domenica 25 febbraio 2018

Sei cose impossibili

Ivano Landi nel suo post Alice in Wonderland o delle sei cose impossibili
ha invitato ad aderire a questo simpatico meme iniziato dal blog Cuore rotante, lo ha seguito subito  Ariano Geta  e anch'io mi sono lasciata catturare.
Ecco le regole:
inserire il logo di Alice 's in Wonderland
descrivere sei cose ipossibili
nominare tutti i follower che volete




Vado ad elencare le mie sei cose impossibili

1. Tornare indietro a certi momenti cruciali della mia vita per fare scelte diverse. Avete presente il film Sliding doors? Cosa sarebbe successo se avessi fatto quella scelta, la mia vita avrebbe intrapreso un percorso del tutto diverso, sarei stata più felice? Sarebbe andata meglio, sarei più soddisfatta?
Io so bene quali sono i momenti della mia vita in cui vorrei tornare, momenti che hanno rappresentato una sorta di bivio e ho preso una certa direzione. La concatenazione degli eventi è impossibile da prevedere e mi piacerebbe tornare indietro e almeno "visualizzare" quello che sarebbe potuto accadere. Un po' quello che accadeva in un telefilm di qualche tempo fa (o dovrei dire serie TV?), lo  adoravo, si intitolava Being Erica, parlava di una ragazza che riusciva a tornare indietro nel tempo in un preciso momento per  cambiare la rotta della sua vita.
Siamo la somma delle nostre decisioni e, fintanto che sei felice, questo è tutto quello che conta.
per maggiori dettagli vi rimando al link di wikipedia
In realtà Erica, tornando indietro, non cambiava davvero la propria vita, ma vedeva quello che sarebbe accaduto e si riconciliava con il presente. E poi anche Erica amava scrivere e inseguiva questo sogno. Era proprio la mia serie ideale.

2. Vorrei poter vivere di scrittura, lasciare un lavoro troppo soffocante e fare quello che più mi piace fare nella vita, ma andrebbe bene anche vincere la lotteria e vivere di rendita, magari per dedicarsi alla scrittura a tempo pieno, senza l'assillo di guadagnarsi la pagnotta. Impossibile vero? 

3. Vivere in un paese dove tutto funzioni, senza ingiustizie e ipocrisie, dove tutti vivono con dignità. Un paese dove la bellezza in cui viviamo non diventi causa di sofferte considerazioni. Questa ve la spiego: sono stata a Roma per un paio di giorni per un corso di lavoro e, nonostante non mi rimanesse molto tempo per fare altro oltre il corso, la sera non mi sono negata una passeggiata nel centro di Roma. Ho capito meglio la sensazione che voleva trasmettere il film La grande bellezza, solo osservare certi monumenti mi ha dato un senso di struggimento, quello che ci fa pensare "perchè con tutte le bellezze che abbiamo siamo un paese con tanti limiti?" Vi lascio una mia foto che però non rende come dal vivo.
Roma
4. La pace nel mondo. Lo so sembra una banalità, un'affermazione senza senso, eppure se nel mondo intero regnasse la pace e la concordia anche la nostra vita sarebbe migliore. Non possiamo vivere nel nostro mondo ovattato (ok non è poi così ovattato, ma mi avete capito) mentre in altre zone del pianeta si gettano bombe sui civili, su persone inermi e indifese, spesso donne e bambini a cui viene rubata l'infanzia. Non è possibile voltare la faccia dall'altra parte di fronte alla violenza e far finta di niente. Prima o poi quella violenza viene a bussare anche alla tua porta e ti presenta il conto. E sappiamo bene che è già accaduto. E quindi vorrei questa cosa impossibile, la pace nel mondo, la pace in ogni sperduto angolo della terra, una pace che derivi da una equa distribuzione di beni e risorse, di quelle risorse di cui la terra sarebbe ricca se non fosse depredata di continuo dal tiranno di turno.

5. Mi piacerebbe essere invisibile e incorporea per un po' per potermi intrufolare in certe stanze del potere (ma non solo) e capire quello che è rimasto incomprensibile alla mia mente. E poi mi divertirei a fare lo sgambetto a qualcuno (forse più di uno) vederlo cadere come una pera cotta e farmi due risate come uno spiritello dispettoso. È una cosa impossibile che mi piacerebbe fare per un tempo limitato, dopo un po' mi verrebbe a noia e diventerebbe un potere scomodo, lo so già. 

6. Infine vorrei poter vedere, senza problemi di soldi e senza l'ansia del tempo che scorre, in una specie di lunga vacanza  i paesi del mondo che non ho ancora visitato, l'Australia, il Sudamerica, il Giappone, il Marocco, la Svezia, la Norvegia, l'Islanda, le città americane e soprattutto i parchi in cui non sono stata, ogni viaggio dovrebbe essere intermezzato da un soggiorno in un'isoletta greca ogni volta diversa. Va bene, smetto di elencare perché potrei annoiarvi. Smetto anche di crogiolarmi nelle illusioni delle cose impossibili.

 A questo punto chi voglia aderire a questo gioco è il benvenuto, ma anche nei commenti ditemi, voi che desideri impossibili vorreste realizzare?



domenica 18 febbraio 2018

Letture, recensioni e gratuità

Quasi la metà di tutte le nostre ansie deriva dalla nostra preoccupazione per l'opinione altrui. Arthur Schopenhauer

Il mio ultimo romanzo ha venduto un discreto numero di copie da quando è uscito, ma ha pochissime recensioni e mi chiedo perchè, so che molti hanno comprato il libro, ma forse non l'hanno ancora letto, oppure non è piaciuto e non scrivono nessuna recensione, oppure l'hanno comprato e non l'hanno mai cominciato. Io stessa ho un numero altissimo di libri scaricati e in attesa di essere letti. Alcuni li ho scaricati gratuitamente nel corso di promozioni dei gruppi facebook di cui, quasi inconsapevolmente, faccio parte. Ormai ho smesso di farlo, prima bastava la parola gratis per farmi scaricare un eBook subito, ora lo faccio soltanto se il libro mi interessa davvero. 
Il tempo è limitato, non posso leggere tutto e alla fine è necessario scegliere. E anche scegliere di scaricare gratuitamente un eBook è una scelta precisa. Fatico a leggere anche i libri che pago, periodicamente la Newton Compton fa promozioni della durata di un giorno con tutti gli ebook a €  0,99. Spesso ne ho comprato diversi in quelle giornate, sceglievo i libri che mi interessavano, magari uno lo leggevo subito, gli altri restavano lì in attesa infinita...ammetto però che ho anche scoperto autori interessanti.
Ho ancora un libro comprato a € 0.99 da leggere, superato da libri che ho comprato a prezzi ben più alti e subito letti.
Ma torniamo alle recensioni, io recensisco sempre i libri che leggo, su Goodreads quelli di autori famosi, e anche su Amazon quelli di autori blogger che seguo, lo faccio perché sono consapevole dell'importanza di una recensione, possibilmente costruttiva. Cerco di trovare il tempo per farlo, la scrivo subito, alla fine della lettura quando l'emozione che mi ha trasmesso è ancora intatta. Se non ho tempo, la scrivo su un foglio di carta e appena posso la riporto su Amazon. 
Non recensisco solo quando il libro non mi è piaciuto neanche un po', in quel caso evito di lasciare una recensione del tutto negativa. Se si tratta di un autore famoso mi faccio meno scrupoli, lo posso anche stroncare con una recensione negativa. Tuttavia se l'autore è molto famoso non ha bisogno di recensioni per vendere ed è per questo che alla fine non lascio neanche la recensione negativa: se non mi è piaciuto non perdo ulteriore tempo.
Ogni tanto mi chiedo se sia poi davvero importante, io per esempio per comprare un libro difficilmente mi baso sulle recensioni, se ho intenzione di leggere un libro, perché catturata dalla trama o perché mi piace come scrive l'autore, lo compro e basta. Voglio leggerlo e farmi un'idea personale, magari le recensioni le vado a leggere dopo e, nel caso, scrivo la mia. Va poi detto che i libri migliori che ho letto li ho comprati seguendo un impulso irrefrenabile, ho letto la trama e li ho comprati subito, anche senza finire di leggere l'estratto.
In fondo mi bastano poche righe per capire se un libro mi piace. 
Spesso tra i libri scaricati gratuitamente ho anche trovato delle piccole perle, altre volte libri con belle storie scritti bene, altre volte no. È diventato un mondo piuttosto variegato. Però per chiarezza sappiate che non penso mai che gratis significhi di poco valore, è un modo per l'autore di farsi conoscere. È meglio però non esagerare, la gratuità non viene capita nel senso che vorremmo e, spesso, non porta neanche recensioni. Io avevo messo un mio racconto in distribuzione gratuita su tutti gli store per parecchi mesi, pensavo che fosse un racconto corto che avevo revisionato il giusto e, anche se, anni fa, aveva ottenuto un riconoscimento a un concorso letterario, fosse corretto non farlo pagare. Poi però un po' seccata dal numero elevatissimo di download (oltre il migliaio) e dalla mancanza di recensioni ho deciso di fissare un prezzo, molto basso, ma pur sempre un prezzo: € 0,49. 
Sembra incredibile, ma quel racconto vende! Senza che io faccia nessuna promozione e, sorpresa, vende soprattutto su Google play dove costa ben € 0,99 (è uno store dove il prezzo è maggiorato rispetto a quello fissato dall'editore/autore). Non crediate siano numeri da capogiro, si tratta di due o tre copie al mese, però vende, spontaneamente, e ci sono moltissime recensioni, sempre su Google play, negative e positive. Come mai? Mistero. 
Ho capito però che la gratuità non è una regola buona da seguire, oppure sì, può esserlo per un tempo limitatissimo, uno o due giorni, per dare l'opportunità a chi è incuriosito dal libro, ma frenato dal prezzo, di scaricare il libro prima e magari recensirlo poi.

E voi come vi comportate, leggete le recenzioni prima di comprare un libro e vi lasciate influenzare da esse?
Ma, soprattutto, quando leggete un libro siete abituati a recensire oppure ve ne dimenticate?


domenica 11 febbraio 2018

Impiegati dell'arte

Denuda uno scrittore, indicagli tutte le sue cicatrici e saprà raccontarti la storia di ciascuna di esse.
Stephen King
                                          
Battisti era un impiegato della musica, questa frase è stata detta da Mara Maionchi nel corso di una intervista che ho seguito in TV alcuni giorni fa. Lucio Battisti non aspettava l'ispirazione, ma si metteva ogni giorno al pianoforte per dieci, dodici ore e provava delle note finché non scattava la nota giusta. Sembra che Ennio Morricone facesse altrettanto. Il lavoro sopperisce al talento, oppure il talento senza lavoro non esiste. Non lo dico io ma Ennio Morricone, appunto. 
Questa affermazione mi ha fatto riflettere, anche per l'arte è necessario lavorare duramente. 
Cosa vuol dire: mettersi davanti allo schermo di un computer o con un foglio davanti e provare a scrivere o a comporre, nel caso della musica, o dipingere, nel caso della pittura.
È così? 
Io penso di sì, non serve aspettare l'ispirazione, o meglio, restare ad aspettare che arrivi l'ispirazione per poter scrivere non garantisce il risultato, spesso il risultato viene dato dal duro lavoro, dalla perseveranza, da ore e ore di frustranti tentativi di realizzare l'oggetto della nostra passione artistica. 
Ken Follett, in una intervista, affermò che scriveva ogni giorno dalle otto alle due del pomeriggio, come un impiegato statale. Ogni giorno si svegliava alle sette del mattino, faceva colazione con calma e poi dalle otto cominciava a scrivere, indipendentemente dalla sua ispirazione. Certi giorni scriveva poco, altri molto, in altri si arenava intorno a un'idea e magari scriveva poche righe, però grazie a quell'idea il giorno successivo riusciva a scrivere molto.
E noi che pensiamo che dobbiamo aspettare l'ispirazione, il fuoco sacro dell'arte che ci colpisce all'improvviso e giù a scrivere un intero romanzo di getto! C'è questa idea molto romantica della scrittura, mentre stiamo facendo tutt'altro veniamo folgorati da un'idea e, tralasciando tutto quello che stavamo facendo, ci mettiamo a scrivere pagine su pagine travolti dalla nostra ispirazione.
Nella realtà chi può farlo davvero? Chi può stare nel dolce far niente aspettando l'ispirazione?
L'ispirazione esiste, certo che esiste, è quella idea che arriva in un momento della nostra giornata, lo spunto per scrivere una storia. Poi intorno a quello spunto iniziale si potrà sviluppare tutta la storia, mettendosi lì, davanti al computer, ore su ore, finchè quell'idea non prende la direzione giusta e si incanala nelle pagine della nostra storia.

Alcuni anni fa, fa assistetti a un'intervista dal vivo a un noto scrittore, Valerio Varesi, un autore che scrive gialli, il suo protagonista è il commissario Soneri, ne hanno tratto anche una bella fiction in TV, Nebbie e delitti. All'epoca l'autore insegnava lettere in un istituto superiore e l'intervistatrice gli chiese come facesse a scrivere tanti libri con una cadenza così regolare, considerato anche che lavorava a tempo pieno. Lui rispose che nel corso dell'anno scolastico non scriveva, però preparava il terreno per la scrittura del prossimo romanzo, cioè raccoglieva materiale e documenti per la sua storia e poi nei due mesi estivi in cui la scuola era chiusa, si dedicava alla scrittura del libro impegnando ogni mattina della sua estate, sacrificando spesso le vacanze o, comunque, riducendole a pochi giorni. La regolarità era la sua forza, in inverno ogni minuto del suo tempo libero era dedicato alla documentazione e in estate alla scrittura. Era un metodico e per questo riusciva a uscire con un libro l'anno. Mi piacque molto quella intervista e mi piacque molto l'autore. Bisogna trovare il proprio metodo e dedicarci del tempo, credo sia l'unica strada. E poi c'è la passione, quella che ti fa svegliare presto anche se sei in vacanza perché devi scrivere, quella che ti fa scegliere di restare in casa anche se fuori c'è il sole e sarebbe bellissimo poter fare una passeggiata all'aria aperta, quella che ti fa esultare perché piove e quindi puoi scrivere senza sensi di colpa. Insomma quella che ti fa passare ore e ore davanti a uno schermo a cercare le parole giuste, ad approfondire gli argomenti con fatica, a seguire i fili della storia e a riannodarli tutti insieme armonicamente. 
Bisogna essere degli impiegati oppure, termine che mi sembra più bello, degli artigiani delle parole e cesellarle per inserirle nella loro giusta collocazione, cioè in una storia che emozioni e faccia battere il cuore, possibilmente non soltanto a noi che la scriviamo.

E voi cosa ne pensate? Avete un vostro metodo? Siete voi a guidare l'ispirazione oppure vi lasciate trasportare?

domenica 4 febbraio 2018

Liebster Award

                                        
     
Ivano Landi  mi ha nominato per il Liebster Award di cui rammento le regole:

1) Ringraziare e rispondere alle 11 domande di chi ti ha premiato;
2) premiare gli 11 blogger meritevoli che non raggiungono i 200 followers;
3) comunicare la vincita agli altri bloggers premiati;
4) proporre ai premiati altre 11 domande.

Comincio con ringraziare Ivano e rispondere alle sue 11 domande:

1) L'anno scorso ho chiesto di mettere in ordine di preferenza nove generi letterari. Ora ti chiedo di fare altrettanto con i seguenti nove medium espressivi che butto là in ordine sparso: romanzo, poesia, cinema, fumetto, fotografia, pittura, televisione, musica, illustrazione.

Romanzo, musica, cinema, poesia, televisione, fumetto, pittura, fotografia, illustrazione.

2) Chi è il tuo ideale di donna/uomo (un nome di un personaggio riconoscibile da tutti, il tuo vicino/a di casa non vale)?

Il mio ideale di uomo in senso fisico è cambiato nel corso del tempo, diciamo che negli ultimi tempi il mio ideale assomiglia molto ad Alessandro Gassman.

                                          
     
3) Se non avessi intrapreso la strada del blogging a quale altro hobby pensi avresti dedicato l'equivalente del tempo?

Io ho sempre avuto la passione della scrittura, avrei trovato il modo di scrivere da qualche altra parte, ma fuori dalla scrittura amo le attività all'aria aperta, magari mi sarei concentrata sui percorsi in bicicletta che una volta era un hobby che occupava molto del mio tempo libero.

                                      


4) Col senno di poi... hai scelto la strada giusta nel tuo percorso di istruzione scolastica (superiori, università, specializzazioni) o cambieresti qualcosa? (Nel caso mio, per esempio, tutto).

Tutto sommato il mio percorso scolastico l'ho apprezzato tutto, mi è piaciuto quello che ho studiato,  sia alle superiori che all'università, se potessi invece cambierei le scelte fatte dopo la laurea.

5) Sei un/una amante della vita sedentaria? Un/una amante della vita nomade? Un sedentario/a costretto/a al nomadismo? O un/una nomade costretto/a alla vita sedentaria?

Nessuna delle definizioni sopra mi calza del tutto a pennello, diciamo che mi piacerebbe viaggiare di più, avendo più tempo libero dal lavoro. 

6)  Domanda strettamente legata alla precedente: Ti senti radicato alla tua terra d'origine o piuttosto un/una apolide?

Più che apolide mi sento cittadina del mondo, anche se negli ultimi tempi, mi sento più legata all'Italia, forse perchè quello che abbiamo nel nostro paese non è abbastanza valorizzato e apprezzato.


7) Sempre sulla stessa onda: Il mio amatissimo Rilke (il poeta) diceva che seppure di origine praghese e di cultura tedesca, la sua patria spirituale era la Russia. Tu ti riconosci una patria spirituale?

Forse per l'azzurro del mare e le sue innumerevoli isole potrei dire la Grecia.

                                     


8) Tendi ad amare di più: La natura? Le cose vecchie/antiche? Le cose moderne? Per la cronaca, si tratta di una divisione in tre tipi di essenze umane (naturale, classica, moderna) appartenente a una particolare scuola psicologica.

Tendo ad amare di più la natura, anche se non disdegno una visita ai musei, diciamo che se c'è il sole, preferisco passare il tempo libero all'aria aperta.

9) Ora una domanda facile facile, su qualcosa che pare molto d'attualità: qual è il tuo decennio preferito (da te vissuto direttamente o anche solo per via indiretta)?

Credo sia il decennio degli anni novanta, forse perchè erano ancora intatte molte illusioni, non solo mie.

10) Collezioni qualcosa (francobolli, farfalle, cartoline, ecc.)?

Trovo difficile fare collezioni, non ho la passione per le cose materiali, mi stancano presto, però ho dei libri da cui non riesco a staccarmi, vale lo stesso?

11) Hai o hai avuto una tua enciclopedia preferita?

Da ragazza consultavo l'enciclopedia I quindici, perchè ce l'avevo in casa, ma non ho preferenze particolari.

Ora dovrei nominare 11 blogger, però credo di aver nominato già tutti i blogger che conosco nel 2017, ma se c'è qualcuno dei blogger che mi segue che ha voglia di rispondere alle stesse domande è benvenuto.
Vi va di unirvi al gioco?