sabato 15 giugno 2019

I pensieri delle vacanze

Quando sono in vacanza penso tanto, sono pensieri liberi che svolazzano nella mia testa facilitati anche dal silenzio dei lunghi percorsi in moto, quando è difficile scambiarsi le opinioni perché siamo isolati dal casco.
Così osservo il panorama e penso. Mi piace immaginare le vite che incontro per strada, nascono infinite storie nella mia mente che forse non vedranno mai la luce, ma per tutto il tempo della vacanza mi diverto a immaginare.
Perché quando si viaggia si vedono tanti luoghi, ma nei luoghi ci sono le persone e ognuno ha una sua vita e un suo percorso.


Ho incontrato dei personaggi molto interessanti: il titolare del Bed and Breakfast in Lazio, il barista di Viterbo che si è trasferito da Napoli dicendo che la sua vita era migliorata tantissimo, che mi ha fatto pensare al mio Sorace, la ragazza del Bed and Breakdast di Polignano a mare che tutte le mattine ci preparava la colazione e ci dava consigli sui luoghi da visitare. Incontri che potrebbero diventare un romanzo, un breve racconto o restare solo un'idea persa nel tempo. A volte mi sento quasi in colpa nell'ascoltare le loro storie, perché, mentre parlano, non sanno che le loro vite potrebbero finire in un mio romanzo, in fondo come dissero in un film che vidi tempo fa sulla vita di uno scrittore ("Sotto falso nome", un thriller molto particolare, forse scontato ma con diverse batture memorabili) gli scrittori sono dei ladri delle vite degli altri
E poi ci sono i luoghi che ci parlano e sussurrano storie, la poesia dell'azzurro del mare, i vicoli bianchi dei borghi, le vecchie signore sulle porte che sorridono.
Il viaggio stuzzica la mia vena creativa e mi viene voglia di ambientare una storia nei posti che attraverso nello spazio di una vacanza, forse per catturare quelle sensazioni che essi suscitano in me con forza, con il desiderio di provare a entrare in un'altra vita e scoprirne le emozioni, i dolori e  le gioie, i sogni e i desideri, i pianti e i sorrisi.

E succede ogni volta, la mia anima nomade immagina una nuova vita, un ritmo diverso, dei nuovi amici e dei nuovi orizzonti. Una sensazione che mi resta addosso per qualche giorno anche dopo il rientro, poi dopo un po' svanisce, ma a tratti ricompare e finisce, magari sfumata e irreale, tra le pagine di una nuova storia, proprio quando sembrava che non ci pensassi più.

Capita anche a voi di immaginare, anche solo per un attimo, una vita nei posti che visitate?
 
 

22 commenti:

Marco Freccero ha detto...

Anche a me succede di sentirmi in colpa perché certe storie meriterebbero di essere scritte e raccontate e invece le lascio andare. Ma a volte le lascio andare perché non sarei in grado di scriverle. Altre volte perché il mio interesse è per altro.
Una vita altrove? Sì: in Trentino. In un maso. Oppure in Valle d'Aosta, a Chamois (dove non ci sono strade quindi niente automobili).

Giulia Lu Mancini ha detto...

Vedi, tu hai il senso di colpa al contrario! È normale comunque che certe storie prendano il sopravvento e altre no, tra tante storie che si incontrano si scrive di quella che rimane dentro più a lungo. Ti ci vedo bene in un maso del Trentino! 😉

Sandra ha detto...

Ma altroché se mi capita. Anzi l'ho proprio fatto, in figlia dei fiordi e in quando non ci pensi più. E in altre storie che ancora non sono state pubblicate. Spero che la tua vacanza sia stata rigenerante.

Eleonora Ippolito ha detto...

A me succede sempre, e amo poi inserire stralci di quelle vite o di quei paesaggi in quello che scrivo, dando solide basi di realismo alle vicende che vado a incidere nero su bianco. Ci sono storie, poi, che conservo nella mente, in attesa del momento opportuno per raccontarle. E anche tu, tieni in caldo quelle storie, perché prima o poi salteranno fuori dalla tua bella penna per diventare indelebili.

P.S. Se ti capita di venire nuovamente dalle mie parti, scrivimi pure. Sarei molto felice di farti da guida e di raccontarti le storie presenti e passate della mia terra! :)

Giulia Lu Mancini ha detto...

Figlia dei fiordi l'ho letto, ricordo che era ispirato a un luogo delle tue vacanze. Si vede che certi posti ispirano, forse proprio perché legate a momenti di spensieratezza.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Abbiamo dei punti in comune allora Eleonora! Credo anch'io che alcune di queste storie verranno fuori prima o poi. Grazie per avermi detto che ho "una bella penna" arrossisco un po' 😊
Se torno dalle tue parti ti scrivo in privato, sarebbe proprio bello incontrarci.

Marina ha detto...

Quando ero piccola (non tanto: andavo alle medie) visitammo i Castelli della Loira,durante una vacanza francese. Ebbene, ho sognato per anni di vivere in una di quelle regge, di essere una principessa, di indossare quegli abiti da dama e, naturalmente, di incontrare il principe azzurro. Nel periodo universitario sarei rimasta volentieri a vivere a Palermo, poi ho detto che non mi sarei mai spostata da Caltanissetta e invece sono qua, a Roma (quest’ultimo evento senza desiderarlo!)

Ariano Geta ha detto...

Se mi capita? Diciamo pure che è uno degli esercizi di fantasia in cui indulgo maggiormente. Non solo con scopi di creatività per futuri racconti da scrivere. A volte è pura libertà di immaginazione, che in fondo ci aiuta a vivere più vite rispetto all'unica che abbiamo in dote.

Grazia Gironella ha detto...

Capita sì... mi piacerebbe provare a vivere qualche mese qua, qualche mese là. Il turista resta spesso alla superficie delle cose, ma le impressioni più forti nascono quando scema l'eccitazione della novità e inizi a "sentire" il posto. Comunque mi è capitato che qualcosa dei miei viaggi finisse in un racconto o in un romanzo. La fantasia si nutre bene nei viaggi. ;)

Giulia Lu Mancini ha detto...

Il destino ti ha portato a Roma, al di là delle tue aspettative o fantasie, questo perché spesso il destino può andare oltre e portare sorprese inaspettate, però nel frattempo è stato bello sognare e immaginare una vita diversa tra la Francia e la Sicilia...

Giulia Lu Mancini ha detto...

Hai ragione Ariano, è un po' come provare a vivere altre vite, ogni tanto mi piacerebbe immergermi nel posto che visito e viverlo davvero nella sua quotidianità, ma alla fine mi accontento di scrivere una storia...

digito ergo sum ha detto...

ho troppo pudore per scriverne. ma respirare la vita degli altri coi loro occhi mi rende umano

Giulia Lu Mancini ha detto...

È proprio così cara Grazia, vorrei "sentire" il posto vivendoci per qualche tempo, cosa che al momento è impossibile. Una cosa che faccio sempre è controllare gli annunci immobiliari per vedere il costo delle case, il più delle volte costano molto meno che a Bologna, ciò mi tenta molto perché ogni tanto vorrei mollare Bologna e trasferirmi altrove, poi però penso che dovrei scardinare troppi equilibri. Per ora anch'io mi accontento di far finire nei miei scritti stralci dei miei viaggi e delle mie fantasie...

Giulia Lu Mancini ha detto...

Ben venuto nel mio blog digito ergo sum, concordo immedesimarsi negli altri aiuta a restare umani, è un sentimento importante l'empatia, almeno secondo me.

Cristina M. Cavaliere ha detto...

Sì, in effetti una volta immaginavo di vivere soprattutto in Francia. Ora le mie preferenze si sono avvicinate più ai luoghi immersi nella natura, pieni di silenzio, dove stare tranquilli e in pace con se stessi.

Nadia Banaudi ha detto...

Quando si toccano vite interessanti o luoghi ispiranti altroché se accade anche a me. A volte basta cambiare i tratti della persona, altri cambiare nome ed ecco che tutto è lecito, perché assolutamente la realtà è un ottimo carburante per lo scrittore! Vivrei altrove, lontano dal mare, vicino a boschi lussureggianti, lontano dallo smog, dallo stress e dalla folla, ma sigh per ora resta un sogno.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Anch'io con il passare del tempo prediligo posti più tranquilli, nella quieta della natura poi sarebbe il massimo. Purtroppo lavorando a Bologna con prospettive di lungo termine causa la legge Fornero credo sia un sogno impossibile...

Giulia Lu Mancini ha detto...

È vero molto personaggi opportunamente "camuffati" sono nati da un viaggio o brevi passaggi in posti vari. Tu vorresti vivere lontano dal mare, pensa che io, invece, vorrei vivere vicino al mare, magari un mare cristallino, ma mi accontenterei anche della riviera adriatica (anche per me probabilmente resterà un sogno).

Barbara Businaro ha detto...

Quando mi sposto per ferie o anche brevi periodi, non vado più in albergo (che oramai associo alla trasferta lavorativa) ma preferisco affittare una casa, singola o appartamento, meglio ancora se in contatto con l'host, il proprietario, proprio per "vivere" il posto come se mi fossi trasferita lì, non da turista. Vado al supermercato a farmi la spesa, dal panettiere, cucino come se vivessi lì, faccio pure le pulizie! L'ultima volta ho anche dato da bere alle piante e il proprietario è rimasto stupito! Poi ovviamente penso anche alle storie, alle altre vite lì vicino, a qualcuno che diventa un personaggio... il "Diario difficile di un lettore sulla spiaggia" l'ho scritto avendo affittato una casa sulla spiaggia, con un enorme terrazzo da cui osservare, ascoltare, ipotizzare... ;)

Giulia Lu Mancini ha detto...

Brava Barbara, così riesci davvero a vivere il posto, mi sembra un ottimo sistema. Noi non lo abbiamo fatto in questa vacanza perché abbiamo fatto un viaggio con tappe di due o tre giorni in ciascun posto, abbiamo attraversato l'Italia in moto e abbiamo spezzato il viaggio, in futuro chissà...

Luz ha detto...

Eccomi, sì. Mi capita tutte le volte in cui mi imbatto in un luogo che mi dà sensazioni forti, quasi un "genius loci". Mi è capitato quando ho visto i castelli altoatesini, le strade di Merano. Ma la sensazione più forte l'ho provata a Ortigia, la piccola isola dinanzi a Siracusa. In quelle viuzze, fra quegli artigiani che narravano la loro storia, mi sono in qualche modo "ritrovata".

Giulia Lu Mancini ha detto...

Penso che in un'isola così potrei ritrovarmi anch'io, però mi manca, chissà se potrò andarci in un prossimo viaggio. È bello visitare un posto e provare quella sensazione familiare di conoscenza e intima accoglienza.