È arrivato di nuovo e non credevo sarebbe accaduto ancora. È arrivato il tempo dell'ossessione per la storia, è il tempo in cui non fai altro che pensare al romanzo, é come un innamoramento, esci di casa e pensi a quello che fanno i personaggi, sei al lavoro e pensi a come affronteranno quella situazione. Anche quando esci e sei in buona compagnia ogni tanto voli con la mente alla tua storia .
Ogni tanto ci parli pure con i tuoi personaggi e ti fanno sentire in colpa se non li aiuti a uscire dalla situazione in cui si trovano e ti rimproverano, esigono da te una soluzione.
E tu cosa fai! Non gliela dai?
A quel punto ti metti a scrivere in ogni momento libero della giornata, anche la sera quando caschi dal sonno finché non ti lasciano in pace.
Un giorno Sorace mi ha detto:
"Ma non credi che abbia sofferto abbastanza? Per quanti capitoli ancora vuoi farmi soffrire?"
Io gli ho risposto: "Mi dispiace ma è la storia che lo richiede!"
Lui ha sbuffato e se ne è andato via dicendo:
"Va bene però, per favore, risolvi al più presto questa situazione, sono stanco di soffrire e soprattutto di fare la figura dell'idiota"
(veramente ha usato un altro termine, ma non è una bella parola, quindi ve la risparmio).
Eh sì, ci ho pensato anch'io, non è che un uomo può avere tutta questa pazienza, di solito gli uomini le donne le ammazzano, invece Saverio è un uomo gentile che soffre per amore mantenendo il rispetto, parola antiquata di cui si sono perse le tracce. Ma esisterà davvero un uomo così? Sì, esistono anche gli uomini gentili, altrimenti l'umanità si sarebbe estinta.
In questa giornata, contro la violenza sulle donne, voglio credere che ne esisteranno sempre di più.
Ma tornando ai personaggi e ai loro discorsi sussurrati alle mie orecchie, devo ammettere che quando arrivano questi momenti riesco a scrivere molto di più ed è bello, perché tutto sembra scorrere più facilmente.
Mi arrivano sprazzi di felicità, dalla storia che cresce e si sviluppa e prende strade inaspettate e, dai personaggi che si impongono e talvolta decidono più di me con piglio risolutore.
L'ossessione per la scrittura è anche questo, è il momento che prediligo, anche perché, dopo aver arrancato per giorni e giorni, all'improvviso la penna sembra sciogliersi e comincia a scorrere velocemente sulla carta. È una penna metaforica perché scrivo al computer, ovvio, però scrivo anche a penna, con la mia pilot blu, quando, folgorata da un'idea, butto giù degli appunti veloci prima che voli via dalla mia mente.
Spero che continui questa mia ossessione e questo dialogo con i personaggi, almeno fino alla fine della storia.
Vi capita mai di parlare con i personaggi o di avere qualche altra ossessione scrittoria?