi trovata là? come sarebbe andata se? 
 
Andiamo per gradi. 
Mi sono laureata nel giugno 1988 e subito dopo la laurea ho inviato il mio curriculum, che in pratica conteneva solo la mia storia scolastica e universitaria, ad alcune scuole superiori di Bologna e provincia.
Non avevo ancora idea del lavoro che volevo fare, non mi sarebbe dispiaciuto insegnare quindi avevo inviato una ventina di raccomandate ai presidi degli Istituti tecnici commerciali e simili da me raggiungili attraverso i mezzi pubblici.
All'epoca, ma forse anche adesso, era possibile avere la chiamata diretta dai presidi per le supplenze.
Dopo qualche mese, a settembre o forse inizio ottobre, mi arrivò una telefonata di un Istituto scolastico che mi proponeva una supplenza addirittura annuale!
 

Rivedo ancora l'immagine di me stessa che rispondo al telefono e parlo con la preside dell'istituto.
Salve abbiamo ricevuto il suo curriculum e abbiamo bisogno di una supplente in informatica.
Io resto interdetta, per un po' penso di aver capito male e rispondo: 
Guardi che io sono laureata in Economia non in Informatica.
 
La preside mi spiegò che, siccome era estremamente difficile trovare dei laureati in informatica disposti a insegnare perchè erano estremamente rari o in numero irrisorio, il Ministero dell'Istruzione riconosceva tale possibilità ai laureati in economia a prescindere dalle loro effettive conoscenze di informatica, anche se non avevano nessun esame nel piano di studi. Era probabilmente il primo o il secondo anno in cui questa nuova materia veniva introdotta come insegnamento ufficiale negli istituti tecnici.
Adesso sembra fantascienza e forse un po' lo era anche allora, ma nel 1988 l'informatica era ancora una parola astrusa e poco praticata, non erano troppo diffusi i computer e i cellulari, si telefonava ancora con la linea fissa, con il telefono a rotella (i telefoni con i tasti erano già qualcosa di straordinario) insomma che cosa era questa nuova materia? 
Qualcosa di strano e nuovo che si stava muovendo piano verso il futuro. 
Giusto per la cronaca sembra che la facoltà di informatica sia nata alla normale di Pisa nel 1969 ma non fu seguita subito da altre università, nel corso degli anni nacque il Corso di Studi in Scienze dell'Informazione, comprendente diverse materie con prevalenza di matematica e solo nel 1992 il Corso di Scienze dell'informazione divenne il Corso di studi in Informatica.
Sono nati poi i corsi di Ingegneria Informaticam e Ingegneria Elettronica. 

La preside mi disse che avrei dovuto seguire le classi nelle ore di laboratorio con un paio di ore settimanali di teoria.
Si trattava della preside dell'Istituto Salvemini di Casalecchio di Reno, provincia di Bologna, una zona che io conoscevo molto bene perchè da quelle parti abitava il mio fidanzato di allora.
Non ricordo se ci ho pensato per un giorno oppure no, comunque alla fine rifiutai la supplenza decretando quindi il mio destino, dopo un paio di mesi avrei ricevuto un'altra offerta di lavoro e da lì sarebbero cominciate una serie di esperienze lavorative che mi avrebbero portato al posto in cui lavoro attualmente.
 
Una mia compagna di università ricevette la stessa offerta di supplenza annuale da un istituto tecnico della Calabria e siccome lei era calabrese accettò, pur di tornare a casa sua, mi disse che si era messa a studiare la materia da zero e che all'inizio, tutto sommato, era stato abbastanza semplice, aveva delle ore di laboratorio in cui le classi provavano il primo utilizzo del computer e ore di teoria in cui spiegava poche nozioni di elementi di informatica, insomma forse avrei potuto farlo anch'io, se davvero avessi voluto accettare la sfida e avessi voluto insegnare. La mia amica qualche anno dopo fece il concorso e passò di ruolo, dopodichè fece il concorso per cambiare materia e insegnare Scienze aziendali o qualcosa di analogo. Sono anni ormai che non la sento più...
 
Come scrivevo sopra, l'istituto che mi propose la supplenza annuale era il Salvemini e, probabilmente, data la situazione esistente per la materia, anche a me avrebbero confermato la supplenza e forse quel 6 dicembre 1990 mi sarei trovata in una di quelle aule colpite dall'aereo in avaria.
O forse no, magari sarei stata assente per accompagnare mia madre a quella visita specialistica, chi può dirlo?

Quando, quel sei dicembre, ebbi notizia dell'accaduto, pensai subito allo strano scherzo del destino, tra l'altro non lo seppi dal telegiornale ma dai miei colleghi di lavoro che avevano dei figli che frequentavano quella scuola, guarda caso la prima azienda presso cui lavoravo era proprio in quella zona, per fortuna nessuno dei figli dei miei colleghi ebbe danni gravi.

Ebbi a che fare con il mio primo computer quando iniziai a lavorare, molte attività del mio lavoro si facevano ancora a mano e sulla carta, ma le operazioni contabili della giornata andavano poi registrate con il computer e inviate all'amministrazione della sede centrale attraverso una trasmissione di chiusura giornata. Adesso ho capito che la "chiusura giornata" considerata importantissima dai miei capi era il modo di salvare tutti i dati su un server centrale. Se non ricordo male era un computer dell'IBM e operavo solo con i tasti, il "mouse" era ancora un oggetto sconosciuto, lo avrei scoperto soltanto un anno dopo.

La vita sembra uno strano gioco di incastri, un insieme di eventi in cui il destino sembra divertirsi a giocare spianandoti la strada oppure facendoti inciampare.
 
Capita anche a voi di pensare: e se quella volta avessi...?


Fonti testi
Wikipedia

Fonti Immagini
Pixabay



18 commenti:

Ariano Geta ha detto...

Accidenti, davvero un caso particolare. Lo ricordo anch'io quel fatto, all'epoca andavo all'università e ne parlammo molto fra studenti.
Come giustamente dici, questi possibili incastri del destino sono possibili eccome. Una mia cugina ci raccontò una volta che il giorno dell'attentato alla stazione di Bologna lei era in treno proprio su quella linea ferroviaria, ma transitò a Bologna un paio di ore prima della deflagrazione.
La casualità del destino è un gioco in cui possiamo solo sperare di pescare la carta giusta ogni volta, perché è davvero al di là del nostro controllo malgrado tutte le precauzioni che possiamo prendere.

Elena ha detto...

Accidenti Giulia, coincidenza o destino? Questo è l'eterno dilemma! Siamo solo pedine di un gioco grande come l'universo o soggetti attuatori del nostro futuro, bello o brutto che sia? Non ho ancora la risposta, di certo insegnare non era il tuo destino, visto che poi hai fatto altro. Di quel fatto storico non ricordavo nulla. Ma il pilota che abbandona l'aereo che si schianta su una scuola mi ha colpito profondamente.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Tua cugina deve essersi sentita proprio una miracolata, è una sensazione che ho provato un po' anch'io pensando al Salvemini, però in modo molto più leggero.
Ci sono casualità che fanno davvero riflettere sugli strani scherzi del destino, bisogna sempre sperare di trovarsi in una casualità fortunata e non di tragedia...

Giulia Lu Mancini ha detto...

Insegnare non era il mio destino, pensa che oggi con la didattica a distanza sono ben contenta di starne fuori, nel 2020 sono stata contenta di non essere né insegnante, nè medico, nè infermiere. Contenta invece di svolgere un lavoro amministrativo che non si è mai fermato ed è forse uno dei pochi lavori che si può fare completamente on line, grazie anche alla sempre più estesa informatizzazione della contabilità, ormai tra fattura elettronica, bilanci e pagamenti on line, firme digitali, molto è possibile fare a distanza...
Il pilota che abbandona l'aereo ha causato una strage, capitò una scuola, ma poteva cadere sull'ospedale Maggiore, oppure sulle case, comunque una zona intensamente popolata. Davvero un evento terribile.

Sandra ha detto...

Mi è capitato un caso simile. Inviai un po' di curriculum per la stagione estiva, ho fatto la scuola alberghiera, e uno dei pochi alberghi che mi rispose, negativamente ma almento appunto rispose, fu poi colpito dalla tragedia di una frana (sto parlando del Trentino) che fece delle vittime. Sentii la notizia in Tv mentra pranzavo in vacanza a Rimini e scappai in camer sconvolta. Credo che tutti ci interroghiamo sulle varie sliding doors della vita, che sono innumeraveli, ma ci colpiscono maggiormente quando la strada non presa contempla un dramma come quello che hai raccontato.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Caspita Sandra, meno male che non ti hanno presa in quell'albergo! Ci sono delle combinazioni nella vita davvero sorprendenti, a pensarci dopo vengono i brividi.

Grazia Gironella ha detto...

Mi hai fatto ripensare alla strage alla stazione di Bologna. Ero in via Indipendenza con mia madre, quel giorno, all'altezza della Montagnola. Sentimmo un botto fortissimo, poi prendemmo l'autobus, domandandoci cosa potesse essere stato. Lo scoprimmo a casa, dal telegiornale. Hai ragione, a volte ti rendi conto che basta un soffio per cambiare il corso della tua vita.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Mamma mia via Indipendenza all'altezza della Montagnola è vicinissimo alla stazione, immagino che il rumore sia stato sconvolgente, ma soprattutto scoprire dopo di che cosa si trattava.

Marco Freccero ha detto...

Mi ricordo quel disastro all'istituto Salvemini. Ma casi del genere non mi sono mai capitati.
A quei tempi frequentavo un corso di formazione per magazzinieri. Fu lì che iniziai ad avere a che fare con i computer IBM. Eravamo una ventina con due computer, quando il corso finì arrivarono le macchine per tutti. Non fu un'esperienza memorabile.

Cristina M. Cavaliere ha detto...

Anch'io mi ricordo del disastro al Salvemini perché fu un evento anche molto particolare in quanto non si trattava di terrorismo.
Io lavoravo in via Fara a Milano quando il 18 aprile 2002 un piccolo aereo andò a schiantarsi all'ultimo piano del grattacielo Pirelli. La via Fara è vicinissima al Pirellone, e ricordo il boato. Siccome vicino c'era l'ambasciata americana, avevamo subito pensato a un attentato. Mi ricordo che abbiamo lasciato gli uffici, molto agitati, e nella piazza c'era un panorama irreale con dei fogli e documenti che volteggiavano nell'aria dalla cima del grattacielo e planavano a terra bruciacchiati e la sommità che fumava. La mente è corsa subito all'attentato alle Torri Gemelle perché la dinamica sembrava identica. Ho preso l'autobus per Cinisello Balsamo, e man mano che l'autobus si allontanava potevo vedere bene l'edificio. Ho saputo poi che erano morte due giovani donne che per un caso si trovavano proprio in quegli uffici per cercare delle pratiche o fare delle fotocopie. Incredibile.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Pensare ai primi computer fa un certo effetto, sembra l'età della pietra, invece non erano poi tanti anni fa. L'informatica è uno di quei campi in cui l'evoluzione tecnologica è stata estremamente veloce, siamo passati dai computer enormi agli smartphone in meno di 50 anni, non è mai stato così per altri settori...
Pensa che nel mio primo lavoro ci dividevamo il computer in due, però c'era anche del lavoro da fare sul cartaceo. Quando cambiai ufficio eravamo in 5 amministrativi con 2 computer, il programma di contabilità era assurdo, era necessario comporre delle stringhe in linguaggio macchina, quando divenni responsabile mi imposi per cambiare il software di contabilità e installai la posta elettronica su tutti i pc (allora c'era Netscape navigator agli albori) e ottenni un maggior numero di computer...

Giulia Lu Mancini ha detto...

Anche tu Cristina eri vicina al luogo dell'incidente, nel 2002 poi c'era l'ansia palpabile per il terrorismo, quindi immagino la paura che hai provato. Il destino gioca proprio ai dadi con la nostra vita, pensa che una mia amica ha fatto il cambio turno con una collega al lavoro (lavorava all'INPS) quel pomeriggio ci fu una sparatoria, un pazzo entrò e sparò contro gli impiegati agli sportelli e lei fu colpita, si salvò per miracolo.

Maria Teresa Steri ha detto...

Mamma mia, che storia incredibile. A volte una specie di intuizione ci fa dire sì o no a certe svolte del destino, come se fossimo guidati da una mano superiore (io credo che sia proprio così) e a quel punto tutto prende una direzione ben precisa.
Al di là di tutto, anche io ho rifiutato diverse proposte di insegnamento perché volevo fare altro e non mi sono mai vista come insegnante...

Barbara Businaro ha detto...

Non mi ricordo di questo incidente. Ricordo la strage di Bologna, ma solo perché una mai compagna di classe mi raccontò che all'epoca suo padre, ferroviere, si salvò tornando a casa prima dal lavoro e, siccome non c'erano certo i cellulari, finché non fu a casa passarono delle ore angosciose.
Ci fu invece un altro incidente che mi colpì, ma non viene ricordato, non ne trovo traccia online e non ricordo bene l'anno, credo i primi del 2000. Fu nella vecchia tangenziale di Mestre, al casello dell'autostrada che ora non c'è più (è stato spostato col nuovo passante). Mi pare fosse d'estate, una giovane coppia fu tamponata in prossimità del casello da un camion, l'autista dichiarò di essersi distratto per cambiare la radio. L'auto prese fuoco, morirono carbonizzati. Mi pare avessero sui 25 anni, e lei, particolare che mi devastò, aveva appena pubblicato il suo libro di poesie. Quella strada non mi è mai piaciuta e tutte le volte che ci passavo ho sempre avuto un pensiero per loro.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Se mi avessero proposto una materia diversa probabilmente avrei accettato, forse non mi sarebbe dispiaciuto insegnare oppure dopo una supplenza sarei scappata a gambe levate, chi può dirlo? Comunque dopo l’università non sapevo bene cosa fare, cercavo un lavoro che mettesse a frutto quello che avevo studiato ma non sapevo cosa davvero mi piacesse fare, quello lo impari con l’esperienza...

Giulia Lu Mancini ha detto...

L’incidente del Salvemini nel 1990 è parecchio lontano del tempo e visto che rispetto alla strage di Bologna è un incidente minore è meno “famoso”, purtroppo è il numero delle vittime a fare la notizia, immagino sia lo stesso per l’incidente che ricordi tu della giovane coppia. Fa molto impressione pensare che due ragazzi giovani con tutta la vita davanti muoiano carbonizzati per la distrazione di un camionista...

Luz ha detto...

Una storia che lascia stupiti, in effetti. Non ricordo di quell'incidente.
Io sono un po' fatalista (possiedo questo "bias", ahimè), ma perché mi pare che ci siano le prove che certe cose debbano andare come vanno e non prendono un'altra direzione. Vedo che per quanto si facciano scelte, si esprimano preferenze, gli eventi ti spostano su un altro piano, e poi le cose vanno perfino meglio e ne chiamano altre. Non so se sia vero, ma mi piace pensare che da una parte agiamo noi, come hai fatto tu nell'esprimere una preferenza, e dall'altra accadono poi eventi incidentali nei quali a seconda di come il destino o qualcosa ci spinge, possiamo trovarci o non trovarci.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Sotto certi aspetti sono fatalista anch’io, mi è capitato di esserlo quando dovevo prendere gli aerei, ho paura di volare ma ho viaggiato in tutto il mondo, ho preso l’aereo almeno una trentina di volte anche per viaggi lunghi, non ti dico la fifa dopo l’evento delle torri gemelle di New York ma comunque ho preso l’aereo lo stesso.
Forse esiste il destino, anche se cerco di non pensarci troppo perché altrimenti non faccio più nulla, invece é bene anche poter fare delle scelte (o illudersi di poterlo fare).