mercoledì 30 dicembre 2015

Anno nuovo, vita nuova?

"Quella vita ch'è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura." Giacomo Leopardi.

Ogni fine anno facciamo inevitabilmente dei bilanci e quasi sempre dei buoni propositi per l'anno che verrà. È più forte di noi, lo facciamo anche se non stiamo a pensarci troppo, quasi con noncuranza.
Ieri, per esempio, pensavo che vorrei dedicarmi alla scrittura con più costanza, magari migliorare lo stile di vita muovendomi di più a piedi, così anche l'ambiente ci guadagna, fare almeno un viaggio in primavera e in estate e scrivere il mio terzo romanzo. 
Questi buoni propositi basterebbero già a rendere fantastico il 2016.
Poi mi prende una certa apprensione e mi fermo. No, meglio non fare propositi per il nuovo anno, 
visto che il futuro è sempre un'incognita lasciamo tutto al caso.
Io sono fatta così, sono determinata, ma scaramantica, mi propongo di realizzare qualcosa, ma lo dico piano, sottovoce, cerco di non fare troppo chiasso perché la vita non si accorga di me e mi lasci fare.

Quindi non ci resta che festeggiare l'anno che ci sta lasciando.
Sperando che la vita ci porti ancora tanti piccoli regali inaspettati.


martedì 22 dicembre 2015

Auguri e ringraziamenti

Quest'anno è volato via come un soffio di vento, è una metafora abusata ma non so dirlo diversamente.
Sono accadute talmente tante cose che mi sembra impossibile che siano passati solo dodici mesi, mi sembrano molti di più. Forse perché sono stati molto intensi e densi di avvenimenti.
Mi sembra di essere cresciuta e di aver aperto la mente verso nuovi orizzonti.
Nel corso di quest'anno ho acquisito una nuova consapevolezza di me stessa, della mia vita e della mia scrittura. Ne sono ovviamente molto felice. 
Sto scrivendo questo post quasi di getto perchè sono in procinto di partire e volevo fare gli auguri a tutti gli amici blogger o semplici lettori che sono passati da qui.
Da tutti ho imparato molto perchè comunicare e confrontarsi vuol dire crescere e migliorare.

Volevo fare gli auguri e ringraziare in particolare i blog che hanno accolto le mie richieste di segnalazioni e di recensione dei miei due libri, a loro sono veramente grata perchè mi hanno regalato fiducia e entusiasmo e li voglio elencare qui.
Grazie, auguri e, ancora grazie a

Rosa del blog  Briciole di parole

Antonietta del blog  L'amica dei libri

Gaia e Sassy del blog  Le parole segrete

Ornella del blog Peccati di penna

Sybil, Foschia75 e Charlotte del blog Sognando tra le righe


Auguro a tutti Buon Natale ma soprattutto un lieto 2016.

P.s. Non so se scriverò un post prima della fine dell'anno, non lo escludo del tutto, dipende dalla banda larga, purtroppo dove andrò è piuttosto scarsa. Il solito paradosso avrò più tempo, ma meno rete, magari ne approfitterò per recuperare le mie letture.

 


domenica 20 dicembre 2015

Forse ho bisogno solo di un sogno



"Puoi provare a decidere cosa fare della tua vita, 
ma molto sovente è la vita che decide cosa fare di te." Giorgio Faletti 

Ci sono giorni in cui avrei voglia di restare chiusa in casa al caldo e dedicarmi alle cose che amo di più fare: leggere, scrivere, vedere un bel film magari mangiando i pop corn. 
Negli ultimi tempi questo è il mio desiderio più grande, relax, le cose che amo, divano e coccole, ma forse quello sempre meno realizzato.
Ci pensavo giorni fa mentre ero in giro per i negozi pieni di luci e sfavillanti colori natalizi.
"Non devi stressarti, puoi comprare solo le cose che ti servono, quelle di cui hai bisogno" 
dice chi mi accompagna e mi supporta nel peregrinaggio di cose da comprare.
Io mi guardo intorno e penso che non ho bisogno di niente solo di tempo e di spazio e quelli non si comprano. Penso questo perchè a volte ho l'impressione di perdere qualcosa. E poi diventa difficile recuperare. Forse.
In questi giorni ho finalmente letto un libro che avevo comprato tempo fa perché era in offerta a 1,99 "Appunti di un venditore di donne" di Giorgio Faletti, non so perché l'avevo scaricato in eBook e poi era rimasto lì in attesa di essere letto. Avevo sempre qualcosa di più urgente da fare. Poi alcuni giorni fa ho cominciato a leggerlo e, dopo i primi capitoli in cui la storia comincia lentamente a delinearsi, non sono più riuscita a smettere di leggere. Una storia bella, avvincente e scritta bene.
Una storia forte, eppure dolce nello stesso tempo, che mi ha fatto sentire in sintonia con l'autore, ma anche una storia piena di colpi di scena fino all'ultima pagina.
Uno spaccato dell'Italia anni settanta e ottanta, il tutto ben condensato nel mistero di un giallo.
Riprendendo alcune riflessioni del mio post precedente mi chiedo perché non avevo dedicato troppa attenzione ai libri di Giorgio Faletti quando era in vita, ho cominciato a leggerlo solo dopo la sua morte. 
È che forse quando l'autore di un libro è un personaggio famoso in altri settori, sia pur artistici, è inevitabile che una forma di pregiudizio alberghi dentro di noi. 
Lo stesso pregiudizio che si ha nei confronti del fenomeno editoriale del momento Fabio Volo. 
Come affermava Helgaldo in risposta a un mio commento qui il prodotto editoriale è il libro di Fabio Volo o Fabio Volo stesso?
Pensiamo che il libro non possa essere abbastanza valido se chi lo ha scritto è già famoso.
Cosa avrà mai di così profondo da dire uno che si guadagna da vivere facendo battute?
Perché mai dovrebbe saper scrivere?
Il pregiudizio è un veleno terribile che fa danni dalla notte dei tempi. Io stessa che ne parlo tanto male ne sono vittima sovente. Ammetto infatti che spesso non ho comprato libri di qualche autore per il pregiudizio che avevo su di loro in quanto personaggi famosi.
Ora, tornando ai fenomeni editoriali, al momento ho letto due libri di Fabio Volo e due libri di Giorgio Faletti, quindi posso affermare, con un minimo di cognizione di causa, che la scrittura di Faletti è a un livello decisamente superiore, pur preferendo il genere biografico di Volo rispetto al genere giallo di Faletti.
Ma questo è semplicemente il mio giudizio di lettrice per quello che può contare. 
Quando compriamo un libro da cosa siamo guidati, quale bisogno soddisfiamo? 
Ci lasciamo guidare dal nostro istinto, dalla simpatia o dall'ammirazione che proviamo verso l'autore, dalla storia raccontata o da tutte queste cose messe insieme?
Io mi lascio guidare prima di tutto dalla storia, leggo la quarta di copertina e in base a quello che racconta decido se quel libro mi può interessare. Poi leggo l'incipit, ma non mi fermo a quello, sfoglio il libro e leggo qualche riga a caso al suo interno, cerco di capire lo stile dell'autore e se il suo linguaggio mi piace e mi cattura. Se accade compro il libro.
Se conosco l'autore posso comprare anche senza troppo soffermarmi sull'incipit e sulle righe centrali,
però la storia è importante. Ho bisogno di sognare su quella storia o perchè sono incuriosita da un mondo diverso dal mio, come è successo con Mille splendidi soli di Hosseini, o perchè mi ritrovo nelle situazioni del protagonista e qui di romanzi ce ne sono tanti tutti diversi a seconda del momento che attraversavo nella mia vita.
La scorsa settimana una mia amica ha letto Fine dell'estate. Quando è uscito glielo avevo detto per informarla, ma poi non mi sono interessata al seguito. Anzi siccome aveva letto con entusiasmo il mio primo libro per ringraziarla le avevo detto che potevo girarle il file e lei ha risposto che preferiva comprarlo perchè "gli amici vanno sostenuti".
La sua reazione è stata a dir poco sorprendente, mi ha detto che la storia le era piaciuta moltissimo e si era identificata nei protagonisti e si era ricordata della sua adolescenza e di come si sentiva.
 "Mi è piaciuto moltissimo, molto di più del primo, mi è piaciuto così tanto che dopo averlo finito ho continuato a pensarci" mi ha detto. E così per due giorni ho ballato la samba dalla contentezza.
Forse il mio libro ha risposto a un suo bisogno di ricordare quello che era da ragazza. 
Prima di concludere vi mostro le copertine dei libri che ho regalato a Natale, che sentivo di voler regalare, uno lo sto leggendo l'altro probabilmente lo leggerò. 

Quindi che prodotto è il libro?
Io penso che il libro sia, secondo il contenuto, la risposta a un bisogno.
Bisogno di identificazione, di empatia, di soluzioni, di approfondimento, di conoscenza, di curiosità o semplicemente di evasione dalla propria realtà attraverso la possibilità di sognare.


domenica 13 dicembre 2015

Case editrici e tecniche di marketing



I mercati sono mossi da spiriti animaleschi e non dalla ragione. John Maynard Keynes


In questi giorni ho girato molto più spesso del solito tra le librerie sia perché cercavo dei libri per me, sia perché cercavo dei libri da regalare e sono stata colpita dalla presenza massiccia di alcuni libri, dovunque andassi mi trovavo davanti sempre gli stessi libri: After 5. Amore infinito di Anna Todd, È tutta vita di Fabio Volo, La ragazza nella nebbia di Donato Carrisi, vi cito solo le ultime uscite, poi ci sono anche Grey e le 50 sfumature gli altri After, nonché Uno splendido disastro, Il mio disastro sei tu e gli altri libri della serie dei disastri amorosi.
Sono tutti libri ai primi posti in classifica e, inevitabilmente, mi sono posta alcune domande, non tanto come lettore ma come editore, mettendomi nei panni di un editore io effettivamente sceglierei di pubblicare dei libri che attraggano molto il pubblico dei lettori al fine di poter pubblicare anche titoli meno attraenti.
In pratica applico a una casa editrice la logica del ciclo di vita del prodotto nel marketing. Scusate la disgressione ma è un esame universitario che all’epoca mi era piaciuto moltissimo, tanto che ancora oggi a distanza di anni ricordo molto bene i concetti fondamentali dell’argomento.
Ora vediamo di applicare questo concetto a un libro
Premessa
ogni prodotto posto in commercio segue un proprio ciclo di vita, rappresentato dalle seguenti fasi:
  • Introduzione o lancio - il prodotto è nuovo e viene lanciato sul mercato
  • Sviluppo - la domanda si espande e le vendite pure, vengono aggiunte nuove caratteristiche al prodotto  e viene costantemente migliorato
  • Maturità - il prodotto ha conquistato una consistente quota di mercato e l'impresa deve difendere la quota di mercato raggiunta, cercando di mantenerla in modo che i compratori non passino alla concorrenza
  • Saturazione - le vendite rallentano e toccano il massimo livello
  • Declino - le vendite cominciano gradualmente a diminuire
  • Ritiro o Rivitalizzazione - quando il prodotto non raggiunge più un livello di vendite soddisfacente per il venditore, questi può procedere al ritiro del prodotto dal mercato o al suo restyling (l'apporto di modifiche sostanziali), iniziando così una nuova fase di espansione.
Ma la distinzione più significativa è quella del rapporto tra i prodotti venduti da un'impresa e la loro quota di mercato, essi possono rientrare in quattro tipologie:
Le Cash Cow ossia le mucche da Mungere: rappresentano quei prodotti i cui mercati hanno una crescita debole, perchè sono già pienamente affermati sul mercato, quindi la quota di mercato dell’impresa è elevata. Sono quei prodotti che avendo già consolidato la loro quota di mercato si vendono da soli e ormai  la gente compra a scatola chiusa, hanno un loro pubblico affezionato e vengono comprati comunque. Questi prodotti generalmente producono una elevata liquidità finanziaria e ne impiegano poca. Sono i prodotti che portano fondi all'azienda, da qui deriva il nome mucca da mungere.

I prodotti Dog o Pesi Morti: per questi prodotti la quota di mercato relativa dell’impresa è ridotta e il mercato non cresce più, bensì invecchia. In questa situazione il mercato non è più in fase espandibile. Restare in una situazione simile per un impresa è molto difficile poiché comporta un dispendio inutile di capitali senza conseguenze profittuose. Questi prodotti dovrebbero essere eliminati oppure vengono mantenuti per "compagnia" ossia per completare la gamma dei prodotti esistenti in azienda. 

I prodotti Question mark o Dilemmi: sono i prodotti per i quali la quota di mercato è bassa, ma che si trovano in un mercato in forte crescita e che perciò richiede un livello elevato di liquidità finanziaria per sostenere la crescita. Sono i prodotti nuovi che devono essere sostenuti e sponsorizzati con promozioni e pubblicità quindi con grande esborso di denaro in modo da invogliare i consumatori a comprare il prodotto. 
I prodotti Stars cioè le Stelle: sono quei prodotti Leader del mercato in cui il mercato è in crescita e la quota di mercato relativa è elevata. In questa fase il mercato richiede sostenibilità con flussi finanziari e allo stesso tempo la quota di mercato elevata consente profitti notevoli. In futuro i prodotti stars diventeranno cash cow.


Ora se applichiamo il concetto del ciclo di vita del prodotto ai libri e la matrice BCG (Boston Consulting Group) che mette in relazione i prodotti con la quota di mercato possiamo affermare che un nuovo libro di Fabio Volo è un Cash Cow (che all'inizio della sua carriera da scrittore era direttamente uno Star) mentre il libro di uno sconosciuto esordiente è un Question Mark o dilemma su cui bisogna investire se si vuole dargli una possibilità di crescere e affermarsi.
E i libri Dog? Potrebbero essere i classici che non portano grosse fette di mercato, ma completano la gamma dei libri di una casa editrice di un certo livello. No, però proprio non mi va che vengano definiti "pesi morti" piuttosto sono i migliori amici dell'uomo "colto" aggiungerei.
Certo è che se la casa editrice ha delle mucche da mungere allora essa si potrà permettere di investire anche nel lancio di libri nuovi di sconosciuti dilemmi. È la legge del mercato, c'è poco da fare. 

Il punto è che solo le case editrici che hanno una certa quantità di mucche da mungere possono permettersi di investire su prodotti nuovi e magari su uno sconosciuto esordiente.
Da notare che i Question Mark sono anche detti prodotti rischiosi nel senso che possono anche determinare delle perdite. In realtà sarebbe bello essere delle star cioè prodotti leader.
Il percorso di successo di un autore dovrebbe essere quello di partire come Question Mark diventare  Star per poi giungere ad essere Cash Cow sperando di non diventare mai Dog (oppure sì ma dopo la morte perchè rientrebbe nella categoria dei classici).

Ora termino con la mia lezione di economia e vi risparmio il discorso sulle tipologie dei consumatori che all'epoca tanto mi divertiva e vi chiedo:
ma voi come vedete questo mio delirio di marketing applicato ai libri?

 
 

domenica 6 dicembre 2015

Dicembre, stress e regali di natale

Il vero spirito del Natale alberga nel tuo cuore. Dal film Polar Express
Dicembre è il mese più corto dell'anno, ma no direte voi quello è febbraio! 
Vi sbagliate è dicembre, è un mese che dura solo tre settimane, dal primo al venti, tutto quello che viene dopo è fagocitato dal Natale. E non potete negare che anche dal primo al venti viene tutto fatto in prospettiva del Natale. È un male? No, non è poi un male, ma non è neanche un bene. 
Tutte queste corse mi mettono ansia. In due settimane occorre fare il lavoro di un mese e così siamo tutti stressati.
Qualche giorno fa leggevo sul settimanale "Donna moderna" (sono abbonata e quindi è una rivista che leggo spesso) un articolo di Giuseppe Culicchia, è uno scrittore abbastanza noto anche se di lui non ho letto nulla, al momento.
Il suo articolo parlava di stress, ve lo riporto in breve:
"Sono stressatissimo e mi sono venuti tanti piccoli mali e tutti i dottori che ho consultato hanno confermato - è senz'altro colpa dello stress - che motivo ha lei di essere stressato che lavoro fa? 
Uno che si guadagna da vivere scrivendo che stress può mai avere? Scrive. O almeno così pensano i lettori. Ma i lettori non sanno che oggi chi si guadagna da vivere scrivendo dedica alla scrittura una minima parte del suo tempo. Perché la maggior parte la impiega a promuovere quello che scrive. E bisogna partecipare a tutta una serie di eventi, colazione, cena, aperitivo con l'autore, ma anche trekking, rafting e parapendio con l'autore." 
Eureka!  Ho esclamato io come Archimede nella vasca da bagno, ma allora non siamo solo noi piccoli sconosciuti esordienti a barcamenarsi tra un lavoro in cui timbrare il cartellino e sbarcare il lunario e strappare un po' di tempo per scrivere e ... tutto il resto, anche quelli più famosi e che hanno una casa editrice alle spalle devono sudare le classiche sette camicie.


Insomma non è che scrivono il libro e poi si rilassano sul divano, sigaro in bocca, in attesa che piovano dollari come zio Paperone nel suo deposito.
Mal comune mezzo gaudio. Mi ha molto divertito questo articolo che parlava dello stress e delle motivazioni che portano ad esso e in mezzo c'è finita anche la scrittura.
Ed ecco che mi ricollego a dicembre, mese di Natale, mese di scadenze, si chiude l'anno e si chiude il bilancio, si pagano le tasse e si corre per comprare i regali, e prima di Natale ci si vede con tutti:
"Vediamoci che ci facciamo gli auguri di Natale!" Sì perché anche con quelli che non vedi dalla scorsa estate prima di Natale organizzi la pizza, l'aperitivo, il giro di shopping con cioccolata calda, tutte cose che adoro, salvo farlo cinque giorni a settimana e precisamente nella settimana tra il 14 e il 20 dicembre, perché in mezzo c'è il ponte dell'otto dicembre occasione per una mini vacanza pre natalizia dedicata a un piccolo viaggio o come minimo un giro tra paesini dei mercatini di Natale.

Ma se volessi scappare da tutto questo e andare in una baita in montagna per rilassarci davanti al camino con il fuoco acceso, magari leggendo un libro in relax mentre osservi la neve che scende giù dal ciel, lieve?
No, sembra che sia tutto prenotato e poi devi affrontare anche lo stress del viaggio, stare in coda in autostrada, no, meglio evitare un simile viaggio, potrebbe diventare troppo stressante! 
E poi i regali di Natale li abbiamo comprati per tutti? Non avrò dimenticato qualcuno?
Spero di no, intanto preparo l'albero così sotto posso metterci i regali, ma prima devo impacchettarli con tanti bei fiocchi, userò dei fiocchi colorati: color oro come il tempo così prezioso, color verde come la speranza che il futuro sia bello o almeno non peggiore, color rosso come l'amore che ci scalda sempre il cuore.   
 E voi come vivete dicembre, lo stress e l'attesa del Natale?