Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie. Giuseppe Ungaretti |
Prendo spunto dal post di Elena Ferro del blog Volpi che camminano sul ghiaccio per fare un bilancio del mio 2021. A dire il vero, non amo troppo fare i bilanci perché i miei non quadrano mai e ancor più in questo 2021, anno in cui ho toccato sempre più con mano la grande incertezza che accompagna la nostra vita, la mia in particolare. Bella scoperta direte voi, con la pandemia siamo diventati tutti foglie in balia del vento, certo è così, ma credo che quest’anno sia stato quasi peggiore del 2020 sotto molti aspetti. Per esempio pensavamo che con il vaccino avremmo sconfitto il virus e raggiunto una maggiore stabilità, non è successo anzi ci ritroviamo divisi su sponde opposte a chiederci chi ha ragione.
Nessuno possiede il tempo
Nel 2021 ho imparato che se hai il tempo per fare una telefonata e salutare un’amica non devi rimandare perché quell’amica potrebbe non esserci più. Mentre eravamo chiusi in casa in attesa di riveder le stelle (per citare Dante visto che in questo anno ricorre il settecentesimo anniversario della morte del sommo poeta) sono rimasta inerte ad aspettare l’estate per tornare in Puglia, non sapendo che non avrei avuto abbastanza tempo per rivedere la mia cara amica di cui ho parlato nel post Le meraviglie dell’altrove e anche ne Il vento leggero del ricordo Il tempo è beffardo e ci prende in giro, ci fa credere di possederlo, ma non è affatto così, nessuno possiede il tempo, è importante quindi anticiparlo sempre, godere l’attimo finché si può. Per questo non bisogna aspettare troppo e rimandare il momento per contattare qualcuno a cui vuoi bene, se si è lontani può bastare anche una telefonata.
Scrivere meno e vivere di più
La scrittura mi ha salvato molte volte, poter scrivere mi ha permesso di esplorare il mio inconscio e fare della mia passione una grande risorsa, mi ha permesso di crescere e di conoscermi meglio, mi ha riempito il tempo vuoto e ha dato un senso spesso alle mie giornate quando il senso non c’era. Tuttavia in questi anni ho dedicato troppo tempo libero alla scrittura sacrificando molte cose che amavo fare, banalmente andare al parco a correre o fare una passeggiata all’aria aperta. Così, in questo 2021, mi sono resa conto che la scrittura guadagnava il secondo posto nelle mie priorità, prima la vita vera poi la scrittura. La voglia di scrivere c’è ancora ma è molto più “tranquilla”, per esempio non passo più molto del mio tempo a postare degli estratti in gruppi Facebook, cercando di capire le regole per non “irritare” gli amministratori dei gruppi. Anzi non posto più nulla, mi sono staccata molto dai social in generale e da Facebook in particolare, magari sponsorizzo a pagamento, ma per il resto occupo il mio tempo diversamente. Sempre riguardo alla scrittura ho accantonato definitivamente l’idea di arrivare a una grande casa editrice, avevo inviato a marzo scorso ad alcune big il mio romanzo “Il male non perdona”, un thriller fuori dalla serie del commissario Sorace, ma non è andata, non che ci avessi sperato sul serio, ma come ho spiegato nel mio post Scrivere a una casa editrice dovevo fare un tentativo per una mia tranquillità interiore. Quindi il romanzo me lo pubblico da me, anzi adesso mi è venuta la frenesia di farlo uscire, ma mi prendo un po’ di tempo per far le cose per bene.
Progetta pure ma poco dipende da te
Ne avevo accennato un po’ nel mio post Orizzonti futuri senza svelare troppo. Nel 2021 ho deciso di fare un investimento importante e cambiare la mia vita, comprare una nuova casa, dopo annose e angoscianti ricerche avevo trovato la casa ideale, nel senso che aveva tutto quello che cercavo e rientrava nel mio budget. Così ho fatto l’offerta che è stata accettata e ho fatto la richiesta del mutuo in banca. Nel giro di un mese ho ricevuto la risposta positiva e, addirittura, volevano concedermi un mutuo più alto di quello richiesto perché i tassi erano bassi ed era molto conveniente. Per me però andava bene quanto richiesto. Non era altrettanto facile per i venditori, una coppia giovane con un bambino che voleva allargare la famiglia e quindi cercava una casa più grande che, peraltro, avevano trovato. Ero felicemente protesa verso questo nuovo obiettivo della mia vita, tanto che scaramanticamente non ne avevo parlato con nessuno, a parte il mio compagno che aspettava trepidante con me. Purtroppo i proprietari della casa lavoravano entrambi nel settore della ristorazione e, con la pandemia, si sono ritrovati in cassa integrazione così, nonostante adesso il settore sia ripartito, a loro il mutuo non é stato concesso. Non mi dilungo di più su questa triste storia perché sono arrabbiata con il mondo, quando poi sento parlare in Tv di studi ISTAT su “culle vuote” e invecchiamento della popolazione mi arrabbio ancora di più. Non so se più avanti avremo voglia di riprovarci, so solo che, dopo essere rimasta in sospeso per quasi un anno, aver perso il sonno nell’attesa di qualcosa che non arrivava mai, sono molto scoraggiata. Ho solo voglia di rimanere immobile e non progettare più nulla. Esistono interconnessioni tra esistenze diverse alle quali non avevo pensato, mi sembra ogni volta di combattere contro i mulini a vento come Don Chisciotte.
Liberare gli spazi
Quest’anno per la prima volta ho fatto un vero “decluttering”, ho eliminato cose che avevo con me da anni, in realtà sono appena a metà dell’opera perché resta ancora molto da eliminare, ma ho acquisito la consapevolezza di volerlo fare, mi serve solo un po’ di tempo per applicarmi, ho scoperto però che anche il tempo è un ostacolo che puoi aggirare decidendo di eliminare una piccola cosa ogni tanto, funziona perché, poco per volta, liberi spazio...provare per credere. Avere più spazio aiuta a sentirmi meno oppressa e apprezzare solo quello che è davvero utile. In fondo quello che è utile davvero è poco, anzi pochissimo, fateci caso.
In questo anno di incertezze l’unica cosa positiva sono state le brevi vacanze che sono riuscita a strappare a giugno e a settembre, cosa niente affatto scontata perché anche in vacanza può succedere di tutto e molte cose possono andare male, invece nel mio caso, il tempo è stato bello, il viaggio non è stato funestato da imprevisti e tutto si è svolto magnificamente.
Quest’anno, quindi, mi ha portato più incertezza del solito che mi porterò sicuramente anche nel 2022, ma tutto sommato è da sempre che faccio l’equilibrista nei meandri della mia esistenza, continuerò a muovermi con cautela evitando gli ostacoli e cercando di non inciampare nei trabocchetti del destino.
E voi come avete vissuto quest’anno, avete realizzato qualcosa di bello, qualche piccolo desiderio che vi ha dato gioia?
Fonti immagini: Pixabay
22 commenti:
La mia impressione è che quest'anno ti abbia dato molta consapevolezza e forse anche un po' di saggezza. La vita non è un'autostrada, è fatta di momenti belli e altri brutti. Il segreto credo sia nel non deprimermi troppo e mantenere la voglia di migliorarsi e accettare che non siamo onnipotenti ma nemmeno impotenti. Cerchiamo di fare del nostro bene, volerci bene e volere bene agli altri. E credo che tu sia sulla buona strada.
Deprimersi. Del nostro meglio. Scusa per gli errori.
Percepisco lo scoramento per le cose andate storte, in particolare il lutto inatteso che è la peggior cosa che possa capitare, ma al tempo stesso ti leggo anche reattiva, pronta a affrontare tutte le nuove sfide che porterà il 2022.
Il mio 2021 in confronto al tuo è stato estremamente lineare e tranquillo, non ho molto da dire in effetti. Non manca qualche problema ma sono situazioni consolidate da anni, ci sono quasi (si fa per dire) abituato.
Grazie Giorgio, è vero, ho acquisito molta consapevolezza di quello che mi serve per stare bene con me stessa e con gli altri, c’è molto che dipende da noi, per esempio l’atteggiamento di fronte alle avversità che può essere depressione oppure forza e maggiore determinazione, di solito scelgo la seconda opzione, perlomeno ci provo.
Non preoccuparti, nessun problema, anch’io sono spesso vittima del correttore automatico...
Grazie Ariano, mi percepisci reattiva, pensa che io credevo di aver scritto un post molto pessimista, la cosa mi conforta. Ho sempre voglia di combattere, tutto sommato, perché penso che la vita sia un gran dono di cui dobbiamo essere grati e cercare di gioire per le piccole cose, a maggior ragione se penso alla mia amica che non c’è più.
Per i tuoi problemi “consolidati” capisco che per te è una sofferenza e ti auguro di superarli o di smettere di soffrirne, con sincero affetto.
La precarietà fa parte della nostra vita, purtroppo non sempre riusciamo a raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati, però la vita riserva sempre sorprese, certe cose arrivano quando meno te le aspetti e anche le occasioni. Per cui non scoraggiarti. Mi dispiace per il lutto che hai affrontato, e son d’accordo con te che le occasioni vanno colte e non rimandate perché non sappiamo poi se ci sarà più spazio e tempo per gli istanti perduti. Ti abbraccio.
Eh già siamo molto precari, ma è sempre bello sperare in una sorpresa positiva. Negli ultimi due anni vorrei augurarmi la noia piuttosto che brutte sorprese (che tra pandemia e altri malanni ne abbiamo avuto abbastanza). Un grande abbraccio anche a te
Mia cara, leggo con piacere le tue riflessioni e sento le tue speranze e le tue delusioni.
Io ho paura di fare una carrellata sugli eventi di quest'anno perché so già che mi lasceranno con molte più domande che risposte.
Non è stato un anno facile, da quello che leggo in questo tuo bilancio, con delusioni che immagino abbiano pesato moltissimo, anche se sei una donna forte. Posso solo augurarti che per il futuro questi fatti negativi si rivelino solo dei piccoli inciampi nel percorso, anche se ahimè per certi fatti non c'è rimedio, come aver perso una cara amica. Purtroppo viviamo in tempi molto duri e fa male sapere che tante famiglie non riescono neanche più a fare il loro lavoro.
Cerchiamo di mantenere viva la speranza che questa ondata negativa passi... Un caro abbraccio
Leggo con piacere questa tua riflessione e ti ringrazio per avermi citata all'inizio: la storia che racconti è quella più o meno di ciascuno di noi, che ci barcameniamo in questo mare tempestoso senza ancora vedere una riva. Il tuo invito a fare le cose senza attendere è più che benvenuto e mi ha fatto tornare in mente la scelta di una famiglia di panettieri che fino alla pandemia lavorava praticamente 24h al giorno senza mai darsi riposo. Ora il negozio osserva i riposi, chiude la domenica e il lunedì e la sua proprietaria, la madre, ha deciso di spendere i soldi che aveva messo da parte per anni senza mai poterseli godere per acquistare un biglietto aereo e imbracarsi , per la prima volta!, per tornare al suo paese natale, in Sicilia. Vivono con una nuova consapevolezza, come fai tu e come tento di fare anche io. L'acquisto di una casa (sai che abbiamo anche questo in comune) è il segno di una grande speranza per il futuro, nonostante tutta la sofferenza che il 2020 e questo 2021 ci ha consegnato... E anche se c'è sempre qualcosa da osservare che non è andato per il verso giusto, guardare alla parte migliore ci aiuta a vivere meglio. Anche le gite al mare davanti a ottimo pesce fanno la differenza :D
In bocca al lupo per il tuo libro. Sei stata coraggiosa a scrivere alle case editrici, lo facciamo tutte. Altrettanto coraggiosa sei nell'andare avanti comunque. Sai che sei di ispirazione a molte di noi. Un caro saluto
Ti capisco Lisa, fare il bilancio di un anno non è facile, soprattutto di un anno come questo pieno di contraddizioni. Un abbraccio
Grazie Maria Teresa,
Ogni anno è fatto di alti e bassi, bisogna affrontare le cose con un certo spirito, però ci sono eventi senza rimedio come la morte e lì non c’è proprio niente da fare, per questo bisogna sempre prendere il meglio ogni giorno e mantenere la speranza nel futuro...
Cara Elena, doveroso citarti anche perché senza il tuo post non avrei scritto il mio, ho iniziato a scrivere e stavo quasi per cancellare tutto, ma poi sono andata avanti, è che non si ha mai voglia di raccontare di problemi e sconfitte...
Capisco la famiglia di panettieri, lavorare senza sosta e non godersi mai la vita, la pandemia ci ha insegnato a prendere delle pause, questo concetto lo avevo capito da tempo ma erano gli altri che correvano troppo intorno a me, si sono dovuti fermare anche loro, molti però non hanno davvero imparato la lezione.
Un abbraccio
Commento senza aver letto coloro che mi hanno preceduto: non credo sia corretto ma se mi fermo anche solo un attimo non scriverei qui nemmeno un rigo. Scrivo per bisogno fisiologico, scrivo da ragazzino, scrivo senza aspettarmi nulla; le grandi case editrici? Non mi ha mai sfiorato la mente che fosse possibile, ho una scrittura fuori dal contesto in cui vivo, la stessa cosa anche per il mondo dei blog. Comprendo però il tuo desiderio di esporti pubblicamente sul cartaceo, vorrei che tu fossi esaudita. Auto pubblicarsi? Come si fa? Non penso che per me avrebbe senso...in questi ultimi due anni molte cose lo hanno perso, altre sono rimaste indenni ma non mi aiutano. Resto spesso fermo a riflettere sul termine e sui termini esistenziali che mi circondano da sempre: vi sono elementi concettuali che respirano accanto a noi senza che ci sia consapevolezza da parte nostra, la sorpresa che proviamo poi è solo il frutto della nostra distrazione. Le sconfitte aiutano le scritture, quelle e non le vittorie che invece ci spingono verso la vita attiva a divorarla prima che si nasconda per sempre. E' il dolore che amplifica la sintassi, l'allegria la diluisce. Se non avessi la scrittura per il mondo non cambierebbe nulla per me stesso mi sarei dimenticato di esistere, sarei solo un codice fiscale o un green pass più o meno eseguito. Scrivo senza mascherina.
Ciao benvenuto nel mio blog. Le sconfitte e i dolori possono aiutare la scrittura perché possono essere sublimate attraverso la creazione di una storia, un racconto, una poesia, se poi la scrittura consente uno sfogo e aiuta a star meglio avrà sempre raggiunto uno scopo e dato un senso. Per anni ho scritto solo per quest’ultimo motivo ed è stato comunque una crescita per me.
Riflessioni e considerazioni dell'anno passato io le faccio in occasione della scelta delle 3 parole guida per il nuovo anno, il primo post nel blog a gennaio. Per ora guardo le vecchie 3 parole - insight bright awareness - sulla prima pagina dell'agenda (dove, per questioni di rilegatura, si apre spesso, così le vedo sovente) e penso hanno fatto davvero un ottimo lavoro, nonostante tutto e tutti. Ogni anno mi sembra più arduo scegliere 3 nuove parole, eppure ogni anno mi stupiscono. :)
Verrò a leggere le tue tre parole con le considerazioni dell’anno passato, allora. Immagino che sia difficile trovarne sempre di nuove, ma se funzionano fai bene a continuare 😀
Ho letto con partecipazione questo post, Giulia, anche se arrivo tardi a commentare. Capita a tutti di rimandare quella telefonata e poi non è più possibile farla, la morte improvvisa soprattutto di persone giovani sono asce che spezzano in maniera irreversibile e rimane un grande rimpianto. Mi spiace molto per la casa, so quanto ci tenevi.
Sì aver rimandato la telefonata alla mia amica mi pesa molto, soprattutto perché avrei potuta farla ma rimandavo per dare spazio alla scrittura, il sabato o la domenica mattina per esempio scrivevo e così così evitavo le telefonate e ogni cosa che potesse togliermi il tempo, durante la settimana sempre e solo lavoro, per questo mi rammarico
Per la casa quello che mi da fastidio è che, finché ho in ballo questo progetto, non riesco mai a essere pienamente serena.
Ho imparato a convivere con le novità portate dalla orribile esperienza della pandemia. Sono pessimista e non vedo cambiamenti in positivo per il futuro. Questa sensazione mi ha profondamente cambiata dentro: alcune cose che reputavo fondamentali nella mia quotidianità sono diventate secondarie. Mi sono isolata dal mondo esterno, perché non ho più granché voglia di condividere con esso qualcosa di mio, forse ancora qualcosa, ma ben poco rispetto al passato. Ho visto il vero volto di tante persone e piango ancora la delusione.
Ecco, il bilancio di un anno che sta finendo, ma continuerà uguale anche in quello nuovo.
Perdona lo sfogo noir! Anche la mia autoironia scarseggia!
Penso che con la pandemia siano cambiate le prospettive di molte persone, quello che sembrava vero ieri oggi non lo è più, abbiamo toccato con mano la nostra precarietà, alcuni più di altri, anche se nessuno è rimasto indenne visto che siamo parte di un tutto...
Sulla voglia di condivisione ti capisco, io ne ho sempre avuta poca per pudore e prudenza, soprattutto sui social.
Posta un commento