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Antonio Manzini con Giampiero Rigosi |
Giovedì 25 ottobre, presso la libreria Coop Ambasciatori di Bologna, c'è stata la presentazione dell'ultimo romanzo di Antonio Manzini, undicesimo libro della serie ispirata al vicequestore Rocco Schiavone, il titolo Fate il vostro gioco.
Io ho avuto la fortuna di poter vedere l'autore da vicino, perché ero in "galleria" ossia sui gradini delle scale laterali alla postazione, il titolare della libreria di fronte alla platea colma di gente ci ha invitato a occupare anche quei gradini (io ero sul terzo gradino, ma dopo un po' la scala è stata colmata completamente).
Antonio Manzini, che io conoscevo principalmente come attore e regista, è scoppiato come caso letterario con i romanzi incentrati sulla figura del vicequestore Rocco Schiavone, un personaggio molto particolare. Intanto è un vicequestore non troppo ligio alle leggi, anche se ha un suo codice d'onore, si fa le canne e spesso approfitta della sua posizione per "arrotondare" le sue entrate, ma ha comunque una sua etica e, alla fine, è un personaggio che si fa amare. Non svelo di più per non fare spoiler, nel caso abbiate voglia di leggere questi libri. Io finora ho letto il primo libro della serie "Pista nera" mi mancano tutti gli altri, probabilmente proseguirò anche se sto guardando anche la serie tv su Rai 2, forse salterò agli ultimi libri prima che cominci la terza serie (adesso è in corso la seconda).
Antonio Manzini devo ammettere è troppo simpatico, mi è piaciuto tanto. Le domande erano poste da Giampiero Rigosi uno scrittore e sceneggiatore bolognese, che non conoscevo, e che collabora con Carlo Lucarelli.
Ha raccontato che ha cominciato a scrivere quasi per caso, come regista e sceneggiatore, ha sempre avuto un po' il pallino della scrittura e aveva scritto alcuni racconti. Poi quando ha scritto il primo romanzo su Rocco Schiavone inviandolo a Sellerio pensava di fermarsi al primo libro, ma, date le vendite di Pista nera, la casa editrice Sellerio gli ha chiesto il seguito e da allora ha continuato. Siamo arrivati all'undicesimo episodio. Sicuramente il successo della serie tv aiuta anche i libri. L'essere famosi aiuta le vendite, ma va detto che, secondo il mio parere, Manzini scrive molto bene.
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La libreria Coop Ambasciatori |
Dei discorsi fatti da Manzini mi ha colpito il fatto che lui sia focalizzato soprattutto sulla personalità del personaggio Rocco, affermando che il giallo nel senso classico del termine "crimine-indagine-scoperta del colpevole" gli interessa molto meno, anche se, facendo Rocco il vicequestore, gli tocca necessariamente indagare sugli omicidi che gli capitano tra capo e collo e che lui definisce "rottura di coglioni del 10 livello".
Questa affermazione mi ha fatto riflettere perché anche per il mio Saverio Sorace mi piace focalizzarmi più sulla sua personalità che sulle indagini (anche se ci poi ci sono anche quelle, perché c'è sempre un crimine e un colpevole da stanare).
A pensarci bene, succede lo stesso per l'avvocato Guerrieri di Gianrico Carofiglio (è questo che mi ha fatto innamorare dei suoi libri); del resto anche il commissario Montalbano ha una sua bella personalità, molto ben caratterizzata. Ed è questo, secondo me, che decreta il successo dei libri: la forza del personaggio. A proposito lo sapevate che Camilleri sforna sei romanzi l'anno? Manzini ha affermato che Sellerio gli chiede continuamente dei nuovi romanzi essendo abituato alla grande produzione di Camilleri, cosa difficile perché, secondo lui, Camilleri è unico, non é possibile per i comuni mortali arrivare alla sua produzione letteraria.
Insomma è difficile la vita di un autore che scrive per Sellerio, gli tocca produrre molto e fare dei "tour de force" per le presentazioni. Infatti dopo la libreria Ambasciatori la cui presentazione era alle 18.00 il buon Manzini doveva correre a Parma per un'altra presentazione alle 21.00.
Complimenti per la resistenza, il suo book tour, dall'11 al 28 ottobre, prevedeva in alcune date anche due presentazioni, come è successo il 25 ottobre tra Bologna e Parma.
In ogni caso le vendite premiano moltissimo, è un autore tra i più letti in Italia e, a guardarlo, non mi sembrava particolarmente sofferente, anzi ha affermato che lui ama molto scrivere e probabilmente, finché potrà, sarà questa la sua attività prevalente.
Come dargli torto?