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Non sapere quale decisione prendere è la peggiore delle sofferenze. Paulo Coelho |
Sono almeno tre settimane che non riesco a scrivere una riga nuova del mio romanzo, ma non è la crisi della pagina bianca, no, anzi sono arrivata a un punto in cui molte matasse si dipanano e la trama si sviluppa meglio. Non ho molta fretta perché è un episodio del commissario Sorace che uscirà il prossimo anno, salvo imprevisti, oppure come si dice salvo errori ed omissioni. Il fatto è che questi anni ci hanno insegnato che la nostra vita è precaria, molto più di quanto pensassimo, è anche per questo che vorrei portare a termine delle cose, prima che sia troppo tardi, ma tardi per cosa?
Il fatto è che è difficile scrivere se hai la mente troppo piena di pensieri, no, non pensieri sulla scrittura, ma pensieri sulla vita vera, quella che affronti tutti i giorni. Mi hanno affibbiato un settore dell’azienda del tutto disorganizzato, dove tanti cani sciolti corrono per conto loro, l’obiettivo che mi ha dato la direzione generale è quella di organizzarli e metterli in riga, ma non è semplice, anche perché alcuni cani sciolti sono abbastanza importanti e chi sono io per dire a qualcuno “più importante” di me che deve sottostare alle mie regole giuridiche? Così finisco per correre per stare dietro a tutto e a tutti e prevenire i problemi, ma qualcosa sfugge sempre dalle maglie dell’organizzazione, la mia. Così sono diversi week end che non solo non scrivo, ma dedico il mio tempo libero a “mettermi in pari con il lavoro dell’ufficio” perché dovrei andare in ferie (ho un po’ di ferie arretrate da fare) e prima devo liquidare tutte le fatture in scadenza, devo completare alcuni contratti perché i servizi partono a metà giugno, ma prima della firma c’è stato un rimpallo tra i vari uffici per decidere come impostare il contratto, finché quando alla fine non sanno come concludere ti dicono:
ma in fondo puoi decidere in autonomia sei TU la responsabile del contratto, decidi per il meglio. E me lo dici adesso!
No, perché io non sono scema, sei stato tu dirigente dei miei stivali che mi hai detto di chiedere il parere prima all’ufficio di Tizio e poi all’ufficio di Caio. Così mentre il mio serial killer interiore immagina il metodo più doloroso e lento per uccidere lo str.. ehm il referente di turno (da dove credete che nascano i miei thriller?) io mi ritrovo in fondo al tunnel ma senza la luce, anzi con la sensazione di soffocare sotto un mare di scartoffie inutili...
Bene, basta tediarvi con il mio stress lavorativo, queste sono le principali motivazioni per cui non scrivo. E poi ce ne sono altre, quelle che hanno a che fare con i piccoli tarli del nostro cervello, devo fare una scelta importante e sono notti che non dormo. Ho perfino comprato il libro “Chi ha spostato il mio formaggio” su suggerimento di Barbara di Webnauta, di cui vi riporto il link Post di Webnauta é un librino arguto e intelligente che si legge in un’ora e, attraverso di esso, ho cercato di capire come affrontare questa mia decisione, il problema è che quando tutto mi appariva chiaro, nascevano nuovi dubbi.
Comunque alla fine ho preso una decisione con convinzione e coraggio e, ovviamente, ho continuato a non dormire dalla preoccupazione che la decisione presa ormai comporta: avrò fatto bene? Se poi le cose non vanno come penso? E se? e ma? E boh?
Mi sento il cuore come quello dell’immagine, appeso a una corda sulla corteccia ruvida di un albero. Ormai il dado è tratto ed è inutile rimuginarci ancora. Intanto, alla fine di questa settimana, vado in ferie qualche giorno, che la vita é breve oltre che precaria, per cui per dirla alla Rossella O’Hara, ci penserò domani...cioè al ritorno.
Fonti immagini: Pixabay