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Alla più perfetta delle dittature preferirò sempre la più imperfetta delle democrazie (Sandro Pertini) |
In questi anni di blog sono sempre rimasta piuttosto neutrale, non ho mai espresso esplicitamente il mio pensiero politico perché tutto sommato non mi interessava esprimerlo in questo contesto, ma oggi mi sono svegliata con il desiderio di ribadire l’importanza di questa festa, il 25 aprile, l’anniversario della liberazione. Forse perché in questi mesi ho assistito ad eventi molto disturbanti, parecchie censure nei palinsesti pubblici di quello che si poteva dire pubblicamente, ne ho parlato anche nel mio post su Sanremo. Attaccare degli artisti o degli scrittori per le loro dichiarazioni mi evoca immagini di censura e libri bruciati, come in Fahrenheit 451. Quest’immagine mi inquieta perché suggerisce la mancanza di libertà nell’esprimere idee e dissenso, fondamentale per una democrazia.
Quando chi detiene il potere (un ministro o un presidente del consiglio che fa le leggi e decide chi deve stare nei posti del potere) attacca uno scrittore, che è comunque un semplice cittadino armato solo del potere della parola con i suoi scritti, ne fa un bersaglio da colpire, soprattutto se pensiamo alla nostra epoca in cui ognuno può scrivere qualsiasi bestialità sui social senza colpo ferire.
La festa nazionale fu istituita ufficialmente nel 1949 ed è, secondo me, molto importante che resti in vigore soprattutto in questa società di nostalgici del ventennio.
Riporto un po’ di notizie storiche riprese da Wikipedia
Su proposta del presidente del Consiglio, Alcide De Gasperi, Umberto II di Savoia, principe e luogotenente del Regno d’Italia, il 22 aprild 1946 emanò un decreto legislativo luogotenenziale con Disposizioni in materia di ricorrenze festive, che all'articolo 1 stabiliva la festività del 25 aprile per quell'anno.
«A celebrazione della totale liberazione del territorio italiano, il 25 aprile 1946 è dichiarato festa nazionale.»
Si ebbero decreti per celebrare la ricorrenza anche nel 1947 e nel 1948; solo nel 1949 la ricorrenza venne istituzionalizzata stabilmente quale giorno festivo, insieme con la festa nazionale italiana del 2 giugno.
Nel 1955, in occasione del decennale, il presidente del Consiglio Scelba rivolse un messaggio alla Nazione tramite la RAI.
«Se ricordiamo le tragiche vicende della più recente storia d'Italia non è per rinfocolare odi o riaprire ferite, coltivare la divisione, ma perché vano sarebbe il ricordo dei morti e la celebrazione dei sacrifici sofferti se non ne intendessimo il significato più genuino ed il valore immanente, se gli italiani non avessero a trar profitto dagli insegnamenti delle loro comuni esperienze, e, tra gli italiani, i giovani sopra tutto, a cui è servato l'avvenire della Patria.»
Nell'aprile dello stesso anno il Movimento Sociale Italiano portò avanti una campagna per l'abolizione dei festeggiamenti del 25 aprile tramite il Secolo d’Italia su iniziativa di Franz Turchi. Venne inoltre organizzata una celebrazione a Roma a ricordo dei caduti della Repubblica Sociale Italiana; i saluti romani e i canti dei missini provocarono scontri con alcuni giovani comunisti che erano presenti.
Ricordiamoci che le conquiste dei diritti costano anni di lotte, sudore e sangue ma può bastare poco perché queste conquiste vengano spazzate via.
Quindi oggi - finché posso ancora farlo - voglio ricordare l’importanza del 25 aprile con la speranza di poter festeggiare questo anniversario ancora per tanti anni a venire. Io sono antifascista.
Buon 25 aprile a tutti voi.
Fonti immagini: pexels