sabato 1 agosto 2020

In me sto bene

In me sto bene come il mare in un bicchiere.
Ma se sono confinato in questo calice 
Qualcuno mi può bere
(Vittorio Varano)



Questi versi sono citati da Chiara Gamberale nel suo ultimo romanzo Come il mare in un bicchiere.
Stare "come il mare in un bicchiere" vuol dire non stare bene affatto, è quella sensazione di essere troppo concentrati sui propri pensieri che diventano ossessioni e paure opprimenti. Per molti è così, la Gamberale ragiona sul modo di dire "essere fuori di testa" asserendo che è una frase non del tutto calzante perché spesso chi è "fuori di testa" in realtà la testa ce l'ha dentro, ben compressa e oppressa dai propri pensieri.

In questo libro (che vorrei leggere ma non ho ancora comprato) la protagonista e alcuni amici piuttosto "dentro di testa" come lei, quando scoppia la pandemia scopreno una strana verità, sono chiusi in casa ma, tutto sommato, stanno bene, anzi stanno proprio meglio, perché, al contrario della maggioranza che si ritrova disorientata, si sentono rassicurati. 
L'autrice ha raccontato questa sua sensazione che poi ha dato vita al libro, in un'intervista televisiva di qualche tempo fa e io, ovviamente, ho preso nota del titolo attratta da questa presentazione in quanto mi sono subito riconosciuta.
Anch'io chiusa in casa (a parte il disagio del lavoro che ho dovuto organizzare in smart working, in presenza, in emergenza ecc) sono stata abbastanza bene, anzi mi sono sentita addirittura sollevata.
Sentire la vita di tutti i giorni come una grande fatica, sentire spesso i rapporti umani come un macigno (salvo alcune eccezioni), vedere gli altri soprattutto come sanguisughe di energie che prendono senza mai dare, vedere la propria vita sgusciare via in attività pesanti e inutili di cui cominci a perdere del tutto il senso, era diventato per me quasi insostenibile.
Poco prima che scoppiasse la pandemia ero sull'orlo di una crisi di nervi, lo ero da molto tempo, ma a febbraio ero arrivata al limite. 
Poi è arrivata la chiusura e, dopo il primo momento di disorientamento, mi sono sentita sollevata, più leggera, la mia casa era il mio regno, nessuno poteva entrare e io non potevo uscirne, salvo esigenze urgenti di lavoro o spesa alimentare. 
Nonostante non abbia mai smesso di lavorare, il mio tempo si è ampliato, libero da tutte le inutili incombenze di cui non sentivo l'esigenza, obblighi familiari e sociali che mi soffocavano.
Mentre tutti si lamentavano di non poter uscire io pensavo: Ah che sollievo! Sono libera di non decidere e di non fare. Non si può, c'è il lockdown!
L'isolamento mi ha fatto capire meglio una parte di me, sono un eremita, la distanza dagli altri non mi dispiace affatto.
Ovviamente mi dispiaceva e mi preoccupava la situazione medica ed economica del paese, degli amici e di tutti coloro che non potevano lavorare, questo sì, e ogni tanto mi sarebbe piaciuto fare una passeggiata all'aria aperta, non lo nego, ma per il resto sono stata bene. 
Ora però siamo tornati in piena attività, tutti corrono fuori ad assembrarsi, nonostante i divieti e io ogni tanto rimpiango il silenzio di quei due mesi.
Spero che le attività economiche riprendano in pieno regime, ma mi auguro una ripresa che tenga conto di ritmi più umani (anche se non mi sembra affatto che stia andando così).
In ogni caso io ho preso alcune decisioni. Rallenterò con la scrittura perchè ho bisogno di ritrovare i miei spazi di vita, in questi anni ho scritto parecchio e forse posso anche permettermi di rallentare.

Che cosa farò nei prossimi mesi?

Oltre al riposo dalla scrittura, per ora ho voglia solo di leggere, poi farò l'imprenditrice di me stessa promuovendo i miei libri, molti comprano quando ci sono le promozioni, ma anche le promo vanno seguite perché diano risultati, come per esempio le promo su facebook e Instagram, magari proverò a studiare come fare le promozioni su Amazon.
Ho anche alcuni progetti in corso, il mio thriller psicologico l'ho inviato a una casa editrice (una soltanto, ho studiato le sue pubblicazioni e forse potrebbe essere interessata a quello che scrivo), in un momento in cui tutti sconsigliavano di mandare proposte alle case editrici perchè non sarebbero state interessate, perchè c'è la crisi ora più che mai, io ho fatto di testa mia, avevo deciso di farlo e così, dopo avere tentennato un pò, ho seguito il mio istinto. 
 
In ogni caso, se non dovesse andare, ho anche altri progetti in serbo per quel romanzo e, male che vada, me lo pubblico da sola...tra un anno. Avrei addirittura il tempo di preparare con calma la sua pubblicazione.

Poi ci sono i progetti di vita personali, sto meditando su alcuni cambiamenti che vorrei realizzare, piccoli e grandi progetti che forse non si concretizzeranno, ma voglio almeno darmi il tempo di esaminarli e valutarli per decidere se sono realmente importanti.

E siamo già arrivati ad Agosto, un'estate di cui non mi sono quasi accorta, a parte il caldo, dato che non ho fatto vacanze e ho sempre lavorato. 
Qui a Bologna è scoppiato il caldo torrido, come in molte altre città italiane e io sto bene solo chiusa in casa con l'aria condizionata, l'altra sera sono uscita e non si respirava, io più che stare come il mare in un bicchiere preferisco la prima frase, in me sto bene e basta.

Buon inizio di agosto!





24 commenti:

Marco Freccero ha detto...

Io ho ripreso i banner su Facebook, per quanto riguarda Amazon: devo trovare il tempo per studiare la faccenda per bene. In bocca al lupo per tutto!

Giulia Lu Mancini ha detto...

Grazie viva il lupo! Io ho scaricato una specie di logo di Amazon per il concorso letterario, devo capire come usarlo...

Sandra ha detto...

Non amo Chiara Gamberale di cui ho letto un solo romanzo trovandolo pessimo e detesto questa corsa alla scrittura di romanzi covid. Detto ciò c'è una Italia assembrata e un'altra che ha fatto tesoro del periodo di isolamento. Buon agosto, Giulia anche qui a Milano si soffoca

Ariano Geta ha detto...

Sono felice che per te il lockdown sia stato liberatorio. Io sono abbastanza asociale, però l'ho vissuto male perché mi ha fatto scoprire che forse il mio regime esistenziale è arrivato al capolinea... Dovrò cambiare qualcosa nei prossimi mesi...

Giulia Lu Mancini ha detto...

Chiara Gamberale non piace a tutti, io ho letto alcuni suoi libri, poi mi sono fermata però mi ritrovo in molte sue considerazioni (che libro hai letto di lei, sono curiosa)...Milano e Bologna sono in piena pianura padana e il caldo in queste città che pure amo tanto è davvero insopportabile, ricordo ancora un fine luglio di alcuni anni fa, venimmo a vedere un concerto di Ligabue a San Siro, passammo due giorni in giro per la città sciolti dal caldo.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Liberatorio un po' ma adesso ci risiamo, forse anch'io dovrò cambiare qualcosa nei prossimi mesi...

Sandra ha detto...

La pianura padana è il posto peggiore d'Europa x il.clima. Ho letto Per 10 minuti.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Ah l'ho letto anch'io, è un libro strano in effetti.

Barbara Businaro ha detto...

Ecco, la cosa strana è che la frase "il mare in un bicchiere" a me porta sensazioni positive. Il mare lo adoro e metterlo in un bicchiere significa poterselo portare dietro ovunque, un concentrato di mare sempre con te. Come quelle candele di cera trasparente con dentro sabbia blu e le conchiglie incastonate.
Però anch'io come te posso dire che "in me sto bene". Ho realizzato talmente tanto in questo lockdown che non so come sarà tornare a livelli normali, probabilmente anch'io dovrò scegliere di modificare la routine, non tornerò alla precedente. Forse mi manca lo shopping (dovrei andare a prendere dell'abbigliamento sportivo, ma l'ultima volta che mi sono avvicinata al negozio c'erano persone senza mascherina, e sinceramente non mi va di rischiare per un acquisto non urgente - ci rimette il commercio, mi spiace per loro, ma devono imparare a far rispettare le norme) ma ho anche visto che prima perdevo tempo ad aiutare persone che non meritavano il mio tempo. Classica gente del "non ho tempo per leggere" che poi invece passa le ore dietro alle vignette sui social o i video su TikTok. Scelte, per carità, ma allora adesso scelgo anch'io. ;)

Giulia Lu Mancini ha detto...

Anch'io penso al mare in un bicchiere come una sensazione positiva, però se ci pensi il mare in un bicchiere ci sta stretto...comunque a parte questa sensazione concordo con te sull'importanza di fare scelte oculate per se stessi e, magari, un po' egoistiche anche perché se stai a seguire le esigenze di tutti sono proprio le tue che restano indietro ;)

Lisa Agosti ha detto...

Stare bene nella propria pelle è come sentirsi sempre a casa. Chi non si accetta o chi ha bisogno degli altri per sentirsi sicuro o felice sarà sempre costretto a rincorrere qualcuno. Mi fa piacere che tu ti conosca un po' meglio e spero che potrai tenerti un angolo di "me" dovunque andrai, lockdown o no.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Sto bene con me stessa, purtroppo spesso sono gli altri a mettere a dura prova il mio "star bene". Il problema è che ci sono cose di cui non sentiamo affatto l'esigenza, ma questo può apparire strano ai più. Ebbene meglio sentirsi strani e soddisfatti piuttosto che andare contro se stessi e sentirsi soffocare...

Maria Teresa Steri ha detto...

Bella la frase "mare in un bicchiere". Comunque ti capisco al 100%, stare bene con se stessi è importante e significa che non si ha bisogno di ricercare impressioni all'esterno di mille tipi. E' una cosa positiva ma ha i suoi risvolti negativi, perché è il mondo esterno che a volte "ci viene addosso". Penso comunque che il lockdown abbia portato a molti una nuova consapevolezza di sé.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Io corro il rischio di isolarmi troppo dagli altri con cui non sempre ho un buon feeling, a parte il mio compagno con cui sono molto in sintonia. È vero a volte il mondo "ci viene addosso" e ci invade soffocandoci...

Grazia Gironella ha detto...

Mi riconosco molto in quello che dici sul periodo di clausura forzata. Io sono stata bene, complice il fatto di vivere in campagna; semmai corro il rischio di diventare più eremita di quello che già sono! Sono contenta che questa strana pausa ti abbia dato il modo di fare germogliare i semi di cambiamento che avevi già in circolo. :)

Giulia Lu Mancini ha detto...

Ecco, gli spazi aperti mi sono mancati e avrei voluto vivere in una casa con almeno un balcone. Vorrei cambiare qualcosa nella mia vita, ma tra il dire e il fare, come si dice, c'è di mezzo il mare, quindi incrocio le dita...

Monica ha detto...

Che bel post, Giulia. Chiaro, sincero e trasparente. <3

Giulia Lu Mancini ha detto...

Grazie per l'apprezzamento Monica 😀

Sara Sara ha detto...

Ciao! Sono una tua nuova iscritta!:)
Piacerebbe anche a me leggere il nuovo libro di Chiara Gamberale, sembra molto bello! :)

Giulia Lu Mancini ha detto...

Ciao Sara, benvenuta nel mio blog! Ho letto solo l'estratto, per ora, mi sembra si legga molto bene :)

giorgio giorgi ha detto...

Al lockdown ciascuno ha reagito secondo la propria personalità. Io sono stato bene. Ho anche scoperto che potevo fare delle sedute coi miei pazienti via Skype, cosa che ritenevo assurda, invece ho scoperto che può funzionare benissimo perché i sentimenti passano anche attraverso lo schermo. Come ho già scritto in un post, se non ci fosse stato 'sto virus, come avremmo potuto avere l'occasione di scendere dalla ruota del criceto è fermarci un attimo?

Giulia Lu Mancini ha detto...

Ciao Giorgio, benvenuto nel mio blog, io trovo liberatorio anche il distanziamento sociale, con alcune persone è stato perfino un sollievo. Molte attività si possono fare benissimo anche attraverso uno schermo, l'unico problema può essere abusare anche di questo e tornare alla corsa stile criceto sotto altre forme.

Cristina M. Cavaliere ha detto...

Non ho mai letto niente di Chiara Gamberale, ma la frase citata mi piace molto. La quarantena e l'isolamento ci hanno costretti a riorganizzare la vita e a rivedere le proprie priorità, a me ha fatto molto riflettere il senso di precarietà dell'esistenza. In fondo ci crediamo onnipotenti ed eterni, ma non è così. Il mio tempo si è contratto e si è dilatato insieme, è stato davvero strano, come a sfidare le leggi della fisica; sul resto ho cercato di riadattare e rivedere i miei progetti, cercando di tenere salda la barra del timone.
Anch'io non sono andata via, mi sono concessa due settimane di stacco e alcune gite fuori porta. Sono stata molto bene anche così, perché da noi il clima era fantastico.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Ho letto diversi libri di Chiara Gamberale, sono "diversi" nel senso che, più che un romanzo, ogni volta mi sembra di leggere un diario. È un autrice che non piace a tutti, a me non dispiace, mi ritrovo spesso nelle sue considerazioni.
Siamo precari e non invincibili, questo ci ha mostrato la pandemia, però l'uomo è un animale con un grande spirito di adattamento. Le gite fuori porta possono essere molto ristoratrici...