venerdì 4 marzo 2022

A carnevale ogni scherzo vale

Nel periodo d’oro del mio lavoro il carnevale era un’occasione per festeggiare simpaticamente insieme ad alcuni colleghi ai quali ero più legata. Oggi, già ben prima della pandemia, è diventato un momento dell’anno che passa del tutto inosservato, il Carnevale non lo festeggiamo più, ce lo siamo persi lungo la strada dei cambiamenti intorno a noi perché il tempo è diventato sempre più limitato, fagocitato da altre attività molto meno piacevoli. 

Ogni persona merita di tornare bambino una volta l’anno (Fabrizio  Caramaglia)

Inoltre una cosa che ho sempre desiderato e non sono mai riuscita a organizzare è la gita al carnevale di Venezia, ogni anno avevamo il proposito di andare a visitare Venezia durante il carnevale, visto che da Bologna era abbastanza semplice arrivarci in treno, l’idea era quella di andarci durante la settimana prendendoci un giorno di ferie per evitare la bolgia della domenica. Non sono mai riuscita a organizzarlo, né con i colleghi, né con amici o marito o nuovo compagno; non per mia volontà, solo che mettere insieme le esigenze di più persone per prendere un giorno di ferie comune era molto difficile. Così questo bel proposito è rimasto un vago desiderio nel tempo di cui ogni tanto si parlava ma non si organizzava mai. 


Ma torniamo a quello che invece facevamo tutti gli anni. È strano pensare al tempo in cui si poteva uscire la sera del martedì grasso e andare a un ballo in maschera, sembra l’età della pietra della mia vita, più o meno quindici anni fa... eravamo un gruppo di colleghi molto affiatati, della stessa età e un anno decidemmo di andare a ballare “vestiti da carnevale” in una discoteca della provincia di Bologna dove si organizzava la festa di carnevale, i nostri costumi erano improvvisati e fatti in casa, la parte divertente era proprio la programmazione della serata, perché cercavamo di organizzarci durante le giornate lavorative parlandone nelle pause del caffè o del pranzo per decidere il “tema” da seguire. 

Il tema era importante perché in base a quello si decidevano i costumi di ognuno, una volta avevamo pensato di vestirci da famiglia Addams, ricordate i personaggi vero? Per i più smemorati o distratti e riporto sotto la locandina del film più famoso. Il collega calvo poteva fare zio Festen, la collega magra con i lunghi capelli neri poteva essere Morticia, c’era chi era perfetta a interpretare “mercoledì”, anche il collega alto e ben piazzato poteva essere Lerch, ma alla fine non andò in porto, anche se ogni anno ripartiva la proposta.


Restammo comunque in tema di mostri e io mi vestii da vampira, misi un abito lungo nero con un mantello rosso, sembra incredibile ma avevo già tutto in casa, un vestito da sera di raso lucido comprato al mercato a poco prezzo, qualche mese prima, che mi era sembrato perfetto per un futuro utilizzo carnevalesco. Un’altra volta sfruttai i costumi di danza orientale, i colleghi maschi si vestirono da tuareg e predoni del deserto e le femmine da odalische e danzatrici del ventre. C’era perfino il collega che noleggiava il costume apposta per la festa non badando a spese. Quello che ci divertiva di più era ritrovarci davanti alla discoteca in costume, spesso improvvisato, e sbellicarci dalle risate; poi c’era sempre il collega outsider che vestiva fuori tema con quello che capitava, infine un collega che si vestiva da donna provocante, era piccolo di statura e con i lineamenti delicati, che dire, era quasi più bello come donna che come uomo. Il problema comune a tutti era che il giorno successivo eravamo degli zombie perché avevamo dormito pochissimo, ma l’adrenalina e l’energia della sera precedente ci manteneva svegli per tutto l’orario di lavoro. 

Questo periodo finì quando per alcuni colleghi arrivarono i figli piccoli, per altri arrivò un trasferimento in altre sedi dell’azienda, per altri qualche batosta della vita che mise da parte per sempre la voglia di scherzare. Poi il lavoro diventò sempre più fagocitante e senza orario, facendoci precipitare sempre più in un frullatore che per me dura ancora adesso e non accenna a rallentare. Questo ultimo martedì grasso, il primo marzo di un anno di (fine?) pandemia e di guerra, non ha proprio nulla del Carnevale allegro di una volta. Forse qualche bambino butterà i coriandoli per le strade a ricordarci questa festa, forse no. Non sono troppo nostalgica delle feste di carnevale, in fondo c’è un periodo per ogni cosa, ma ho nostalgia della leggerezza che le accompagnava, oltre che della possibilità di farle accadere. 

Se è vero che a carnevale ogni scherzo vale, a noi lo scherzo vero ce lo ha fatto la vita privandoci dei momenti leggeri un po’ goliardici del lavoro per lasciare il posto a una lista ingessata e corrosiva di doveri (alcuni perfino inutili o dannosi per il lavoro stesso). Oggi più che mai mi sembra di arrancare in un perenne mercoledì delle ceneri.


Fonti immagini: Pixabay e Google per la locandina del film 

22 commenti:

Ariano Geta ha detto...

Non sono mai stato granché amante del carnevale, però purtroppo è verissimo come dici tu che il fatto che la pandemia abbia "tolto di mezzo" anche le feste mascherate sia veramente una cosa in meno per tanti che si divertivano in queste occasioni. Un po' come i festival dei fumetti (in cui a volte mi sono mascherato, in quegli eventi sì) che sono stati cancellati per più di un anno e ora sono ripresi ma con mille precauzioni.
La sensazione di quaresima perenne ce la abbiamo in tanti, dobbiamo tenere botta e attendere un futuro migliore (non che prometta bene in questi giorni...)

Marco L. ha detto...

Del resto siamo in maschera (mascherina) da due anni...
Boh, io mi ricordo delle due feste di Carnevale ai tempi del liceo, quando facevo l'animatore in oratorio al sabato pomeriggio, una volta vestito da Cowboy, l'altra da Dylan Dog. Oratorio che orami non esiste nemmeno più, essendo stato demolito, con tutti i ricordi che aveva.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Anch’io non ho mai amato troppo il carnevale, però l’occasione di andare a ballare in maschera con il gruppo di colleghi simpatici era bellissima per me, ci divertivamo tanto, c’era un ottimo feeling tra di noi. Forse è quello che rimpiango di più, ma la vita va avanti e cambia non sempre in meglio. Anche questa guerra non rallegra di certo gli animi, speriamo bene...

Giulia Lu Mancini ha detto...

Che peccato che lo abbiano demolito, l’oratorio è una di quelle cose belle che aiutano i ragazzi a crescere, bella la maschera di Dylan Dog, l’indagatore dell’incubo. Purtroppo per ora abbiamo solo la mascherina anti Covid, chi l’avrebbe immaginato anni fa, non resta che sperare per il meglio data l’attuale situazione non rosea...passa proprio la voglia del carnevale

Sandra ha detto...

Amo il Carnevale. Andammo il sabato dell'apertura del Carnevale veneziano nel 2006, c'era confusione e da Milano allora non era cortissima in treno, però ne stra valse la pena. E pure noi, come te, abbiamo festeggiato coi colleghi due volte, due cene + discoteche (col rito ambrosiano noi concludiamo il sabato cioè oggi) tutti in maschera, lo ricordo volentieri. Ricordo tutti i carnevali passati da bimba e anche quelli dei miei nipoti bambini, con nostalgia, una parentesi felice e spensierata, ecco.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Da bambina non amavo molto il carnevale perché non riuscivo mai a “vestirmi” come volevo, i miei non avevano molti soldi e spenderli per un vestito di carnevale era considerato uno spreco. Anche da adulta non sempre riuscivo a goderne perché c’era sempre qualche questione lavorativa da gestire, però quel periodo era quasi uno stato di grazia...
Che bello che sei andata al carnevale di Venezia, avete fatto proprio bene!

Mr.Loto ha detto...

Magari a livello spirituale era necessario "scontare" la vita troppo godereccia che facevamo... chi può dirlo? Anche in questo momento un po' meno quieto e piacevole quello che conta è riuscire a trovare dentro di noi la serenità e, soprattutto, un po' di bellezza con la quale far rifiorire il mondo.
Un saluto.

Elena ha detto...

Ummamma, ma è carnevale! O è già passato! Mah. Non sono una grandissima ammiratrice di questa occorrenza, come avrai capito, ma mi è capitato di vederne molti. Il più bello, per la location, è stato quello di Viareggio. A Venezia ci andai in una giornata, le maschere sono meravigliose ma in effetti l'atmosfera è troppo triste e raffinata per i miei gusti... Però, concordo, una volta almeno nella vita bisogna andarci!
Invece mi ricordo i miei carnevali nel borgo, quelli in cui sfilavano carri alla bene e meglio ma fatti con tanta tanta cura da noi borghigiani. Il mio costume più riuscito? Sono due: un anno io e le mie amiche ci vestimmo da tre porcellini, con abiti fantastici rosa che stavano ben ampi e arrotondati (mia madre, una genia!). Ma quello più divertente era il mio travestimento da nonna un pò grassoccia. Rubai un abito di mia nonna, mi feci una specie di sottogonna che poteva contenere due cuscini da letto, indossai una maschera e lasciai che le mie gambette di merlo (traduzione libera dal piemontese) spiccassero sotto quella mole con le scarpe di nonna (orribili) messe la destra sulla sinistra e viceversa. Ridevano tutti. E ridevo io. Bellissimi ricordi. Per non parlare dei dolci...

Grazia Gironella ha detto...

Mi sento privilegiata per quanto riguarda il carnevale, che ho sempre detestato! Anzi, a dire il vero credo di non essermi mai divertita molto per le occasioni leggere. Non per niente dico a volte di essere nata vecchia... ma sono ringiovanita crescendo mio figlio. ;)

Giulia Lu Mancini ha detto...

Ciao Mr. Loto benvenuto nel mio blog,
certo è importante trovare la serenità dentro di noi, anche se pandemia e guerra potrebbero togliercela molto rapidamente.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Davvero divertenti i tuoi costumi i tre porcellini e la nonna, mi sembra di vederti!
Ecco anche al carnevale di Viareggio non ci sono mai stata, però dai si può vivere anche senza...Pensa che vicino Bologna c’è il bellissimo carnevale di Cento (provincia di Ferrara) gemellato con quello di Rio, se non sbaglio, fanno dei carri incredibili ma non sono andata neanche lì. Le serate con i colleghi-amici sono state le sole “carnevalate” che mi sono concessa, un breve periodo di leggerezza ormai svanito.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Beh anche io non sono una grande appassionata di maschere di carnevale, però le serate con i miei colleghi erano un pretesto piacevole per divertirci insieme. Sono passate ma sono felice di averle vissute.
Con i figli si torna bambini, è una delle cose belle della maternità, sotto questo aspetto l’ho vissuto con i nipoti...

Marina ha detto...

Io, invece, ho sempre detestato questa festa: a parte la mancanza di una vera tradizione, nella mia città, anche quando partecipavo al carnevale di Acireale e Sciacca (i più famosi in Sicilia) mi rimaneva addosso una tale inspiegabile sensazione di tristezza... Con gli amici ci si divertiva alle feste, ma non ho mai amato travestirmi o truccarmi: fin da bambina, il costume di carnevale mi faceva sentire in imbarazzo. A me li confezionava mio nonno: sono stata vestita da pierrot, ballerina spagnola, olandesina, indiana (i vestiti dei miei tempi) e invece ho un ricordo spassosissimo di un vestito da me creato da adulta, già fidanzata, quando a una festa mi sono presentata vestita da ape Maia, con tanto di pungiglione. Oggi, il Carnevale mi passa davanti del tutto inosservato!

Giulia Lu Mancini ha detto...

Il carnevale é una festa triste, sembra che la parola 'carnevale' derivi dal latino carnem levare ("eliminare la carne"), poiché indicava il banchetto che si teneva l'ultimo giorno di Carnevale (martedì grasso), subito prima del periodo di astinenza e digiuno della Quaresima, quindi è l’allegria prima della quaresima, per questo c’è un senso di tristezza, credo. Da bambina non mi vestivo mai, visto che c’erano pochi soldi, invidiavo un po’ mia cugina che aveva la mamma sarta e con qualche residuo di stoffa le confezionava sempre dei vestiti bellissimi. Comunque oggi anche per me il carnevale passa inosservato del resto, tra pandemia e guerra, abbiamo ben altro a cui pensare...

Caterina ha detto...

Anche se non mi è mai piaciuto mascherarmi, il Carnevale è una festa che mi ha sempre appassionato. Mi piaceva andare a vedere i carri che sfilavano per la città, i costumi che indossavano le persone, i dolci, le pietanze tipiche. Devo dire che mi manca, era come dici tu un periodo di leggerezza che ci faceva distrarre, divertire… ora le notizie brutte si susseguono una dopo l’altra senza sosta. Son due anni che il mondo è decisamente cambiato, in peggio purtroppo.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Questi ultimi anni sono stati un crescendo di cattive notizie, non c’è molto da stare allegri perché il mondo sembra sgretolarsi sotto i nostri occhi, il Carnevale con i suoi carri e le sue maschere, i suoi dolci tipici sembrano ormai un momento di festa remoto.
Voglio sperare in un suo ritorno, giuro che, se usciamo dall’incubo, vado a Venezia da sola.

Luz ha detto...

Sai che anch'io accarezzo da sempre l'idea di fare un paio di giorni nella Venezia del Carnevale, magari con tanto di maschera e travestimento di livello? Avevamo in mente, prima della pandemia, di fare un viaggio con le famiglie dei miei allievi di laboratorio e divertirci a fare qualcosa che ha molto a che vedere col teatro. Poi, come scrivi tu, gli eventi ci hanno tolto ogni spirito di organizzazione, rendendoci impossibile perfino pensarli certi progetti. Per non dire adesso di questa guerra in corso...

Giulia Lu Mancini ha detto...

Il carnevale di Venezia è una forma di teatro credo anch’io, per te e i tuoi allievi sarebbe bello, però mi sa che ora è un progetto poco realizzabile, non resta che aspettare tempi migliori, sperando che ci siano davvero...

Barbara Businaro ha detto...

E tu pensa che sono stata a Venezia sabato scorso, data fissata apposta per schivare il Carnevale! XD
Gli anni prima della pandemia ci sono stati non poco problemi per le troppe persone accorse a Venezia, tanto da arrivare all'accesso limitato. Non mi è mai piaciuta la ressa e comunque per me Venezia è più bella fuori dal caos del Carnevale, ma con i profumi della primavera (sabato era ancora freschetto, aria gelida dal mare).
Non ho mai potuto festeggiare la sera con i colleghi avendo sempre avuto colleghi da lontano (almeno 100 km se non più) e sempre in movimento. Per noi Carnevale era prendere la frittella invece della brioche, col caffè delle 10. Usanza persa con telelavoro prima e smart working poi. Quest'anno recuperata anche troppo... mi stanno mettendo all'ingrasso, accidenti!!
Adoro travestirmi e truccarmi, ma più in tema Halloween. L'ultimo festeggiamento in compagnia è stato in palestra prima del Covid, tutte con mascherina per la lezione. Io avevo una maschera argentata rigida traforata, simile a quella del film Cinquanta sfumature. Qualche foto, però in allenamento ce le siamo tolte. :)

Giulia Lu Mancini ha detto...

Ottimo, Venezia é sempre un bel viaggio da fare...
Io ci sono stata moltissime volte, ma mai per il carnevale, in effetti volevo andarci nel periodo del carnevale ma in un giorno feriale lontano da martedì grasso per evitare la folla. L’ultima volta che sono stata a Venezia è stato con le mie amiche epocali in un sabato di primavera pieno di sole, un anno prima della pandemia, ci siamo divertite moltissimo, forse posso accontentarmi...
I dolci di carnevale sono buonissimi, qui a Bologna ci sono le svrappole, buone ma con tante calorie...però ogni tanto ci vuole, anche perché dopo arriva la quaresima e quest’anno è più pesante che mai...

Cristina M. Cavaliere ha detto...

Sono stata molto fortunata perché da ragazza ero riuscita ad andare con una mia amica al Carnevale di Venezia. Per giunta eravamo vestite da dame del Quattrocento con due costumi bellissimi noleggiati per l'occasione. Lì ho scoperto quanto pesanti fossero da portare, e quanto difficili da gestire! Ci eravamo cambiate nei bagni della stazione, e poi avevamo girato tutto il giorno per le calli veneziane. Oltretutto avevo anche la macchina fotografica dietro, era stata una giornata indimenticabile.
Ho sempre amato vestirmi per Carnevale, fin da bambina.
Dove abito il comune ha organizzato un ritrovo in piazza per i bambini, ma in effetti quest'anno è passato tutto in sordina...

Giulia Lu Mancini ha detto...

Immagino che vi siate divertite molto vestite da dame del quattrocento in giro per Venezia, sono quei ricordi indelebili che restano piacevolmente impressi. È bello che tu abbia potuto assecondare il desiderio di mascherarti a Carnevale.