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Un vincitore è un sognatore che non si è mai arreso. Nelson Mandela |
Negli ultimi due anni ho inseguito un sogno che non ho realizzato, anzi per dirla alla Claudio Baglioni “ho sognato sopra un treno che non è partito mai”. Non si tratta di vincere alla lotteria o fare cose stratosferiche, ma qualcosa di concreto e sostenibile, comprare una nuova casa, che io una casa ce l’ho già e ho finito anche di pagare il mutuo, quindi che voglio di più? Potrei accontentarmi e restare dove sono, chi me lo fa fare di stressarmi nella ricerca di una casa nuova. Infatti è così, ma...c’è sempre un ma...
Nel periodo della pandemia ho capito che vivere in una casa senza neanche un balcone mi faceva soffocare, del resto ho comprato questa casa in un momento in cui i prezzi delle case erano al massimo storico, costavano tantissimo, a Bologna anche un monolocale era un lusso. Era il periodo pre crisi Lehman Brother e poi uscivo da un divorzio quindi la mia priorità era comprare una casa mia, di proprietà, perché cercavo un minimo di stabilità. L’acquisto è stato molto veloce, perché vi assicuro che vivere da separati in casa è un inferno, quindi ho comprato l’appartamento che corrispondesse alle mie primarie esigenze del momento di allora, ultimo piano (ero stanca di vicini maleducati rumorosi sopra la testa) piccola ma non un monolocale perché preferisco ambiente cucina e camera separati, nel quartiere dove vivevo e non troppo lontana dal centro. Mi sono innamorata del contesto di questa casa appena l’ho vista e senza pormi troppe domande ho firmato il compromesso e dopo pochi mesi il rogito. Nel tempo la mia scelta si è rivelata vincente perché ho scoperto nuovi pregi, quali il silenzio della strada (è una strada chiusa) tanto che i gatti dei vicini girano indisturbati e coccolati da tutti me compresa, la comodità di essere vicina al centro, tanto da arrivarci a piedi (in pandemia si è rivelato utilissimo non essere costretta a prendere un autobus), la disponibilità di un parcheggio abbastanza capiente. Purtroppo ci sono degli svantaggi, sono all’ultimo piano e non ho nessuno sulla testa ma non c’è l’ascensore e, con il passare degli anni, non è sostenibile. Inoltre mi piacerebbe avere un po’ più spazio e soprattutto un balcone, possibilmente al sole. Quindi la mia casetta tanto carina arredata secondo i miei gusti, è uno spazio confortevole in cui ho vissuto e vivo bene ma vorrei cambiarla. Finché avevo il mutuo da pagare era ragionevole procrastinare, ora non più.
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I sogni sono come le stelle, basta alzare gli occhi e sono sempre là. Jim Morrison |
Quando ero in attesa di firmare il contratto della casa che poi é sfumato perché il proprietario non ha avuto il mutuo, immaginavo la mia vita nella nuova casa, prendere il sole sul balcone con il primo timido sole estivo, scendere giù nel comodo garage a piano terra a prendere la bicicletta e fare una lunga passeggiata nel parco adiacente, scrivere un nuovo romanzo nel mio studiolo finalmente attrezzato come volevo io. Immaginavo o sognavo una vita più comoda nel mio nuovo spazio. Poi è sparito tutto e ho ricominciato a cercare.
Qualche giorno fa stavo quasi per firmare l’acquisto di una casa sulla carta, ossia sul progetto di costruzione; è una formula che consente di pagare degli stati di avanzamento al costruttore e nel giro di un paio di anni ti consegnano la casa costruita secondo gli standard di ultima generazione, quindi anche con delle formule energetiche di avanguardia. Sul progetto erano quasi tutto venduto ma erano rimasti due appartamenti, uno di questi sembrava fare al caso mio, era un bilocale ma con una grande terrazza e con garage sotterraneo, consegna tra due anni. Costava un botto, ma ero pronta a firmare e a dare l’anticipo anche se, prese tutte le misure, mi rendevo conto che la metà dei miei mobili non sarebbe stata adatta alla nuova casa, ma era una buona soluzione, perché nel frattempo avevo il tempo di vendere la mia vecchia casa. Non ho dormito per tre notti, più si avvicinava il momento della firma più ero indecisa, perché non mi convinceva del tutto. E poi è scoppiata la guerra in Ucraina e le mie incertezze hanno preso il sopravvento. Così ho disdetto tutto.
In questi giorni difficili ci ritroviamo di fronte a una situazione di tale precarietà che non resta più lo spazio per i sogni e, come é successo per il Covid, ho messo in stand by ogni decisione.
Negli ultimi tempi tra il lavoro, la decisione per l’acquisto della casa, i troppi pensieri che affollano la mente, lo spauracchio della guerra che sembra travolgere tutto, ho praticamente smesso di scrivere, mi chiedo anche se abbia ancora un senso creare delle storie.
Magari potrei usare il tempo libero per vivere il presente invece che sognare un futuro più conforme alle mie aspettative.
Quale delle due massime che ho scelto è più vera? Forse entrambe. Per realizzare un sogno, raggiungere un obiettivo, è necessario non arrendersi mai, ma è anche vero che finché non lo realizzi, un sogno, anche se lo accantoni per un po’, tende a ritornare nei tuoi pensieri perché é sempre là in un angolo della mente, come un tarlo o una spina nel fianco.
Voi cosa ne pensate?
Fonti immagini: Pixabay
27 commenti:
Viviamo una situazione instabile, di incertezze e paure e in effetti tutti siamo titubanti nel portare avanti i nostri obiettivi. Però allo stesso tempo uno non deve arrendersi. Credo che bisogna continuare a perseguire i propri obiettivi, poi si vede che succede, ma se ci si ferma , di sicuro non si raggiungono. Credo che se uno aspetta il momento giusto nella vita, non inizia mai niente, perché il momento giusto non esiste. Ci sono e ci saranno sempre ostacoli e difficoltà. Buona domenica e un abbraccio, Giulia.
Concordo Caterina, non bisogna mai fermarsi, ma ogni tanto serve una tregua anche dai propri pensieri. Grazie, un abbraccio e buona domenica anche a te.
Io penso che, per quanto sia incerto il futuro, fermarsi significhi morire. Morire dentro, e in certo senso partecipare della morte che non è molto lontana da noi. La Storia ci racconta di persone che, anche in momenti terribili, non si sono mai fermate. Lo stesso teatro, per dirne una, è un esempio di come l'uomo non desideri fermarsi ma quasi contrastare il brutto, la morte, con la propria vitale creatività. So di compagnie teatrali che si esibiscono nei bunker in questi giorni... li ammiro molto! Quindi, cara Giulia, no e poi no. Reagire, invece, andare avanti e inventare. Serve che l'universo si riaddrizzi con la vitalità che è in noi. Riguardo alla casa, lì il discorso cambia, perché si tratta di un passaggio importante e forse è meglio aspettare qualche mese.
Certo non mi fermo e vado avanti per la mia strada, tuttavia ho più voglia di vivere il presente nella realtà, meno sulla pagina scritta. Poi sicuramente continuerò a scrivere ma sento il bisogno di staccare di più, una volta tanto voglio dare ascolto alla mia stanchezza...
Per i sogni deve esserci sempre spazio, a maggior ragione quando i tempi diventano cupi. Ma capisco bene la prudenza quando regna la precarietà. Magari troverai un'altra occasione per la casa e ti sentirai anche più sicura a fare questo importante passo. Sono certa che anche la voglia di scrivere tornerà. Apatia e stanchezza le provo anche io, ma confido che siano solo una fase.
Ricordo il tuo patimento x la mancanza del balcone, per quanto la tua casa abbia molti pregi, sento forte la tua esigenza e mi spiace molto x questa battuta d'arresto. Non essere in grado di fare programmi a lungo termine è tipico della precarietà del periodo, non ti biasimo e spero salti fuori qualcosa a breve
Questo momento di costante incertezza sta davvero minando i nostri nervi, prima la pandemia ora la guerra, non é proprio un bel periodo, ma ora la cosa più importante é che non si peggiori, non possiamo vivere con la guerra alle porte dell’Europa, spero davvero che ne usciamo, questo è il mio sogno più pressante.
In pandemia ho sentito la precarietà della mia situazione, forse è stato lo stesso per molti che vivevano in spazi analoghi, sono diventata insofferente alla città, ho anche pensato di lasciare Bologna ma finché sono legata al lavoro è impossibile...non resta che aspettare e sperare per il meglio.
Purtroppo negli ultimi anni il nostro concetto di "instabilità" ha subito un'evoluzione terrificante, mi viene da pensare che quando agli inizi del XXI secolo vedevo la mia vita "instabile" perché non avevo il contratto a tempo indeterminato, in realtà ero molto più "stabile" di quanto immaginassi...
E tuttavia avere degli obiettivi, dei sogni da realizzare ancora in corso, è una necessità. Quando non si hanno più sogni, non si ha più neppure la voglia di vivere.
Bei tempi quelli in cui eravamo stabili, é vero ricordo anch’io che all’inizio le aziende assumevano i giovani laureati stipulando un “contratto di formazione lavoro” che durava due anni (era un modo per risparmiare contributi incentivando le assunzioni), al termine dei quali c’era l’assunzione a tempo indeterminato, pensa un po’. Oggi il lavoro è stato reso precario con la “scusa” di favorire le assunzioni, maledetti politicanti
Lo so, sognare serve per continuare a vivere e lasciarsi una possibilità...
I sogni devono esserci sempre, magari vanno solo messi in stand by per qualche tempo per capire come muoversi meglio. Ma fermarsi, o fermare loro, mai. <3
I sogni restano, sospesi ma restano 😀
Ciao Giulia, stranamente la mail con il tuo articolo mi è arrivata solo oggi, mumble mumble... I sogni? Non li abbandono mai! Io e il mio compagno ci siamo chiesti se dovevamo proseguire nel realizzare acquisti, progetti, anche grandicelli, che abbiamo abbozzato negli ultimi tempi. C'è la guerra, è orribile e fa paura, cosa potrebbe accaderci? Lui era dell'avviso di fermarsi, io di proseguire. Non voglio rinunciare a mettere a posto la casa che abbiamo comprato insieme in campagna, né a un computer nuovo (ma quanto costano però!), o a una spesa fuori programma, se ci fa felici. Se le cose peggioreranno, nulla sarà in grado di alleviare le pene di una guerra. Ho bisogno di stare bene oggi e mi impegno a farlo. Che si tratti di andare avanti o di rinunciare, per me la cosa più importante è non aggiungere ansia a quella che già abbiamo addosso, tutti quanti. Se non hai dormito tre notti è perché qualcosa non ti convinceva. Vedrai che presto capirai il perché, magari una casa con un terrazzo meravigliosa sta aspettando proprio te e si paleserà, ne sono convinta. Un abbraccio
In effetti ho patito anch'io la mancanza di un balcone quando dovevamo rimanere chiusi in casa. C'è da dire che la mia casa è grande e dal mio studio godo della vista delle montagne e di bellissimi tramonti, per cui sono contenta anche così. Ti capisco, comunque, se hai deciso di rinunciare: ormai due anni di attesa sembrano un'eternità... però quando i tempi saranno migliori, nulla ti impedisce di rimettere in cantiere questo progetto.
Quando è scoppiata questa guerra, ho provato la stessa sensazione della pandemia al suo acme, mi sembrava che niente di quello che facevo avesse un senso. Anche oggi provo, ogni tanto, una sorta di paralisi... però sarebbe anche sbagliato accantonare tutto, i miei piccoli progetti sono meglio che nulla. Adotto la tecnica della formica: un tanto al giorno, e alla fine il risultato è notevole.
Fai bene Elena a voler andare avanti, è un’ottima cosa, del resto voi la casa l’avete comprata ed è più che giusto procedere con la ristrutturazione, tra l’altro potrete godere degli incentivi statali che altrimenti scadono, quindi non potete perdere questa opportunità. Io sono stanca di cercare, è un grande dispendio di energia, la casa in costruzione non mi convinceva perché era piccola, pur costando molto, perché era di ultima generazione classe A3, aveva un bel terrazzo ma era al primo piano; erano queste le mie perplessità. Aspetterò tempi e occasioni migliori, tanto non posso fare altro...
L’incertezza di questi tempi non aiuta a prendere delle decisioni importanti come l’acquisto di una casa, soprattutto con i prezzi di Bologna che sono parecchio alti. Comunque concordo con te Cristina, facciamo le piccole cose, piccoli progetti che ci fanno andare avanti giorno per giorno...
Comunque, consolati: gli incentivi sono inarrivabili e poi tra poco scadono (se ti riferisci al 110%). Gli altri ci sarebbero ma i costi delle materie prime stanno spingendo tutti i costi verso l'alto. Diciamo che seguire i sogni ha anche le sue difficoltà, ma non demordiamo :)
Capisco la tua decisione di rimandare il futuro per paura delle troppe incognite del presente. Se un cambio così impegnativo ti provocherebbe troppa ansia lo vivresti come un incubo anziché la bella avventura che dovrebbe essere. E che sarà! Spero molto presto. Stiamo tutti sospesi ormai, viviamo di giorno in giorno perché non si può fare altro.
È così Lisa, siamo tutti sospesi, speravamo di uscire dalla pandemia globale e ci ritroviamo con questa guerra ai confini dell’Europa che si fa spaventosamente vicina. Impegnarsi in progetti importanti non può che creare ansia, meglio rimandare e vivere giorno per giorno, con le dita incrociate...
Io so che l'unica regola al porsi degli obbiettivi è che questi devono essere necessariamente realizzabili, altrimenti sono chimere, e non si deve perdere tempo dietro a esse. Dobbiamo porci nella condizione di realizzare ciò che è possibile, l'impossibile non deve interessarci, in quanto non è raggiungibile. Magari bello da sognare, ma concretamente inutile.
La concreta possibilità di realizzarli decreta la differenza tra obiettivo e sogno, certo. La chimera è qualcosa che ogni tanto mi piace vagheggiare, tipo vivere di rendita tanto per riderci un po’ su, ma so che non è possibile.
Nel mio caso l’acquisto di una casa nuova è un obiettivo concreto perché ho in banca parte dei fondi necessari, una casa già di proprietà, uno stipendio adeguato (la mia banca mi ha definito una persona più che solvibile) per poter chiedere un piccolo mutuo in aggiunta ai fondi già disponibili, però non trovo la casa che corrisponda alle mie esigenze, pazienza un tetto sulla testa ce l’ho per ora...
Non sono convinta sia stata l'instabilità attuale, la guerra a pochi km, a bloccare il tuo acquisto. Eri incerta, una vocina di teneva in allerta su quell'acquisto prima, e hai colto l'occasione per fermare tutto. Attendere due anni per una casa è troppo, e per quanto ti dicano che controllerai il suo sviluppo, non è così, lo sento da chi ha fatto la stessa scelta, le sorprese, economicamente disastrose, sono all'ordine del giorno. Poi le imprese falliscono, l'edificio non viene terminato e ci si trova in tribunale. E per quelli come noi che hanno già altre ansie non è per niente un affare. Perciò hai fatto bene. Meglio acquistare "tutto subito". E questo lo dico anche dopo aver subìto una ristrutturazione. La mia prossima, quando potrò vendere il rudere dove mi trovo per merito della mia ex famiglia, sarà casa nuova o seminuova, singola. Niente più condomini.
In effetti non ero del tutto convinta, non tanto per l’attesa dei due anni, ma perché non sapevo bene come sarebbe venuta la nuova casa anche se sulla carta sembrava allettante. E poi il costo era notevole, con il fatto che si tratta di una costruzione di ultima generazione chiedono dei prezzi piuttosto alti. In ogni caso, mentre continuo a cercare e non trovo niente di valido, mi chiedo se ho fatto bene, boh, non lo so. Vedremo, lascio al fato io sono stanca
Il sogno è un progetto, in realtà. Non si può mai sapere se si realizzerà finché non ci si prova, ovvero la definizione la avremo a posteriori. Credo però che comprare un immobile non ancora realizzato sia piuttosto rischioso, a meno che i tempi non siano molto brevi e i lavori in gran parte conclusi. Ti auguro di trovare qualcosa di più tranquillizzante, guerra a parte.
I progetti sono importanti ma è importante anche realizzarli, almeno in parte, ma progettare aiuta a raggiungere l’obiettivo, passo dopo passo.
In realtà c’è molta gente che compra gli immobili sulla base del progetto immobiliare del costruttore, i miei genitori comprarono casa così negli anni settanta. Pensa che per il condominio che stavo acquistando, é già tutto venduto e non ci sono ancora le fondamenta, un mio collega ha comprato dallo stesso costruttore tre anni fa e in estate consegnano tutto. Sì è rischioso però oggi la formula prevede un’assicurazione che rimborsa gli acconti in caso di fallimento del costruttore. Io preferirei trovare una casa già pronta ma è non è semplice...che fatica
Ti comprendo perché anche io nel corso di questi anni un po' per paura della situazione in generale e un po' perché sono sopraggiunte altre priorità ho dovuto mettere in standby alcuni sogni. Mi era già capitato purtroppo, e so che non sempre si può realizzare tutto nel preciso momento in cui lo si vorrebbe. In quarta liceo stavo provando a scrivere il mio primo romanzo, poi con la maturità ho dovuto mettere tutto in pausa. Non ho più ripreso il progetto ma ho intenzione di farlo, solo prima ci sono altre priorità e per ora sto pensando di dedicarmi a poche cose alla volta. Sono sicurissima che il tempo per la tua nuova casa arriverà presto, non ti scoraggiare ❤️
Ciao Enrica, spero che tu possa trovare la spinta per riprendere il progetto del tuo romanzo, serve forza di volontà e determinazione, magari potresti cominciare rileggendolo e correggendo qualche punto qua e là, poi da cosa nasce cosa.
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