venerdì 20 ottobre 2023

Anna mia

 

Molte persone entreranno e usciranno dalla tua vita, ma soltanto le vere amiche lasceranno impronte nel tuo cuore. (Eleanor Roosevelt)


Anna, Anna mia, Anna come l’allegria, Anna come un fiume quando è in piena, Anna come questa cantilena, Anna come il pane a cena…

È strano come la musica riaccenda i ricordi, è bastata questa canzone passata alla radio per scatenare una catena di emozioni perché i versi della canzone di Mimmo Cavallo sono l’immagine perfetta della mia vecchia amica Anna, una ragazza che conobbi all’inizio del secondo anno di università e con la quale cominciò un’amicizia che pensavo indissolubile

Anna era davvero una forza della natura, sempre in attività con qualche progetto nuovo, sempre positiva e ben disposta verso gli altri, un’esplosione di energia travolgente, un fiume in piena, come dice il ritornello della canzone, spesso le cantavo proprio questi versi e lei ogni volta scoppiava a ridere e mi diceva stupita tutte le volte: ma sai che hai una bella voce, sei molto intonata! Potresti fare la cantante. 

La incontrai davanti alla facoltà di Economia e non ricordo se fui io oppure lei a chiedere un’informazione su un corso di studi comune, ricordo che parlammo per circa mezz’ora e in quella mezz’ora davanti alla facoltà passarono alcune amiche che la salutarono e lei mi presentò come una sua nuova amica. Questa cosa a me sembrava incredibile, ma come, ci eravamo appena conosciute ed eravamo già amiche? Pensai che fosse un po’ eccentrica, ma Anna era così, aveva già deciso di adottarmi, mi chiese il numero di telefono e poi mi chiamò per invitarmi a uscire con il suo gruppo di amici bolognesi. Cominciammo a frequentarci a lezione in facoltà, ma anche fuori facoltà, ci trovavamo per studiare insieme in biblioteca oppure a casa sua, solo noi due ma anche con altri compagni di corso e quando non riuscivano a vederci ci sentivamo almeno per telefono per un saluto. 

Ho frequentato la sua compagnia per tutto il periodo dell’Università e poi anche dopo perché in quel gruppo conobbi il ragazzo con cui fui fidanzata (lo so è un termine antico ma mi viene così) per tre intensi anni. E quando la nostra storia finì fu sempre Anna che mi portò fuori tutte le sere per farmi dimenticare il dolore della fine di un amore. 

Si trattava di un gruppo di amici eterogeneo nel senso che la maggior parte di loro lavorava mentre io, Anna e altre tre amiche frequentavano insieme la facoltà di economia. Uscivamo insieme almeno due volte a settimana, di solito il giovedì e il sabato sera. Ogni tanto una nostra amica che aveva la casa in campagna organizzava una domenica all’aperto con tutto il gruppo ed era sempre una grande festa. Anna aveva un ragazzo che chiamerò Emilio con un nome di fantasia ed era il suo grande amore, ma la loro storia era un’altalena di alti e bassi e non per colpa di Emilio che era innamoratissimo di lei. Anche Anna era innamorata follemente di Emilio, ma forse non corrispondeva al ragazzo ideale che i suoi genitori avevano pensato per lei, perché Emilio non era laureato e faceva un lavoro modesto. Che poi non ho mai capito se fossero i suoi genitori a pretendere per lei un certo tipo di ragazzo oppure se fosse Anna ad avere questa idea fissa nella sua testa, perché i suoi li ho conosciuti e non mi hanno dato l’impressione di essere così legati alla forma. Enrico cambiò lavoro più volte, più per accontentare Anna che per una sua reale esigenza e forse alla fine lei fu contenta, ma qualcosa tra loro si incrinò e la loro storia finì, e so che non fu solo per la questione lavorativa. Emilio era un gran bel ragazzo, ma soprattutto era una persona di sani principi e con il gusto semplice della vita. Anna invece, a dispetto della sua apparente solarità, era una persona complicata, piena di paure e contraddizioni, che amava Emilio e - probabilmente - lo amava incondizionatamente, ma lo ha capito solo quando lo ha perso per sempre. 

Anna era di Forlì, ma era una studentessa fuori sede di lusso, infatti aveva una bellissima casa a Bologna, comprata apposta da suo padre e finemente ristrutturata, in cui avrebbe potuto vivere tranquillamente senza problemi. Una casa vissuta bene nel periodo universitario, quando passavamo le ore a studiare per preparare un esame insieme oppure quando diventava il punto di ritrovo per gli amici della compagnia. Dopo Emilio ci furono un paio di storie finite presto, finché Anna si fidanzò con un ragazzo di Forlì che era agli antipodi di Emilio, di buona famiglia, figlio di professori universitari, molto serio e dal carattere chiuso, diventato lui stesso professore universitario, forse perfetto per le aspettative del padre di Anna. Lei asseriva di amarlo alla follia ma gli occhi non le brillavano come quando mi parlava di Emilio, e anche lui - per il poco tempo che l’ho conosciuto - non mi sembrava particolarmente preso, ma forse era solo una persona molto riservata. 

E oggi ripenso a lei, ai suoi occhi azzurri e quel suo sorriso aperto e pieno di vita, quel suo modo di accogliere sempre tutti, quella sua solarità e quel suo entusiasmo, ma soprattutto ricordo l’affetto che aveva per me e la nostra amicizia. Per circa sette anni siamo state quasi inseparabili poi tutto é cambiato, Anna è cambiata, forse avvenne dopo la fine della storia con Emilio, in modo all’inizio quasi impercettibile, ma piano piano si é allontanata da tutti. Dopo la laurea ha iniziato a lavorare presso una grande azienda di Bologna e, pur avendo una casa di proprietà a Bologna, preferiva fare la pendolare e tornare a casa dei suoi ogni sera dopo il lavoro. Mi spiegò che sua madre una volta era stata male e non se la sentiva di passare la notte lontana dai suoi. 

Per circa un anno ci sentimmo tutte le sere per telefono e mi raccontava la sua giornata lavorativa, i suoi pensieri, i suoi desideri e progetti, ogni tanto traspariva nei suoi discorsi, senza ammetterlo mai chiaramente, il suo rimpianto per Emilio. Tuttavia ogni volta che le proponevo di vederci di persona, fosse solo per un aperitivo veloce subito dopo il lavoro, declinava l’invito perché doveva correre a prendere il treno. “Potresti fermarti a Bologna almeno una sera ogni tanto, magari organizziamo l’uscita anche con le altre ragazze” le proponevo, ma niente, per Anna era diventato impossibile fermarsi a Bologna oltre il tempo del lavoro. 

Con il vecchio gruppo di amici, per qualche anno ci siamo un po’ persi di vista, ma oggi vedo ancora con regolarità le amiche di allora e spesso ci ritroviamo tutti insieme nella stessa casa di campagna per fare una grigliata all’aperto assieme al resto del gruppo con i rispettivi consorti, compagni, fidanzati e figli, in una specie di grande compagnia allargata. Ho rivisto anche Emilio, per lui il tempo non sembra essere passato, ha solo qualche capello grigio ed è sempre bello come allora, ha una moglie e due figli ormai grandi e mi sembra felice. Ogni tanto chiedo di Anna alla mia amica che lavora nella stessa azienda ma anche lei fa fatica a vederla, capita in una grande azienda di non incontrarsi mai.

L’ultima volta che ho incontrato Anna di persona è stato per un caso fortuito, era l’inizio della primavera di non so quale anno ed ero a Milano Marittima a fare una passeggiata con colui che una volta era mio marito, lei era assieme al fidanzato perfetto che non ha mai sposato, ci salutammo con un abbraccio affettuoso, parlando per dieci minuti del più e del meno e poi ci facemmo una vaga promessa di risentirci presto, pur sapendo di mentire.

E oggi ascoltando le parole di questa canzone ripenso a lei e mi dico che, se è vera la frase di Eleanor Roosevelt, anche se non ci vediamo più, Anna ha comunque lasciato un’impronta nel mio cuore, e anche nella mia vita, in tutte le persone che sono ancora intorno a me.








17 commenti:

Caterina ha detto...

A volte ci capita di perdere le persone senza un perché. A me è capitato di perdere diversi amici, ma con una non ne ho mai capito il motivo. Sono passati tanti anni ormai e ogni tanto ancora ci penso. So solo che si è allontanata. Io non ho insistito più di tanto, forse. Eravamo amiche da piccole, però più crescevamo e più mi rendevo conto che eravamo diverse. Capisco che magari non si possa essere più amiche del cuore, ma sparire totalmente. Qualche volta l'ho rivista e ci ho anche parlato ma c'è sempre un distacco da parte sua e da parte mia non c'è nemmeno la volontà di capire il perché. Diciamo che mi basta la sua freddezza a spiegarmi il tutto.

Ariano Geta ha detto...

Se ripenso agli anni universitari, anch'io ho conosciuto tanta gente che poi ho perso di vista. Potrei dire che venivamo tutti da città diverse e Roma era solo un punto di incontro temporaneo, però c'erano anche alcuni miei concittadini a frequentare la mia facoltà, ma ho perso i contatti anche con loro...
Probabilmente io non sono mai stato portato per mantenere le amicizie, però in alcuni casi non ho avuto riscontri positivi quando ho provato a farlo, quindi forse è proprio una "ineluttabilità" che man mano le amicizie si perdono, il tempo che scorre le logora.
Però, per fortuna, in ogni momento se ne possono sempre fare di nuove.

Giulia Lu Mancini ha detto...

@Caterina: a volte le amicizie finiscono senza un vero motivo, quando diventa difficile comunque incontrarsi perché le vite prendono percorsi differenti. Nel tuo caso forse eravamo troppo diverse oppure, forse, la tua amica non provava una vera amicizia per te oppure provava invidia chissà, i meccanismi delle relazioni umane sono sempre complessi.
Credo che Anna sia stata vinta dalle sue paure e si sia chiusa in se stessa, forse la casa a Bologna non la sentiva più sua dopo quell’amore finito, tornare a Forlì ogni sera dopo il lavoro rappresentava per lei un modo per sentirsi al sicuro. È un’idea che mi sono fatta negli anni.

Davide CervelloBacato ha detto...

Ci sta. A volte, crescendo, si prendono strade diverse, si cambia e ci si allontana, quasi senza volerlo. Però nonostante questo è bello saper apprezzare il tempo passato assieme. Tu ovviamente non puoi sapere se lei sente lo stesso affetto, ma già quel che ti ha lasciato dentro è importante e prezioso.

Giulia Lu Mancini ha detto...

@Ariano: in effetti molte amicizie dei tempi dell’università sono state temporanee, alcuni amici con cui sembrava essersi creato un gran legame si sono persi nei percorsi della vita e ci sta. Nel tuo caso il fatto di vivere nella stessa città poteva essere un fattore di consolidamento, ma la vita spesso, per impegni diversi e situazioni contingenti, porta a non riuscire a frequentarsi, non è colpa di nessuno. Mantenere in vita un’amicizia comporta necessariamente un impegno che, però, non può essere solo da una parte. Per esempio con i miei amici della Puglia ogni volta che torno li chiamo per vederci e per farci almeno un saluto, ma anche loro si fanno in quattro per organizzare un paio di serate fuori quando ci sono io.
Stessa cosa con gli amici dell’Università di Bologna, ogni tanto ci sentiamo e organizziamo qualcosa insieme, anche se non é sempre facile e, con gli impegni di tutti, sta diventando sempre più raro ritrovarsi.

Giulia Lu Mancini ha detto...

@Davide: sì credo sia importante quello che Anna mi ha lasciato, tramite lei ho conosciuto delle persone ancora presenti nella mia vita, oltre al fatto di aver vissuto insieme un periodo molto importante di formazione, gli anni dell’Università e i primi anni di lavoro. La nostra amicizia non è finita per un problema tra noi due, solo perché a un certo punto era diventato impossibile frequentarsi.

Sandra ha detto...

Sicuramente Anna ha lasciato una grossa impronta nel tuo cuore, ma è un peccato che non essendo poi così lontane non possiate vedervi ogni tanto. Ma le amicizie interrotte senza un litigio, come la vostra, rimangono comunque preziose. Bella la cosa della grigliata di tanto in tanto e il fascinoso Enrico rimasto tale.

Giulia Lu Mancini ha detto...

@Sandra: siamo vicine ma è come se lei vivesse dall’altra parte del mondo, forse però oggi non sapremmo cosa dirci, non so, magari è meglio lasciare tutto al caso.
Sì le nostre grigliate in campagna sono molto belle, spero che questa tradizione continui ancora per un po’.

Giulia Lu Mancini ha detto...

@Barbara: hai ragione, a un certo punto non si hanno più gli stessi ritmi, poi c’è il tempo limitato e la distanza mentale che é un po’ una conseguenza, così ci si perde. In questi giorni mentre scrivevo il post mi sono ricordata di tanti momenti insieme ad Anna, soprattutto negli ultimi tempi, e credo di aver capito la sua crisi con la sua esigenza di allontanarsi da tutti.

Luz ha detto...

Questo tuo post è particolarmente intenso, Giulia. Mi è piaciuto moltissimo. Si coglie tutta la malinconia per quel tempo lontano e ancora forte nel ricordo. Mi sarebbe piaciuto vivere un'esperienza universitaria simile alla tua. Un'altra città, nuove amicizie, esperienze insieme, un gioioso frequentarsi. Purtroppo non ho ricordi altrettanto intensi.
Comprendo bene la nostalgia per un'amicizia così importante come quella che hai vissuto con Anna. Io ho vissuto qualcosa di simile con una compagna di scuola che ritrovai su Fb 12 anni fa. Fu un'emozione indicibile, anche perché avvertivo la stessa intensità dall'altra parte. Ai tempi fra noi i rapporti si erano raffreddati per alcuni atteggiamenti di lei non sempre in linea con quanto ti aspetti da un'amica vera. Per esempio, ai 18 anni mi regalò degli orecchini e nel consegnarmeli disse "mi sono costati un sacco di soldi", cosa che trovai di un cafone inenarrabile. Un'altra volta non mi segnalò un fatto accaduto in classe, io ero assente, ma avrei dovuto saperlo perché tutti gli assenti poi furono messi in discussione (non ricordo i particolari, piuttosto quella grave omissione). Era poi un tipo piuttosto invidioso, invidiava un'altra compagna che era una spanna avanti a noi. A me veniva invece di ammirarla per come fosse solare e molto sveglia. Insomma una serie di cose che avevano incrinato la nostra amicizia fino a farla chiudere pur senza discorsi definitivi al termine del liceo.
Ritrovarla dopo vent'anni fu una cosa meravigliosa. Ci rivedemmo, festeggiamo assieme i miei 40 anni, uscivamo insieme in Calabria quando tornavamo giù in ferie. Poi sono emersi, pari pari, tutti i difetti di quella epoca. Tutti, nessuno escluso. Lo sparlare delle persone, l'invidia, la mancanza di ascolto vero vero una mia problematica, la mancanza di partecipazione. Lei non era affatto cambiata e così la cosa finì esattamente come prima.
Tu almeno hai comunque un buon ricordo della tua Anna. :)

Giulia Lu Mancini ha detto...

@Luz: grazie per averci regalato questa tua esperienza di amicizia negli anni, molto importante ma non priva di difetti. Purtroppo la tua amica forse non era tale, non si fa un regalo rinfacciando di aver speso tanto, credimi io ho comprato un regolo di pensione collettivo per una collega che adoravo, ho messo io la differenza per farle il regalo che sapevo desiderava, ma lei non lo ha mai saputo. Un regalo si fa con il cuore.
La mia Anna non sapeva cosa fosse l’invidia era un’anima pura, lei non invidiava, semmai ammirava. Ricordo che voleva studiare con me perché diceva, avevo una grande forza di volontà e determinazione che lei non aveva, era una persona generosa e vera, non fingeva mai. Forse si è allontanata da tutti per questo, perché non riusciva più a essere quella che era sempre stata, noi, le sue amiche più strette, avevamo delle nuove storie ed eravamo proiettate verso il futuro, ma lei soffriva ancora per quello che avrebbe voluto realizzare e non era riuscita a raggiungere, compresa la storia con Emilio che aveva ormai un’altra relazione con quella che oggi é sua moglie. È l’idea che mi sono fatta io, con la consapevolezza del vissuto di oggi, a distanza di anni si capiscono molte cose.

Elena ha detto...

Cara Giulia, commento condividendo con te l'immagine di Anna che questa lettura mi ha trasmesso, insieme a una grande tristezza: una luce che si è spenta. Non avevo mai sentito parlare di Mimmo Cavallo (!!!) né della sua Anna mia. L'ho ascoltata dopo averti letto e niente, il coltello ha ferito ancora. Chissà dov'è la tua Anna e se è mai riuscita a essere davvero felice

Giulia Lu Mancini ha detto...

@Elena: ciao Elena, strano che tu non abbia mai sentito Mimmo Cavallo, aveva una certa notorietà e noi siamo più o meno della stesso periodo, però ci può stare, non era famosissimo.
Spero che Anna abbia trovato una sua serenità nella lontananza dai suoi vecchi amici, me compresa.

Marina ha detto...

Sarebbe bello se Anna sapesse di questo tuo post! Ci sono persone che non sanno quanto sono state importanti per noi, nemmeno lo immaginano: ho avuto un'amica anch'io, che ho ritrovato a Roma dopo -mi viene da dire - secoli che non ci frequentavamo più. Rivedersi ci ha fatto ritornare indietro nel tempo, abbiamo condiviso delle cose anche qui nella capitale, eventi, occasioni d'incontro, poi... è accaduto qualcosa, non so cosa e lei è di nuovo scomparsa, si è eclissata, nessuna risposta ai messaggi, nessuna interazione nei social. Mi sono informata e so che sta bene, ma cosa sia successo, ti giuro, ad oggi, mi sfugge e un po' sta cosa mi rode. Avessi fatto qualcosa! Ma non riesco a immaginare cosa, davvero... Le persone sono fatte come sono fatte, cara Giulia, non bene, non male, sospendo ogni giudizio, però, certo, ci pensi con rammarico. Ce ne faremo una ragione?

Giulia Lu Mancini ha detto...

@Marina: le cose vanno in un certo modo e ce ne facciamo una ragione cara Marina. Io credo che Anna sappia quanto sia stata importante per me, spero di esserlo stata anche per lei.
Comunque credo che ci siano degli eventi nella vita che segnano in profondità, ad Anna deve essere successo qualcosa che ha cambiato tutta quella sua voglia di socialità che si è dissolta nel nulla, così si è chiusa in se stessa e nella sua dimensione familiare. Questo cambiamento ha travolto anche la nostra amicizia o, forse, sono stata io che non ho saputo trattenerla, troppo presa dalla mia vita.

Cristina M. Cavaliere ha detto...

A volte amicizie autentiche si raffreddano senza un perché, a me è capitato almeno tre volte nel periodo della scuola, e poi al lavoro, e senza che vi fosse stato un litigio. Spesso le persone cambiano, o noi cambiamo, e preferiscono percorrere altre strade; forse, come Anna, sono in un periodo "labirintico" che faticano a gestire, ma i momenti vissuti insieme sono così preziosi che non si cancelleranno mai, come ben dimostra il tuo post.

Giulia Lu Mancini ha detto...

@Cristina: bello il termine “periodo labirintico” esprime bene il concetto, sì è molto probabile che Anna abbia attraversato un periodo così che l’ha portata lontana. Ora, a distanza di tempo, con la maturità acquisita nella mia vita, posso capirlo molto bene.