venerdì 14 aprile 2023

Ambientazioni da sogno in storie da incubo

Pensai a quanti luoghi ci sono nel mondo che appartengono così a qualcuno, che qualcuno ha nel sangue e nessun altro li sa. (Cesare Pavese)

Chi scrive sa quanto sia importante l’ambientazione in un romanzo, è un altro protagonista, anzi forse il primo protagonista del romanzo. È una riflessione nata guardando alcune fiction televisive dove l’ambientazione è ciò che ha catturato la mia attenzione prima di ogni altra cosa, nel senso che ho cominciato a vederle proprio perché restavo folgorata dai posti in cui la trama si svolgeva. Ho notato che negli anni i gialli televisivi, molte tratte da libri, si sono sempre più spostati in posti bellissimi, le ambientazioni cupe e nebbiose a cui eravamo solitamente abituati nei gialli o nei noir hanno lasciato il posto a splendidi contorni da sogno. Ve ne cito alcuni.

Delitti in paradiso: ambientato nelle piccole Antille (nell’isola immaginaria di Saint Mairie) questa fiction la guardavo distrattamente la domenica pomeriggio dopo pranzo, in quel periodo dei primi mesi estivi, quando le programmazioni ordinarie della tv terminavano e ci ritrovavamo con le repliche dei telefilm più disparati. La seguivo mentre lavavo i piatti e rigovernavo la cucina, quasi sempre mi incantavo a guardare le spiagge magnifiche e sognavo di essere lì almeno per un attimo. 

La descrizione di Wikipedia è la seguente: è una serie televisiva Franco-britannica prodotta dal 2011. Creata da Robert Thorogood, il suo schema narrativo di base è quello di un detective della polizia britannica che si trova, spesso suo malgrado, catapultato a svolgere il suo lavoro in un lontano paese caraibico. Al di là  degli aspetti più giallisti della trama, buona parte della narrazione gioca sul culture clash generato dall’incontro delle abitudini del tipico esponente della middle class inglese con lo stile di vita di una società post coloniale e non urbanizzata come quella caraibica. 

Tra l’altro il detective inglese quasi sempre (i protagonisti sono cambiati nel corso della serie) odia il caldo, la sabbia e il mare, insomma è arrivato nel posto giusto. È una serie piuttosto lunga arrivata alla dodicesima stagione e, per un certo periodo, era stata promossa anche alla prima serata di Rai quattro, in questa occasione avevo notato che la serie si era evoluta, con misteri più elaborati pur lasciando sempre il solito schema delle origini. Un giallo leggero ma piacevole da seguire. 


I delitti del barlume: ambientato nell’isola d’Elba, una sera di parecchi anni fa, mentre facevo un giro distratto sui canali tv resto colpita dal colore del mare di una fiction con Filippo Timi, attore che avevo apprezzato nel meraviglioso film “Come dio comanda” tratto dal romanzo di Niccoló Ammaniti, dove lui faceva la parte del cattivo. Inizio a guardare e mi accorgo che quel mare lo conosco e così cerco di capire dove sono state effettuate le riprese, il paese immaginario in cui si svolge la trama si chiama Pineta ed è in provincia di Pisa, sulla costa livornese, così seguo tutto il film poi cerco in rete senza trovare nulla (era la prima o la seconda stagione della serie, in un momento ancora di scarsa notorietà). Alla fine ho avuto la conferma che si trattasse dell’isola d’Elba e ho cominciato a seguire la fiction su la 8 cercando di beccare le repliche dei vari episodi. Ammetto che, dopo vari anni, mi sono appassionata alla serie coinvolgendo anche il mio compagno. Così ci siamo ritrovati a inseguire le riprese in quel di Pineta (che nella realtà è Marciana Marina splendido comune dell’isola d’Elba) dove un paio di volte ci siamo ritrovati proprio nel periodo giusto.

Foto “rubata” dal set nella piazzetta di Marciana Marina 

La serie de I delitti del BarLume è tratta dai romanzi di Marco Malvaldi, molto liberamente devo dire, avendo letto un paio di romanzi dell’autore e aver trovato molte differenze; questo può essere un vantaggio perché anche se leggi il romanzo puoi tranquillamente vedere la fiction senza problemi. A differenza di altri casi in cui la sceneggiatura della fiction è del tutto fedele ai romanzi (come avviene per I bastardi di Pizzofalcone di Maurizio De Giovanni, lo dico con cognizione di causa avendo letto molti suoi romanzi e visto la serie). Lo schema della fiction del BarLume richiama lo stile del film “Amici miei” di Mario Monicelli, infatti ci sono quattro vecchietti che passano le loro giornate al BarLume a giocare a briscola e a impicciarsi della vita del paese, ogni tanto organizzano degli scherzi feroci ai danni di qualche malcapitato, talvolta anche del barista Massimo Viviani, titolare del Bar, personaggio spigoloso e collerico, ma dotato di grande “intelligenza matematica”. Tuttavia quando avviene un omicidio nella tranquilla cittadina di Pineta, le loro congetture finiscono con l’intrecciarsi con le indagini della commissaria locale e, guarda caso, portano alla soluzione del caso. Sullo sfondo la vita della provincia toscana che sopravvive al consumismo turistico.


Le indagini di Lolita Lobosco: Il vicequestore Lolita Lobosco torna nella sua Bari per dirigere una squadra di soli uomini. È liberamente ispirata all’omonima serie di romanzi di Gabriella Genisi. É ambientata a Bari, ma nella fiction possiamo ammirare non solo il lungomare della città ma anche le spiagge dei suoi dintorni, ora per una come me di origini pugliesi, una fiction di successo ambientata in Puglia fa molta invidia lo ammetto, ma perché non ci ho pensato io? Perché io non vivo a Bari ma a Bologna e poi se fossi vissuta a Bari sarebbe stato lo stesso...

Comunque nei miei viaggi in Puglia ho visto dei posti meravigliosi, tra Bari e il Salento ci sono dei luoghi perfetti per le ambientazioni da romanzo, tanto che Luca Bianchini di Torino, dopo un viaggio a Polignano a mare, ha deciso di ambientarci parecchi romanzi con la sue storie romantiche e gialle (Io che amo solo te, La cena di Natale di Io che amo solo te, Baci da Polignano, Le mogli hanno sempre ragione).

Una mia foto di Polignano 


Uno splendido angolo del centro storico di Polignano 


L’abbinamento di storie gialle con panorami mozzafiato rende tutto molto più accattivante, soprattutto quando c’è la trasposizione cinematografica o televisiva che permette di godere degli scenari descritti nel romanzo. Insomma dopo migliaia di storie ambientate nelle metropoli come New York, Roma e Milano o in cittadine suggestive da nebbia in val padana si è passati ad ambientazioni più colorate, perché é questo che sovrasta la storia: il colore, l’azzurro del cielo del mare e il verde della natura. Ci sono fiction che decido di guardare solo per l’ambientazione, per sognare di essere al mare, la difficoltà investigativa è quindi superare il desiderio di andare in spiaggia. Come fanno quei poveri detective a non poter godere mai della bellezza che li circonda? Sempre troppo impegnati nelle loro indagini complicate, con la consolazione però di correre in spiaggia a godersi la bellezza alla fine delle indagini. 

Cosa ne pensate di queste storie gialle con tinte meno noir e più azzurre? Avete altre fiction o romanzi di questo genere da segnalare?

Fonti immagini: la prima foto è presa da Pixabay 

25 commenti:

Franco Battaglia ha detto...

Per forza penso a Montalbano, la sua casa in Sicilia l'ho vista anche "di persona personalmente", o a Petra e agli splendidi angoli di Genova, o a Rocco Schiavone e la cupa Aosta.. del Barlume ero un fan.. poi ha sbragato decisamente diventando una roba troppo distante dal Malvaldi che amo, Lobosco offre gialli davvero puerili..ti passa la voglia di goderti il panorama.. come film ultimamente Ticket to Paradise, con Clooney e la Roberts, ha fornito uno squarcio talmente fascinoso di Bali da riuscire a far piacere anche il film.. ;)

Sandra ha detto...

Assolutamente Montalbano!

Ariano Geta ha detto...

Come sai non sono un appassionato di gialli, quindi sullo specifico posso essere poco di aiuto.
Però posso citare un autore di cui ho letto diversi romanzi, che pur avendo come protagonista un detective e pur essendo incentrati su dei crimini in cerca di soluzione, spesso restano irrisolti, oppure il "colpevole" è ben altro da quel che ci si attendeva.
Mi riferisco al detective Pepe Carvalho creato dallo scrittore Manuel Vazquez Montalban, le cui storie sono quasi sempre ambientate a Barcellona.
Posso dire che la trama che si disperde a illustrare il sottobosco della capitale catalana è ciò che mi faceva piacere i suoi romanzi. L'ambientazione barcellonese è il punto forte della narrazione.

Giulia Lu Mancini ha detto...

@Franco Battaglia: caspita Montalbano me l’ero dimenticato, forse perché a forza di repliche ormai conosco le puntate a memoria, per questo motivo da circa due anni ho smesso di guardarlo, anche se il panorama del mare siciliano è sempre uno spettacolo, tu che hai visto la sua casa “di persona personalmente” lo puoi confermare.
Il BarLume fiction è distante dai romanzi di Malvaldi, immagino che serva per movimentare la sceneggiatura, soprattutto dopo tante puntate.
Ticket to paradise mi piacerebbe vederlo, cerco di recuperarlo.
Seguo anch’io Rocco Schiavone, mi piace molto anche se è un genere molto più amaro.

Giulia Lu Mancini ha detto...

@Sandra: Montalbano è sul podio ormai Sandra, l’ho adorato per anni, ora però a ogni nuova replica mi tocca cambiare canale per non arrivare a odiarlo.

Giulia Lu Mancini ha detto...

@Ariano: prendo nota del tuo scrittore catalano caro Ariano, Barcellona è una città che adoro (ci sono stata cinque volte e mi piacerebbe tornarci ancora anche se non credo succederà...) intanto posso farci un viaggio con Montalban 😀

Elena ha detto...

Ciao Giulia, non guardo questo tipo di serie poliziesche anche se da ragazzina ero innamorata de "La Signora in Giallo" e di "Colombo". A mio avviso sono ancora buoni da guardare oggi perché sorte di archetipi di questo tipo di fiction televisiva che invece nelle nuove serie mi annoia perché ripete schemi riconoscibilissimi.
Ma sulle ambientazioni sono d'accordo con te: quanto ho sognato sulla nave di "Love boat", sempre alla ricerca di nuovi lidi e inn mezzo a un mare di cui sono follemente innamorata. Vedi come sono retrò? :D

Brunilde ha detto...

Inizio anni '90, dai romanzi di Loriano Macchiavelli venne tratta la serie de L'ispettore Sarti, interpretato da uno stralunato Gianni Cavina. L'ambientazione era assolutamente esotica: la mia Bologna! Una Bologna reale, con da cartolina, le strade e i portici dove la gente vive, lavora, passa, si incontra e si ferma a parlare.
Poi, distanza di anni, il primo film " Diabolik " con Luca Marinelli e una strepitosa Miriam Leone ha proposto immagini notturne di una Bologna diversa, non il centro storico con le piazze e i vicoli medioevali ma le strade e le piazze più ampie, moderne, con immagini quasi americane, di grande fascino.
Certo, non c'è il mare azzurro, mancano le palme, ma la suggestione è fortissima.
..per caso si intuisce che sono innamorata della mia città?
Da ultimo: Ticket to paradise è un fake, non è girato a Bali, perchè a Bali non ci sono quelle spiagge tropicali. Mi sono incuriosita e ho verificato:è girato in Australia, nel Queensland: ci hanno fregato!!!

Giulia Lu Mancini ha detto...

@Elena: Colombo e La signora in giallo sono dei classici intramontabili, ogni tanto se capita mi guardo ancora qualche replica. Le nuove serie con trama gialla le guardo con l’interesse di chi ambisce scrivere le stesse storie, amo molto le storie tratte dai libri di Maurizio De Giovanni e Rocco Schiavone tratto dai romanzi di Manzini. Love Boat lo guardavo ogni tanto anch’io...

Giulia Lu Mancini ha detto...

@Brunilde: cara Brunilde io adoravo l’ispettore Sarti interpretato da Gianni Cavina, ho visto tutte le puntate e qualche anno fa ho rivisto anche alcune puntante in replica su Rai quattro, solo che le facevano di notte infatti le ho riviste nei miei momenti di insonnia, ci ho scritto anche un post tempo fa (se recupero il link lo metto in un commento).
Io adoro le fiction ambientate a Bologna (guardo sempre anche Coliandro dei Manetti and Bros sceneggiatura di Lucarelli) anch’io adoro Bologna, non ci sono nata ma l’ho scelta e ci vivo ormai da 40 anni.
Pensa che ho appena visto il film su NOW ticket to paradise, non è Bali ma l’Australia? Poco male non ci andrò comunque, troppo lontane e troppe ore di volo per aver voglia di affrontare il viaggio (oltre che la spesa).

Giulia Lu Mancini ha detto...

@Brunilde: ho ritrovato il link del mio post in cui parlavo della serie ambientata a Bologna con Gianni Caviana http://liberamentegiulia.blogspot.com/2019/09/il-mondo-narrativo.html

Barbara Businaro ha detto...

No, dico, e Magnum P.I.?! Adoravo (e se lo fanno, me lo riguardo) Magnum e la sua Ferrari, investigatore privato in un posto proprio brutto, le Hawaii!! A scrocco sia di auto che di villa da tale Robin Masters, scrittore di romanzi gialli, e sempre a litigare col maggiordomo Higgins. Hanno anche cercato di farne un reboot nel 2018 (rigirare una serie ai nostri giorni, mantenendo la trama ma aggiornando l'ambientazione), ma è stata accolta malissimo.

Per il resto, anch'io come te sono stata colpita al cuore dalle spiagge e dal mare de I delitti del BarLume, e sono stata a Marciana Marina, ma in luglio il bar era chiuso e vuoto. Ho seguito su La8 tutti gli episodi, spesso li riguardo e ci colgo anche dettagli che magari avevo perso. Non ho ancora letto un romanzo, ma fatalità mi è appena arrivato proprio La briscola in cinque di Marco Malvaldi, recuperato su Libraccio, per curiosità. Adoro lo "schema" di Amici Miei (altro bestseller televisivo che guardavo da ragazzina con mio padre, ho sempre riso fino alle lacrime alla scene degli schiaffoni al treno in partenza!!!) e devo dire che non mi dispiace nemmeno il nuovo personaggio di Corrado Guzzanti, l'assicuratore veneto spilorcio. Mi fa morire!! Assomiglia a un paio di persone che conosco!! :D :D :D

E poi mi viene in mente la serie Carabinieri, mi pare dei primi duemila, sette stagioni con diversi attori, ambientate nella bellissima Città della Pieve. Non ci sono ancora mai stata, ma i paesaggi erano davvero spettacolari, tra un inseguimento e l'altro.

Marco L. ha detto...

Strano che tu non abbia anche citato Montalbano, perfettamente in linea...
Delitti in Paradiso la conosco, qualche volta l'ho guardicchiata.
I Delitti del BarLume c'è stato un momento in cui volevo iniziare a guardarla, ma in quel periodo la TV non non mi prendeva il canale... poi ho visto che è solo ispirata ai racconti di Malvaldi (che ho letto tutti) e che differisce moltissimo, e ho preferito lasciare stare.
Lolita Lobosco non so i romanzi o la serie, però sbagliatissima già dal promo pubblicitario, che me ne scoraggiava da subito la visione.
Altri gialli in ambientazione al mare sono quelli di Makari di Savatteri, ne ho letto qualcuno, però li trovo davvero ripetitivamente insopportabili.

Giulia Lu Mancini ha detto...

@Barbara: Magnum PI non riuscivo a vederlo, credo che in quel periodo non coincidesse molto con i miei orari di studio, forse qualche puntata mi è capitato di vederla ma non ricordo granché, certo le Hawai immagino i panorami mozzafiato.
Ricordo il tuo post sull’isola d’Elba con la tua foto vicina al cartello di Marciana Marina, La briscola in cinque è il primo romanzo della serie di Marco Malvaldi, quindi quel romanzo casca proprio bene come inizio di lettura. La serie Carabinieri ambientata a Città della Pieve la guardavo anch’io ma non riuscivo sempre a seguirla.

Giulia Lu Mancini ha detto...

@Marco Lazzara: non so perché mi sono dimenticata di Montalbano, direi che è la fiction ambientata in luoghi meravigliosi per eccellenza, conosco le puntate quasi a memoria, avendo visto più volte le repliche. Montalbano è una fiction che racchiude non solo una natura molto bella ma tutto un mondo particolare che è quello della Sicilia e dei suoi abitanti, con usi e costumi e modi di dire e fare.
Avevo dimenticato Makari, ho guardato la fiction ma non ho letto nessun romanzo, per certi versi - vista l’ambientazione siciliana- mi ricorda un po’ Montalbano.

Caterina ha detto...

Le conosco tutte ma non le guardo. Mi appassiono poco alle serie televisive, soprattutto di gialli o polizieschi, preferisco di gran lunga i film. Ho visto qualche puntata di Montalbano e in effetti hai ragione sul fatto che l'ambientazione sia cambiata, prevale l'azzurro, la bellezza del paesaggio. Sicuramente è meglio per lo spettatore, la signora in giallo e il commissario Maigret mi angosciavano un po', forse è per questo che continuo a guardare poco questo tipo di serie, forse a causa di quelle ambientazioni cupe, grigie.

Giulia Lu Mancini ha detto...

@Caterina: mi sono accorta che non ho citato diverse serie ma si vede che ce ne sono molte, per esempio c’è Imma Tataranni sostituto procuratore, ambientato a Matera che trovo molto godibile, tratto dai romanzi di Mariolina Venezia di Matera appunto (Sarà che sono stata a Matera e ho visto il mare dei suoi dintorni che spacca il cuore ma mi piace moltissimo). I film sono un prodotto di svago più completo con un inizio e una fine, una volta li preferivo anch’io, tuttavia ora mi piace affezionarmi a un personaggio e seguirne le vicende, si va un po’ a periodi...

Andrea Cabassi ha detto...

Anch'io ho subito pensato a Rocco Schiavone e la sua Aosta, rigorosamente in clarks!

Marina ha detto...

Beh certo, Montalbano in primis: anche se io non amo la fiction tratta dai libri (che non amo alla stessa maniera), onestamente l'ambientazione è unica e affascinante (poi, dillo a me che conosco bene quelle realtà e molti di quei posti). Non seguo molto le fiction, dunque non conosco quelle che hai citato, ma una me la ricordo: Macari. Lo sceneggiato era ambientato in uno dei posti più suggestivi del trapanese. Anche lì, non ho amato molto le storie, ma mi sono lasciata trascinare dalla bellezza dei paesaggi.

Giulia Lu Mancini ha detto...

@Andrea: sono una fan di Rocco Schiavone, ho letto anche il primo dei romanzi della serie e trovo che Antonio Manzini scriva molto bene. È una bella serie, struggente e malinconica.

Giulia Lu Mancini ha detto...

@Marina: Macari mostra dei paesaggi fantastici, il bello di queste fiction è che viene davvero voglia di andare a scoprire questi posti meravigliosi e italiani, viviamo nel “bel paese” in fondo...

Luz ha detto...

In Italia il filone è stato inaugurato da Montalbano, e se si pensa che la longeva serie è stata la fortuna di quei luoghi, trovo che sia straordinario. Fra quelli citati conosco Delitti in Paradiso di cui credo di aver visto le prime due o tre stagioni. Per intenderci fino a quando arriva il secondo detective. Non mi piace come hanno fatto uscire il primo, morto ammazzato, però mi è piaciuto molto di più il secondo, anche se il primo incarnava alla perfezione l'aplomb british. I delitti del Barlume mai visto, nemmeno Lolita Lobosco. Però ho seguito qualche puntata di Imma Tataranni, ambientata in bellissimi scorci di Matera.

Giulia Lu Mancini ha detto...

@Luz: sì credo che il primo sia stato proprio Montalbano (almeno per le fiction ambientate in posti di mare). Sai che sto cercando di recuperare le puntate di Delitti in paradiso su NOW visto che ho sempre visto solo puntate sparse e mai in sequenza, in effetti il primo detective che muore mi ha intristito, quelli successivi sono tutti un po’ particolari e meno british...

Cristina M. Cavaliere ha detto...

Ho letto anche le proposte degli altri commentatori, per cui mi limito a citare Fiori sopra l'inferno - I casi di Teresa Battaglia, si tratta di una serie di gialli di Ilaria Tuti di cui questo è stato tradotto come fiction tv. L'ambientazione sono le montagne del Friuli, per cui c'è comunque il contrasto tra le meravigliose montagne e l'efferatezza dei delitti. La regia è debole a mio avviso, e la sceneggiatura ogni tanto cala di tono, ma comunque è un buon prodotto.
"Delitti in paradiso" non lo conosco, invece ho letto tutti i gialli di Malvaldi, ma non mi è piaciuto come li hanno resi in televisione. Secondo me sono virati troppo sul grottesco, per esempio Massimo nei libri è un personaggio scombinato e angariato dai vecchietti, ma assolutamente geniale, mentre Filippo Timi, attore che apprezzo moltissimo, lo ha reso pressoché inguardabile a mio parere. Ho notato altre grosse differenze, va bene adattare ma qui hanno perso molto.

Giulia Lu Mancini ha detto...

@Cristina: ho letto tutti i romanzi di Ilaria Tuti delle serie di Teresa Battaglia, quindi ho seguito con molto interesse la fiction con Elena Sofia Ricci della tv che non mi è dispiaciuta, le montagne del Friuli sono indubbiamente un bellissimo scenario che però io amo guardare da lontano, non amo la neve né gli sport invernali. Riguardo i romanzi di Marco Malvaldi ne ho letti due e ho notato che sono diversi dalla fiction ma ti confesso che avendo seguito prima la fiction rispetto ai romanzi mi sono affezionata ai personaggi televisivi, poi in effetti sono un genere più umoristico. Per me comunque questa fiction ha un valore “sentimentale” perché piace molto al mio compagno e la guardiamo sempre insieme e insieme ci viene voglia di andare a scoprire degli angoli dell’isola d’Elba visti in tv...