giovedì 30 ottobre 2025

Quella strana nostalgia

Non so se tutti hanno capito Ottobre la tua grande bellezza, nei tini grassi come pance piene prepari mosto e ebbrezza. Francesco Guccini 

 

Ottobre ha sempre avuto per me un fascino particolare. È un mese che segna la fine di qualcosa e, allo stesso tempo, un nuovo inizio: le giornate si accorciano, ma la luce diventa più morbida, più intima. Sembra un tempo sospeso, fatto di luci dorate e pensieri quieti. Forse è per questo che mi ritrovo spesso a fare bilanci, a guardare indietro e a cercare un senso nelle piccole cose di ogni giorno.

Siamo ormai arrivati alla fine di ottobre anche quest’anno. È stato un mese trascorso piacevolmente, nonostante le ansie di cui accennavo nel mio ultimo post. 

Mentre settembre ci lascia ancora assaporare gli ultimi strascichi d’estate, ottobre ci immerge nell’autunno, è un mese che invita alla lentezza e alla riflessione, un invito che accolgo sempre con entusiasmo: un po’ perché sono pigra, un po’ perché la mia natura mi porta a ritirarmi in me stessa e a godere delle piccole cose.

Il sole autunnale ci ha regalato molte giornate luminose, e ne ho approfittato per concedermi lunghe passeggiate, spesso immerse nella natura. Abbiamo anche trascorso una splendida giornata in campagna per festeggiare l’arrivo dell’autunno. Una nostra amica ha una casa in campagna, e ogni anno, più o meno in questo periodo, ci ritroviamo tutti insieme per un pranzo all’aperto tra grigliate e castagne. È diventata una tradizione, un modo semplice ma autentico per ritrovarci e celebrare il fatto di essere ancora insieme.

Proprio in quell’occasione mi sono sorpresa a pensare agli anni passati. Ho iniziato a frequentare questa compagnia nel 1984, all’inizio del secondo anno di università — sono passati quarantun anni. In mezzo ci sono stati periodi di distanza, almeno per quanto mi riguarda: matrimoni finiti, momenti particolari, silenzi. Poi, qualche tempo fa, ci siamo ritrovati, e da allora non ci siamo più persi di vista. La festa d’autunno è diventata il nostro modo di dirci che, nonostante tutto, ci siamo ancora.

E così, inevitabilmente, si torna con la mente agli anni in cui tutto era ancora possibile: il futuro come una tela bianca, che faceva un po’ paura ma anche sognare. Poi arrivano gli anni del lavoro, della vita frenetica, in cui non c’è tempo per porsi troppe domande, né esistenziali né professionali.

E infine, quasi senza accorgertene, varchi la soglia dei cinquanta, poi dei sessanta, e senti il bisogno di fermarti. Di riflettere. Di assaporare la vita con calma.

Ormai sappiamo chi siamo, molto più di quanto potessimo immaginarlo a vent’anni, quando ancora si navigava a vista in cerca di una direzione. Certo un po’ mi manca quel tempo in cui era ancora tutto possibile, in cui mi chiedevo “cosa farai da grande?” Era anche un tempo in cui il mondo sembrava migliore, anche se forse non è davvero così, è solo il velo offuscato della memoria che fa sembrare tutto più bello. 

In questo mese in cui il tempo rallenta e i ricordi tornano a bussare, sento il bisogno di fermarmi, di guardare indietro e di ringraziare per le strade percorse e per le persone che ancora camminano accanto a me. 

Forse è questo che mi piace dell’autunno: la capacità di farmi rallentare e guardare le cose con occhi più sinceri. Con il passare del tempo non cerco più grandi risposte, ma piccoli momenti di verità

Mi piace pensare che ogni autunno porti con sé una nuova consapevolezza, un modo diverso di stare al mondo. Anche se il tempo passa, restano le persone, i ricordi e quella voglia semplice di condividere un pezzo di strada insieme.

Volevo scrivere un testo con uno spirito ottimista e non lamentoso, ma alla fine è venuto fuori un post piuttosto nostalgico. Capita anche a voi, quando l’aria si fa più fresca e le foglie cambiano colore, di sentire una lieve nostalgia per qualcosa che non sapete definire?






Fonti immagini: foto mia del sentiero di accesso della casa di campagna 

domenica 12 ottobre 2025

Ballando sull’orlo del precipizio

 

Tutta la propaganda di guerra, tutte le urla, le bugie e l'odio, provengono invariabilmente da persone che non stanno combattendo. George Orwell.

Non so voi, ma in questi giorni ho la sensazione di vivere nell’attesa di una catastrofe imminente, come se la terza guerra mondiale potesse scoppiare da un momento all’altro. Putin gioca con i droni nei cieli d’Europa, mentre quell’americano grottesco, che prometteva di chiudere la guerra in Ucraina in tre giorni se fosse stato eletto, ora minaccia di mandare in mare i suoi sommergibili nucleari. Sembra di assistere a due bambini che giocano con i destini del mondo — il nostro mondo occidentale, indebolito da ottant’anni di pace e incapace di imparare davvero dalla storia.

E cosa possiamo fare noi, cittadini comuni e spesso inermi? Oltre, magari, ad andare a votare quando è il momento — finché viviamo in una democrazia — occorre agire. Bisogna farsi sentire, partecipare, fare rumore con scioperi e manifestazioni in piazza.

Devo dire che questo Paese, tutto sommato, mi ha stupito: ho visto una grande partecipazione sia il 22 settembre sia il 3 ottobre. In quest’ultima occasione mi sono trovata personalmente coinvolta nei disagi della manifestazione: mio malgrado, ero nei pressi di una strada che portava alla tangenziale, dove avrei dovuto passare anch’io. Ci ho messo due ore e mezza per riuscire a tornare a casa, ma nonostante tutto ero contenta di vedere tanta gente in strada — finalmente qualcosa si muoveva.

È di questi giorni la notizia dell’accordo di pace tra Israele e Gaza (sarà vero?). Io resto alla finestra e aspetto gli eventi: spero che non sia soltanto un’illusione, anche se, probabilmente, è appena iniziato il tempo degli affari legati alla ricostruzione — affari da cui, certamente, trarranno vantaggio i grandi registi che hanno deciso la pace alle loro condizioni.

Tuttavia, anche così, dobbiamo rallegrarci: i bambini di Gaza potranno mangiare e tornare a scuola, anche se per ora vivranno nelle tende.

E l’Ucraina? C’è speranza anche per l’Europa? Putin smetterà, finalmente, di bombardare?

È difficile dirlo: in questa guerra pesano interessi economici enormi — le famose terre rare — e, purtroppo, la guerra resta soprattutto una questione di economia. Come recita una bella poesia di Trilussa, “la guerra la fanno i poveri, ma la decidono i ricchi”.

La storia ci ha insegnato che ogni pace è fragile, ma anche la più imperfetta vale più di qualsiasi guerra, perché ogni tregua, ogni bambino che torna a scuola, ogni silenzio dopo una sirena è già un piccolo inizio. E da qualche parte, forse, la pace sta imparando a camminare. 

Restiamo sull’orlo del precipizio, sospesi tra guerra e pace, tra verità e propaganda, con il vento della storia che ci spinge e la paura di cadere. Ma forse, proprio lì, su questo margine incerto vale la pena credere che qualcosa possa cambiare. 

Vi lascio con questa bellissima poesia recitata dal grande Gigi Proietti - link yuotube - mai parole mi sono sembrate così attuali 



Fonti immagini: Pixabay 

domenica 28 settembre 2025

Viaggio di ricordi tra tutti i miei sport

 

Lo sport allena il corpo, fortifica la mente.

Qualche tempo fa lessi un articolo su Donna Moderna che parlava delle nuove tendenze del fitness.

"no pain no gain" nessun dolore nessun risultato. Negli anni 80 questo moto vagamente minaccioso ha fatto il giro del pianeta. Lo ripeteva, nei suoi celebri VHS, la regina del fitness dell’epoca. L’obiettivo? Un corpo più magro e tonico, anche a costo di stancarsi da morire.

Quarant’anni dopo, le motivazioni che ci spingono ad allenarci sono cambiate radicalmente. Non più solo estetica e sacrificio, ma benessere, equilibrio e divertimento.

Ed è stato proprio quel ricordo a farmi pensare a tutti gli sport che ho provato nella mia vita.

Gli anni universitari: zero sport, solo studio

Da ragazza non facevo nessuno sport. Ero magrissima, mangiavo quello che volevo e non mettevo su un etto. A vent’anni funzionava così: metabolismo miracoloso o forse semplicemente un’alimentazione più sana.
All’università, invece, tra studio e mancanza di soldi, la palestra era impensabile. Vivevo per la borsa di studio della regione Emilia-Romagna e l’unico obiettivo era laurearmi. Ci riuscii in 4 anni, nei tempi canonici (col senno di poi, forse avrei potuto prendermela più comoda).

Tennis: la mia prima passione sportiva

Il vero approccio allo sport arrivò con la vita lavorativa. 

Frequentavo un gruppo di amici in cui c’era una ragazza che di professione faceva la maestra di tennis e quindi ci convinse a frequentare una serie di corsi offerti a prezzi promozionali dal circolo del dopolavoro ferroviario di Bologna. Insieme a una cara amica, principiante assoluta come me, frequentammo il primo corso e poi ne seguirono altri due. 

La maestra di tennis organizzò addirittura un torneo presso il circolo, per il nostro gruppo di amici e ci divertimmo molto.

Io e la mia amica principiante provammo a organizzarci per qualche partita dopo il lavoro. Spesso ci univamo ad amici più esperti: nel tennis è l’unico modo per non passare la serata a rincorrere palline 🥎. Ci riuscimmo solo un paio di volte, poi gli impegni presero il sopravvento e finimmo per lasciar perdere. Dopo tre corsi, scoraggiate, decidemmo di non iscriverci al quarto.

Ho un bellissimo ricordo di quel periodo, anche se non durò a lungo. Ancora oggi chiamo quel gruppo “la compagnia del tennis” e con alcuni sono rimasta in contatto.

In cantina conservo ancora la mia racchetta Rossignol usata e un tubo con tre palline gialle che non ho mai avuto il coraggio di buttare.

Nuoto: affrontare la paura dell’acqua

Dopo il tennis decisi che era tempo di uno sport diverso, da praticare anche da sola. Così mi iscrissi ai corsi di nuoto, con l’obiettivo di superare la mia paura dell’acqua.

Feci ben quattro corsi, dal principiante fino al primo livello. Due sere a settimana, dalle 20 alle 21. Ricordo bene la routine: uscire dal lavoro, cenare al volo, correre in piscina, allenarmi, doccia, capelli, fila negli spogliatoi… e rientrare a casa quasi alle 23. 

Faticoso sì, ma una soddisfazione enorme. Finalmente non mi limitavo più a stare “dove si tocca”: sapevo quasi nuotare davvero, ma solo in piscina, perché oggi in mare resto dove si tocca. 

Alla fine abbandonai i corsi di nuoto: erano diventati troppo impegnativi. Dopo l’allenamento c’era tutta la trafila di doccia, capelli da asciugare, file infinite agli spogliatoi… e in pieno inverno non potevi certo uscire con la testa bagnata senza rischiare un malanno.

Così decisi di provare l’acquagym, sempre nella stessa piscina. Era più semplice, non serviva bagnarsi i capelli e comunque muoversi in acqua restava molto salutare.

Per un anno funzionò, poi cambiò l’insegnante (o forse sospesero i corsi, non ricordo bene) e finì che lasciai la piscina definitivamente.

Palestra: tra obbligo e noia

Passò del tempo e per alcuni anni non praticai nessuno sport in modo costante, anche se ogni fine settimana facevo trekking con mio marito. Era più una sua passione che mia, ma comunque un modo per mantenere un minimo di attività fisica. Poi, un giorno, spinta da una collega, iniziai a frequentare una palestra. Provai un po’ di tutto: corsi di aerobica, zumba, fit boxing, total body, crossfit, spinning e molte altre attività, affiancandole a esercizi a corpo libero con pesetti e attrezzi vari. Vi confesso però che la palestra l'ho sempre trovata piuttosto noiosa, però ho fatto delle belle amicizie con alcune ragazze che frequentavano i miei stessi corsi.  

Corsa: un respiro nel verde 

Nonostante la palestra fosse parte della mia routine, gli sport che più mi appassionavano erano quelli all’aria aperta. Durante l’inverno frequentavo regolarmente la palestra, ma con l’arrivo della bella stagione preferivo correre nel parco dei Cedri, un’oasi verde vicino a Bologna. Ho continuato finché i menischi non mi hanno dato problemi. Oggi mi limito alla camminata veloce vicino casa.

Bicicletta: mettersi alla prova

Poi arrivò la bicicletta. Ogni domenica percorrevo circa 40 km lungo la Val di Zena, e ogni uscita era una piccola gioia: pedalare tra le colline bolognesi nelle mattine di primavera era un’esperienza impagabile, che mi dava energia e serenità.

Yoga e Pilates: una vera scoperta 

Un anno scoprii lo yoga tramite una delle insegnanti della palestra che era anche insegnante di Yoga ed era bravissima. 
Lo yoga è una disciplina che unisce movimento, respiro e concentrazione per favorire il benessere fisico e mentale. Consiste in posizioni (asana), esercizi di respirazione e spesso anche di meditazione o rilassamento. L’obiettivo è migliorare flessibilità, forza, equilibrio e postura, oltre a ridurre stress e tensioni, aumentando consapevolezza e calma interiore. In poche parole, lo yoga non è solo ginnastica: è un allenamento del corpo e della mente insieme. 
Per un anno non mi sono persa una lezione, poi la maestra lasciò la palestra che frequentavo e non riuscii a seguirla per motivi logistici e di orari inconciliabili con il mio lavoro. 

Tuttavia una delle insegnanti di aerobica (la mia preferita e che ho seguito per anni in varie palestre) mi fece scoprire il Pilates, anche questo è un metodo di allenamento che punta a rafforzare i muscoli profondi, migliorare postura, equilibrio e flessibilità, e aumentare consapevolezza del corpo. Si basa su movimenti controllati, respirazione coordinata e concentrazione, ed è adatto a tutti, sia per chi vuole tonificare sia per chi cerca un’attività più dolce ma efficace. Come stavo bene dopo le lezioni di Pilates!

Ahimè, dopo la pausa dovuta alla pandemia, c'è stata una battuta di arresto, non riesco più a tornare dalla mia maestra di pilates: adesso le lezioni sono davvero troppo lontane da casa mia.


Nel mezzo c'è stato anche il periodo della danza orientale e ne ho parlato in un post I migliori anni della nostra vita quindi non mi dilungo oltre, questo post è stato quasi un viaggio nei ricordi. Guardando indietro, capisco che lo sport non è stato per me una questione di fisico o di prestazioni. Mi ha regalato momenti, persone, emozioni. Alla fine, ciò che resta non sono i muscoli o la forma perfetta, ma il piacere di averci provato.

E voi che rapporto avete con lo sport?


Fonti immagini: Pixabay 

domenica 7 settembre 2025

Vacanze tra insonnia, letture e serie tv

 

L’estate è come una promessa che non mantiene mai. William Faulkner


Vacanze, quell’attesa che sa di sogno, di libertà, di giornate infinite da vivere a pieno. Si immaginano posti straordinari, avventure indimenticabili, momenti perfetti. E poi… arriva la realtà: corse, imprevisti, stanchezza che sembra non finire mai. E la delusione di scoprire che non sempre le vacanze sono come nei nostri pensieri.

Forse il segreto non è cercare lo straordinario a tutti i costi, ma imparare a riconoscere la bellezza anche nelle piccole cose, nei dettagli semplici, nei respiri lenti.

Perché alla fine, più che di mete lontane, abbiamo bisogno di ritrovarci davvero. E io avevo bisogno di ritrovare me stessa, soprattutto il tempo per me stessa, ma di fatto non è stato così, alla fine i giorni di ferie sono stati un po’ risicati anche se ho cercato di allungarli alternando ferie e telelavoro, scoprendo che il lavoro anche a distanza resta lavoro. 

Tutto sommato, però, l’estate è anche un tempo di riflessione, un tempo sospeso nel suo lungo abbraccio caldo, tra il colore della notte e l’attesa dell’alba. Tra la stanchezza e l’insonnia. La notte insonne ha un suono tutto suo, fatto di silenzi che pesano più di qualsiasi rumore. Le lancette dell’orologio si muovono con una lentezza ostinata, eppure i pensieri corrono veloci e nel buio tutto sembra amplificato: un ricordo lontano riaffiora come se fosse successo ieri, un dubbio si ingigantisce fino a occupare l’intera stanza, un desiderio irrealizzato diventa pungente come una ferita appena aperta. In queste ore la mia diventa inquieta, irrequieta, incapace di fermarsi. Di giorno, distrazioni e impegni tengono a bada questo flusso sotterraneo, ma la notte lo lascia libero di scorrere. Per sfuggire alla corsa dei pensieri cerco quindi di occupare il tempo, anche se nelle notti insonni nonostante l’oscurità tutto può diventare improvvisamente più chiaro. 

Ma è nelle notti insonni che ho trovato il tempo per me, nel silenzio della notte, nella luce soffusa mi sono spesso ritrovata a pensare, ma anche a leggere e a guardare serie tv, che tanto al mattino potevo dormire qualche attimo in più. 

Nel mese di agosto sono stata catturata da una serie tv che mi ripromettevo di vedere da diverso tempo: 1992-1993 e 1994 

Riporto quanto trovato in rete 

La trilogia “1992”, “1993” e “1994”, prodotta da Sky, racconta in chiave romanzata gli eventi di Tangentopoli e l’inchiesta Mani Pulite, che portarono alla fine della Prima Repubblica. La trama segue sei personaggi le cui vite si intrecciano con la politica italiana dei primi anni ’90, con apparizioni di figure storiche. La storia è ambientata principalmente a Roma e Milano. Tra i protagonisti figurano Stefano Accorsi, Miriam Leone, Guido Caprino, Tea Falco, Domenico Diele, Antonio Gerardi, con l’introduzione di Laura Chiatti e Paolo Pierobon nel ruolo di Silvio Berlusconi.

Vedere questa serie è stato quasi come fare un viaggio nella mia vita: mi ha fatto ripensare a quegli anni e ai paralleli con la mia esistenza. All’epoca ero molto giovane e distratta, senza rendermi conto di quanto stava accadendo intorno a me, eppure quegli eventi hanno segnato non solo il futuro del nostro paese, ma anche la mia vita. Solo oggi, a distanza di tempo, comprendo molte cose. La politica non è qualcosa di astratto: un cattivo governo, prima o poi, cambia la vita dei cittadini, spesso in peggio, anche se ogni tanto qualcuno riesce a cavarsela. Lo abbiamo visto con la globalizzazione, le pensioni, il Covid, le guerre.

Avete mai sentito la storiella della rana che, immersa inizialmente in acqua fredda che poi si scalda lentamente, non salta fuori fino a morire bollita? 

Oggi rischiamo di vivere la cosiddetta “sindrome della rana bollita”: una potente metafora di quanto sia facile adattarsi a peggioramenti lenti e graduali senza percepirne davvero il pericolo, finché la situazione diventa insostenibile e reagire diventa quasi impossibile. È il rischio di accettare passivamente ciò che peggiora a poco a poco, fino a ritrovarsi travolti.

Ho visto anche qualche film ma quello che mi è rimasto più impresso (avevo iniziato a vederlo per potermi addormentare e poi mi ha catturato fino alla fine) è Humane della regista esordiente Catling Cronenberg (figlia di David) una storia tra il distopico e il dramma familiare, più che mai attuale. 

Per quanto riguarda le mie letture dell’estate vi riporto sotto l’elenco di giugno-luglio-agosto direttamente dal post che mantengo aggiornato man mano che concludo ogni libro

Giugno
17. Chi dice e chi tace di Chiara Valerio (Emilia digital Library)
18. La scoperta dell’alba di Walter Veltroni (Emilia digital Library) 
19. Il vento conosce il mio nome di Isabel Allende (Amazon 2,99)
Luglio 
20. Dimmi di te di Chiara Gamberale (Emilia digital Library)
21. Sarò il tuo mecenate di Maria Teresa Steri (Amazon 1,50)
Agosto
22. Le bugie sepolte nel mio giardino di Kim Jin Yeong (Apple 1,99)
23. Felici tutti i giorni di Laurie Colwin (Emilia digital Library)
24. Passeggeri notturni di Gianrico Carofiglio (Emilia digital Library)
25. La regina dei sentieri di Marco Malvaldi e Samantha Bruzzone (prime gratuito)


Sto leggendo meno in questo ultimo anno, ma non lo considero un problema, piuttosto non ho ancora letto un libro che mi abbia entusiasmato davvero. Molto bello “Il vento conosce il mio nome” di Isabelle Allende. Questa autrice è sempre molto brava a trattare storie difficili. Samuel bambino ebreo che sfugge ai campi di stermino ma perde tutta la sua famiglia e vive tutta la vita cercando un senso all’orrore che ha vissuto, si ritrova anni dopo negli occhi di Anita, bambina salvadoregna rimasta sola, separata dalla madre, al confine degli Stati Uniti per le politiche anti migratorie di Trump. Temi purtroppo ancora troppo attuali.
Avvincente il thriller psicologico di Maria Teresa Steri “Sarò il tuo mecenate” che mi ha fatto compagnia quasi tutto luglio tanto che mi è dispiaciuto averlo finito, per fortuna non era in prestito! 
Molto piacevole il romanzo La regina dei sentieri di Marco Malvaldi e Samanta Bruzzone, mi ha portato nelle atmosfere del BarLume da me tanto amate, ma tutto al femminile.
Le altre letture piacevoli a parte “Le bugie sepolte nel mio giardino” che ho trovato veramente brutto e faticoso da leggere.
Come dicevo non trovo più delle letture che mi entusiasmino e quindi sto cercando nuovi autori, l’altro giorno sono stata in una libreria con una mia amica che si è fatta consigliare diversi libri da una commessa (accanita lettrice) che ci ha segnalato parecchie letture; la mia amica ha comprato tre libri, io ho ascoltato con attenzione perché li voglio prenotare presso la biblioteca digitale, non riesco più a leggere il cartaceo, quindi mi affido agli eBook sia comprati che in prestito. Tra l’altro sto trovando molto più piacevole l’app Kindle di Amazon, prima preferivo quella di Apple ma dopo gli ultimi aggiornamenti mi piace molto meno, tanto che, quando compro un eBook, ormai tendo a comprarlo su Amazon invece che su Apple. Invece è fatta molto bene quella della biblioteca digitale, peccato che il tempo concesso per il prestito sia così breve, pazienza. 

Non mi dilungo oltre, ormai ho ripreso il lavoro pieno da due settimane e le vacanze sembrano già lontane. La foto del post l’ho fatta io, un giorno che mi ero svegliata presto per andare a comprare il pesce fresco.  L’alba sull’Adriatico può essere davvero bellissima. 

E voi cosa ne pensate, di estate, film, serie tv, libri e qualsiasi cosa; riuscite davvero a staccare in vacanza? 


venerdì 27 giugno 2025

La libreria del mistero e altre leggerezze

 


Qualche tempo fa, mentre curiosavo su Prime alla ricerca di un film da guardare, mi sono imbattuta in alcune serie di qualche decennio fa. È stato in quel momento che ho avuto la conferma: sì, sono decisamente “vintage”. Tra i titoli proposti ho ritrovato una serie che mi appassionava ai tempi, quando veniva trasmessa d’estate la domenica pomeriggio, al posto di “Domenica In”, o in qualche serata fiacca in assenza di repliche. Il titolo? La libreria del mistero.

È una serie dell’inizio degli anni Duemila (ho controllato: 2003). Nel primo episodio, la protagonista Samantha Kinsey eredita una libreria specializzata in letteratura gialla. La sua passione per questo genere la spinge a risolvere misteri in cui finisce per imbattersi, affiancata da Ian Philby, un collaboratore che condivide il suo interesse per le indagini. (Questa parte, lo ammetto, è ripresa da Wikipedia.)

Così, spinta dalla nostalgia, ho salvato la serie tra i preferiti e mi sono messa a guardare tutti gli undici episodi — ciascuno della durata di circa novanta minuti. Le investigazioni di Samantha avevano il potere di rilassarmi: niente tecnicismi alla CSI, niente sangue o scene cruente, solo una giusta dose di suspense e trame sufficientemente intricate da catturare l’attenzione senza stressare. Dei gialli piacevoli, ambientati in una libreria accogliente. Quando ho finito l’ultimo episodio, mi sono sentita quasi orfana: “Ma come, è già finita? E adesso, cosa guardo per rilassarmi?”

Tempo prima avevo iniziato a vedere un’altra serie, ancora più “vintage”, ma poi mi sono persa nel mare delle offerte tra Prime e NOW. Mi succede spesso ultimamente: non ho mai tempo per guardare nulla, e quando finalmente mi metto sul divano, finisce che crollo addormentata. Insomma, perché una serie o un film riesca a conquistarmi davvero, deve anche avere il merito di tenermi sveglia.

Un’altra serie che mi ha coinvolto è stata Sorelle sbagliate, tratta dall’omonimo romanzo di Alafair Burke, che avevo letto l’anno scorso. Ogni volta che leggo un libro, scatta in me la curiosità di vedere come sia stato tradotto sullo schermo. E devo dire che in questo caso la resa è stata davvero interessante.

Ora sto guardando Pesci piccoli 2 la seconda stagione, non è un thriller ma una serie che trovo irresistibile come i loro protagonisti.

Pesci Piccoli - Un'agenzia. Molte idee. Poco budget è una serie televisiva italiana del 2023 prodotta da The Jackale Mad Entertainment in collaborazione con Prime Video. La serie è composta da quattordici episodi di durata compresa tra i ventisei e i ventinove minuti ciascuno. Tutti gli episodi della prima stagione sono stati pubblicati l'8 giugno 2023 mentre la seconda stagione è uscita il 13 giugno 2025. 

Nell'epoca delle star di TikTok e di vite di successo incorniciate nei social, l'agenzia Tree of us vede l'arrivo della manager Greta, declassata dalla prestigiosa sede di Milano a quella minore di Napoli. Inizialmente decisa a mantenere un alto profilo, Greta dovrà arrendersi alle bizzarrie della nuova equipe lavorativa composta da Ciro, Fabio, Fru, Aurora e altri, che basano la loro vita lavorativa su brand provinciali minori e piccoli influencer tragicomici, intrecciando gesti di amicizia, flirt tra colleghi e riti di gruppo.

In questi giorni ho iniziato anche a vedere una serie che mi sembra intrigante L’estate dei segreti perduti, il primo episodio mi è piaciuto, vedremo come si sviluppa il mistero.

negli ultimi mesi ho visto anche diversi film interessanti, alcuni piuttosto assurdi e altri bellissimi.

Emilia Perez di Jacques Audiard ha fatto incetta di Oscar, ma mi ha lasciata perplessa.

Fino alla fine di Gabriele Muccino, film con trama assurda ma da cardiopalma.

Conclave di Edward Berger, film bellissimo, un thriller davvero avvincente e ben strutturato (un Oscar e un Golden Globe meritatissimi) ho tardato a guardarlo visto che capitava nel periodo del vero Conclave, ma è un film che vale la pena vedere.

Speak no evil - Non parlare con gli sconosciuti di James Watkins del 2024 (remake dell'omonimo film del 2022 diretto da Christian Tafdrup)  thriller terrificante ma ben fatto, che mantiene svegli.

Diamanti di Ozpetek, molto bello, con attrici fantastiche, anche quelle che non ti aspetti.

Ma chi ti conosce? di Francesco Fanuele, una commedia romantica ambientata a Bologna davvero deliziosa.

Il corpo di Vincenzo Alfieri un thriller davvero notevole, pieno di colpi di scena e con un risvolto finale inaspettato che ribalta il senso della storia.

Dopo questo post, mi prenderò una pausa per i mesi di luglio e agosto.

Tra il caldo, le scadenze e — per fortuna — anche un po’ di ferie, faccio fatica a trovare il tempo (e l’energia) per dedicarmi alla scrittura, anche solo di un post leggero.

Voi avete visto qualche film o serie interessante? Quali sono i vostri progetti estivi? Fatemi sapere nei commenti e ormai non mi resta che augurarvi buona estate, ma prima di lasciarvi condivido un post di Morena Fanti per suggerirvi (se volete) di partecipare a un gioco letterario sugli incipit, sotto vi riporto il link per poter dare un’occhiata e farvi un’idea.

Il menù degli incipit


Fonti immagini: immagine creata da me con Phonto