lunedì 24 agosto 2015

Ricordi in cantina


 
Avete presente quei telefilm polizieschi americani in cui si vedono quegli archivi pieni di scatole?

Ogni scatola è un caso irrisolto che ovviamente troverà piena soluzione al termine dell'episodio.
Ecco la mia cantina mi ricorda quegli archivi: è piena di scatole, con parecchia polvere in più.
(Nei telefilm è sempre tutto perfettamente pulito, anche quando c'è una ragnatela sembra faccia da ornamento.)
Nella mia cantina ho una scaffalatura di ferro dove ho messo in sequenza delle scatole con dentro non casi irrisolti ma ricordi, sì perché in quelle scatole ci sono i miei libri di scuola, vecchi romanzi letti una vita fa, saggi e narrativa, documenti, e cose varie.
Domenica mattina cercavo un libro che non riesco a trovare, così dopo averlo cercato in casa inutilmente sono andata in cantina.
Ovviamente quando cerchi qualcosa tutto trovi tranne quello che cerchi: è la famosa  legge di Murphy.
Non ho trovato il libro che cercavo, ma ho trovato un quadernetto color verde dove io scrivevo delle poesie alla bella età di sedici anni.


Così ho portato in casa il quaderno e ho riletto le poesie, alcune erano davvero terribili, altre più accettabili, ma ne ho salvata una, ricordo benissimo il momento in cui l'ho scritta, esprime infatti la sofferenza di quel momento, la fine di un amore.
Vi riporto la mia poesia senza titolo così come l’ho ritrovata.
Essendo riemersa dalla cantina e, avendo superato ben oltre un paio di decenni, credo meriti di essere riportata almeno su questo blog:
 
Mi hai dato dolore e vita,
mi hai dato angoscia e tristezza, mi hai donato i tuoi sogni,
le tue chimere effimere, 

i tuoi desideri e le tue ferite.

Mi hai dato molto perché sei generoso, tranne il tuo amore.

Ed io, ricca dei tuoi doni, ho perso tutto.

Ho perso le mie fedi per barattarle con le tue.

Ho perso i miei sogni perché li hai distrutti con la tua realtà.
Ho perso l’amore perché non so amare che te.


Aprire quelle scatole e rileggere vecchie poesie è stato come aprire il vaso di Pandora.
Allora non lo sapevo, ma non era un amore finito, anzi era appena cominciato.
Ma questa è un'altra storia.
Capita anche a voi di ritrovare intatti dei ricordi scartabellando vecchie carte sbiadite?

10 commenti:

Marina ha detto...

Infiniti ricordi?
Una vita intera!
Quest'estate, in campagna dai miei, sono risalita in soffitta e ho trovato di tutto, persino i cinque diari scolastici del liceo (rigorosamente un anno di Linus e uno di Snoopy) con il meglio del repertorio mio e della mia compagna di banco (tempi memorabili!).
Grazie per avermi dato l'opportunità di ricordarmene ancora!

Giulia Lu Mancini ha detto...

I diari scolastici, anche quelli quanti ricordi! io avevo il diario di Paperino e di Snoopy. Tempi memorabili davvero. Sarà colpa del mio romanzo ambientato negli anni ottanta, ma mi tornano in mente delle cose che avevo del tutto rimosso...;-)

Marina ha detto...

Anni '80?
Prenotata per la lettura: quelli sono i miei anni!

Monica ha detto...

Che bella avventura che hai avuto in cantina, eh? :)
A me capita di trovare intatti i diari scolastici, e non è cosa da poco visto che fino a sedici anni ci ho messo dentro mezzo mondo. Quelli dopo sono essenziali, ma spassosissimi.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Emozioni che riemergono all'improvviso, la mente può avere meccanismi imprevedibili come se non fossero passati anni ma solo giorni.

azzurrocielo ha detto...

proprio domenica scartabellando fra agende e quaderni vecchi ho ritrovato alcune fiabe che avevo scritto per i miei figli quando non si addormentavano se non avevo letto loro una favola. Ma siccome dormivano a fatica avevo letto loro tanti libri di fiabe e non potendo continuare a comprarne altri ho iniziato a scriverle io...quanti ricordi!!!!!
E poi i diari di scuola che è sempre bello ritrovarseli fra le mani e aprirli per ritrovarsi magicamente in quegli anni , in quei precisi attimi in cui avevi scritto o ricopiato una determinata frase...basta vah, altrimenti divento malinconica.
Ah, ho iniziato Fine del'estate

Giulia Lu Mancini ha detto...

Una pagina scritta può far emergere tanto. In particolare quelle scritte a mano perché anche la calligrafia e il colore della penna usata (io amavo scrivere in verde e blu, vi ricordate le penne con i quattro colori?) danno un sapore speciale al ricordo. Hai iniziato fine dell'estate, ma che bello. Spero ti piaccia, il romanzo a un certo punto ha un risvolto doloroso, ispirata in parte a un'esperienza reale. Non svelo di più, ma quando lo avrai finito se avrai delle curiosità potrò soddisfarle. Un abbraccio.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Però che brava a scrivere fiabe per i tuoi figli! Bellissimo.

azzurrocielo ha detto...

ci confronteremo a fine libro, ok?

Giulia Lu Mancini ha detto...

certo, né sarò felice ;-)