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Scrivi, scrivi, scrivi. Impara facendo, facendo errori e scoprendo cosa non funziona. Jeffrey Carver |
Nella mia ricerca di una casa più grande, ho parlato spesso di questo desiderio, per esempio in questo post Lo spazio dei sogni, quello da cui mi lascio attrarre è la presenza di una camera in più magari piccola ma che possa contenere una bella scrivania e una libreria, il letto non importa, andrebbe bene al limite una piccola poltrona. Immagino quella camera come il mio posto per scrivere, una stanza tutta mia. Sempre nella mia ricerca mi piacerebbe avere un terrazzo o un piccolo angolo all’aperto dove mettere un bel tavolo e appoggiarci il mio notebook per scrivere fuori durante la bella stagione. Non so se accadrà mai visto che la mia ricerca si è arenata più volte per cause non dipendenti dalla mia volontà, andrà a finire che quando avrò finalmente una stanza in più non avrò più voglia di scrivere e avrò archiviato per sempre la mia avventura scrittoria.
Tempo fa lessi su Donna Moderna, sul numero del 26 gennaio 2023, un articolo sui posti preferiti per scrivere dagli scrittori famosi.
Alex Jonson riprendendo il famoso titolo di Virginia Woolf ha scritto un libro illustrato intitolato “Una stanza tutta per sé: dove scrivono i grandi scrittori” dove racconta attraverso delle illustrazioni dove e come lavoravano 50 scrittori del presente e del passato, tra America ed Europa. È un libro nato sulla scia del turismo letterario che attira sempre molti curiosi nelle case che hanno visto la nascita di romanzi famosi. Ho cercato l’ebook negli store e ho trovato solo la versione inglese. Su Feltrinelli IBS c’è il cartaceo in italiano Link Feltrinelli
Agatha Christie scriveva ovunque, anche nelle camere d’albergo. Ma al 58 di Sheffield terrace di Londra c’erano i suoi indispensabili: Un tavolo robusto, una macchina da scrivere e una sedia dura con lo schienale rigido.
Jane Austen scrisse Orgoglio e pregiudizio utilizzando uno scrittoio portatile in mogano che suo padre le regalò quando compì 19 anni. Alternava lo scrittoio con il tavolo della sala da pranzo, rivolta verso la finestra. Lo scrittoio portatile comprendeva scomparti e un cofanetto dove la scrittrice Jane Austen Stan era pronta a nascondere i piccoli fogli di carta che scriveva, perché voleva tenere per sé L’inconfessabile libertà di scrivere. Oggi questo cofanetto è esposto presso la British library di Londra mentre il Cottage di Chawton, nell’Hampshire, è diventata la sede del Museo di Jane Austen e conserva ancora il tavolo su cui scrivere in sala da pranzo.
Sembra che Umberto Eco abbia scritto il nome della rosa nella sua casa di campagna a Monte Cerignone, borgo medievale tra Urbino e San Leo, in un convitto dei gesuiti: qui a metà degli anni settanta Umberto Eco stabilito la sua casa di campagna, nella piccola cappella era ubicato il suo primo studio. Successivamente a partire dagli anni novanta 90 Umberto Eco scriverà tanto a Milano circondato dalla sua biblioteca di 30.000 volumi, mentre scriveva ascoltava Bach, Mozart, Beethoven e Chopin e amava fin da ragazzo il jazz e la band della swing, per scrivere sentire il bisogno di un sottofondo musicale costante che gli serviva di ispirazione. Lo studiolo con i libri antichi è stato ricostruito presso la Biblioteca Braidense di Milano che contiene oltre ai libri anche pipe, bastoni da passeggio e pipe del grande semiologie, ovviamente si può visitare.
Aggiungo un’informazione di mia fonte diretta, Umberto Eco ha insegnato a lungo a Bologna fondando la facoltà del DAMS dell’Università di Bologna e ha attivato il Corso di laurea in Scienze della Comunicazione, per questo presso l’università esiste il Centro internazionale di Umberto Eco che fa parte dell’Università di Bologna e che ogni anno organizza degli eventi a lui dedicati, per esempio nel 2021 ha organizzato un evento di cui ho parlato nel mio post La scrittura smarginata di Elena Ferrante, nel 2022 sono stati organizzati ben due eventi con lo scrittore israeliano Eshkol Nevo ecco il link Eskhol Nevo in Ateneo a cui però non sono riuscita ad andare; tornando ai luoghi, il Centro Eco ha anche una sede in zona universitaria dove c’è ancora intatto lo studio che il professore usava quando lavorava a Bologna, non é visitabile ma io ci sono stata, un po’ casualmente perché conosco una persona che ci lavora e anche perché presso il Centro vengono organizzati eventi con una portata di pubblico più limitata come per esempio questo Evento in palazzo Marchesini
Riguardo ad autori più recenti e italiani Paolo Cognetti ha scritto Le otto montagne, premio strega 2017, all’aperto su un vecchio tavolaccio, recuperato dalla stalla dietro una baita, nel paesino di Fontane, sulle pendici del monte Rosa, in valle d’Aosta. L’intero paesino è diventato meta turistica letteraria.
È bello avere un luogo per scrivere, un posto dove raccogliere le idee e stimolare la creatività, anche se mi è capitato spesso di avere delle ispirazioni in momenti in cui non ero in nessun posto specifico per scrivere, spesso le idee narrative arrivano nei momenti più impensati, magari mentre si è intenti a fare tutt’altro. Occorre però un posto dove queste idee possano essere tradotte in parole e strutturate all’interno di una trama.
Ricordo che, nel corso di una gita scolastica, sono stata a Recanati a visitate la casa di Giacomo Leopardi e fu una bella emozione. Voi avete mai visitato la casa di uno scrittore o poeta? Avete anche voi un posto preferito dove scrivere o, semplicemente, raccogliere le idee e pensare?
Fonti immagini: Pixabay
Fonti testi: Wikipedia, sito università di Bologna e Donna Moderna del 26/1/23 articolo di Rosa Baldocci