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L’uomo porta dentro di sè le sue paure bambine per tutta la vita. Arrivare a non avere più paura, questa è la meta ultima dell’uomo. Italo Calvino |
Circa un anno fa lessi un articolo sulla paura e sull’ansia che caratterizza sempre più la nostra società. Cerco di riportare di seguito quello che mi è rimasto più impresso e quello di cui avevo preso appunti.
“Viviamo immersi in un clima di cupi presagi, circondati da pensieri che agitano il nostro presente: pandemie, catastrofi climatiche, guerre alle porte. Il 57º Rapporto sulla situazione sociale del Paese, pubblicato dal Censis, fotografa una società che guarda al futuro con paura. Tra le preoccupazioni più diffuse spiccano il cambiamento climatico, gli sconvolgimenti globali legati ai flussi migratori e il timore di un conflitto mondiale. Basta aprire un giornale o accendere il telegiornale per scatenare ogni tipo di ansia.
L’ansia è il male del nostro tempo: viviamo in un costante stato di allerta per eventi che non sono ancora accaduti e che forse non accadranno mai, ma che potrebbero verificarsi. La paura accompagna il pericolo reale, mentre l’ansia lo anticipa. Oggi la mente umana è perennemente in allerta: si teme di perdere il lavoro, di essere esclusi dal proprio gruppo sociale, di ammalarsi gravemente.”
Purtroppo, l’ansia può intrappolarci in meccanismi pericolosi. Una delle trappole più comuni è l’evitamento: ci sottraiamo a una situazione per paura di non saperla affrontare, ma più la evitiamo, più la paura si trasforma in fobia. Un’altra trappola è la dipendenza da qualcuno: incapaci di affrontare una situazione da soli, cerchiamo la compagnia di una persona che ci dia sicurezza. Tuttavia, questo comportamento non fa che rafforzare la convinzione della nostra inadeguatezza, rendendoci sempre più dipendenti. Infine, vi è la trappola del controllo: tentiamo di gestire razionalmente le nostre reazioni fisiologiche—come il battito cardiaco accelerato o il respiro affannoso—ma questo sforzo può rivelarsi controproducente e sfociare in attacchi di panico.
Io stessa sono abbastanza ansiosa, cerco di controllare l’ansia anticipando - per esempio- gli impegni lavorativi, programmando il più possibile le attività in anticipo, ma non sempre funziona perché c’è sempre l’imprevisto in agguato.
Conosco persone che soffrono di ansia patologica e che vivono con grande difficoltà. Un parente del mio compagno, ad esempio, vive in una paura ossessiva di tutto. Se deve andare in ospedale per un controllo, non riesce a dormire per il terrore di aver contratto qualche virus o di aver assorbito radiazioni semplicemente passando vicino al laboratorio di radiologia. È affetto da disturbo ossessivo-compulsivo e, nonostante stia cercando di curarsi, non mostra segni di miglioramento.
Ai tempi dell’università, una coinquilina di una mia amica soffriva di una forma di agorafobia: non riusciva a uscire di casa da sola e aveva sempre bisogno di essere accompagnata. Le sue coinquiline si alternavano per starle vicino, perché quando era sola evitava di andare all’università. Non so come sia riuscita a laurearsi—seppur in ritardo—ma so che ha intrapreso un percorso con uno psicoterapeuta e oggi, forse, sta bene.
Anch’io ho avuto una fobia: la paura dei cani. Me l’ha trasmessa mia madre, che da piccola mi diceva sempre di stare attenta ogni volta che ne vedevo uno. Era lei ad avere paura, ma io, istintivamente, ho interiorizzato la sua fobia. Da adulta, però, sono riuscita a superarla: ho iniziato ad avvicinarmi al cane di una mia amica e, con il tempo, ho preso confidenza. Ora i cani piccoli non mi spaventano più—una volta sì, anche quelli minuscoli—e nemmeno quelli più grandi mi fanno paura. Tuttavia, continuo a essere guardinga con alcune razze considerate pericolose, come pitbull e dobermann. Non si tratta più di una fobia, ma di una normale prudenza.
Mia sorella, negli ultimi vent’anni, ha sempre avuto dei cani. Ha iniziato con uno di piccola taglia, che è vissuto fino a 13 anni, e oggi ne ha uno di media grandezza, ormai anziano. Spesso mi capita di portarlo fuori e, ormai, interagisco con i cani di parenti e amici in modo del tutto spontaneo, senza più alcuna paura.
L’articolo che ho letto è di un anno fa, ma resta attuale: la situazione non sembra affatto migliorata. Siamo ancora con la guerra alle porte, più o meno, e un nuovo presidente americano deciso a dominare il mondo insieme a un miliardario che si crede onnipotente.
La democrazia mi pare sempre più fragile, forse perché nel pensiero comune appare troppo faticosa. La libertà è indissolubilmente legata alla responsabilità, e questo la rende difficile da gestire. Governare democraticamente significa confrontare opinioni diverse, cercare un accordo o almeno un buon compromesso nel rispetto dei diritti di tutti. Ma significa anche proteggere le minoranze e i più fragili—eppure, oggi, questi ultimi sembrano sempre più oppressi e schiacciati.
Si fa strada l’idea che sia più semplice affidarsi a un “uomo forte”, capace di decidere per tutti, riducendo problemi complessi a soluzioni rapide e autoritarie. E forse è proprio questo che mi spaventa di più: vedere la democrazia vacillare sotto il peso della sua stessa complessità.
Pensate che il mio quadro sia troppo pessimistico? Voi di cosa avete paura?
Fonti immagini: pexels
19 commenti:
Io ho paura del prossimo referto. E se tutto ok, poi del successivo.
Diciamo paure circoscritte che rendono inavvertito il delirio del mondo.
Eh in effetti anch’io quando faccio un esame medico ho sempre un po’ di tremore, faccio le mie visite di prevenzione annuali, soprattutto perché vorrei arrivare “indenne” alla pensione, oramai sempre più lontana…
Sì, ritengo questo quadro troppo pessimistico. Giornali e telegiornali infatti vendono di fatto paura e ansia, perché tutto il sistema al momento campa solamente su paura e ansia. Mi vengono in mente le parole di V. nel film V for Vendetta: "Io so perché l'avete fatto: so che avevate paura, e chi non ne avrebbe avuta? Guerre, terrore, malattie: c'era una quantità enorme di problemi, una macchinazione diabolica atta a corrompere la vostra ragione e a privarvi del vostro buon senso. La paura si è impadronita di voi..." Ma sinceramente dovremmo essere un pochino più obiettivi: stiamo meglio noi in questi tempi, pur con tutti i problemi, oppure i nostri antenati negli anni bui del Medioevo? Sì, ci sono delle guerra in corso, ma non sono fuori dalla nostra porta di casa (e per altro quelle guerre sono in zone in cui ciclicamente ci sarà sempre una guerra, è nella natura di entrambe i contendenti purtroppo). Abbiamo un tetto sulla testa, un lavoro più o meno soddisfacente ma che ci permette di vivere, e vivere anche degnamente. La paura è insita nell'uomo, perché è l'istinto stesso di sopravvivenza a richiamarla. Ma quando diventa eccessiva, è il caso di focalizzarsi sul qui e ora, sulla consapevolezza del presente. Un po' di Mindfulness, come la chiamano adesso. :)
L'uomo forte, o la donna forte, questo sì che mi provoca ansia! Anche perché non mi pare di vedere grandi reazioni in giro... Detto questo, le paure sono amiche di tutti e di ciascuno, in fondo sono piccoli gradini che ci permettono di salire a versioni migliori di noi. Ci si può allenare, come hai fatto con i vari cani di tua sorella, o soccombere, evitando di cogliere quelle paure come momenti di crescita. Ho avuto una paura simile alla tua per i cani per i voli in aereo. Ho cercato di superarla volando. Ora ci sono riuscita, ma ci è voluto il suo tempo. La cosa che mi colpisce di più della tua riflessione, perché mi parla ancora, è la trappola della dipendenza da qualcuno: incapaci di affrontare una situazione da soli, cerchiamo la compagnia di una persona che dovrebbe supportarci. Questo è stato uno dei miei più grandi errori. Ma il fatto stesso che lo riconosca forse è il segno che lo sto superando... Buona domenica!
Il tuo quadro non mi sembra troppo pessimistico, ma una riflessione realistica. La fragilità della democrazia è un tema preoccupante: molti cercano soluzioni rapide, ma la libertà richiede impegno. Più che paura, sento la responsabilità di non lasciarmi sopraffare dal pessimismo e di cercare un modo per restare lucidi e consapevoli.
Cara Barbara, forse la mia visione è piuttosto nera, ma spero di essere smentita. Oggi viviamo meglio del medioevo ma lo scenario del film V per vendetta (un gran bel film, mi è piaciuto molto) non è molto distante da certe propagande a cui assistiamo oggi in molti TG nazionali. Io mi documento da altre parti su certe notizie ma la maggioranza forse no, così almeno mi sembra dalle opinioni diffuse che sento. Io vivo abbastanza serenamente, perché ormai ho un’età matura, ma se penso ai miei nipotini (di 7 e 9 anni) non sono tranquilla sull’evoluzione di questo mondo. Però speriamo bene.
Sai Elena che ho paura di volare anch’io, ma ho fatto almeno una trentina di viaggi in aereo, pensa che il battesimo del volo l’ho fatto andando a Bangkok con un volo di 14 ore. L’idea di volare non mi entusiasma ma se devo andare in un luogo dall’altra parte del mondo (ma anche in Sicilia, vuoi mettere un volo di un’ora contro venti ore di treno?).
Poi ti confesso che anche in autostrada quando ci sono le colonne di tir da sorpassare non sono felice, ma sono anni che viaggio in autostrada tra Bologna e la Puglia. Insomma ho paura di tutto, ma non mi lascio influenzare nella mia vita quotidiana, c’è anche da dire che avere paura può anche salvarti la vita in certi casi. Buona domenica anche a te.
È vero Giuseppe, è necessario restare lucidi e consapevoli per sostenere la democrazia, mai come oggi è importante restare vigili.
Il tuo quadro non è pessimistico, è correlato al momento attuale. Io tendo a avere paura di tutti i segnali "storti" che arrivano nella mia vita, sia quella privata che quella da cittadino del mondo, e in questo momento ne vedo tanti di segnali "storti".
In generale tendo a temere ogni possibile avversità, però cerco anche di non farmene una malattia mentale. Cerco di pensare che l'imprevedibile può essere un evento disastroso ma anche - perché no - un colpo di fortuna che non avrei mai immaginato.
I miei nonni, che avevano vissuto entrambe le guerre mondiali, erano preoccupati per noi nipoti, per la Guerra Fredda e la minaccia atomica continua tra le due superpotenze. Poi c'è stato Černobyl, e lì i miei genitori erano ancora più preoccupati per il nostro futuro, nelle mani di chissà chi. C'è stato anche Fukushima, c'è stato subito dopo un nuovo referendum in Italia e ha vinto il fronte del No al nucleare, ma adesso stiamo di nuovo parlando di tornare al nucleare, cianciando di nuovi impianti sicuri, quando quella tecnologia non è sicura di per sé stessa e mancando una gestione delle scorie. E mentre ci preoccupiamo della democrazia che vediamo con gli occhi, dalle guerre per i territori a quelle delle merci e dei dazi, la maggioranza non ha coscienza che la vera guerra è dentro i nostri computer, tablet, smartphone a suon di colpi di Intelligenza Artificiale. Ci preoccupiamo dell'inquinamento delle auto e degli aerei, ignorando completamente il disastro ambientale delle server farm dedicate all'IA. Certo, dobbiamo essere cittadini vigili e attivi. Ma non possiamo nemmeno lasciarci sopraffare dall'ansia e farla diventare una malattia.
É vero Ariano, i segnali storti ci sono e sono parecchi, ovviamente é bene non farsene una malattia, io sono un po’ fatalista e penso sempre che, se deve accadere qualcosa accadrà comunque e sarà al di fuori del mio controllo (perciò è inutile cercare di controllare tutto, é impossibile). É anche bello poter sperare in un colpo di fortuna, anche in questo caso il fatalismo aiuta…
Ah no, in effetti, a livello personale, non mi lascio sopraffare dall’ansia, sul futuro del mondo no, su quella giornaliera mi basta già il lavoro, ma anche lì sono un po’ fatalista…
Credo, cara Giulia, che le tue considerazioni di questo post andrebbero divise almeno in due parti.
L'ansia generalizzata, di cui ho sofferto per decenni e quasi del tutto risolto con due anni di psicoterapia e terapia EMDR, non c'entra nulla con fobie concrete ma molto specifiche: cani, aerei, ragni ecc. L'ansia diffusa e anticipatoria se ne frega del contesto, si sta male e basta, anche quando tutto va bene. La paura del futuro, nel panorama socio politico attuale, trovo sia giustificata, la cavalcata delle destre sovraniste non è rassicurante proprio per niente, ma da bambina degli anni 70 mi chiedo spesso se essere cresciuta negli anni di piombo che ricordo benissimo non fosse pure peggio.
Sulle due guerre vicino a casa si continua a commettere un errore di scarsa memoria, quando si dice che erano anni che non ce ne erano in Europa, diamine, la guerra dell'EX Yugoslavia l'abbiamo dimenticata tutti troppo in fretta ed era molto più vicina dell'Ucraina. Questo mi disturba parecchio.
Non saprei se definirlo un quadro pessimistico. È la realtà attuale. La crisi delle democrazie è ormai evidente, l'affidarsi delle masse a un uomo solo che promette soluzioni a discapito del rispetto dell'umano e delle libertà è una storia già vista e possiamo solo temere non degeneri. C'è molto da fare, nell'educazione, nel parlare alle nuove generazioni, nell'avvicinare le famiglie alla cultura, ammesso che basti.
Certo Sandra, il post comprende più parti, ci sono le fobie, l’ansia generalizzata e la paura del futuro dettata dalla visione del mondo attuale che non sembra rassicurante.
L’ansia generalizzata può rendere la vita impossibile, al di là del contesto in cui si vive, è molto bello che tu l’abbia superata con la terapia. Anche certe fobie possono rendere la vita difficile, quando avevo la fobia dei cani, evitavo certi posti se ero da sola, per esempio i parchi pubblici dove la gente portava a passeggio il cane. Se un’amica o un amico aveva il cane in casa evitavo di andarci.
Ricordo bene la guerra dell’ex yugoslavia, ma anche il clima degli anni di piombo, inoltre la guerra fredda tra USA e URSS mi faceva davvero paura per il pericolo nucleare che anche allora si paventava. Allora però ero molto giovane e forse non prestavo la stessa attenzione di oggi che sono molto più vecchia, mi rendo davvero conto che da giovane ero piuttosto “distratta”, mi disinteressavo della politica ma anche di certe situazioni sociali molto ingiuste, molto egoisticamente ero molto concentrata su me stessa e sulla mia vita.
Infatti cara Luz, io sono preoccupata ma mi rendo conto che non posso fare molto, nella mia famiglia per esempio molti non sono andati a votare, altri hanno votato a destra, se esprimo il mio pensiero minimizzano, così come fanno altre persone che conosco. Sono impotente, quindi ho smesso di vedere il telegiornale per non guastarmi la giornata.
Certo, cara Giulia, l'approccio alle situazioni a 15. 20 o 50 anni è ben diversa.
Ci hanno abituato, ormai, ad avere paura di tutto, a scapito di questi benedetti giovani che non osano più nemmeno sognare il futuro! Quanto all'ansia, io purtroppo ho maturato negli anni delle "patologie" legate allo stato psichico: soffro di colite e quest'estate ho raggiunto livelli anche preoccupanti (poi sfatati con le adeguate indagini). Una seccatura che negli anni si è trasformata in un autentico dramma: ho paura di viaggiare, ho paura del cibo, ho paura di ciò che mi procura un'emozione perché tutto trova sfogo nel mal di pancia. Vabbè, pure l'età non aiuta, eh!
Vero, cara Marina, l’età non aiuta, ma le ansie reali o indotte non aiutano, pensa che io dopo una giornata di lavoro torno a casa gonfia come un palloncino anche se non ho mangiato nulla. Una volta non accadeva, ma forse mi stressavo meno chissà. Purtroppo i giovani sono quelli che scontano di più questo “nuovo mondo” così poco rassicurante.
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