domenica 18 novembre 2018

Fatica decisionale tra il dire e il fare


Essere o non essere? Ardua decisione.

Qualche tempo fa leggevo un'articolo sulla difficoltà di prendere delle decisioni. Confesso che dopo una giornata di lavoro, faccio fatica anche a decidere cosa preparare per cena, penso una cosa e magari ne faccio un'altra. Pensavo di avere dei problemi io, invece probabilmente non è così. Decidere costa fatica, sempre, ogni volta che dobbiamo prendere una decisione mettiamo in moto i nostri neuroni e li affatichiamo tantissimo perché ogni volta che dobbiamo fare un'azione che implichi una scelta, anche mettere un semplice like su un post o su una pagina, utilizziamo energie mentali. 
Tra vita reale e vita on line prendiamo migliaia di decisioni ogni giorno che ci sfibrano. 
Per questo prendere decisioni a fine giornata ci causa una grande fatica e spesso ci porta a decisioni sbagliate. Per esempio se facciamo la spesa dopo una giornata di lavoro, fatichiamo a scegliere le cose da comprare. Non posso che confermare! L'ho provato sulla mia pelle, se faccio la spesa dopo il lavoro sono così stanca che finisco per NON comprare quello che realmente mi serve, mi salvo un po' se ho avuto l'accortezza di scrivere una lista prima.
Altra soluzione strategica è quella di decidere prima quello che dobbiamo fare, i giorni in cui fare la spesa o andare in palestra o cosa indossare per andare in ufficio. In tal modo eviteremo le decisioni che assorbono energia. E poi c'è sempre il metodo infallibile di rimandare una scelta a quando siamo meno stanchi. Se non riusciamo a prendere una decisione anche apparentemente semplice, allora vuol dire che abbiamo esaurito le nostre scelte giornaliere. Allora è meglio rimandare al giorno dopo. Perché come diceva Rossella O'Hara domani è un altro giorno (quanto mi piace questa frase, è il mio secondo motto dopo cogli l'attimo!) 
Cos'è che spesso ci paralizza nelle decisioni? Sicuramente è la paura, la paura di sbagliare, non sempre però una decisione è di carattere vitale, quindi ogni tanto possiamo anche rilassarci e non decidere. In ogni caso, per quanti ragionamenti possiamo fare, spesso ci sono decisioni che ci sono suggerite dall'istinto e, al di là di ogni razionalità, si possono rivelare le scelte più giuste della nostra vita.
Comunque, detto questo, pensavo di non pubblicare un post questa settimana, perché questo era ancora in bozza, poi ho aperto il computer per scrivere un nuovo capitolo del mio romanzo e ho "deciso" che mi costava troppa fatica, devo scrivere una parte importante e avevo poco tempo, così ho riletto il post e, a modo mio, l'ho completato.

Vi lascio con alcune citazioni sulle decisioni, mi sembrano tutte interessanti, secondo voi qual è quella più vera?

L'uomo crede di volere la libertà. In realtà ne ha una grande paura. Perché la libertà lo obbliga a predere delle decisioni, e le decisioni comportano rischi. Erich Fromm

Dietro ogni impresa di successo c'è qualcuno che ha preso una decisione coraggiosa. Peter Ferdinand Drucker 

È sempre in uno stato d'animo non destinato a durare che si prendono risoluzioni definitive. Marcel Proust 

Non sono mai "io"che decido il "mio" desiderio, ma è il desiderio che decide di me, che mi ustiona, mi sconvolge, mi rapisce, mi entusiasma, mi inquieta, mi strazia, mi potenzia, mi porta via. Massimo Recalcati


18 commenti:

Nadia Banaudi ha detto...

La prima citazione mi convince molto e si lega bene con il tuo discorso. Quando si è stanchi decidere è complicato e pesante, fare la spesa uno stress costoso dove per lo più finisco anche io per comprare ciò che non mi serve. Per decidere io ho bisogno di concentrazione di un pizzico di tempo e di organizzazione Riesco a prendere decisioni al volo solo sulla scia del l'istinto ma l'esito non sempre mi soddisfa, se almeno ho tempo per rifletterci mi do meno colpe. Perché poi dopo una decisione sbagliata rischia di scattare il senso di colpa come secondo problema, e lì sono di nuovo cavoli amari.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Tra decisioni da prendere e sensi di colpa per scelte sbagliate siamo sempre in un dilemma! Forse è anche per questo che sono così affezionata alle mie abitudini e quando mi tocca cambiarle mi irrito perchè perdo quelle piccole certezze quotidiane alla quali ancorare la mia ansia.

Luz ha detto...

Io sono abbastanza metodica, altrimenti non potrei fare tutto quello che faccio. Sono pigra, per questo devo essere metodica per poter arrivare a tutto.
Per esempio, pur dovendomi sforzare molto per farmene venire voglia, vado in palestra quasi sempre tre volte a settimana. Se però non mi impongo orari fissi, precisi, tutti rigorosamente al mattino, per andarci, finisco per non metterci piede. Nelle mie abitudini improvviso poco, insomma.
Trovo l'ultima delle citazioni la più calzante. La passione smuove anche le montagne.

Grazia Gironella ha detto...

Mi piacciono le prime tre; meno la quarta, che è bella nel suono, ma non mi attira nel suo significato. Certo le scelte sono faticose, e a volte ci si impantana proprio. Credo che questo sia anche dovuto al fatto che alleniamo poco l'intuito, o lo confondiamo con l'istinto. Sto cercando di imparare a distinguere la differenza, e mi sembra di cavarmela meglio. :)

Giulia Lu Mancini ha detto...

La passione può smuovere anche i più pigri, perché è un fuoco che brucia. Non sempre si opera per passione, nella vita quotidiana siamo mossi molto anche dal senso del dovere e, in quel caso, la forza delle abitudini aiuta.

Giulia Lu Mancini ha detto...

È interessante questo tuo sottolineare la differenza tra intuito e istinto, in effetti sarebbe molto importante allenare di più l'intuito, l'istinto è più "animale" e averlo può essere comunque positivo. L 'intuito è più razionale, facci sapere i tuoi progressi, magari con un post :)

Ariano Geta ha detto...

Anch'io condivido la prima. Perché le imposizioni - per quanto odiose - lasciano almeno almeno la sensazione che siano state - appunto - imposte contro la nostra volontà e quindi ci si sente innocenti rispetto alle conseguenze. Viceversa, una cosa in cui la responsabilità esclusiva ricade su di noi, se poi si risolve negativamente non ci offre alcun alibi a cui appigliarci. Ecco che nel secondo caso scegliere implica nervosismo e tensione.

Giulia Lu Mancini ha detto...

La prima piace molto anche a me, ne condivido la fatica e la difficoltà. Però la libertà è sempre preferibile con tutti i rischi ad essa connessi...

silvia lettore creativo ha detto...

Io penso che nella vita quotidiana la difficoltà di prendere piccole decisioni (tipo: cosa preparo per cena) molto dipenda dalla mole di informazioni e pensieri che abbiamo in testa e che ci confondono. La soluzione potrebbe essere quella di concentrarci un attimo, staccare gli altri pensieri e, in genere, la risposta arriva da sola.
Sulle decisioni più importanti influisce molto la paura. Ma io credo che anche qui la cosa fondamentale sia distinguere, analizzare separatamente ogni aspetto della questione per raggiungere una consapevolezza. Poi la scelta deve partire dal cuore, sempre. Ma non a caso, a ragion veduta.
Per quanto riguarda le frasi, scelgo la seconda. In fondo anche questa è una piccola scelta, no? ;)

Tenar ha detto...

Io odio la sensazione di essere nelle sabbie mobili di quando so che devo prendere una decisione e non riesco a farlo. Alla fine la odio così tanto che decido. Magari all'ultimo momento utile, ma comunque in tempo. E poi non si guarda indietro.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Sabbie mobili, è proprio questa la sensazione che talvolta ho, però alla fine anch'io decido per sfinimento e dopo non ci penso più.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Vero! ;) La seconda è una bella frase, la condivido molto perchè so che in certi casi le decisioni scomode e impopolari sono quelle che probabilmente risultano più efficaci. Per la cena io ho eliminato il problema, se ho lavorato scelgo sempre il piatto più veloce, se è un festivo valuto di più...Per le decisioni importanti faccio moltissime valutazioni e alla fine seguo il cuore, se posso. Sempre che dipenda davvero da me, perchè a volte ci sono questioni davanti alle quali la scelta è obbligata.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Credo che questo sentirsi sfibrati al termine della giornata di lavoro nasca non solo, come hai giustamente sottolineato tu, dalle innumerevoli decisioni che dobbiamo prendere sia nella vita reale che in quella virtuale, ma anche dalla velocità con cui bisogna prenderle. A volte si è quasi obbligati a non rifletterci neanche un minuto sopra e questo provoca stress.

PS: Arrivo dal blog di Mariella Doremifasol

Giulia Lu Mancini ha detto...

Ciao Daniele, benvenuto nel mio blog!
Hai perfettamente ragione, non solo siamo sollecitati su più fronti, ma dobbiamo(o sentiamo di dovere) farlo in tempi troppo brevi, hai centrato il punto.

Barbara Businaro ha detto...

Le prime due citazioni le "sento" vere, le altre due manco le capisco.
Prendere delle decisioni è stancante. Ed è per questo che il cambiamento è sempre vissuto con grande paura: cambiare significa prendere delle decisioni diverse a cui non siamo abituati (come cambiare dieta comporta decisioni differenti al supermercato, ad esempio). Ma a livello energetico, non prendere una decisione comporta un dispendio maggiore: è corretto analizzare una questione prima di decidere come risolverla, ma ritardare la decisione fa consumare energia in continua e ripetuta analisi. Il famoso tarlo che scava e scava e scava e scava. Quanto sia problematico il non prendere una decisione lo si può osservare negli accumulatori patologici. Tempo fa c'erano dei documentati su Real Time (ma penso ci saranno ancora, su altri canali simili) dove lo psicologo che affiancava queste persone spiegava che il problema è che non riescono a decidere se tenere o buttare le cose, rifiuti compresi. E' la decisione che li fa stare male, non la separazione. Quando poi si trovano la casa ordinata e pulita, sono contenti. Ma il problema è cominciare a scegliere cosa buttare per fare spazio. E trovano le scuse più incredibili per non scegliere.
La storia che Mark Zuckemberg, ceo di Facebook, mette sempre la stessa maglietta (o meglio, diverse magliette -pulite!- tutte uguali :D ) per non dover perdere tempo a scegliere, non è una bufala: https://www.ilpost.it/2014/11/08/mark-zuckerberg-maglietta/
Però ci sono decisioni che giustamente richiedono la nostra attenzione, ma ce ne sono altre che dovrebbero essere compiute con maggior leggerezza. Una maglietta è una maglietta, basta che sia pulita!
Io vedo attorno a me gli effetti dell'indecisione, effetti economici. Ci sono persone che conosco che per non decidere scialacquano inutilmente denaro: per non cambiare operatore telefonico pagano di più, per non chiamare l'idraulico e aggiustare una perdita d'acqua si trovano con bollette astronomiche, per non rottamare un'auto che non si muove più ma li obbliga a bollo e assicurazione. E in genere dietro a questi "blocchi" c'è ben altro. Conosco addirittura una persona che ha perso 100 mila euro per aver tardato a vendere una casa, lasciandola chiusa e disabitata (e quindi in rovina) per 15 anni... incapace di decidere.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Ho seguito spesso quelle trasmissioni su Real time sugli accumulatori seriali, gente molto malata che non riesce più a vivere (perché quando accumuli oggetti e rifiuti fino a non poter più entrare in casa, a parte la sporcizia che si accumula la sotto, non puoi più vivere...). Però, senza arrivare a questi eccessi, ci sono persone che non decidono mai nulla e restano fermi in un limbo sospesi per sempre. Una mia amica è rimasta in una fase adolescenziale eterna, vive ancora con i suoi genitori ed è fidanzata da 30 anni con lo stesso ragazzo (qualche problema deve averlo anche lui) ma lei dice che non se la sente di lasciare i suoi genitori (che ormai hanno 90 anni e lei ne ha 54)... So che l'abbigliamento di Zuckemberg è una scelta precisa (sembra fosse lo stesso per Steve Jobs) infatti seguire la moda, comprare vestiti nuovi richiede tempo, oltre che soldi, e richiede anche prendere delle decisioni.

Cristina M. Cavaliere ha detto...

A me piace moltissimo la seconda: "Dietro ogni impresa di successo c'è qualcuno che ha preso una decisione coraggiosa. Peter Ferdinand Drucker" Se ci pensi anche i grandi artisti o i grandi scrittori hanno operato delle scelte di rottura rispetto alla tradizione, che spesso hanno suscitato scandalo e riprovazione nei perbenisti.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Le scelte di rottura sono sempre quelle che hanno determinato importanti rivoluzioni, chi le fa spesso sopporta le maggiori sofferenze senza sapere prima a cosa lo porterà, è per questo che serve davvero un gran coraggio.