L'altra sera sono uscita con un'amica che non vedevo da tempo ed è stata una bella serata, abbiamo parlato di tante cose. Poi lei mi ha esposto un problema che stava affrontando e per il quale aveva preso una decisione che tutti le contestavano, io le ho detto che se quella decisione la faceva star bene doveva fregarsene.
"Se pensi che questa cosa ti faccia star meglio, vai avanti per la tua strada", le ho detto così.
Poi le ho raccontato di una vicenda analoga che mi era accaduta anni fa e per la quale avevo preso la sua stessa decisione.
Poi le ho raccontato di una vicenda analoga che mi era accaduta anni fa e per la quale avevo preso la sua stessa decisione.
"È bello parlare con te, tu sei una persona senza pregiudizi, non giudichi mai nessuno, con te mi sono sempre sentita libera".
Questa sua considerazione mi ha fatto riflettere, in effetti io sono così.
Stamattina, in un sabato di primavera, ripensando a quella frase mi sono ricordata di quanti mi hanno fatto le loro confidenze per questa mia mancanza di pregiudizi e mi sono ricordata di lui, il mio
vecchio amico, che chiamerò Mario, con un nome di fantasia, che mi parlava della sua nipotina anoressica e degli sforzi enormi che, con tutta la famiglia, stavano facendo per salvarla.
Psicologi, ospedali, cure di ogni tipo.
Stamattina, in un sabato di primavera, ripensando a quella frase mi sono ricordata di quanti mi hanno fatto le loro confidenze per questa mia mancanza di pregiudizi e mi sono ricordata di lui, il mio
vecchio amico, che chiamerò Mario, con un nome di fantasia, che mi parlava della sua nipotina anoressica e degli sforzi enormi che, con tutta la famiglia, stavano facendo per salvarla.
Psicologi, ospedali, cure di ogni tipo.
Anna (sempre un nome di fantasia) frequentava un corso di danza, mangiava troppo poco o non mangiava affatto, talvolta esprimeva il suo disagio tagliandosi la pelle di gambe e braccia con una lametta. Ogni tanto aveva dei periodi sereni quando andava nella casa del nonno Mario, una splendida tenuta in campagna con tanti animali tra cui galline e oche.
Mario è rigorosamente vegetariano e i suoi animali muoiono tutti di vecchiaia. Ogni tanto mi mostrava fiero le foto delle sue galline padovane che sono di una bellezza strepitosa. Anna si divertiva a giocare con gli animali e sua nonna riusciva perfino a farle mangiare qualche forchettata delle sue tagliatelle fatte in casa.
Mario è rigorosamente vegetariano e i suoi animali muoiono tutti di vecchiaia. Ogni tanto mi mostrava fiero le foto delle sue galline padovane che sono di una bellezza strepitosa. Anna si divertiva a giocare con gli animali e sua nonna riusciva perfino a farle mangiare qualche forchettata delle sue tagliatelle fatte in casa.
Quando Mario mi parlava di Anna io cercavo di dargli dei consigli per quello che potevo, ma non sapevo bene cosa dirgli tranne che, con il tempo, certi problemi dell'adolescenza si risolvono, quando tutto quel groviglio interiore che ci sconvolge diventa improvvisamente più leggero. Anch'io a sedici anni ho avuto un periodo di crisi nera, ma poi crescendo sono diventata una persona equilibrata (a volte anche troppo). C'è un momento dell'adolescenza in cui sei terribilmente fragile e puoi cadere e forse perderti del tutto in un vizio, in una fuga senza ritorno dai tuoi demoni.
Non sappiamo cosa può salvarci, forse basta un gesto d'amore verso noi stessi che risvegli l'istinto alla vita.
Non sappiamo cosa può salvarci, forse basta un gesto d'amore verso noi stessi che risvegli l'istinto alla vita.
Anna era la prima della classe, prendeva voti altissimi, ma forse era felice solo nella casa di campagna di suo nonno quando correva dietro le galline padovane.
Oggi Anna non c'è più, ha scelto di lasciare questo mondo a soli sedici anni e Mario non so davvero come consolarlo.
Mario sa che scrivo e ogni tanto sorridendo mi chiedeva, non è che finisco in qualche tua storia?
Saresti un personaggio sicuramente interessante, gli rispondevo.
Saresti un personaggio sicuramente interessante, gli rispondevo.
Anche se è molto più giovane in parte ho pensato a lui (e un po' anche a mio padre) quando ho immaginato il nonno di Sara Castelli, così come ho pensato ad Anna quando ho immaginato Sara adolescente. Solo che allora pensavo davvero che potesse esserci un lieto fine.