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La danza è la creazione di una scultura che è visibile solo per un momento. (Erol Ozan) |
Tutto cominciò per caso, una mia amica voleva frequentare un corso di danza orientale e cercava un’amica con cui andarci. Io le dissi che se trovava il corso a un orario comodo e, possibilmente, nella nostra zona, poteva contare su di me. In un battibaleno lei trovò il corso ideale che iniziava dopo pochi giorni (circa metà settembre di parecchi anni fa) e così decisi di assecondarla; non sapevo cosa mi avrebbe portato quell’esperienza, era un modo per fare un po’ di moto divertendosi, e poi non c’era bisogno di avere un partner, si ballava da sole. La mia amica abbandonò il corso l’anno successivo, presa da un altro progetto, io invece continuai per altri quattro anni, è anche questo il vantaggio di ballare da sola.
In quegli anni conobbi donne di tutte le età, c’era la ragazza che frequentava l’ultimo anno di liceo e quella che frequentava l’università o era prossima alla laurea, la bancaria vicina alla pensione, la specializzanda in medicina che iniziava a lavorare e chi (come me) lavorava già da parecchi anni. Diverse vite e diverse età, ma tutte unite dalla passione per la danza orientale. È strano come nascano certe amicizie, quelle sere passate insieme, a impegnarci per imparare i passi di danza nella collaborazione di tutte, ci unirono moltissimo, anche perché, lezione dopo lezione, lentamente ci si conosceva e si scopriva qualcosa in comune nella nostra esistenza di donne, ma quello che ci univa di più era la preparazione del saggio finale che ci faceva ritrovare molto più spesso per esercitarci. Tutto l’anno la frequenza del corso era una volta a settimana, poi quasi a ridosso dell’estate, in particolare nel mese di maggio, facevamo le prove per due o tre sere a settimana.
Ricordo ancora, con nostalgia, il profumo di quelle sere di primavera con il tepore e il sapore dell'estate in arrivo.
Diventammo un gruppo sempre più unito e solidale, anno dopo anno. Poi le vicende della vita ci hanno separato anche se ogni tanto ci sentiamo, con alcune siamo riuscite a rivederci spesso con una certa periodicità, almeno prima della pandemia. Le ragazze con cui avevo legato di più e con cui sono rimasta in sporadico contatto, ma soprattutto hanno lasciato un posto nel mio cuore sono Marta, Gabriella, Stefania, Alessandra, Elisa.
Marta appariva come una ragazzina, magra e sottile come un giunco, capelli biondi e occhi azzurri su una pelle di porcellana, quando ho cominciato il corso aveva 22 o 23 anni. Conoscendola ho capito che era un giunco sottile dall’anima di acciaio. Qualche sera fa mi è arrivato un suo messaggio, era a Bologna e voleva farmi un saluto. Fa il magistrato adesso e vive a Torino, ma ogni tanto fa una capatina a Bologna la città dove ha studiato e che le è rimasta nel cuore. Marta è stata bravissima, laureata con il massimo dei voti, ha seguito un periodo di tirocinio presso uno studio di avvocati di Bologna, poi non solo ha superato brillantemente l'esame da avvocato, ma poi ha superato il concorso in magistratura diventando magistrato a soli 29 anni. Ed era bravissima anche nella danza, in cui si applicava con la stessa determinazione con cui studiava. Pur avendo età diverse in questi anni ci siamo ritrovate regolarmente per un aperitivo o una pizza assieme alla mia amica con cui ho cominciato il corso, ora che vive a Torino è diventato più difficile rivedersi.
Alessandra portava i suoi capelli neri in una specie di caschetto spettinato, su un viso dolce e sbarazzino, caratterizzato da una simpatica fossetta sulle guance. Ai tempi del corso aveva poco più di trent'anni, laureata in medicina, si era specializzata in micro chirurgia della mano, aveva studiato per un anno a Parigi, sempre per la specializzazione. Ha frequentato il corso di danza nei due anni in cui lavorava in un ospedale vicino Bologna con un contratto a termine, sperando che la confermassero, ma così non fu. Oggi lavora in un grande ospedale di Rimini, quanto mi è mancata quando ha lasciato Bologna, del resto - dopo gli anni di precariato - le è arrivata un offerta stabile di lavoro in Romagna e così si è trasferita. La sera arrivavo a danza e la sua assenza mi spaccava il cuore, mancava la sua leggerezza e le nostre chiacchierate al pub dopo la lezione di danza. Ci siamo riviste un paio di volte, in estate, quando sono andata a trovarla al mare, ma poi sono passati gli anni e ormai ci messaggiamo soltanto su Facebook, ma so che sta bene ed è felicemente sposata.
Poi c'era Elisa, la più brava, per questo motivo l'insegnante la chiamava "la capoclasse" e infatti ballava benissimo, era naturalmente portata per il ballo, ma oltre a essere brava nel ballo e molto bella, era una specie di genio della fisica, si era
laureata in Fisica con il massimo dei voti, purtroppo il completamento del dottorato negli Stati Uniti la portò lontana da noi, ma dopo un anno rientrò in Italia e ci ritrovammo per un po'. Inevitabilmente dopo una
ricerca vana di un lavoro decente in Italia le offrirono un
contratto molto ben retributio a Zurigo per una ditta costola del CERN di Ginevra (i cervelli in fuga non vogliono affatto scappare,
ma spesso sono costretti) e così, a malincuore, ha accettato. All'epoca aveva meno di trent'anni, oggi si è sposata, ha avuto un bambino e continua a lavorare in Svizzera.
Gabriella e Stefania, più o meno mie coetanee, anno più anno meno, anche dopo l'abbandono del corso, sono state una presenza periodica e costante per diversi anni, con Stefania mi trovavo anche per andare a correre al parco, poi gli impegni di lavoro di entrambe ci hanno reso la corsa insieme sempre più difficile.
Alcune di queste amiche sono finite anche nei miei romanzi, in Insostenibili barriere del cuore Alessandra è l’amica di Laura che le offre preziosi consigli, Elisa mi ha ispirato per il romanzo breve Il sole sulla pelle dove la protagonista Beatrice detta Bea é un'ingegnera innamorata che va a lavorare un anno negli Stati Uniti per poi tornare in Italia (lo sapete vero che chi scrive ruba sempre un po' della vita degli altri).
Smisi di frequentare il corso per vari motivi. L'insegnante, per problemi personali, fu costretta a lasciare Bologna, ma il nostro gruppo, sia pur ridotto, avrebbe potuto continuare con una nuova insegnante, però l'associazione culturale, presso la cui sede si svolgeva il corso, non ebbe il rinnovo del contratto di affitto da parte del comune di Bologna. Era un affitto calmierato e trovare dei nuovi locali diventava un problema.
Ci sono stagioni della vita che, inevitabilmente, finiscono ed io, dopo un periodo di inattività, mi iscrissi in palestra alternando corsi vari di aerobica e pilates, ma non ho più legato come con le ragazze della danza orientale.
Forse prima di natale riesco a combinare un aperitivo con le ragazze che vivono a Bologna, ci siamo sentite su whatsApp, è anche per questo che ho ripensato a tutte loro e a quegli anni che sembrano i migliori della nostra vita, oppure lo sono soltanto perchè li possiamo guardare attraverso il velo evanescente del ricordo.
Fonti immagini: Pixabay