Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie. Giuseppe Ungaretti |
Il mese di ottobre è, per me, sempre un mese impegnativo perché ho due bilanci da impostare e da far approvare a inizio novembre, per questo ogni anno mi ritrovo a lavorare anche di domenica per poter completare la parte contabile e la predisposizione delle due relazioni al bilancio. Voi direte: ma perché non lo fai nell’orario ordinario di lavoro? In realtà sarebbe possibile se non ci fossero mille altre scadenze da rispettare e mille riunioni, trattandosi di due lavori complessi che richiedono tempo e attenzione non resta che farlo nel week end. Ora non voglio annoiarvi con il mio lavoro, ma serve solo per spiegare perché è diventato faticoso anche scrivere un post. Visto però che dopo tre domeniche, di cui una mentre imperversava l’alluvione su Bologna ma per fortuna il mio quartiere - per ora - è stato risparmiato, ho finalmente finito il lavoro sopradetto mi sono accinta a scrivere il secondo post di questo ottobre travagliato.
Pensare che ottobre potrebbe essere un mese ricco di momenti belli, un vero ponte tra il calore dell’estate e il freddo dell’inverno, con tutte le sue tradizioni. Qui a Bologna inizia subito con la festa di San Petronio, patrono della città, che il 4 ottobre coincide con la celebrazione di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia, regalandoci anche un ponte festivo. Per me, è stato l’ultimo fine settimana libero: libero, sì, ma accompagnato dalla pioggia.
Ottobre segna l’arrivo pieno dell’autunno. Le foglie degli alberi cambiano colore, passando dal verde ai toni caldi del rosso, arancione e giallo, creando paesaggi suggestivi. È il mese della raccolta delle castagne, delle zucche e della vendemmia, elementi tipici di questa stagione. Che bello che sarebbe poterlo vivere appieno.
E in questo mese la sensazione di fragilità di foglie appese agli alberi pronte a cadere della nota poesia di Ungaretti non mi ha abbandonato mai, mai come quest’anno mi sono sentita precaria, tra le notizie di guerra che tutto intorno ci opprimono e le alluvioni che ci hanno travolto. Per quanto mi riguarda, oltre alle assillanti scadenze, si sono aggiunte una serie di eventi imprevisti di cui avrei fatto volentieri a meno, in particolare mi si è rotta l’auto e riparare il danno mi costerà un sacco di soldi, del resto non sono pronta a cambiarla e a comprarne una nuova per motivi vari con cui non vi sto ad annoiare.
Ciò che, invece, ha allietato le mie giornate in questo mese è stata la serie sugli 883 su NOW, mi sono molto divertita a seguire la storia di come è nato il successo di questo duo, due ragazzi normali di Pavia (città in cui non sono mai stata ma che ora sarei curiosa di visitare) che sono diventati famosi inseguendo il loro sogno. È stato una bella immersione negli anni novanta e in quelle atmosfere che ho vissuto anch’io, quindi un tuffo nei ricordi e nella nostalgia.
Che poi, la canzone di Max Pezzali Gli anni è stata un po’ la colonna sonora di questo mese, perché mi è rimasta in testa da quando sabato 5 ottobre - con un gruppo di amici - abbiamo improvvisato una festa con un karaoke nostalgico dei nostri “anni”.
Ed eccoci arrivati alla fine del mese e a una nuova festa, quella di Halloween il 31 ottobre, una ricorrenza di origini celtiche, legate alla celebrazione di Samhain, il capodanno celtico e momento di passaggio tra il mondo dei vivi e quello degli spiriti (notizie reperite googolando in rete).
Non é che io sia molto legata a questa festa, provo maggior affetto per la festa del Giorni dei Morti del sud delle mie origini, quando le anime buone dei defunti passavano a portare una calza piena di doni ai bambini, cosa che avveniva la notte di Ognissanti, 1° novembre, e il giorno della Commemorazione dei Defunti, 2 novembre. In Puglia oltre alla calza di doni c’è l’ usanza di preparare dei dolci tipici “dei morti” che si chiamano Pupurati, fatti con il delizioso vino o mosto cotto pugliese (prodotto in occasione della raccolta dell’uva), sono dei buonissimi biscotti scuri grazie a questo impasto con il mosto cotto, con l’aggiunta di mandorle e nocciole. Comunque è una celebrazione parte della cultura italiana da secoli e si concentra sulla memoria dei santi e delle persone care defunte. Ho scoperto in rete che in Sicilia si usa preparare e donare ai bambini dolci tipici come i “Pupi di zucchero” e i “Frutti di Martorana”. In Veneto invece, si prepara il pane dei morti, un dolce tipico che viene offerto in memoria dei defunti.
Con Halloween abbiamo elementi più vicini all’horror anche se in modo giocoso con il suo “dolcetto o scherzetto”. Tutto sommato non mi dispiace passare la serata con il mio compagno a guardare qualche film a tema Halloween, di film sul genere ce ne sono diversi, ma il mio preferito è Frankstein Junior, film che quest’anno compie 30 anni, ed è notizia di ieri della morte di Teri Garr, l’indimenticabile Inga del film di Mel Brooks. Per lasciarci ancora qualche motivo per sorridere festeggerò guardando il film e quindi vi saluto con una frase: Lupo ululá, castello ululì.
E voi come avete passato ottobre? E come passerete la notte di Halloween 🎃?
Fonte immagine: creazione Immagine di Chat Gbt
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