sabato 13 aprile 2024

La cruda realtà

 

La vita non è fatta dai desideri bensì dagli atti di ciascuno. Paulo Coelho


Una volta il cinema dava una visione dorata della realtà, c’erano i buoni e i cattivi, entrambi ben definiti e ovviamente lo spettatore tifava per i buoni che, dopo tante angherie subite dai cattivi, vincevano e il bene trionfava. Ci hanno regalato tante favole nel corso degli anni, soprattutto gli americani con i loro pellerossa cattivi contro i bianchi buoni. Ormai molti veli sono caduti e anche il cinema cerca di mostrare sempre più spesso la cruda realtà.

Tempo fa ho visto due film che mi hanno turbato, tanto che ho continuato a pensarci e così sono arrivata a scrivere un post: “I nostri ragazzi” un film del 2014 e “Educazione fisica” uscito nel 2022. Entrambi sembrano rispondere al quesito: cosa saremmo capaci di fare per difendere i nostri figli o in generale la nostra famiglia? Siamo tutti pronti a difendere le vittime, ma cosa succede quando i carnefici sono i nostri figli? Siamo pronti a stare dalla parte giusta? 

Me lo sono chiesta anch’io, stare dalla parte della vittima è più facile, se una ragazza viene aggredita da un uomo, proviamo subito empatia per la vittima e siamo subito pronti a condannare l’aggressore o il violentatore. Ma se il violentatore è nostro figlio, cosa facciamo? Lo condanniamo o cerchiamo di giustificarlo, suo malgrado? in fondo è un modo per giustificare noi stessi e il nostro compito di educatori, Ed è così che nasce l’atroce dilemma, fare la cosa giusta oppure difendere la nostra famiglia a ogni costo?

Nel film I nostri ragazzi ci sono due famiglie che si trovano davanti a un bivio, ho scoperto dopo averlo visto che è tratto dal romanzo La cena di Herman Koch, autore che non conoscevo. Sotto riporto la trama ripresa da Wikipedia:

Massimo e Paolo sono due fratelli assai diversi, il primo avvocato e l'altro pediatra in un ospedale. Anche le loro rispettive mogli sono assai differenti, e spesso ostili fra loro.

Ogni mese, da parecchi anni, si incontrano in un lussuoso ristorante, dove dialogano del più e del meno. La loro routine viene spezzata da un video ripreso da alcune telecamere di sorveglianza che mostra due ragazzi, molto simili ai loro rispettivi figli, aggredire a calci e pugni una senzatetto. 

Il film mostra come persone apparentemente integerrime e corrette si trasformino davanti a situazioni che toccano la loro famiglia, all'improvviso tutti i buoni sentimenti cadono, prima ci sono le domande su quello che i loro figli sono diventati, poi ci si interroga su cosa fare; c’è un fratello che vuole fare la cosa giusta e l’altro che invece vuole coprire il fatto a ogni costo. Mi fermo qui per non svelare il finale, nel caso vogliate vederlo. 



Lo stesso tema è trattato dall’altro film Educazione Fisica, qui siamo in una scuola, una preside convoca dei genitori per parlare dei loro figli per un episodio che si é verificato nella palestra della scuola. Questo film è tratto da un racconto intitolato La palestra di Giorgio Scianna. Anche qui riporto la trama da Wikipedia 


La preside di una scuola secondaria di primo grado, convoca le famiglie di tre alunni nella palestra scolastica per metterli al corrente dello stupro perpetrato dai ragazzi ai danni di una loro compagna. 

La preside minaccia di convocare la polizia in istituto. I genitori, dopo l'iniziale sorpresa, passano successivamente a difendere a spada tratta i loro figli ed a mettere in cattiva luce sia la preside che la ragazza vittima degli abusi.


Anche qui il tema sconvolgente è la trasformazione di queste persone davanti a un fatto così grave fino al tragico epilogo. Voglio credere che nella realtà esista qualche spiraglio di speranza in più e che questi film siano spinti all’estremo per ottenere nello spettatore uno spunto di riflessione. 




Quando ho visto i film ho provato a mettermi nei panni dei genitori e a pensare a quello che sarebbe giusto fare, anche se non ho figli ho due nipoti e pensando a loro mi sono immedesimata abbastanza credo, tuttavia dopo aver pensato al mondo difficile e controverso in cui viviamo mi sono sentita quasi sollevata dal fatto di non aver avuto figli. Nel corso degli ultimi anni abbiamo creato un mondo senza valori, se due ventenni per noia decidono di ammazzare di botte una poveraccia che dorme per strada, oppure se dei giovani strupano una loro compagna e invece che vergognarsi fanno il video del loro crimine con il cellulare. Figli di famiglie della media borghesia dove apparentemente possono essere cresciuti con dei valori sani. E non sono fantasie di un romanzo o di una sceneggiatura ma fatti che sentiamo spesso in tv nei servizi di cronaca nera. 

Non ho molto da aggiungere tante chiedervi: che cosa ne pensate?

Fonti immagini: Pixabay 

14 commenti:

Ariano Geta ha detto...

Credo che comportamenti del genere siano sempre esistiti, anche in passato. La differenza è mediatica: un tempo, un film con argomento del genere avrebbe comunque mostrato il protagonista finire col fare la cosa giusta, ovvero denunciare il "cattivo" anche se è un proprio parente o comunque impedirgli di fare del male (penso a due vecchi capolavori come "Fronte del porto" e "La montagna"). Oggi invece il cinema sceglie di mostrare protagonisti cinici fino in fondo (tipo in "Killers of the flower Moon").

Giulia Lu Mancini ha detto...

@Ariano: probabilmente hai ragione, la differenza è mediatica e c’è anche un nuovo modo di rappresentare la realtà nella fiction. È anche possibile che ci sia più cinismo nella società in generale e il che cinema abbia captato queste sensazioni. Un modo comunque utile per riflettere sull’essenza dell’umanità (nel bene e nel male)

Cristina M. Cavaliere ha detto...

Ho visto i trailer e mi sembrano due film che rappresentano in modo crudele ma veritieri la società contemporanea. Sono d'accordo con Ariano, questi comportamenti sono sempre esistiti, e soprattutto le élite cercavano sempre di scusare i propri figli o di minimizzare i fatti. Ciò non toglie che non si conoscono mai i propri figli fino in fondo, e a parole tutti sono pronti a stare "dalla parte giusta", nei fatti invece è molto diverso. Si prova un senso di sbalordimento e incredulità, come genitori, però poi il senso morale dovrebbe suggerirti la strada da intraprendere. Per fare un altro esempio più blando, mi vengono in mente anche i comportamenti rissosi sul campo da calcio contro l'allenatore o i compagni di squadra del figlio, rei di non apprezzare abbastanza il talento del pargolo.
Per quanto riguarda la mediatizzazione di alcuni casi di cronaca, come la morte di Giulia Cecchettin, però, sono d'accordo con le parole di un sacerdote che dice che bisogna stare vicini alla famiglia della vittima, ma anche a quella dell'assassino. Invece a livello mediatico si danno in pasto al pubblico i casi narrativamente più eclatanti, per poi passare ad altro una volta cessato il clamore.

Giulia Lu Mancini ha detto...

@Cristina: concordo con il vostro punto di vista. Il caso di Giulia Cecchettin ha portato alla ribalta purtroppo anche questa triste contrapposizione, due famiglie distrutte, quella della vittima nella straziante realtà dell’assenza eterna, ma anche quella dell’assassino che deve affrontare il dolore, il rimorso, la condanna e il senso di colpa.
È stato lo stesso Cecchettin padre a porgere un messaggio di solidarietà ai genitori del ragazzo, mi ha colpito molto.

Elena ha detto...

Mi è difficile rispondere. Non ho figli e anche se ho due nipoti come te non riesco a concepire l'idea di trovarmi in una tale situazione. Penso che farei la cosa giusta ma, fammi aggiungere, come madre la cosa giusta avrebbe dovuto darla prima, negli anni in cui i figli Si crescono e si portano a maturazione. Se riesci a fare un buon lavoro in quel tempo, dovresti non trovarti in situazioni analoghe. In ogni caso, fino a quando non sei lì non puoi mai sapere se prevale l'istinto della Difesa a oltranza o della giustizia universale.

Brunilde ha detto...

La mia etica e i miei principi morali mi dicono che farei la cosa giusta. L'istinto ( fortissimo ) di mamma tigre, che protegge i figli a oltranza, forse mi porterebbe dall'altra parte, a costo di rinnegare i miei valori.
Di sicuro, sarebbe devastante, e mi sentirei in colpa per il fallimento educativo. Perchè, a prescindere, le colpe dei figli ricadono sulle madri:sempre!

Barbara Businaro ha detto...

Non ho visto queste pellicole, ma me en riporti alla mente un'altra: Carnage del 2011 diretto da Polanski, con Jodie Foster, Kate Winslet e Christoph Waltz. In questo caso, due famiglie si trovano a discutere per l'aggressione tra i loro due figli undicenni, dapprima un confronto cordiale fino ai toni accesi verso la fine, dove lo spettatore comprende quanto i figli siano il "prodotto" delle rispettive famiglie, ognuna con le proprie pecche.
Sono d'accordo con Ariano però: certi episodi sono sempre esistiti (non che questa sia una scusante, sia chiaro) ma ora non c'è modo di nasconderli come si faceva un tempo. La ragazza stuprata, più che dal gruppo dal signorotto di paese, c'era anche all'epoca dell'adolescenza di mio nonno e poi si faceva passare lei per una poco di buono, che se l'era cercata. Forse allora c'erano pure meno strumenti a difesa della vittima, nonostante adesso siano ancora poco efficaci quelli che ci sono.
Non ho figli e non so dirti come mi comporterei. Quel che osservo tra i vari nipoti d'affetto è che il lavoro duro è quello dei primissimi anni, dalla prima infanzia all'adolescenza. Se la piantina non ha avuto abbastanza sostegno e supporto lì, è difficile raddrizzarla quando è già cresciuta storta o non è cresciuta affatto.

Marina ha detto...

Bel dubbio, cara Giulia, soprattutto perché ho due figli e una volta mi è capitato di parlarne pure con loro: scherzando (perché li conosco fin troppo bene, li ho cresciuti, non mi sono persa nulla delle loro vite fino adesso e so per certo che posso riporre su entrambi una cieca fiducia) ho detto che in caso fossero coinvolti in fatti sconvenienti (senza arrivare al crimine) io mi schiererei dalla parte di ciò che è moralmente ed eticamente giusto: "vi ho dato un'educazione cristiana e da voi mi aspetto rettitudine. Sempre. Se sbagliate, pagate le conseguenze della vostra condotta". Certo, finché non le vivi certe esperienze non puoi parlare e, ovviamente, non vorrei mai che si verificassero. I figli si possono perdonare, ma difendere l'indifendibile no.

Giulia Lu Mancini ha detto...

@Elena: è sempre un bel dilemma Elena, sicuramente è molto importante il processo di crescita e il fatto di trasmettere dei valori sani, con la speranza che questi valori siano effettivamente interiorizzati.

Giulia Lu Mancini ha detto...

@Brunilde: fare la cosa giusta nel rispetto dei propri principi è stato anche il mio primo pensiero, però il dubbio mi resta, meglio sperare nella fortuna di non dover mai fare una scelta così difficile.

Giulia Lu Mancini ha detto...

@Barbara: non ho visto il film Carnage, magari lo recupererò. Sicuramente la famiglia incide sul modo di essere dei figli, ma non è così scontato, per esempio nella mia famiglia siamo tre sorelle ma molto diverse caratterialmente, pur avendo avuto la stessa educazione. Sono convinta anch’io che i primissimi anni di vita siano quelli più importanti per un bambino, sono quelli che formano la personalità.

Giulia Lu Mancini ha detto...

@Marina: sicuramente i tuoi figli sono dei bravissimi ragazzi perché cresciuti sotto la guida di una mamma attenta e presente. Anche parlare con loro ricordando che ci sono azioni indifendibili aiuta a tenere alta l’attenzione, il dialogo tra genitori e figli può essere fondamentale.

Luz ha detto...

Dei due film molto interessante il secondo. Le parole del padre dinanzi al problema sollevato dalla preside sono le esatte parole che si sentono fra le mura della nostra scuola ogni volta che accade qualcosa di spiacevole o sulla soglia dello spiacevole. Certo, non sono fatti gravissimi come quelli narrati in queste sceneggiature, ma basta davvero un niente per scatenare l'incredulità dei genitori, perlomeno della maggior parte di essi. Anni fa, mi sono resa conto di un ulteriore dettaglio. Dinanzi all'inevitabilità dell'ammissione di colpa, un certo tipo di genitore non lascia margine alla tua azione "punitiva", perché arriva a dire che la punizione la infliggerà lui stesso e che tu non puoi né devi sostituirti a lui. Insomma, noi siamo chiamati all'ordine in tutti i casi in cui il nostro compito/dovere è insegnare-educare-trasmettere valori. Quando c'è un fallimento e tu cerchi la complicità di questo attore importante della comunità educante, il genitore, questo può anche volerti sottrarre la tua autorevolezza e il margine d'azione.
Insomma, cara Giulia, siamo messi MALISSIMO.

Giulia Lu Mancini ha detto...

@Luz: eh sì siamo messi abbastanza male, credo che un genitore non faccia del bene ai figli dando loro sempre ragione, credo sia importante insegnare la differenza tra il bene e il male, ma ci troviamo ormai in una società in cui ognuno guarda il suo orticello,”mio figlio è bravo e se si è comportato male allora vuol dire che è stato provocato”.