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Un amico conosce la melodia del nostro cuore e la canta quando ne dimentichiamo le parole. C.S. Lewis |
I MIGLIORI ANNI DELLA NOSTRA VITA
racconto di Giulia Mancini
- Ma perché non facciamo una bella
vacanza tra donne per Natale?
Sono a casa mia con Agnese, la mia amica di sempre, la
conosco dai tempi del liceo. Stiamo prendendo un tè, è un sabato pomeriggio di
un malinconico autunno. Lei mi sembra particolarmente affranta negli ultimi
tempi. Mi butta lì questa proposta con l’aria di chi ha seguito solo l’istinto
e non ci ha pensato troppo.
- Una vacanza, bellissima idea, ma
riesci a spostarti per Natale? E la tua famiglia? Come fai? E poi, dove
andiamo?
Agnese sembra pensarci un po’ e poi
propone:
- Andiamo in Toscana a fare un giro per
i borghi medioevali e magari ci fermiamo in un albergo con la SPA.
- Per Natale?
- Proprio per Natale mi è impossibile,
ma nel lungo week end dell’Immacolata?
La osservo, gli anni su di lei sono passati
come una scure impietosa, i capelli, una volta di un brillante color miele,
adesso sono secchi e opachi. Gli occhi sempre cerchiati da occhiaie, le rughe
tracciano dei solchi profondi intorno alle labbra che troppo poco si stirano in
un sorriso.
A vent’anni era bellissima, quando
camminava per strada nessun uomo poteva fare a meno di voltarsi a guardarla. Io
ero sempre indispettita da quella situazione, tutte le volte che eravamo
insieme diventavo trasparente. Mi
sentivo sempre il brutto anatroccolo. È strana la vita, a vent’anni di distanza
io sembro quella di sempre, non bellissima, forse graziosa, ma il mio viso e il
mio fisico sembrano rimasti uguali, forse qualche leggera ruga di espressione, ma
niente di più. Tutti mi dicono che non dimostro i miei quarant’anni, ma molti
meno. Come è possibile? Cosa fanno gli anni alla nostra vita?
Per fortuna l’amicizia che ci ha
sempre legato è rimasta immutata. Malgrado tutto, senza rughe.
- Ti farebbe bene una vacanza Agnese,
hai l’aria stanca.
E farebbe bene anche a me. Penso. Negli ultimi tempi non faccio altro che lavorare,
mio marito fa lo stesso e nel fine settimana finiamo per andare a mangiar fuori
e poi dormire sul divano. Vorrei fare qualcosa di diverso, anche senza di lui. A
volte mi chiedo se il nostro matrimonio ha ancora senso, senza quei figli che
non sono arrivati nonostante i nostri disperati tentativi. Poi quando lo
guardo, capisco che non potrei stare con nessun altro. Siamo in perfetta simbiosi
e ci amiamo. Di quell’amore pacato che non brucia più, ma tiene al caldo e fa
sentire al sicuro.
Agnese annuisce.
- È così, te l’ho proposto proprio per
questo. Negli ultimi tempi i problemi familiari hanno preso troppo il
sopravvento su di me. Ho fatto da infermiera a papà per un lungo anno finché la
malattia non se l’è portato via. E tutto il resto della famiglia ha continuato
a gravare sulle mie spalle. Mio marito ha continuato con la solita routine casa
– lavoro. I ragazzi con la scuola e le loro attività, sempre lì, attaccati al
telefonino. A volte li guardo e mi sembrano alieni, li ho generati io? Mi sento
svuotata. Ho bisogno di staccare da tutto.
Le faccio una carezza.
- Sono adolescenti. Magari eravamo così
anche noi. Sentiamo anche Francesca e Marta? Sarebbe bello ritrovarsi noi
quattro come una volta, anche solo per pochi giorni.
Mi viene in mente Francesca che,
causa fidanzati stronzi e ristrettezze economiche, a 40 anni non si è ancora
mai fatta una vacanza decente, l’anno prima tre giorni a Rimini con me le sono
sembrati una vacanza strepitosa!
E Marta? Sarà difficile, fa il
magistrato e lavora giorno e notte. Non sono sicura che possa chiedere qualche
giorno di ferie, però quest’anno l’otto dicembre cade di venerdì, sono tre
giorni e magari si può attaccare il lunedì.
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Gli amici sono parenti che vi scegliete da soli. E. Deschamps |
Per un momento un ricordo mi attraversa la mente. Noi
quattro davanti alla statua del Nettuno, il nostro solito punto di ritrovo nel
centro di Bologna.
È estate e siamo tutte vestite con pinocchietti
bianchi o di jeans, canottiere provocanti e sandali infradito; abbiamo finito
gli esami della sessione estiva dell’università e stiamo per partire per le
vacanze, insieme a Formentera. Siamo felici e ci sembra di avere il mondo in
mano, ci guardiamo e notando di essere vestite allo stesso modo scoppiamo a
ridere divertite. Allora ci sentivamo come le quattro amiche del telefilm “Sex
and the city” solo che la city non era New York, ma Bologna.
Rido a quel ricordo e spiego ad Agnese il perché. Lei sorride,
ma una piega amara le si dipinge sul volto.
- Non lo sapevamo di essere felici
allora. Non lo sapevamo che quelli erano i migliori anni della nostra vita.
- Eh no, Agnese. Sei troppo depressa,
bisogna agire. La nostra vita non è mica finita. Abbiamo tante cose belle. Tu
hai un marito che ti ama e due splendidi ragazzi, forse un po’ egoisti come
tutti gli adolescenti, ma proprio per questo ti meriti una vacanza anche da
loro. E io…beh anch’io non voglio lamentarmi troppo, ho un marito adorabile,
anche se forse troppo pantofolaio negli ultimi tempi e un lavoro che nonostante
mi succhi il sangue mi gratifica ancora.
Agnese scoppia a ridere e, all’improvviso,
ritrovo quella luce negli occhi che sembrava aver perso.
- Ti adoro Livia, sai sempre vedere il
bicchiere mezzo pieno!
Annuisco e afferro il cellulare,
mando un messaggio sul nostro gruppo WhatsApp intitolato “4 amiche al bar”, lo usiamo
per organizzare i nostri ritrovi periodici, la tecnologia è servita molto negli
ultimi anni per mantenerci in contatto.
“Ragazze, io e Agnese abbiamo pensato
di andare via, noi quattro, per il ponte dell’immacolata, meta una SPA in
Toscana con tour enogastronomico. Se prenotiamo subito, magari troviamo dei
prezzi super economici. Cosa ne dite?”.
Dopo pochi secondi arriva la risposta
di Francesca “Magari! Io ci sto, vi do carta bianca”.
Marta non risponde subito, ma dopo
dieci minuti arriva anche la sua risposta.
“Questa è telepatia, stavo pensando
che avrei proprio bisogno di una breve vacanza. Il ponte è il momento ideale!”
Sorrido soddisfatta.
- Agnese organizzo tutto io, cerco sui
siti un albergo con centro benessere e poi vi aggiorno attraverso WhatsApp. Provo
prima in provincia di Siena, ma andrà bene anche da qualche altra parte in
Toscana, l’importante è stare insieme.
È strano, ma già l’idea di partire
con loro mi fa scoppiare il cuore di entusiasmo. Ripenso a noi quattro e alle
vicende della nostra vita che hanno avuto percorsi differenti e a tratti molto difficili,
ma non ci siamo mai perse. Anche questa capacità è una ricchezza.
- Siamo fortunate. Non è da tutti
mantenere le amicizie dei vent’anni. Trovo che sia una cosa bellissima –
esclamo.
Agnese sembra riflettere, la vedo sorridere,
finalmente di un sorriso pieno, le rughe intorno agli occhi sembrano distendersi
e una nuova luce rende il suo viso più radioso. Ritrovo la mia amica e la sua
antica bellezza.
Questo è il mio racconto di Natale e, a proposito di Natale, approfitto per segnalarvi che è on line in ebook e cartaceo la terza antologia solidale degli amici di Buck, L'amore non crolla, i ricavi saranno devoluti a favore delle popolazioni colpite dal terremoto. Questo è il link di
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