domenica 30 agosto 2020

Le sorprese di un agosto


Non amo molto il mese di agosto, non c'è un motivo particolare, forse perché segna, in un certo senso, la fine dell'estate, forse perché in questo mese non riesco mai a fare una vacanza decente, perché c'è troppa gente in giro, fa troppo caldo, costa tutto di più, oppure sono io che sono strana.
In un anno con la pandemia il mese di agosto mi ha causato ancora di più una certa insofferenza.
Comunque è stato un mese di letture, infatti ho letto ben cinque libri:
La stagione del biancospino di Riccardo Bruni, un autore che mi sta piacendo e che potrebbe fare una seria concorrenza nel mio cuore a Gianrico Carofiglio;
Aurora nel buio di Barbara Baraldi, autrice che mi incuriosiva e che, alla prima offerta sul prezzo degli eBook ho catturato al volo e non mi ha affatto delusa;
Tre cadaveri di Raffaele Malavasi, autore che non conoscevo e che ho scoperto grazie alle promo di Newton Compton, thriller molto avvincente; 
Spillover, l'evoluzione delle pandemie, di David Quammen un saggio piuttosto lungo, cominciato a leggere ben prima di agosto che ho finito approfittando delle ferie, avvincente come un thriller;
La ragazza che ascoltava De André di Sandra Faé, un romanzo fresco e piacevole di un'amica blogger.
Nelle mie due sole settimane di ferie non ho fatto granché, non potendo viaggiare in moto con il mio fidanzato/compagno non convivente mi sono limitata ad andare diversi giorni in Puglia a trovare i parenti, dove ho sofferto un gran caldo, il solo refrigerio era la sera sul mio balcone dove tirava una fantastica brezza.
Un solo giorno sono andata al mare in auto ma senza grande entusiasmo, infine sono tornata a Bologna fermandomi per un breve passaggio (pranzo e caffè con la brezza marina) dalle parti del Conero dove la mia dolce metà era in giro in moto con alcuni amici motociclisti.
Sono rientrata in città felice di ritrovare la mia aria condizionata, ma del tutto insoddisfatta, con la sensazione di non aver nè riposato né staccato davvero dal lavoro.
Non aver fatto una vera vacanza può sembrare una cosa molto futile, ma quando tutto l'anno lavori a ritmo serrato, addirittura quest'anno con il covid ancora di più, non aver potuto fare uno stacco concreto mi ha reso triste e demotivata. Tanto per chiarire non sarei andata nè all'estero nè in discoteca, sarebbero state vacanze tranquille lontane dal caos. 

Bene finiamo di lamentarci e passiamo alle cose piacevoli, mentre passavo il tempo a difendermi dal caldo e a immergermi nella lettura, unico svago pomeridiano e notturno, recuperando diversi libri che erano lì in attesa da tempo, scrutavo le vendite dei miei gialli e, ogni giorno, collegandomi alle statistiche di vendita soprattutto di Streetlib, strabuzzavo gli occhi davanti al grafico che mostrava una costante ascesa delle avventure del commissario Sorace.
In questo afoso agosto i primi tre eBook della serie hanno venduto parecchio, probabilmente perché erano in offerta a 0,99 oppure perché era periodo di vacanza e molti leggono di più o, forse, perché la TV continuava a fare le stesse repliche e uno piuttosto che vedere l'ennesima puntata di Montalbano o le avventure del commissario Lo Gatto-Banfi trovava più stimolante leggere un libro, magari un thriller che desse qualche brivido di freddo vista l'afa che non dava tregua.
Avevo fatto un minimo di promozione facebook per pubblicizzare le offerte, poi mi ero fermata, anche perché il caldo mi toglie volontà ed energie, ciononostante le vendite sono continuate allietando questo mio asfittico  agosto. Complessivamente ho superato le 600 copie, lo scrivo qui perché non capiterà mai più e vorrei piantare il vessillo dei record in questa sede. 

E, nonostante non sia per me il mese più amato, ora che Agosto volge al termine mi dispiace un po', spererei che questo fine mese porti anche la fine dell'afa, chissà.
E voi come avete passato questo periodo?


sabato 8 agosto 2020

Ognuno è il demone di sé


Ognuno è il demone di se stesso e rende il mondo il suo inferno
Oscar Wilde


Riflettendo su questa frase ho pensato alle volte in cui ci tormentiamo l'anima dietro desideri irrisolti che restano lì in un angolo nascosto della mente e ci sembra che tutta la nostra felicità dipenda da quell'obiettivo: se avessi (avuto) un figlio, se avessi una casa più grande, se avessi un lavoro meno impegnativo, se potessi vivere di scrittura...
Tanti se e tanti ma e, per questo, ci dimentichiamo di vivere il presente arrovellandoci su quello che non abbiamo.
Nel corso della mia vita è successo più volte di incaponirmi su qualcosa, il desiderio di un figlio che non arrivava, un matrimonio sbagliato, i desideri degli altri che non corrispondevano a quello che io desideravo nella mia vita e così via.
Cerchiamo di assecondare gli altri, di inseguire un sogno, di realizzare qualcosa che ci sembra indispensabile alla nostra felicità per poi scoprire che non è così...
Forse bisogna fermarsi e ascoltare la voce del cuore, vi ricordate quel libro di Susanna Tamaro, l'ho letto in un momento in cui anch'io cercavo di capire la mia strada, senza trovarla perchè non volevo accettare quello che era palese e che avevo davanti agli occhi.
Nel profondo sappiamo sempre quello che ci serve per farci star bene ed essere, se non felici, almeno sereni, ma siamo distratti da altri obiettivi e desideri (che magari non sono neanche nostri) ma che ci sembrano importantissimi.
Così, incosapevolmente, rendiamo la nostra vita un inferno, oppure, non riusciamo a lasciarci andare del tutto alla lietezza (felicità mi sembra troppo).
 Poi accade qualcosa che ci fa riflettere e ci fa capire quello che davvero vogliano, oppure qualcosa di tragico che ci costringe a scuoterci e a decidere in fretta e, di colpo, non abbiamo più dubbi.

Ora, pur senza entrare nei dettagli, l'altra sera ero entrata in un loop emotivo, un obiettivo che non si era concretizzato, non riguarda la scrittura, riguarda qualcosa che potrebbe cambiarmi la vita (no, non è neanche la vincita a una lotteria), è qualcosa che mi porterebbe una maggiore serenità, forse. 
Comunque l'obiettivo è sfumato perchè ci sono stata troppo a pensare e mi sono sentita triste, profondamente triste.
Poi la sera in un telefilm di Criminal Minds, citando Oscar Wilde, hanno detto questa frase:
Ognuno è il demone di se stesso e rende il mondo il suo inferno
e ho pensato a tutte le volte che io stessa ho reso il mio mondo un inferno perchè non potevo realizzare certi desideri. 
 
Quindi per ora smetto di pensare e, visto che davanti a me ci sono due settimane di vacanza in cui non farò nulla di quello che vorrei fare tranne forse leggere un po', scrivo l'ultimo post dell'estate, anche perchè sul mio Ipad la mia comoda app di Blogger ha smesso di funzionare e non potrò scrivere altro, (non porto con me il computer) forse devo decidermi a comprare un ipad nuovo, visto che non riesco neanche ad aggiornarlo.  

Ci risentiamo a fine agosto.



sabato 1 agosto 2020

In me sto bene

In me sto bene come il mare in un bicchiere.
Ma se sono confinato in questo calice 
Qualcuno mi può bere
(Vittorio Varano)



Questi versi sono citati da Chiara Gamberale nel suo ultimo romanzo Come il mare in un bicchiere.
Stare "come il mare in un bicchiere" vuol dire non stare bene affatto, è quella sensazione di essere troppo concentrati sui propri pensieri che diventano ossessioni e paure opprimenti. Per molti è così, la Gamberale ragiona sul modo di dire "essere fuori di testa" asserendo che è una frase non del tutto calzante perché spesso chi è "fuori di testa" in realtà la testa ce l'ha dentro, ben compressa e oppressa dai propri pensieri.

In questo libro (che vorrei leggere ma non ho ancora comprato) la protagonista e alcuni amici piuttosto "dentro di testa" come lei, quando scoppia la pandemia scopreno una strana verità, sono chiusi in casa ma, tutto sommato, stanno bene, anzi stanno proprio meglio, perché, al contrario della maggioranza che si ritrova disorientata, si sentono rassicurati. 
L'autrice ha raccontato questa sua sensazione che poi ha dato vita al libro, in un'intervista televisiva di qualche tempo fa e io, ovviamente, ho preso nota del titolo attratta da questa presentazione in quanto mi sono subito riconosciuta.
Anch'io chiusa in casa (a parte il disagio del lavoro che ho dovuto organizzare in smart working, in presenza, in emergenza ecc) sono stata abbastanza bene, anzi mi sono sentita addirittura sollevata.
Sentire la vita di tutti i giorni come una grande fatica, sentire spesso i rapporti umani come un macigno (salvo alcune eccezioni), vedere gli altri soprattutto come sanguisughe di energie che prendono senza mai dare, vedere la propria vita sgusciare via in attività pesanti e inutili di cui cominci a perdere del tutto il senso, era diventato per me quasi insostenibile.
Poco prima che scoppiasse la pandemia ero sull'orlo di una crisi di nervi, lo ero da molto tempo, ma a febbraio ero arrivata al limite. 
Poi è arrivata la chiusura e, dopo il primo momento di disorientamento, mi sono sentita sollevata, più leggera, la mia casa era il mio regno, nessuno poteva entrare e io non potevo uscirne, salvo esigenze urgenti di lavoro o spesa alimentare. 
Nonostante non abbia mai smesso di lavorare, il mio tempo si è ampliato, libero da tutte le inutili incombenze di cui non sentivo l'esigenza, obblighi familiari e sociali che mi soffocavano.
Mentre tutti si lamentavano di non poter uscire io pensavo: Ah che sollievo! Sono libera di non decidere e di non fare. Non si può, c'è il lockdown!
L'isolamento mi ha fatto capire meglio una parte di me, sono un eremita, la distanza dagli altri non mi dispiace affatto.
Ovviamente mi dispiaceva e mi preoccupava la situazione medica ed economica del paese, degli amici e di tutti coloro che non potevano lavorare, questo sì, e ogni tanto mi sarebbe piaciuto fare una passeggiata all'aria aperta, non lo nego, ma per il resto sono stata bene. 
Ora però siamo tornati in piena attività, tutti corrono fuori ad assembrarsi, nonostante i divieti e io ogni tanto rimpiango il silenzio di quei due mesi.
Spero che le attività economiche riprendano in pieno regime, ma mi auguro una ripresa che tenga conto di ritmi più umani (anche se non mi sembra affatto che stia andando così).
In ogni caso io ho preso alcune decisioni. Rallenterò con la scrittura perchè ho bisogno di ritrovare i miei spazi di vita, in questi anni ho scritto parecchio e forse posso anche permettermi di rallentare.

Che cosa farò nei prossimi mesi?

Oltre al riposo dalla scrittura, per ora ho voglia solo di leggere, poi farò l'imprenditrice di me stessa promuovendo i miei libri, molti comprano quando ci sono le promozioni, ma anche le promo vanno seguite perché diano risultati, come per esempio le promo su facebook e Instagram, magari proverò a studiare come fare le promozioni su Amazon.
Ho anche alcuni progetti in corso, il mio thriller psicologico l'ho inviato a una casa editrice (una soltanto, ho studiato le sue pubblicazioni e forse potrebbe essere interessata a quello che scrivo), in un momento in cui tutti sconsigliavano di mandare proposte alle case editrici perchè non sarebbero state interessate, perchè c'è la crisi ora più che mai, io ho fatto di testa mia, avevo deciso di farlo e così, dopo avere tentennato un pò, ho seguito il mio istinto. 
 
In ogni caso, se non dovesse andare, ho anche altri progetti in serbo per quel romanzo e, male che vada, me lo pubblico da sola...tra un anno. Avrei addirittura il tempo di preparare con calma la sua pubblicazione.

Poi ci sono i progetti di vita personali, sto meditando su alcuni cambiamenti che vorrei realizzare, piccoli e grandi progetti che forse non si concretizzeranno, ma voglio almeno darmi il tempo di esaminarli e valutarli per decidere se sono realmente importanti.

E siamo già arrivati ad Agosto, un'estate di cui non mi sono quasi accorta, a parte il caldo, dato che non ho fatto vacanze e ho sempre lavorato. 
Qui a Bologna è scoppiato il caldo torrido, come in molte altre città italiane e io sto bene solo chiusa in casa con l'aria condizionata, l'altra sera sono uscita e non si respirava, io più che stare come il mare in un bicchiere preferisco la prima frase, in me sto bene e basta.

Buon inizio di agosto!